Pezzaze (pronunciato [pedˈdzadzɛ] o [pedˈdzazɛ], Pedhadhe in dialetto locale, Pezàze in dialetto bresciano[4][5], pronunciato [peˈzaze] o [peˈðaðe]) è un comune italiano di 1 444 abitanti dell'alta Val Trompia nella provincia di Brescia, in Lombardia.
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Pezzaze comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Oliviero Gipponi (lista civica Cambiamo insieme Pezzaze) dal 26-5-2014 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°46′N 10°14′E | ||
Altitudine | 620 m s.l.m. | ||
Superficie | 21,49 km² | ||
Abitanti | 1 444[1] (30-11-2021) | ||
Densità | 67,19 ab./km² | ||
Frazioni | Mondaro, Pezzazole, Stravignino, Avano, Lavone, Aiale | ||
Comuni confinanti | Artogne, Bovegno, Marmentino, Pisogne, Tavernole sul Mella | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 25060 | ||
Prefisso | 030 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 017141 | ||
Cod. catastale | G529 | ||
Targa | BS | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] | ||
Cl. climatica | zona F, 3 227 GG[3] | ||
Nome abitanti | pezzazesi | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Nel 1502 il Comune di Pezzaze manda dei guastatori a Rovereto per conto della Serenissima Repubblica di Venezia.[6]
Nel 1505 la Comunità di Pezzaze fece limosina per fabbricare la chiesa d'Avano; la chiesa è identificabile con S.Apollonio vetere.[7]
Nel 1507 il Comune di Pezzaze sostiene gravi spese per le armate, spedendo soldati al servizio del Serenissimo Principe Veneto, in difesa di Bagolino e Asola, e guastatori alla Rocca d'Anfo ed a Brescia.[7]
Demolita dalle fondamenta la chiesa precedente dedicata alla "Beata Maria Maddalena" in Lavone, a partire dal 1510 se ne fabbrica un'altra, idonea all'accresciuto numero della popolazione.[8]
Nel 1515 a Stravignino si fabbricava l'Oratorio di S.Rocco, che in documenti successivi è chiamato S.Rocco del Consiglio.[9]
Nel 1522 viene consacrata a Lavone la chiesa di Santa Maria Maddalena, allungata poi nel 1850.[10]
Nel 1529 a Pezzaze c'era la peste.[11]
Nel 1531 il Comune di Pezzaze invia degli armati nella Valle di Collio. Nel 1531, 1536, 1557 e 1576 si verificano delle alluvioni del Mella.[12]
Il 7 aprile 1566, solennità di Pasqua, sulla porta della chiesa parrocchiale di S.Maria Maddalena di Lavone viene ucciso Pietro Filippo Richiedei; per questo omicidio la chiesa resta dissacrata.[13]
Nel novembre 1588 il Comune di Pezzaze manda dei guastatori per la fabbrica del castello di Brescia, spendendo 20 lire e 10 soldi.[14]
Nel 1596 il Consiglio del Comune di Pezzaze stabilisce di comminare la pena di mezzo scudo per cadauno, e per cadauna volta a chi avrà l'ardire di entrare e trattenersi nel mulino senza legittima causa con donne, sia donzelle che maritate.[15]
A Lavone, nel 1713, in occasione della visita del vescovo Giovanni Baoder, si precisa che il parroco deve predicare in maniera più incisiva contro "gli amori disordinati, la familiare frequentazione tra i giovani di entrambi i sessi e contro l'abuso dei balli, dai quali nascono tanti mali. Pure è necessario che la popolazione partecipi di più ai divini uffici, dissuadere dalla frequenza alle osterie e dai pubblici giochi ai dadi e proibire totalmente che i fedeli portino le armi in chiesa".[16]
Nel 1748 viene edificata a Stravignino la chiesa parrocchiale S.Apollonio.[17]
Nel 1850 una piena del Mella devasta la valle. A Pezzoro fu rovinato il caseggiato Alzanola e a Lavone, Pezzaze e Tavernole furono distrutti mulini e fucine.[18]
Nel 1914 viene inaugurato l'edificio delle scuole.[10]
Tra il 1892 ed il 1922 emigrano negli Stati Uniti da Pezzaze 30 persone.[19]
A memoria dell'attività estrattiva che ha caratterizzato il comune, la Miniera Marzoli è oggi trasformata nel Museo le miniere di Pezzaze.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Pezzaze sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 marzo 2004.[20]
«Semipartito troncato: il primo, di argento, al giglio sbocciato, di rosso, sormontato dal rastrello anomalo, a guisa di scaglione diminuito, scorciato, appiattito, munito di nove denti, dello stesso; il secondo, di rosso, al libro aperto, di argento, la prima pagina con la parola STATUTA su tre righe e in lettere maiuscole, di nero, la seconda pagina con la data nella espressione romana MCCCXVIII su due righe, la prima riga recante MCCC, la seconda recante XVIII, dello stesso; il terzo, di azzurro, alla stadera d'argento, con il romano posto a sinistra e con il piatto quadrangolare e graticolato a destra. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo troncato di azzurro e di bianco.
La prima raffigurazione conosciuta dello stemma comunale si trova negli Statute de Pesaze del 1529 , copia di quelli originali risalenti al 1318 oggi andati perduti. Questi primi statuti comunali sono ricordati dal libro aperto con la scritta e la data in numeri romani. Il giglio fiorentino e il rastrello (accompagnati dalle V e T) erano l'insegna guelfa della comunità di Valtrompia. La stadera, è stata per secoli simbolo del borgo ed è un'arma parlante che ne richiama il nome con la sua funzione di "pesare", in bresciano pesà, passando dal latino medioevale Pesaciis, e al bresciano Pesàse.[21]
Abitanti censiti[22]
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