Santo Stefano Quisquina (IPA: [ˈsanto ˈsteːfano kwisˈkwina]; Santu Stèfanu in siciliano) è un comune italiano di 4 077 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.
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Santo Stefano Quisquina comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Libero consorzio comunale | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Cacciatore (lista civica) dall'11-6-2013 (2º mandato dall'11-6-2018) |
Territorio | |
Coordinate | 37°37′27″N 13°29′29″E |
Altitudine | 730 m s.l.m. |
Superficie | 85,52 km² |
Abitanti | 4 077[1] (31-8-2022) |
Densità | 47,67 ab./km² |
Comuni confinanti | Alessandria della Rocca, Bivona, Cammarata, Casteltermini, Castronovo di Sicilia (PA), San Biagio Platani |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 92020 |
Prefisso | 0922 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 084040 |
Cod. catastale | I356 |
Targa | AG |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | quisquinesi |
Patrono | santa Rosalia |
Giorno festivo | Martedì successivo alla prima domenica di giugno |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Prima del 10 maggio 1863[3], giorno in cui assunse l'attuale denominazione, il paese fu chiamato dapprima Santo Stefano di Melia e, in seguito, Santo Stefano di Bivona.
Santo Stefano Quisquina è situato nell'entroterra agrigentino, ubicato ad un'altezza di 732 m s.l.m. È circondato dai monti Sicani, che fanno da corona al paese.
Le montagne che circondano il paese sono le seguenti:
Il territorio comunale di Santo Stefano Quisquina è situato nella valle del Magazzolo ed è ricco di sorgenti. È attraversato dai fiumi Magazzolo e Platani.
Il nome del comune deriva dal greco στέφανος (pronuncia stéfanos), corona, in quanto coronato dai monti Sicani: fu deciso, così, di consacrare il paese a Santo Stefano Protomartire. Quisquina, invece, è il nome della zona boschiva che circonda il comune: il nome deriva dal termine arabo coschin, cioè oscurità, per via della fittezza dei suoi boschi. In passato il comune era chiamato dapprima "Santo Stefano di Melia" (attuale contrada del territorio di Castronovo di Sicilia), in seguito "Santo Stefano di Bivona" (per la notevole vicinanza con Bivona, antico ducato e capoluogo di distretto borbonico); il nome attuale, "Santo Stefano Quisquina", fu assunto definitivamente nel 1863.
Santo Stefano Quisquina nasce come villaggio agro-pastorale attorno alle sorgenti di Capo Favara, sorge a 732 metri sul livello del mare e dista 73 km da Agrigento. Prima della sua fondazione, alcuni documenti attestano l'esistenza di un casale Sancti Stephani già nel X secolo, il cui territorio al tempo del Re di Sicilia Ruggero II, era di proprietà dei Sinibaldi (parenti di santa Rosalia), signori della Quisquina e del monte delle Rose. Nel 1296, ai tempi del Regno di Sicilia con Re Federico III, compare, come primo signore di Santo Stefano, Giovanni di Caltagirone. Molte famiglie nobili governarono Santo Stefano: i Larcan, che nel 1559 vendette la baronia e gran parte dei suoi beni al Protonotaro del Regno di Sicilia Alfonso Ruiz, che fece dono della baronia alla madre Elisabetta nel 1574. Essendo questa moglie di Carlo Ventimiglia di Belmonte, nel 1599 ogni diritto passò alla famiglia Ventimiglia. Questi dominarono a lungo, e durante il loro regno il comune ebbe uno sviluppo demografico ed edilizio. Durante il Settecento fecero ricostruire importanti opere come il Castello Baronale e la Chiesa Madre. Nel 1812, con l'emanazione della nuova Costituzione del Regno di Sicilia, il comune entrò a far parte del nuovo Distretto di Bivona e il 10 maggio 1863 ha assunto definitivamente il nome attuale.
Lo stemma del comune di Santo Stefano Quisquina è stato concesso con il decreto del presidente della Repubblica Italiana del 23 luglio 1981.[4]
«Interzato in palo, il centrale più largo: il primo troncato: a) d'argento, a quattro gigli di nero, disposti 1, 2, 1; b) d'azzurro, a sei plinti d'oro, disposti 2, 2, 2; il secondo interzato in fascia: a) partito: d'oro, alla torre di rosso, murata di nero, merlata di quattro alla guelfa e d'azzurro, ad un leone d'oro; b) d'argento, a tre trifogli di verde, disposti 2, 1; c) d'oro, a nove gigli d'azzurro, disposti 3, 3, 3; il terzo di rosso, a sei palle d'argento disposte, 1, 2, 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.
Vero e proprio gioiello dell'architettura sacra stefanese, è stata costruita intorno al 1580 ed è impreziosita da pregevoli stucchi nella volta del presbiterio e dal marmoreo altare maggiore del 1760 (nel paliotto le cinque piaghe sono rappresentate da altrettanti pezzetti di marmo rosso). Opere presenti: tela di S. Francesco di Sales del Settecento; nelle cappelle laterali S. Anna e la Madonna del Rosario del 1781; la Madonna Addolorata, scultura lignea del Pennino 1770, sul presbiterio una tela di Gesù risorto e Gesù crocifisso. Nell'altare maggiore la Deposizione del Cristo dalla Croce, scultura lignea del Settecento. Recentemente, dopo la sistemazione dei locali della Chiesa Madre sono state ritrovate tre quadri in cui vengono riportati i nomi delle consorelle della Confraternita di Maria SS. Addolorata con indicazione di erezione in questa chiesa il 10 luglio 1756 ormai non più esistente.
Divenuta parrocchia nel 1950, crollò nel 1961 e oggi dell'edificio originale sopravvive solo il campanile a base squadrata. La nuova chiesa è stata consacrata il 26 dicembre 1999. Custodisce numerose opere importanti che un tempo si trovavano nella Chiesa Madre, come la tela dei 15 santi ausiliatori e una tela dei Manno doppiamente dipinta: Santa Rosalia che fugge la vanità del mondo e sul retro L'epigrafe un tempo era lo sportello che chiudeva la cappella di Santa Rosalia in Chiesa Madre coprendo così il busto-reliquiario; inoltre le tele dell'Annunciazione e della Veronica che asciuga il volto di Gesù di F. Panepinto dell'800 ed un prezioso crocifisso ligneo del '500.
Fondata nel 1708 la chiesa di San Antonio Abate ad unica navata con volta a botte è ricca di opere provenienti dal vicino ex convento di S. Domenico (oggi palazzo municipale), le opere sono tutte datati intorno al Cinquecento e il Seicento. Le opere più importanti sono un crocifisso ligneo del Settecento, una statua della Madonna Immacolata sorretta dagli angeli del Settecento e una statua di Sant'Antonio Abate rivestita d'oro zecchino del Seicento.
Fondato nel 1772 per volere di G.E. Ventimiglia, il collegio è adiacente alla chiesa di S. Antonio Abate ed è delle Suore collegine della Sacra Famiglia; rappresenta un piccolo museo di opere poiché raccoglie tele e sculture provenienti da chiese ora non più esistenti.
A quota 967 m s.l.m. sorge la cinquecentesca chiesa di San Calogero, sul pizzo dell'omonimo monte, più volte restaurata, l'ultimo è degli anni ottanta. Raggiungibile attraverso una stradella nel bosco, si può scorgere una splendida chiesetta che il punto silenzioso, elevato e panoramico la rende particolarmente suggestiva. All'interno: busto di bronzo del Santo ed un altare con un bassorilievo raffigurante San Calogero che guarda la montagna e due tele raffiguranti alcuni momenti della vita del Santo.
Ad una sola navata. L'altare è in marmo e dominato dalla statua della Vergine della Catena, opera lignea di autore ignoto del '700. Fino agli anni Cinquanta, la chiesa era affiancata da un piccolo eremo.
Una campagna di scavi effettuata da un team dell'istituto archeologico dell'Università di Gottingen nel biennio 2009-2010 ha messo in luce circa 200 siti archeologici rinvenuti nei territori di Santo Stefano Quisquina e di alcuni comuni limitrofi[5].
La villa comunale è uno dei luoghi più suggestivi e tranquilli di Santo Stefano Quisquina, oltre a offrire refrigerio nei mesi estivi è un luogo d'incontro frequentato volentieri dagli stefanesi. Fu realizzata intorno al 1910 in seguito ad una frana avvenuta alla fine dell'Ottocento che distrusse alcune abitazioni, fra cui la chiesa della Maddalena minacciando anche la Chiesa Madre. Per porre rimedio ai danni causati dallo smottamento del terreno si ebbe l'idea di creare un giardino pubblico ricco di alberi le cui radici avrebbero fermato il terreno. La villa ospita numerose varietà botaniche come tigli, cipressi, salici, pini, palme, tasso. Varcando il cancello di ingresso il maestoso Viale dei tigli. All'interno della villa si trovano un parco giochi per i bambini, un campo da tennis e un gran numero di panchine dove sostare.
Abitanti censiti[6]
Al 1º gennaio 2016 gli stranieri residenti a Santo Stefano Quisquina sono in totale 51[7], provenienti da 7 stati diversi. I residenti stranieri provengono dalla Romania (33), dal Marocco (11), dalla Tunisia (3), dalla Cina (2), dall'Ucraina (1), dal Brasile (1) e dagli Stati Uniti d'America (1).
La religione maggiormente praticata a Santo Stefano Quisquina è il cattolicesimo.
La biblioteca comunale "Giordano Ansalone" ha sede nell'ex municipio comunale in piazza Municipio. Dispone di un patrimonio di 14.000 volumi, con incrementi annui di 300 opere, 10 periodici e 2 quotidiani.
A Santo Stefano Quisquina si trova il Liceo delle Scienze Umane "Madre Teresa di Calcutta" e l'Istituto Comprensivo "Maestro Lorenzo Panepinto".
La radio cittadina è Radio Santo Stefano che trasmette sui 94.60 FM e che viene ricevuta anche nei comuni limitrofi.
Il principale sito di informazione online su Santo Stefano Quisquina e comuni limitrofi è Quisquinachannel.it[8], attraverso la sua Web TV.
Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[9]
Il comune è attraversato dalla strada statale 118 Corleonese Agrigentina.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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5 agosto 1985 | 12 agosto 1990 | Salvatore Capodici | Democrazia Cristiana | Sindaco | [10] |
12 agosto 1990 | 27 giugno 1994 | Salvatore Cimò | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | [10] |
27 giugno 1994 | 25 maggio 1998 | Giuseppe Chillura | - | Sindaco | [10] |
25 maggio 1998 | 27 maggio 2003 | Salvatore Presti | sinistra | Sindaco | [10] |
27 maggio 2003 | 17 giugno 2008 | Salvatore Presti | lista civica | Sindaco | [10] |
16 giugno 2008 | 11 giugno 2013 | Stefano Leto Barone | lista civica | Sindaco | [10] |
11 giugno 2013 | 11 giugno 2018 | Francesco Cacciatore | lista civica | Sindaco | [10] |
11 giugno 2018 | in carica | Francesco Cacciatore | lista civica | Sindaco | [10] |
Il comune di Santo Stefano Quisquina fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:
La squadra di calcio maschile cittadina è la U.S.D. Quisquinese Santa Rosalia che milita nel campionato di Terza Categoria[12].
La squadra di calcio a 5 femminile è la Quisquinese Santa Rosalia che milita nella serie C regionale.
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