Parco Leonardo è un quartiere situato all'interno del comune di Fiumicino (provincia di Roma) quindi all'interno della conurbazione di Roma, che ospita un centro commerciale da oltre 200 negozi e il più grande cinema multisala d'Italia.
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Parco Leonardo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 41°47′56″N 12°17′56″E |
Altitudine | 10 m s.l.m. |
Superficie | 1,6 km² |
Abitanti | 4 196[1] (2011) |
Densità | 2 622,5 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 00054 |
Prefisso | 06 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
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Il progetto del quartiere nasce nel 1993, dal masterplan affidato all'architetto catalano Ricardo Bofill, con l'obiettivo di creare una città nella città, ovvero un aggregato abitativo autoconsistente disegnato a tavolino con criteri moderni ed innovativi.
È un complesso esclusivamente pedonale in cui le auto possono circolare solo perimetralmente ed ai livelli sottostanti. Il quartiere è connesso alle zone circostanti e alla città di Roma tramite lo svincolo autostradale e la fermata della ferrovia metropolitana FL1. Il quartiere dispone di tutti i servizi primari, come scuole (infanzia, elementari, medie), farmacia, presidi medici, negozi, parchi pubblici e mezzi pubblici di comunicazione.
Il Parco Leonardo si sviluppa linearmente tra l'autostrada Roma-Fiumicino (autostrada A91) e la via Portuense. Si estende su un'area di 160 ettari ed è strutturato intorno ad un nucleo centrale in cui trovano collocazione la maggior parte dei poli attrattivi: il centro commerciale Leonardo, il "palazzo del Divertimento", alcune piazze pedonali e le scuole.
Il quartiere è raggiungibile dalla Via Portuense, dall'autostrada A91 che collega Roma con l'aeroporto di Roma-Fiumicino, dalla Regina Ciclarum per chi arriva in bici, oppure tramite l'apposita stazione della FL1 Stazione di Parco Leonardo.
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È raggiungibile dalla stazione di: Parco Leonardo. |
È raggiungibile dall'autostrada: Parco Leonardo
Raggiungibile anche con navetta linea Parco Leonardo - Pleiadi - Fiumicino Ombrine
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La zona occupata in antico dai Porti di Claudio e di Traiano, ricadente oggi per la gran parte nel comune di Fiumicino, costituisce un polo portuale assai articolato e che non ha pari per importanza e funzionalità.
Si tratta di un complesso sistema che determinava, anche, un ecosistema nel quale il rapporto tra Roma, il Tevere e la costa era, in antico, strettissimo e precisamente organizzato in diversi ambiti territoriali.
Il polo costiero evolutosi nei secoli, a partire dall'età arcaica, in età imperiale era una vera e propria città mercantile e questo può oggi essere individuato come un insieme complesso (ambito territoriale) di cui sono parte la città antica di Ostia, lo scalo fluviale e Isola Sacra. Un altro ambito territoriale, perfettamente interagente con gli altri, era formato dal corso del Tevere, via d'acqua di comunicazione con Roma e con gran parte del territorio laziale, sistemato mediante banchine per l'attracco, scali e stazioni di sosta.
Dalla fine dell'Ottocento alla prima metà del Novecento il lavoro di bonifica dell'area servì a recuperare il territorio del delta del Tevere e rimise in luce Ostia, Isola Sacra e la città di Porto. Ancora oggi, nonostante gli stravolgimenti moderni consistenti in strade, autostrade, edilizia intensiva, abitativa e commerciale, e aeroporto, sembra possibile ricucire il sistema antico, poiché l'urbanizzazione si è maggiormente distribuita sulla fascia litoranea, mentre alle spalle, ancora abbastanza integro, è il territorio antico di Ostia, Isola Sacra e Porto, legati visivamente al Tevere, che disegna un'ansa nei pressi di Capo Due Rami e del Canale di Fiumicino.
Le aree componenti questo comprensorio archeologico, fondamentale per la conoscenza delle attività portuali antiche e dell'assetto di Roma come città di mare, di consistenza e stratificazione uniche, sono oggi disgregate e ne è impossibile una lettura unitaria, così come una attenta tutela del patrimonio. A ciò si aggiunge la parcellizzazione del territorio dovuta alla diversificazione di enti e soggetti proprietari.
La città di Porto è per circa la metà ancora in proprietà privata, mentre il nucleo restante, dopo l'esproprio degli anni ottanta, insiste su terreno demaniale. La maggior parte delle emergenze è concentrata in questo settore posto ad occidente, ad eccezione del bacino esagonale, la cui rilevanza per lo studio del porto è determinante. Nel Novecento, soprattutto negli anni trenta, furono messe in luce gran parte delle strutture antiche che ancora sono visibili in elevato. Inoltre, la tenuta nella quale ricade gran parte del porto di Traiano è di proprietà Sforza Cesarini: in questa zona è stata costituita l'Oasi di Porto, comprensorio e parco naturalistico.
Il progetto che si propone è quello di riunificare l'insieme archeologico, ripristinando l'antico collegamento tra Porto e Ostia sia per via di terra, sia per via d'acqua lungo il canale di Fiumicino e l'ultima ansa del Tevere.
Qualsiasi intervento infrastrutturale nell'area considerata nel corso di questi ultimi anni è risultato particolarmente complicato a causa della mancanza di alcuni dati che avrebbero favorito più precise conoscenze sia rispetto all'impianto del porto di Claudio, sia alle modifiche di età neroniana, sia riguardo al funzionamento e al livello di approfondimento del porto di Traiano, sia rispetto alle canalizzazioni e alle strutture idrauliche dell'intera zona (non ben risolto il problema della "Fossa Traiana").
Le fonti antiche, contemporanee e più tarde, citano il porto come la più grande opera sul mare di tutti i tempi e testimoniano le imponenti e ingegnosissime soluzioni idrauliche specificatamente studiate.
Il sistema molto complesso fu razionalizzato e organizzato dall'intervento preminente dei due imperatori Claudio e Traiano e può ritenersi unico per funzionalità in tema dei percorsi antichi e per le soluzioni idrauliche e geologico-costruttive. L'idea della costruzione di un grande porto, già formulata da Augusto, fu attuata dall'imperatore Claudio che nel 41/42 d.C. diede l'avvio a lavori così difficili e costosi da far dubitare i Romani dell'esito finale dell'impresa. Il nuovo porto, tutto scavato artificialmente alla destra del Tevere, a notevole distanza dalla foce, fu un'opera di arditissima ingegneria navale che durò ben dodici anni e fu inaugurato nel 54 d.C. Nonostante il bacino di età claudia fosse, a dir poco grandioso, sebbene, come risulta dalle fonti, non ben riparato, l'imperatore Traiano, tra il 100 e il 106 d.C. ne fece realizzare uno più sicuro di forma esagonale scavando e allungando il canale di comunicazione tra il porto e il fiume (l'attuale ramo del Tevere detto di Fiumicino).
Oggi, il complesso archeologico è uno dei più grandiosi e rilevanti del nostro Paese; è stato utilizzato per oltre cinquecento anni a partire dal 41 d.C. ed era considerato il più grande porto del Mediterraneo. Il grande bacino, sistemato per volere dell'imperatore Claudio si estendeva per circa 90 ettari attuali con i suoi moli, i suoi templi, le strutture di servizio e di ricreazione e fu realizzato per soddisfare la sempre crescente necessità di classificazione e stoccaggio delle merci che venivano già catalogate al loro arrivo in modo che per alcune ci fosse un trasporto immediato, mentre per altre si provvedesse allimmagazzinamento e alla rilevazione dei prodotti. Tutto il sistema portuale costituiva una vera e propria “città economica” che esprimeva la sua vitalità attraverso la presenza di:
Queste ultime erano di diverso tipo essendo il porto un luogo focale per lo scambio anche cultuale e quindi cosmopolita. La ricchezza dei reperti mostra la genialità progettuale, pur nel rigore e nella semplicità costruttiva, così da far pensare che l'architetto urbanista Apollodoro di Damasco sia stato artefice della sistemazione finale.
L'insieme Claudio-Traianeo era cinto da un elegante portico di circa cento metri, all'interno del quale avvenivano i principali movimenti dei portuali. Al suo ingresso Traiano fece collocare un grande faro a blocchi sovrapposti con bassorilievi marmorei e una gigantesca statua che lo raffigurava. Intorno ai punti di attracco, indicati da gomene circolari, erano allestiti giganteschi magazzini (horrea) e tutto il complesso era completato da importanti strutture termali, da edifici di rappresentanza per le autorità, da uno o più templi adorni di pregevoli sculture.
La data di inaugurazione del porto di Traiano non è da considerarsi che un punto fissato per una prima sistemazione poiché vi fu una serie ininterrotta di interventi e modifiche soprattutto sulle infrastrutture ed è presumibile che una parte delle costruzioni precedenti venisse inglobata e reimpiegata nel nuovo schema compositivo. Il bacino esterno continuò a funzionare, probabilmente, come rada e la forma del nuovo specchio traianeo – esagonale – condizionò la disposizione e la volumetria degli edifici circostanti, mentre la grande fossa esterna (attuale Canale di Fiumicino) attuata ex novo ne definì il limite meridionale.
Consistenti furono anche gli interventi durante il periodo di Adriano, di Settimio Severo e di Costantino.
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