Turri è un comune italiano di 399 abitanti[1] della provincia del Sud Sardegna, nella subregione storica della Marmilla.
Turri comune | |||
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(IT) Turri (SC) Tùrri | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | Sud Sardegna | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Martino Picchedda (lista civica) dal 6-6-2016 (2º mandato dall'11-10-2021) | ||
Territorio | |||
Coordinate | 39°42′16.96″N 8°54′58.86″E | ||
Altitudine | 164 m s.l.m. | ||
Superficie | 9,6 km² | ||
Abitanti | 399[1] (31-7-2021) | ||
Densità | 41,56 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Baradili (OR), Baressa (OR), Genuri, Pauli Arbarei, Setzu, Tuili, Ussaramanna | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 09020 | ||
Prefisso | 0783 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 111092 | ||
Cod. catastale | L473 | ||
Targa | SU | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | ||
Nome abitanti | (IT) turresi (SC) turresus | ||
Patrono | san Sebastiano | ||
Giorno festivo | 20 gennaio | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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L'area fu popolata già in epoca nuragica, per la presenza sul territorio di alcuni nuraghi. Probabilmente conosciuta anche da fenici e punici.
Nel periodo Medievale appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Marmilla. Alla caduta del giudicato (1420) passò sotto il dominio aragonese, e fu incorporato nell'Incontrada di Marmilla, feudo dei Carroz conti di Quirra. Nel 1603 entrò a far parte del Marchesato di Quirra, feudo dei Centelles. Successivamente la signoria passò agli Osorio de la Cueva, che lo tennero fino all'abolizione del feudalesimo (1839) quando fu riscattato all'ultimo feudatario Filippo Osorio. Col riscatto dalla feudalità divenne un comune libero, amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Turri sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 novembre 2004.[3]
«Stemma partito semitroncato: il primo, di azzurro, alla torre di due palchi, d'argento, murata di nero, merlata alla ghibellina, il palco superiore di sei, quello inferiore di nove, essa torre finestrata nel palco superiore di nero, chiusa dello stesso, fondata sulla pianura di verde; il secondo, di verde, ai quattro fiori di zafferano, posti due e due, di argento; il terzo, di rosso, alle tre spighe di grano, d'oro, impugnate, legate di verde. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Abitanti censiti[4]
La variante del sardo parlata a Turri è il campidanese occidentale.
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