Romano d'Ezzelino (Roman in veneto[5]) è comune italiano di 14 242 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.
Romano d'Ezzelino comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | Vicenza | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Simone Bontorin (lista civica trasversale Un Cuore in Comune) dall'11-6-2017 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°46′24″N 11°46′40″E | ||
Altitudine | 132 m s.l.m. | ||
Superficie | 21,35 km² | ||
Abitanti | 14 242[1] (30-11-2020) | ||
Densità | 667,07 ab./km² | ||
Frazioni | Fellette, Sacro Cuore, San Giacomo[2] | ||
Comuni confinanti | Bassano del Grappa, Borso del Grappa (TV), Cassola, Mussolente, Pove del Grappa | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 36060 | ||
Prefisso | 0424 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 24086 | ||
Cod. catastale | H512 | ||
Targa | VI | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] | ||
Cl. climatica | zona E, 2 478 GG[4] | ||
Nome abitanti | romanotti | ||
Patrono | santa Maria della Purificazione (Romano capoluogo) | ||
Giorno festivo | 8 settembre | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Romano d'Ezzelino si estende sulle pendici meridionali del Monte Grappa ed è circondata da una serie di rilievi collinari, mentre verso sud si apre la vasta pianura veneta: il centro abitato di Costalunga si trova sul massiccio del Grappa, quello di Romano capoluogo tra le pendici collinari e la pianura, mentre San Giacomo, Fellette e Sacro Cuore si trovano in pianura.
Il nome Romano deriva dall'alleanza veneto-romana avvenuta all'epoca della centuriazione di Cittadella e Bassano, secondo lo studioso G. Tabacco dovrebbe derivare da "Arimanno" di origine Longobarda, (vedi Romano di Lombardia, Romans d'Isonzo, etc.) che, come i toponimi "fara", indicavano insediamenti di "uomini dell'esercito" posti a presidio dei valichi strategici. Il riferimento a "Ezzelino" riguarda invece la famiglia degli Ezzelini che dopo il 1199 qui si trasferirono da Onara.
Il potere raggiunto da Ecelo II "il Monaco" e dai due figli (Ezzelino III da Romano e Alberico II o Alberico da Romano) fino al 1260 fu tale che furono ricordati anche come "da Romano".
Romano d'Ezzelino viene citato nel Paradiso della Divina Commedia (c. IX, v. 25), dove Dante Alighieri, guidato da Beatrice, arriva nel cielo di Venere. Gli viene incontro lo spirito della sorella di Ezzelino III, Cunizza da Romano, che gli rivolge queste parole:
«In quella parte della terra prava |
Il Colle è un riferimento al Col Bastia, dove oggi è visibile una torre campanaria a base circolare in ricordo dell'antica fortezza dei Da Romano. L'attuale Torre venne eretta nel 1827 progettata da Giovanni Zardo, discendente dei Canova.
Oltre alla Torre Ezzelina, sul Col Bastia vi sono l'antica chiesetta di Romano e il monumento a Dante Alighieri, ove son riportate le terzine del Paradiso.
Un altro legame tra Dante e Romano d'Ezzelino è nel canto XII dell'Inferno, nel 7° cerchio, dove il poeta relega tra i dannati Ezzelino III, detto il Tiranno: "...E quella fronte c'ha 'l pel così nero è Azzolino".
Il monte Grappa fu teatro di sanguinosi combattimenti durante la prima guerra mondiale. Altrettanto lo fu durante la seconda guerra mondiale, con il rastrellamento del 1944.
Lo stemma è frutto di un malinteso: rappresenta le ipotetiche armi di Ezzelino III da Romano ricostruite da Giovan Battista Verci, le quali portano un cimiero sormontato da un ferro di cavallo tenuto tra il becco di un cigno coronato. Nell'araldica medioevale il ferro di cavallo nel becco significa giustizia o sudditanza obbediente.
Lo stemma si articola in uno scudo diviso a metà, a sinistra otto fasce oro-verdi, a destra nove gigli, sormontato da un elmo coronato, simbolo della grandezza della famiglia, che porta una crocetta sulla visiera a indicare il passato da crociati, e come cimiero mezzo cigno coronato ad ali aperte che tiene nel un ferro di cavallo, insegna, come detto di Ezzelino III da Romano.
Prima dell'annessione al Regno d'Italia il comune adottava lo stemma gentilizio degli Ecelini pubblicato da Giovan Battista Verci nel 1779[6].
Lo stemma (che differisce dal modello qui riprodotto) è così blasonato:
partito: nel 1º fasciato di verde e d'oro di nove pezzi, nel 2º d'argento seminato di gigli, afferrato da un cigno alato e coronato, la cui coda scende a fianco dello scudo, sorgente da una corona e tenente col becco un ferro di cavallo.
Tale stemma in realtà è quello di Luigi I il Grande d'Ungheria, alleato dei Carraresi.
Romano d'Ezzelino è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[7]:
![]() | Croce di guerra al valor militare |
«Le genti del Comune di Romano d'Ezzelino, centro rurale alle falde del glorioso monte Grappa, sostennero con animo indomito la guerra partigiana rispondendo prontamente e con entusiasmo al richiamo della Patria oppressa. I 29 tra impiccati, fucilati e deportati sono il segno tangibile e imperituro dell'olocausto e delle sofferenze che la popolazione di Romano d'Ezzelino ha coraggiosamente sopportato e offerto in difesa di quegli ideali di libertà da sempre esaltati. Romano d'Ezzelino, settembre 1943 - aprile 1945» — 29 giugno 1982 |
Situata nella zona nord di Romano d'Ezzelino, la valle probabilmente prende il nome dalla santa Felicita conservata nella chiesa di S. Giustina di Padova oppure dalla benedettina Felicita che fondò il convento nella valle. In un documento del 1000, l'imperatore Ottone III concedeva il mercato di Santa Felicita. Nel 1445, fu annesso da parte della badessa del monastero di S. Felicita un terreno con casa a Casale (Semonzo) tramite permuta: si trattava dell'attuale pizzeria “Antica Abbazia” all'epoca adibita ad ospizio. Negli anni successivi, con la crisi dei Benedettini nel nord est, i monaci e le suore abbandonarono il posto ed iniziò la presenza degli eremiti che trasformarono i locali in monasteri per tutto il XVI secolo, abbandonandoli definitivamente nel secolo successivo. La presenza religiosa in valle è simboleggiata dal capitello della Madonna del Buon Consiglio, eretto nel 1816 come voto contro le alluvioni e i temporali e difeso con una struttura muraria nel 1922 come ringraziamento per lo scampato pericolo e lo sfollamento della Grande Guerra. Durante la Grande Guerra, era stata creata una teleferica che portava rifornimenti in quota 1000 nella zona Col Campeggia, ed inoltre era stata costruita una pompa idroelettrica che attingeva acqua dal posto per spingerla fino alle linee del fronte.
Sempre durante la guerra era stata costruita una ferrovia leggera che aveva una caratteristica veramente unica perché con 5 rotaie: due per lo scartamento 750 mm per le locomotive a cremagliera, due con la scartamento 600 mm, per i carri, oltre al binario della cremagliera.[8]
La villa è situata all'interno di un parco ottocentesco che ha sostituito l'antico giardino formale. Si tratta di un corpo a pianta rettangolare di origine cinquecentesca, ma restaurato nei secoli successivi, con due facciate (una verso il parco, l'altra sulla corte), con il settore mediano aperto al pianterreno da quattro fori architravati cui corrisponde al piano nobile una quadrifora con balaustra. Un timpano triangolare conclude la composizione. All'interno vi si trovano stucchi e affreschi settecenteschi. Adiacente al lato sud della villa vi è una limonaia cinquecentesca a colonne ioniche reggenti un frontone triangolare. Il lato nord è costituito da una lunga fabbrica con portico scandito da lesene giganti che ripartiscono gli archi inframmezzati da strette aperture architravate. Balaustre e vasi decorativi risalgono agli anni '20 del '900. Questo corpo a portico si prolunga a ovest in un'ala dove è situata una cappella dalla facciata caratterizzata da due campanili a torre con cupola a cipolla. La cappella, costruita nel 1720 e ampliata nel 1772, sostituisce una precedente quattrocentesca e conserva all'interno affreschi attribuiti a Giovanni Battista Canal. All'interno è decorata da stucchi e affreschi, parte settecenteschi, parte novecenteschi. Ad oggi è utilizzata per metà come casa di riposo mentre l'altra metà è un istituto privato di scuole secondarie superiori. La cappella è stata ampliata nel 1772 e al suo interno si trovano due tele della scuola tiepolesca.
Abitanti censiti[9]
Al 31 dicembre 2016 gli stranieri residenti nel comune sono 1 169, ovvero l'8,11% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[10]:
Importanti eventi che hanno luogo nel comune sono gli Angoli Rustici e il Palio delle Contrade, organizzati annualmente dall'Associazione Culturale Seriola (Seriola è il termine veneto di Candelora) rispettivamente nell'ultima domenica di Aprile e nella prima di Maggio.
In occasione degli Angoli Rustici, la cui prima edizione risale al 1991, vengono ricreate scene di vita e storia romanotta riproposte nel loro habitat naturale come case coloniche, cortili, campi. Il Palio delle Contrade, cui partecipano 15 Contrade (Ca' Cornaro, Carlessi, Castello, Farronati, Lanzarini, Marchi, Marze, Molinetto, Palù, Pragalera, Rivoltella, Signori, Torre, Valle e Zaghi), è invece una corsa con gli asini, che si tiene dal 1971, ed è preceduta da una sfilata storica con costumi fedeli all'epoca 1900-1925. Queste manifestazioni si tengono entrambe a Romano d'Ezzelino capoluogo. Gli stendardi delle varie Contrade sono stati ricreati in seguito ad uno studio della Pro Romano basato sugli stemmi delle famiglie storiche vissute nel territorio. La Sfilata Storica è composta da un numero variabile di figuranti (600-800) tra popolani che animano vecchi mestieri, signorotti e militari della Grande Guerra. Grazie ai requisiti qualitativi molto elevati, questo evento è iscritto al Registro Regionale delle Manifestazioni Storiche di Interesse Locale oltre che al CERS (Consorzio Europeo di Rievocazioni Storiche).
Altri eventi sono il Carnevale dei Ragazzi a Fellette (sfilata di carri allegorici e maschere alla penultima domenica di carnevale), i Cori a Ca' Cornaro, una mostra di presepi, inserita nel circuito nazionale.[Chiarire la rilevanza delle manifestazioni con fonti terze attendibili]
La denominazione del comune fino al 1868 era Romano[11].
Altri progetti
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