Terlizzi (Terrézze in dialetto locale[4]) è un comune italiano di 26 098 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. È rilevante la floricoltura. All'interno del territorio di Ruvo di Puglia c'é un'exclave appartenente a Terlizzi.
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Terlizzi comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Città metropolitana | Bari |
Amministrazione | |
Sindaco | Michelangelo De Chirico (PD) dal 18-6-2022 |
Data di istituzione | 17 marzo 1861 |
Territorio | |
Coordinate | 41°08′N 16°33′E |
Altitudine | 190 m s.l.m. |
Superficie | 69,23 km² |
Abitanti | 26 098[1] (31-8-2022) |
Densità | 376,98 ab./km² |
Frazioni | Sovereto, Cesano |
Comuni confinanti | Bisceglie (BT), Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo di Puglia |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 70038 |
Prefisso | 080 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 072043 |
Cod. catastale | L109 |
Targa | BA |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 454 GG[3] |
Nome abitanti | terlizzesi |
Patrono | santa Maria di Sovereto, san Michele e Madonna del Rosario |
Giorno festivo | 23 aprile, prima domenica di agosto, prima domenica di ottobre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Terlizzi all'interno della città metropolitana di Bari | |
Sito istituzionale | |
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È situata nella Murgia bassa su un rilievo del primo gradino murgiano. Nel periodo medioevale era circondata da selve boscose, di cui si hanno riscontri sia nelle testimonianze scritte, sia in quelle toponomastiche (Sovereto, frazione di Terlizzi, deve il suo nome al latino Suberito, che ricorda gli alberi di sughero, suber, che circondavano le località).
Terlizzi | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 10,0 | 10,9 | 13,1 | 16,9 | 22,0 | 26,9 | 29,5 | 29,4 | 25,1 | 20,0 | 15,3 | 11,8 | 10,9 | 17,3 | 28,6 | 20,1 | 19,2 |
T. min. media (°C) | 3,9 | 4,0 | 5,7 | 8,2 | 12,0 | 16,0 | 18,5 | 18,8 | 16,0 | 12,1 | 8,3 | 5,4 | 4,4 | 8,6 | 17,8 | 12,1 | 10,7 |
Precipitazioni (mm) | 52 | 58 | 46 | 43 | 39 | 30 | 22 | 26 | 49 | 61 | 62 | 60 | 170 | 128 | 78 | 172 | 548 |
Umidità relativa media (%) | 78,4 | 77,1 | 75,1 | 72,0 | 69,1 | 65,2 | 61,6 | 63,6 | 70,7 | 77,3 | 79,3 | 79,4 | 78,3 | 72,1 | 63,5 | 75,8 | 72,4 |
Le origini di Terlizzi risalgono al VI secolo d.C., benché le prime testimonianze concrete della sua esistenza risalgano solo alla Donazione di Wacco (VIII secolo), feudatario longobardo che dona al Monastero di Montecassino il casale in Trelicio in quel tempo circondato da macchia mediterranea e querceti (quercus ilex). Da qui deriva, plausibilmente, il toponimo Trelicium o più diffusamente, nelle più antiche pergamene, Terlicium, equivalente a terra ilicium, locus inter ilicia, "terra di lecci" o "luogo posto fra i lecci" oppure Terlitium ovvero "terra contesa", Terlicio "tre luoghi", Terlizzo, Terlizo o Terricium ovvero "terra circondata da torri".
Dopo la dominazione bizantina, a partire dall'XI, secolo Terlizzi rientra nella sfera d'influenza di Giovinazzo, sotto il dominio del normanno conte Amico, artefice delle fortificazioni in entrambe le città (e a Terlizzi, del poderoso castello con tre torri, ripreso nello stemma cittadino), all'epoca ancora identificata come castellum. Ma fu nel 1123 che Terlizzi acquisì il titolo di città (come testimonia una stele affissa alla Torre Maggiore del Castello normanno, unica superstite della struttura, in gran parte crollato tra XVIII e XIX secolo).
Nel Duecento fu capoluogo di contea infeudata alla famiglia Tuzziaco; in seguito fu dominio di Federico Wrunfort. Nel 1230 l'imperatore Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico vinse la lotta contro il papa Gregorio IX. Subito dopo la vittoria Federico riconobbe tutte le città che lo avevano affiancato negli scontri con il pontefice, tra cui Terlizzi. Lui, essendo anche un poeta, per ringraziare Terlizzi la agevolò nel commercio e le scrisse anche una frase di benevolenza cioè "Terlitium inter spinas lilium" ovvero "Terlizzi un giglio fiorito fra rovi spinosi".[senza fonte]
Nel 1361 divenne signore di Terlizzi Guglielmo Sanseverino, per eredità di uno zio. Tale famiglia detenne la signoria fino al 1407, quando Ottavio/Ottaviano Sanseverino, che è anche signore di Parabita e di Cellino, viene privato di tutti i possedimenti per ribellione a re Ladislao di Durazzo. Subito dopo verrà investito della signoria di Terlizzi (assieme ad altri feudi) Francesco Orsini, conte e poi duca di Gravina. Nel 1532, però, il suo discendente Ferdinando Orsini, 5º duca di Gravina, perde definitivamente la signoria di Terlizzi, che passa ai Grimaldi principi di Monaco marchesi di Campagna che l'amministrarono fino al 1641[5].
Dal 1607 è amministrata dai baroni de Gemmis di Castel Foce, luogotenenti del feudo. Dai Grimaldi passò ai Giudice Caracciolo duchi di Giovinazzo e principi di Cellamare, fino a quando, morta Donna Eleonora Giudice Caracciolo senza figli né eredi diretti nel 1770, tutti i corpi feudali furono devoluti alla Regia Corte. Messa all'asta nel 1778 dalla Regia Camera della Sommaria per ordine regale, i cittadini terlizzesi, tra cui il Barone letterato Ferrante de Gemmis, per non far nuovamente ricadere la città sotto la servitù feudale del probabile acquirente il duca Carafa di Andria, promossero il riscatto feudale versando 90.000 ducati alla regia corte nel 1779 e Terlizzi divenne città demaniale. Tale somma però, non essendo nella disponibilità dell'università di Terlizzi, fu prestata dal barone Gennaro Rossi di Napoli il quale aveva ipotecato a sé tutti i corpi feudali di Terlizzi compreso il castello, fu rimborsata nell'arco di oltre un secolo e mezzo con molte difficoltà e vicissitudini giudiziarie chiusasi addirittura nel 1930.
Durante il fascismo venne edificata la scuola primaria Don Pietro Pappagallo che inizialmente venne chiamata scuola primaria "Benito Mussolini". Con la caduta del fascismo, venne rinominata "Don Pietro Pappagallo" proprio in ricordo di quel presbiterio e antifascista terlizzese che lottò fino alla fine pur di liberare la sua patria dal Fascismo.
Coincide con la cittadella medievale. L'insieme di case e viuzze disposte a raggiera convergenti verso la cattedrale di San Michele Arcangelo, è delineato da quello che i terlizzesi chiamano "stradone" ovvero l'antico fossato della città ricoperto nell'Ottocento per permettere il transito del Carro trionfale. I due rami semicircolari dello stradone sono gli attuali Corso Dante e Corso Garibaldi. Durante i lavori di riqualificazione architettonica di Largo Lago Dentro, nel settembre del 2016, è emersa l'antica pavimentazione della piazzetta che da più di duecento anni giaceva nel sottosuolo. Erano ben visibili anche delle cisterne, per la raccolta dell'acqua piovana e due segmenti di antiche strutture murarie. Il tutto è stato ricoperto da una nuova pavimentazione. La piazza principale, dedicata a Cavour, presenta un monumento ai Caduti realizzato dallo scultore molfettese Giulio Cozzoli nel 1923.
È il simbolo della città. Possente e ultima testimonianza dell'antico Castello normanno, dall'alto dei suoi 31 metri, domina lo scenario circostante. La torre, sormontata da un'edicola campanaria, mostra sulla facciata orientale un orologio avente un diametro di 3.45 metri. Edificato dal Conte Amico nel 1075, il Castello fu dal XIX secolo residenza del noto giurista Michele de Gemmis. Durante il fascismo, inoltre, la torre dell'orologio di Terlizzi, che ospitava già l'odierno orologio, venne privata delle lancette in oro di cui disponeva l'orologio, molto probabilmente per fonderle in lingotti d'oro per poi venderli e investire il ricavato nel sostenimento della seconda guerra mondiale.
Palazzo monumentale dei Baroni de Gemmis edificato su progetto dell'architetto Luigi Vanvitelli.
Principesca villa della famiglia de Gemmis, costruita sull'antica Chiesa di San Giuliano, passata alla ribalta della notorietà nel XX secolo come cenacolo culturale dell'ing. Gennaro de Gemmis. L'immensa tenuta annessa alla Villa fu sede di coltivazioni floricole, dando impulso a tale attività in tutto il paese. La preziosa raccolta di libri e documenti storici che conteneva la Villa, cioè l'attuale biblioteca provinciale de Gemmis, la rese meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, Benedetto Croce ne fu un assiduo frequentatore. È oggi ridotta ad un anonimo edificio sede dell'Istituto di Stato per l'agricoltura dedicato al barone.
Villa settecentesca edificata da Michele Lamparelli a ridosso dell'ampia tenuta di Sovereto. Sorge su un insediamento templare precedente all'anno Mille[Prima dell'anno 1000 l'ordine templare non esisteva La presenza templare a Sovereto non è stata mai documentata nelle fonti. Sono invece attestati l'ordine benedettino femminile della monache di S. Marco e quello maschile di S. Giovanni di Gerusalemme], presenta pregevoli finiture.
Periferica rispetto al centro della città, conserva con i suoi quattro altari i tratti discreti del fascino francescano, offrendo un clima di grande serenità. L'interno presenta un colpo d'occhio che svela un panorama artistico di grande attrazione. Da notare sull'altare maggiore un elegante tabernacolo finemente lavorato in noce.
Costruita a cavallo del XVIII e XIX secolo secondo canoni neoclassici sulle fondazioni dell'antico duomo romanico (XIII sec). Conserva preziose tele e una buona raccolta di statue lignee. Il culto dell'Arcangelo è stato inaugurato a Terlizzi dai Normanni (XI sec.), che vollero anche l'edificazione della prima chiesa entro le mura della città, il cui nome si è conservato nel corso dei secoli.
Di notevole interesse artistico. La storia di questa chiesa, costruita ai primi del Cinquecento, si intreccia da un lato con quella dei Frati Minori Osservanti, dall'altro con la famiglia de Gemmis che la elevò a proprio panteon, erigendovi lussuose cappelle gentilizie di famiglia quasi a consacrare un dichiarato bisogno di eternità. Ha pianta basilicale a tre navate. Restaurata nel 1619, oltre a custodire iscrizioni lapidarie, stemmi della famiglia de Gemmis, un pregevole pulpito ligneo del 1714 e due altari settecenteschi dedicati all'Immacolata e al SS. Rosario, conserva anche le preziosissime opere pittoriche di "Sant'Antonio in estasi" (1660) del napoletano Giuseppe Marullo, la "Natività" del veneto Giovanni Girolamo Savoldo e la maestosa pala d'altare de il Pordenone intitolata "Vergine e il Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Francesco d'Assisi"
Sorge sulla pianta dell'antica chiesa medioevale dedicata a Maria Maddalena e poi al Purgatorio. È presente una "Natività" di Corrado Giaquinto.
Proviene dall'antico duomo cittadino distrutto nel 1782, venne realizzato da Anseramo da Trani. Attualmente si trova incastonato sulla vecchia facciata della chiesa del Rosario. Costituisce una delle testimonianze più belle nel panorama pugliese della scultura svevo-angioina. La scena è dominata dall'Ultima Cena, da cui prendono significato le altre raffigurazioni intestate al classico ciclo cristologico (Annunciazione, Natività e Crocifissione).
Sorge nella frazione di Cesano, a 1 km da Terlizzi. Fu eretta nel 1055 al posto di un'antichissima e fatiscente cappella. Nel corso di alcuni lavori di restauro è stato rinvenuto nello spazio absidale un pregevole affresco di sicura matrice bizantina raffigurante al centro il Cristo nel tradizionale atteggiamento del Pantocrator. Ai lati la Madre e San Giovanni Battista.
Abitanti censiti[6]
Nel corso della prima metà del Novecento Terlizzi subì l'emigrazione e soffrì la mancanza di lavoro. Dagli anni sessanta, grazie alle attività floricole e all'insediamento della piccola e media impresa manifatturiera, ha avuto un imponente sviluppo economico.
Terlizzi è dotata di un proprio canale radiofonico: Radio FiorLevante e radio Terlizzi stereo.
In seguito al ritrovamento dell'Icona della Vergine a Sovereto, territorio tra Terlizzi e Bitonto, nacque la contesa di quest'ultimo tra le due città. Si lasciò il giudizio alla Provvidenza, ponendo l'icona su un carro al bivio tra le due cittadine, guidato da due buoi provenienti dalle due città. Al bivio, il bue di Terlizzi accecò quello di Bitonto con una cornata, costringendolo a muoversi in direzione di Terlizzi. A partire dal XVIII secolo si commemora l'evento costruendo un Carro trionfale alto 22 metri, completamente in legno, che viene portato per le strette e tortuose vie della città, mosso a spinta dai fedeli e guidato da 4 timonieri vestiti con abiti del Settecento.
La frazione nasce nell'XI secolo grazie alla costruzione del Santuario dedicato alla S.S. Maria di Sovereto un'icona bizantina raffigurante la Vergine Nera con il Bambino Gesù. Secondo la tradizione popolare l'icona fu ritrovata da un pastore all'interno di una cavità sotterranea nella zona del "Sovero" nell'Agro di Terlizzi, ma le origini di questo quadro sono abbastanza sconosciute, anche se si suppone che essa sia stata lasciata lì da alcuni monaci cattolici fuggiti dall'Impero Bizantino a seguito delle persecuzioni dei cattolici da parte dei Bizantini dato come il Grande Scisma fosse avvenuto qualche anno prima di lì e quindi di come fosse avvenuta la separazione del Cristianesimo in Cristianesimo Ortodosso e Crisitianesimo Cattolico (i Bizantini erano Ortodossi ed erano contrari ai Cattolici).
Ubicato lungo la via Appia Traiana, il Santuario era retto dall'Ordine Gerosolimitano e dalle monache dell'Ordine di S. Marco. Di fronte vi era un ospedaletto, ricovero dei crociati feriti che ritornavano dalla Terra Santa.[senza fonte]
È stata denominata città dei fiori, considerata l'importanza dell'attività florovivaistica per l'economia della cittadina[senza fonte], è fra i primi e più importanti centri floricoli d'Italia.[senza fonte]
L'economia della città è caratterizzata dalla floricoltura, che dagli anni cinquanta si è affiancata alle tradizionali coltivazioni di olivo, vite, mandorli e cereali, favorendo una rapida espansione del settore commerciale. Queste attività sono legate alla figura dell'ingegnere Gennaro de Gemmis, a cui si intitola l'Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura della città. Ci sono industrie tessili, dei materiali da costruzione e di trasformazione dei prodotti agricoli (oleifici, aziende enologiche e molitorie). Attivo l'artigianato, con produzione di ceramiche e terrecotte. Dall'agricoltura trae reddito il 19% della popolazione. Si stima che il fatturato complessivo superi i 400 miliardi, con una produzione per ettaro superiore ai 4000€ (la più alta della Puglia, dopo Palagiano). La gran parte del fatturato proviene dalla floricoltura. Le aziende agricole a conduzione diretta sono oltre 4.400, quelle con salariati circa 220. La superficie coltivata è dominata dall'olivicoltura (67%); seguono la coltivazione di mandorle e la viticoltura. L'altro ramo economico importante è quello industriale; vi operano una cinquantina di aziende, con circa 500 addetti. Le costruzioni sono rappresentate da una trentina di imprese, con una settantina di addetti. Il commercio è presente con circa 500 ditte; gli addetti sono più di 800, che rappresentano un quarto degli occupati nei settori non agricoli. Nel ramo dei servizi è rilevante la presenza della pubblica amministrazione, che dà lavoro a un migliaio di persone. Nei servizi privati prevale il settore dei trasporti e quello delle attività immobiliari. Nei circa 260 laboratori artigiani, rinomata la produzione di ceramiche dipinte a mano, lavorano oltre 550 persone. Nella composizione socioprofessionale della popolazione risaltano due caratteristiche: il bassissimo numero delle casalinghe e l'alto numero dei lavoratori dipendenti. Si tratta evidentemente di due fenomeni correlati, per la presenza di un'alta quota di lavoro femminile dipendente nelle attività agricole (floricoltura) e in quelle manifatturiere collegate.
A Terlizzi l'arte della ceramica (principalmente vasellame da cucina e arredo decorativo) risale ai primi dell'Ottocento e, in epoca contemporanea, si avvale di una decina di aziende. Secondo le recenti stime, il reddito pro capite cittadino ammonta a 7.300€, risultando tra i più bassi della regione
Terlizzi è servita da una stazione posta sulla ferrovia Bari-Barletta, gestita dalla Ferrotramviaria, che ricalca il tracciato della precedente tranvia a vapore. Inoltre si trova anche un'altra stazione a Sovereto.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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9 marzo 1989 | 27 maggio 1989 | Gioacchino Giangregorio | Movimento Sociale Italiano | Sindaco | [8] |
24 luglio 1989 | 30 marzo 1990 | Mauro Maggialetti | Democrazia Cristiana | Sindaco | [8] |
18 giugno 1990 | 25 giugno 1991 | Gerolamo Grassi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [8] |
14 dicembre 1994 | 8 maggio 1995 | Messina Varratta Musci | Comm. straordinario | [8] | |
8 maggio 1995 | 27 giugno 1999 | Alberto Amendolagine | Alleanza Nazionale | Sindaco | [8] |
27 giugno 1999 | 24 maggio 2002 | Alberto Amendolagine | Alleanza Nazionale | Sindaco | [8] |
24 maggio 2002 | 27 maggio 2003 | Mario Volpe | Comm. straordinario | [8] | |
27 maggio 2003 | 29 aprile 2008 | Vincenzo Di Tria | Partito Democratico | Sindaco | [8] |
29 aprile 2008 | 22 dicembre 2011 | Vincenzo Di Tria | Partito Democratico | Sindaco | [8] |
22 dicembre 2011 | 29 maggio 2012 | Mario Volpe | Comm. pref. | [8] | |
29 maggio 2012 | 25 giugno 2017 | Nicola Gemmato | Il Popolo della Libertà Fratelli d'Italia |
Sindaco | [8] |
25 giugno 2017 | 18 giugno 2022 | Nicola Gemmato | Fratelli d'Italia | Sindaco | [8] |
18 giugno 2022 | in carica | Michelangelo De Chirico | Partito Democratico | Sindaco | [8] |
Sesto San Giovanni, dal 10 settembre 1979 per il gran numero di terlizzesi che risiedono nella città lombarda.
Terlizzi Calcio principale squadra di calcio che militerà nel Campionato di Eccellenza nella stagione 2019/2020 dopo aver vinto il campionato di Promozione Girone A classificandosi al 1º posto, è reduce da due promozioni consecutive, oltre al campionato di Promozione, l'anno precedente ha vinto il campionato di Prima Categoria
Terlizzi ha una squadra di pallavolo femminile, che milita nella serie C e una squadra di pallavolo maschile,che milita in serie D. Nel 2008 la squadra maschile Volley 2000 Terlizzi ha dovuto vendere il titolo perdendo la promozione in serie A2.
La squadra di maschile di basket è la Barile Flowers Service Nike Terlizzi che gioca nella Serie C regionale
L'Asd Tennis Terlizzi, regolarmente affiliata alla Federazione Italiana Tennis, è attiva dal 1992 presso i campi da tennis del parco comunale e svolge attività sociale, organizzando corsi di tennis per tutti, ed agonistica, iscrivendo proprie formazioni di atleti ai campionati regionali a squadre. In primavera organizza il torneo open "Città dei Fiori".
Lo stadio comunale, realizzato nel 1932 , ha due tribune con una capienza complessiva di circa 1200 spettatori, 200 dei quali per il settore ospiti: il terreno di gioco è in erba sintetica. L’ingresso principale è inagibile da almeno 10/15 anni, quando era funzionante la biglietteria, in stato di totale degrado molto pericoloso con il rischio che crolli e sparisca il Campo Sportivo polivalente Comunale. Il PalaChicoli, realizzato nel 2004 e con una capienza di circa 1000 posti, ospita le gare della pallavolo e del basket e inoltre c' è anche un terzo grande impianto sportivo: il PalaFiori, realizzato nel 2016. Presso il parco comunale sono presenti e attivi n.2 campi da tennis in mateco, con annessa tribuna a cielo aperto ospitante circa 400 spettatori.
Per quanto riguarda lo sport delle due ruote, non è presente nessuna associazione sportiva. Resta comunque la presenza di atleti agonisti, quali Mattia Colasanto, nella specialità del Mountain Bike XCO.
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 122880690 · SBN BASL000500 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80038191 |
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