Sant'Albano è una frazione del comune di Val di Nizza, in provincia di Pavia, situato ad altezza di circa 600 metri slm alla testata della valle del torrente Nizza, affluente di destra dello Staffora.
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Sant'Albano frazione | |
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Sant'Albano di Bobbio | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°52′15.85″N 9°11′57.52″E |
Altitudine | 608 m s.l.m. |
Abitanti | 246 |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
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In origine era una "cella" monastica della celebre abbazia di Bobbio, fondata dall'abate irlandese San Colombano nel VII secolo: il nome dato al paese è infatti quello del santo protomartire inglese, il cui culto è verosimile essere stato introdotto dai monaci irlandesi fondatori del monastero di Bobbio.
La corte monastica di Candubrio era gestita da 6 livellari del monastero e 2 absentes e 8 massari, le terre erano dedicate a grano, a vigna e a pascolo, la domus coltilis del borgo con i beni della cella della chiesa di Sant'Albano; autonoma vi erano accluse le domus coltilis della pieve monastica di San Paolo di Nizza (Niza) e di Cassano (Cassianum o Cassiano) gestita da 4 absentes e alcuni massari; citate nella corte anche le celle monastiche di Casalasci (presso Sant'Albano), Casarasco con il castello (Casale Arso), Monte (Mons), il castello di Monfalcone (castrum Montis Falconis oggi scomparso), Oramala (Oramola, curte de Oremale, Rocha de Oremala o curtis e rocae de Oramala) (con il graduale infeudamento dei Malaspina, prima come livellari del monastero e poi con contratto di enfiteusi e affrancazione, rimase al monastero metà della corte e del castello con i diritti e le decime spettanti), mentre il territorio dell'antica chiesa di Sant'Ilario verso Montacuto dipendeva dalla corte di Verde (Valverde). Il fondo agricolo rendeva al monastero di Bobbio annualmente 32 moggia di grano, 12 anfore di vino, 6 soldi e 8 denari, 18 polli ed uova, e per Cassano 14 moggia di grano, la metà del vino, 14 denari, 4 polli ed uova.
Nel 1014, con la creazione della Diocesi di Bobbio, divenne quindi feudo del vescovo di Bobbio, che a loro volta lo infeudarono a rami del casato dei Malaspina.
Fu Comune autonomo fino al 1929[1].