Orvinio è un comune italiano di 394 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio, che si erge su un colle attorno al suo imponente Castello appartenente al Casato dei Marchesi Malvezzi Campeggi. È parte del club dei borghi più belli d'Italia.[4]
Orvinio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Alfredo Simeoni (lista civica) dall'8-6-2009 (3º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 42°08′N 12°56′E |
Altitudine | 840 m s.l.m. |
Superficie | 24,69 km² |
Abitanti | 394[1] (31-1-2022) |
Densità | 15,96 ab./km² |
Frazioni | Località: Pratarelle, Vallebona |
Comuni confinanti | Percile (RM), Pozzaglia Sabina, Scandriglia, Vallinfreda (RM), Vivaro Romano (RM) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 02035 |
Prefisso | 0765 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 057047 |
Cod. catastale | B595 |
Targa | RI |
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 894 GG[3] |
Nome abitanti | orviniesi |
Patrono | San Nicola di Bari |
Giorno festivo | ultima domenica di agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Situato a 840 metri s.l.m., sulle propaggini settentrionali dei monti Lucretili, è il più alto centro abitato del Parco dei Monti Lucretili.
Classificazione climatica: zona E, 2894 GR/G
L'origine dell'antica Orvinium è fatta risalire al periodo in cui i Siculi occupavano la Sabina. Successivamente fu città degli Aborigeni, ricordata dagli antichi storici romani per essere un centro di grande fama, dominato da un tempio dedicato alla dea Minerva.[5]
L'antica città di Orvinium fu completamente distrutta prima dell'anno mille. Successivamente prese il nome di Canemortem, da cui "Canemorto", nome che conservò fino al 1863. Il borgo medievale, a cui si accede attraverso il grande arco, conserva ancora il suo antico fascino. Per molti secoli rimase sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano.
Nel XVI secolo divenne prima feudo della famiglia Orsini, poi della famiglia ducale dei Muti. Dopo il 1625 passò ai Borghese, che ne divennero duchi. Nell'800 Orvinio fece parte dello Stato Pontificio, fu sede di Governo e residenza del Governatore.
Nel 1876 Orvinio dette i natali allo scrittore Virgilio Brocchi.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Orvinio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 febbraio 1993.[6]
La principale attrazione di Orvinio è il suo castello. Oggi è noto come il castello Malvezzi-Campeggi ed è il risultato di varie modifiche, tra cui quelle volute dagli Orsini, che nel corso del Cinquecento decisero di ampliarlo. Il castello domina il paese dall'anno Mille. Ristrutturato nel XX secolo, restano elementi originali come il maschio cilindrico e le mura di cinta merlate, che mantengono l'imponente aspetto originario e circondano il centro storico. In esse si apre un portale monumentale con decorazioni a bugne, oltre il quale si trova un cortile ove si affaccia una costruzione con la torretta angolare. Le ampie sale superiori ospitano affreschi tardo cinquecenteschi, spesso concesse dagli attuali proprietari per ospitarie varie cerimonie.
Il santuario di Vallebona è stato edificato intorno al 1643, col solo contributo di elemosine offerte spontaneamente dagli abitanti di Orvinio. È stato edificato nel vecchio borgo di Vallebona che venne, successivamente, abbandonato dagli abitanti che si trasferirono ad Orvinio. Secondo la leggenda, un giorno, un pastore era al lavoro nei pressi dell'attuale santuario e cercando di tagliare dei rami, colpì un'immagine della Vergine nascosta tra i rovi. La stessa immagine emise un grido e cominciò a sanguinare. A quel punto il pastore corse in paese e raccontò agli altri l'accaduto e insieme decisero di prelevare l'immagine e di ospitarla in una delle Chiese di Orvinio. Il giorno successivo, però, si accorsero che l'immagine era sparita e fu ritrovata nel luogo del ritrovamento originale. Si decise quindi di non spostarla più e di costruire in quel punto l'attuale santuario che la ospita. Infatti sull'altare maggiore c'è, ancora oggi, l'antichissimo affresco della Vergine in atto di porgere il latte al Bambino. Del vecchio paese di Vallebona si conserva quasi tutto il perimetro di cinta e i resti di tre torri di difesa. Il santuario di Vallebona ha una pianta rettangolare e una sola navata con tetto a capriate lignee, con due altari alle pareti laterali. Nel 1727, inoltre, la Madonna di Vallebona fu dichiarata protettrice di Orvinio; infatti è venerata e festeggiata ogni anno con moltissima devozione;
Abitanti censiti[7]
Secondo i dati ISTAT[8] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 45 persone (11,11%). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
L'idioma ufficiale parlato è la lingua italiana. Il dialetto locale è il dialetto orviniese, un dialetto sabino che rientra nella cerchia dell'italiano centrale, o italiano mediano.
Il poeta e scrittore Natalino Forte (Orvinio 25/12/1926 - Roma 27/12/2011) ha scritto e pubblicato tre libri in cui cerca di far rivivere aneddoti, modi di dire e poesie interamente scritte o tradotte in dialetto orviniese.
Nel 1923 passa dalla provincia di Perugia in Umbria, alla provincia di Roma nel Lazio, e nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Orvinio passa a quella di Rieti.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2009 | Rino Fusi | lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Alfredo Simeoni | lista civica | Sindaco | |
2014 | 2019 | Alfredo Simeoni | lista civica | Sindaco | |
2019 | in carica | Alfredo Simeoni | lista civica | Sindaco | |
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 247853839 · WorldCat Identities (EN) viaf-247853839 |
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