Pescorocchiano (U Pèsc'hu in dialetto sabino[4]) è un comune italiano di 1 900 abitanti[1] della provincia di Rieti, nel Lazio, nel Cicolano. Fino al 1927 faceva parte della provincia dell'Aquila, in Abruzzo e, dal 1233 al 1861, per oltre 600 anni, è stato parte integrante del giustizierato d'Abruzzo e della provincia Abruzzo Ulteriore II, nel distretto di Cittaducale[5].
Pescorocchiano comune | |
---|---|
Veduta del borgo antico di Pescorocchiano | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Rieti |
Amministrazione | |
Sindaco | Ilaria Gatti (lista civica Slancio sul Futuro) dal 13-6-2017 (2º mandato) |
Territorio | |
Coordinate | 42°12′23.88″N 13°08′52.25″E |
Altitudine | 806 m s.l.m. |
Superficie | 94,78 km² |
Abitanti | 1 900[1] (31-1-2022) |
Densità | 20,05 ab./km² |
Frazioni | vedi elenco |
Comuni confinanti | Borgorose, Carsoli (AQ), Collalto Sabino, Fiamignano, Marcetelli, Petrella Salto, Sante Marie (AQ), Tornimparte (AQ), Varco Sabino |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 02024 |
Prefisso | 0746 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 057049 |
Cod. catastale | G498 |
Targa | RI |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta) zona 2A (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 832 GG[3] |
Nome abitanti | pescorocchianesi |
Patrono | sant'Andrea Apostolo |
Giorno festivo | 30 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Pescorocchiano nella provincia di Rieti | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Si trova nell'Appennino centrale, tra i monti Carseolani (gruppo montuoso Monte Val de' Varri, Monte Faito, Monte San Nicola) a ovest e i monti del Cicolano a nord, a pochi chilometri dal lago del Salto. Il territorio è prevalentemente montuoso con la presenza della piana di Civitella segnata dal corso del fiume Salto e della val de' Varri, situata tra il Cicolano e la Marsica.
Classificazione climatica: zona E, 2832 GR/G
Nel territorio comunale di Pescorocchiano sorgeva l'antica Nersae, città degli Equicoli divenuta municipium romano. Nel caso di Nersae, l’origine protostorica riportata da Virgilio[6] sembra essere confermata dall’insediamento pre-protostorico nella grotta di val de' Varri, situata tra l'omonimo paese e la contemporanea Nesce, abitata ininterrottamente dall’età del Rame fino al Bronzo medio (XVI-XIV secolo a.C.)[7]. Il sito ha restituito ciotole, tazze, piatti e grandi vasi per la conservazione dei cibi (dolii), nonché un’accetta levigata in pietra verde ed altri oggetti in selce e metallo (esposti al museo archeologico Cicolano di Corvaro).
Ma è soprattutto in epoca romana che il sito acquista una certa importanza con la fondazione, in territorio equicolo, del municipium di Nersae e la nascita della Res publica Aequiculanorum. Il municipium romano, amministrato da duoviri, risale ad età tardo-repubblicana, in un periodo ormai in cui si è avuta la piena romanizzazione del territorio cicolano.
Il santuario repubblicano della città di Nersae sorgeva sulla cima del colle di Civitella di Nesce, che conserva ancora oggi il nome di questo antico centro equicolo. Si tratta di un santuario articolato su due terrazze, di cui quella superiore ospitava il tempio vero e proprio. Sulla cella cultuale venne eretta nel Medioevo la chiesa di S. Angelo, divenuta nell’Ottocento la cappella del cimitero di Civitella. La terrazza inferiore invece era sostruita da un’imponente muraglione in opera poligonale di III-IV maniera, risalente alla metà del II secolo a.C., che si conserva oggi per una lunghezza di circa 90 metri.
Presso la chiesa di S. Angelo venne alla luce un deposito votivo del III-II secolo a.C., con teste di offerenti velate ed ex voto in terracotta di occhi, arti, organi genitali maschili e femminili e statue a grandezza naturale, esposti al museo archeologico di Corvaro. Il rituale religioso prevedeva il sacrificio di animali e l’offerta di doni e cibi alla divinità. Dai resti faunistici si è dedotto che nel santuario venissero sacrificate capre, pecore, maiali e, in maniera minore, polli, buoi e cavalli. Alcuni contenitori e brocche da vino testimoniano offerte di generi alimentari (granaglie, olio, latte e vino). In quest’area sacra si veneravano diverse divinità, come testimoniano i bronzetti votivi di Ercole e Marte ed alcune iscrizioni con dedica alla dea Salus.
Il Foro della città di Nersae è stato localizzato poco fuori Civitella, presso il Casale di San Silvestro. Qui è presente una spianata artificiale dove sono state riportate alla luce molte are, colonne e capitelli in marmo, alcune cisterne rivestite di cocciopesto, molte epigrafi (oggi murate tra Nesce e Pescorocchiano) e resti di mura in opera poligonale, quadrata e reticolata (sopra cui venne eretto il casale)[8].
Un’iscrizione ricorda i restauri fatti eseguire dall’imperatore Adriano ad edifici pubblici, mentre altre iscrizioni riportano i restauri al teatro e spettacoli teatrali. La necropoli invece doveva trovarsi nella vicina località di Venarossa (o Cretoni), dove sono segnalate molte iscrizioni rupestri di tipo funerario.
Il borgo medievale, chiamato originariamente Castrum Pescli, si sviluppò intorno al castello del Peschio, una struttura militare posta sulla rupe che domina la zona come dimostra il toponimo, derivante dal termine latino Pesculum, ovvero luogo posto in alto. La pieve di Sant'Andrea è citata per la prima volta in alcuni documenti ecclesiastici nel 1153, il castello invece nel 1161.
Nel 1183 Pescorocchiano figura tra i piccoli fondi della zona, sotto la baronia di Gentile Vetulo, a seguito della suddivisione del contado realizzata da Guglielmo II. Il Giustizierato d'Abruzzo fu diviso in due parti al di qua e al di là del fiume Pescara da Carlo I d'Angiò nel 1273. Pescorocchiano figura nella zona al di là del fiume. Nel 1418 il centro entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Mareri, precisamente di Niccolò, ma anche degli Orsini e dei Colonna, mentre nel 1511 appare ricompreso fra i beni che Carlo V dette in dono ad Antimo Savelli per i servigi che questi gli aveva reso. Infine nel 1808 Pescorocchiano entrò a far parte del circondario di Borgocollefegato (la contemporanea Borgorose), allorché la nuova provincia dell'Abruzzo Ulteriore Secondo venne suddivisa in tre distretti. Il territorio è stato incluso in quello abruzzese fino al 1927, anno in cui venne aggregato alla costituita provincia di Rieti.
Nel suo territorio sono presenti le grotte di Val de' Varri, al cui interno sono state trovate tracce di presenza umana, risalenti all'età del bronzo, costituite da graffiti rupestri; inoltre sono stati rinvenuti anche alcuni manufatti e resti di vasellame del IV - II secolo a.C.
Il paese si trova immerso nel verde dell'Appennino centrale. La val de' Varri, classificata come Sito di interesse comunitario (SIC), ospita le omonime grotte.
Abitanti censiti[9]
|
Questa voce o sezione sull'argomento Lazio è ritenuta da controllare.
|
Nel territorio comunale si trovano le seguenti frazioni: Alzano, Baccarecce, Campolano, Castagneta, Castelluccio, Civitella di Nesce, Colle di Pace, Colli di Pace, Girgenti, Granara, Leofreni, Nesce, Ospanesco, Pace, Petrignano, Poggio San Giovanni, Roccaberardi, Roccarandisi, Santa Lucia di Gioverotondo, Sant'Elpidio, Tonnicoda, Torre di Taglio e Val de Varri.
Alle pendici del Monte Fratta, presso la frazione di Alzano, all’interno di una boscaglia si trovano i resti di un imponente santuario equicolo, denominato Grotta del Cavaliere. Questo santuario era articolato in tre terrazze degradanti, delimitate da mura in opera poligonale di II-III maniera, datate tra il III e la fine del II secolo a.C.[10]. Tra il primo ed il secondo muraglione si trova la cosiddetta Grotta del Cavaliere, ovvero un pozzo a pianta circolare, profondo circa 2,60 metri. In prossimità del pozzo vennero rinvenuti degli ex voto anatomici risalenti al III secolo a.C., a dimostrazione di come ci troviamo di fronte ad un luogo di culto. È probabile che si tratti di un pozzo sacro dalla probabile funzione rituale. Dal sito proviene una piccola epigrafe in marmo con dedica votiva ad Ervaianus, considerata una contrazione per Ercole Vaiano, a cui probabilmente era dedicato questo santuario equicolo. Sappiamo che Ercole era considerato la divinità protettrice dei mandriani, lasciando intendere quindi che la località si trovasse lungo un antico percorso di transumanza. L’epigrafe, oggi al Museo Archeologico Cicolano di Corvaro, si data alla metà del I secolo a.C.[11]. Il santuario equicolo di Alzano viene messo in relazione al municipium romano dell’antica Cliternia (Fiamignano), sempre facente parte della Res publica Aequiculanorum. Nella regione furono costruite due importanti vie di comunicazione che videro in Alzano un importante e strategico crocevia tanto da attraversato rispettivamente nelle seguenti direttrici di movimento: dalla Sabina a Teramo, passando per il valico della Portella di Alzano oltre che per la città di Amiterno e da Rieti ad Alba Fucens, passando sempre per Alzano. Il territorio presenta una flora folta e selvaggia di querce, castagne, nocciole, noceti, ginepri fino ai faggi delle cime delle montagne. Questo ambiente è ideale per aquile, poiane, falchi, gufi, cornacchie, fagiani, merli, lupi, volpi, lepri, istrici, cinghiali e scoiattoli.
Uno dei prodotti tipici del territorio è la castagna rossa del Cicolano, che recentemente ha ricevuto il riconoscimento europeo di IGP (Indicazione geografica protetta). Durante il periodo di raccolta (in autunno), il comune organizza la sagra dedicata a questo frutto.
L'arteria stradale più importante che attraversa il territorio comunale è la strada statale 578 Salto Cicolana (detta anche superstrada Rieti-Torano), una strada a scorrimento veloce che collega il comune da un lato al capoluogo di provincia Rieti e dall'altro al casello "Valle del Salto" dell'autostrada A24, che permette di raggiungere Avezzano e Pescara sulla A25 la cui diramazione si trova a Torano.
Il paese di Pescorocchiano sorge lungo la strada provinciale 26, che lo collega da un lato a Fiumata e al lago del Salto, e dall'altro all'arteria Salto-Cicolana. Inoltre una sua diramazione collega il comune alle località abruzzesi di Tufo e Pietrasecca e al vicino casello di Tagliacozzo dell'A24, attivo per la sola direzione di Roma.
Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Pescorocchiano passò dalla provincia dell'Aquila a quella reatina.
Periodo | Primo Cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
2001 | 2006 | Gianfranco Gatti | Lista civica | Sindaco | |
2006 | 2007 | Gianfranco Gatti | Lista civica | Sindaco | 2º mandato e Dimesso |
2007 | 2012 | Mario Gregori | Lista civica | Sindaco | |
2012 | 2017 | Mario Gregori | Lista civica | Sindaco | 2º mandato |
2017 | 2022 | Ilaria Gatti | Lista civica | Sindaco | |
2022 | in carica | Ilaria Gatti | Lista civica Slancio sul Futuro | Sindaco | 2º mandato |
Il comune di Pescorocchiano fa a parte della Comunità montana Salto Cicolano
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 247428590 |
---|
Portale Lazio: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Lazio |