Orte è un comune italiano di 8 969 abitanti[1] della provincia di Viterbo nel Lazio. È un nodo stradale e ferroviario situato sul crocevia nord-sud ed est-ovest del centro Italia.
Orte comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Dino Primieri (centro-sinistra) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 42°27′37″N 12°23′10″E |
Altitudine | 132 m s.l.m. |
Superficie | 69,56 km² |
Abitanti | 8 969[1] (31-8-2022) |
Densità | 128,94 ab./km² |
Frazioni | Baucche, Caldare, Orte Scalo, San Bernardino, San Michele, Scappia di Paglia, Stazione di Bassano in Teverina |
Comuni confinanti | Amelia (TR), Bassano in Teverina, Gallese, Giove (TR), Magliano Sabina (RI), Narni (TR), Otricoli (TR), Penna in Teverina (TR), Vasanello |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 01028 |
Prefisso | 0761 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 056042 |
Cod. catastale | G135 |
Targa | VT |
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 935 GG[3] |
Nome abitanti | ortani |
Patrono | sant'Egidio Abate |
Giorno festivo | 1º settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Geograficamente nella Valle del Tevere, il territorio del comune di Orte è interessato da fenomeni di vulcanismo secondario. Le acque termali solfuree delle Capannelle (così chiamate dai capanni costruiti sopra le pozze, presenti fino alla costruzione della Piscina, oggi Terme di Orte) e le solfatare intorno al Fosso della Penna ne sono le principali manifestazioni.
La città è ricca di sorgenti naturali, che hanno costituito in passato un'importante risorsa pubblica. Ne riportiamo un parziale elenco:
L'ipotesi settecentesca, oramai non credibile[4], è che Orte, come altre città dell'Etruria (come Pisa), derivi la sua origine dalla migrazione dei Pelasgi, popolo errante (per eccesso di donne e di giovinetti) che, lasciato il Peloponneso in seguito alla discesa degli Elleni, si insedia prima in Tessaglia, poi in Italia.
La leggendaria migrazione sarebbe databile all'anno 1528 a.C. ("anno DCCLII ante", ovvero 752 anni prima della prima Olimpiade). Il nome sarebbe ripreso dall'antica Orthe o Orthi, città della Tessaglia da cui i Pelasgi provenivano.
La presa di Troia per mano degli achei sarebbe dunque avvenuta 344 anni dopo la fondazione di Orte, che, già fiorente, poté mandare in aiuto a Turno, re dei Rutuli, le "Hortinae classes" di virgiliana memoria (Eneide, Lib. 7 vers. 716): una vera flotta, e non eserciti, essendo Orte porto fluviale.
Di antiche origini, Orte (Horta, Hortae, di etimologia incerta) è probabilmente una delle città che costituivano la federazione Etrusca.
Orte, situata appena a monte della confluenza del Nera nel Tevere, già importante porto fluviale ("Ex Tuscis frumentum Tiberi venit: eo sustentata est plebs", Livio, Lib. II), diviene centro vitale della rete di comunicazione stradale romana con la costruzione della Via Amerina, nel 241-240 a.C., a seguito della presa di Falerii e la stabilizzazione del dominio romano a nord di Veio.
Orte costituisce, da allora e fino al XVI secolo, quando per volere di Papa Sisto V Peretti si procedette alla ricostruzione del ponte sulla Via Flaminia (Ponte Felice), il punto di attraversamento del Tevere a nord di Roma. Il ponte, prima ligneo, fu sostituito da ponte in muratura in età imperiale (cosiddetto "Ponte di Augusto", del quale ancora si possono ammirare le sostruzioni lungo il corso del fiume a nord-ovest della rupe).
Il tratto della Via Amerina che interessa il territorio ortano scende dal Castello di Bassano (oggi Bassano in Teverina) mediante un ripido tratto di strada, del quale è ancora oggi possibile scorgere, in una piacevole passeggiata, l'antico basolato. Giunti ai piedi dell'altipiano di Bassano, l'Amerina proseguiva, affiancata da un canale molto probabilmente navigabile (anche di esso, oggi fosso rurale, è possibile vedere i resti dell'opus quadratum che ne costituiva l'argine), fino a toccare il corso del Tevere, in prossimità dell'antico Porto Fluviale di Seripola. Di qui procedeva parallela al fiume, fino al Ponte, dove avveniva l'attraversamento verso la cosiddetta Campagna Trasteverina (territorio ortano) e poi al territorio di Amelia. L'antico corso della Via Amerina è tuttora costellato di torri, risalenti al periodo bizantino (Corridoio Bizantino). Il ponte rimase funzionante per tutto il Medioevo, e acquistò ancor più interesse in seguito al crollo del Ponte di Narni, nel 1054.
Sin dall'VIII secolo con la donazione di Liutprando Orte è uno dei più antichi centri che andranno a far parte del primo nucleo dello Stato Pontificio.
Il periodo di maggior ricchezza per la città fu infatti il tardo Medioevo, nel quale essa seppe conquistare notevole autonomia e indipendenza. Conservando la sede episcopale, con privilegio dell'elezione del proprio vescovo da parte del locale capitolo, Orte assunse lo status di "libero comune" (di cui ancora oggi conserva testimonianza nei colori bianco e rosso del gonfalone) e si dotò di propri statuti, a disciplinare un complesso sistema di governo.
Il ponte andò ripetutamente distrutto, in seguito alle piene del fiume; Mons. Lando Leoncini ci narra di una prima parziale distruzione nella notte del 14 novembre 1514, il cui danno fu riparato con struttura lignea; una seconda il 2 dicembre 1524; una terza il 6 ottobre 1530, a seguito di piena assai violenta, che devastò le campagne circostanti. Il ponte non fu più ricostruito, stante il flagello della peste, che aveva già fiaccato la città nel 1486, e le continue alluvioni che segnarono il XVI secolo. Occorrerà anche considerare il periodo di profonda instabilità politica che si aprì in Italia dopo la morte di Lorenzo De Medici.
La comunità invocava San Cesareo diacono e martire contro le inondazioni del fiume e gli annegamenti (il santo, condannato ad essere annegato nel mare di Terracina, a Roma era invocato soprattutto contro le inondazioni del Tevere); infatti, ad Orte esisteva una chiesa dedicata al santo (scomparsa nel '500) e la Porta di San Cesareo - ancora esistente - che consentiva il collegamento tra il centro urbano ed il Tevere.
La scelta di Sisto V di privilegiare l'asse viario della Flaminia, con la costruzione di Ponte Felice sotto la rocca di Borghetto nel 1589 fu la più grave sconfitta politica della città, a scongiurare la quale non bastò l'influenza delle nobili famiglie ortane.
Da allora iniziò un periodo di lenta ma profonda decadenza, che culminò con la graduale perdita dello status di sede episcopale a favore di Civita Castellana (anche se, fino al riordino delle diocesi avvenuto nel XX secolo, che sancì il definitivo passaggio della sede a Civita Castellana, i vescovi alternarono i soggiorni nelle due sedi, continuando a firmarsi "Episcopus Hortanae et Castellanae Ecclesiae"). La Diocesi di Orte rimane oggi una sede vescovile titolare, mentre la Cattedrale di Santa Maria Assunta conserva lo status di concattedrale della Diocesi di Civita Castellana.
Solo con l'avvento della ferrovia e la costruzione della Ferrovia Roma-Ancona (Ferrovia Pio Centrale, inaugurata nel 1866, della quale Orte fu Stazione di Prima Classe), poi della Ferrovia Firenze-Roma, poi dell'Autostrada del Sole, infine della E45, di cui Orte rappresenta nodo strategico, la città torna ad avere il suo naturale protagonismo nella rete di trasporto italiana ed europea.
![]() | Medaglia di bronzo al Merito Civile |
«Piccolo Comune di circa duemila abitanti, durante l'ultimo conflitto mondiale, subì violenti bombardamenti che causarono numerose vittime civili e la quasi totale distruzione dell'abitato e delle strutture industriali e commerciali. I sopravvissuti dovettero trovare rifugio nei paesi vicini e nelle campagne, in casolari isolati o in grotte improvvisate. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.» — 1943 - 1944/Orte Scalo (VT)[5] |
Il monumento ricorda le vittime causate dal bombardamento dello scalo ferroviario del 29 agosto 1943 ed i militari caduti nelle guerre 1915/18, 1935/36 e 1940/45. Alle 6 di domenica 29 agosto, quaranta bombardieri quadrimotori pesanti tipo B.17 "Flying Fortress" dell’Aeronautica statunitense decollarono dalla pista di piastre di acciaio perforate di Oudna (Cap Bon) in Tunisia e si diressero verso il centro del Tirreno e rientrarono su terra fra S. Marinella e Civitavecchia, sorvolando poi il lago di Vico e giungendo così ad Orte. Alle ore 10:28 i bombardieri sganciarono le loro bombe da 1000 libbre (450 Kg) sullo scalo di Orte. Buona parte delle bombe cadde sulla collina a sud-ovest dello Scalo ove si erano rifugiati molti cittadini, causando 117 vittime. Il parroco, padre Geremia Subiaco, coordinò le operazioni di recupero delle vittime, i cui corpi furono raccolti nella chiesa di S. Antonio. Alla destra del monumento ai caduti è posta una bomba ritrovata inesplosa in prossimità dei binari della stazione di Orte nel dicembre 1995.
Suggestiva è la visita dei cuniculi che costituivano l'antico acquedotto di epoca preromana, con fontane, cisterne e pozzi scavati nel basamento di tufo. Altre particolarità ipogee sono le colombaie ricavate nella parete prospiciente la valle del Tevere e il pozzo per la conservazione della neve, ove venivano custoditi i medicinali del locale ospedale.
Abitanti censiti[6]
Al 31 dicembre 2010 nel territorio di Orte risultano residenti 1 356 cittadini stranieri[7].
Le comunità più numerose sono quelle di:
Si svolge ogni Venerdì Santo, ed è la più antica d'Italia nel suo genere[senza fonte]. Risalente probabilmente agli inizi del Duecento ha conservato intatta la sua forma originaria, un corteo mesto e devoto che accompagna Cristo alla sepoltura. La processione vede la partecipazione delle nove Confraternite attuali (oggi riunite in un unico ente):
La più antica di esse è quella di Santa Croce, si hanno testimonianze della sua presenza in Orte fin dal 1159. Alla processione partecipano circa 500 confratelli. Le confraternite sfilano in ordine di antichità nelle loro divise caratteristiche. La partenza avviene dalla chiesa di Santa Croce. Nella piazza principale della città, la processione fa sosta. I confratelli, disposti a forma di cuore, dopo un pensiero spirituale del Vescovo intonano alcuni versetti del "miserere". Dopo aver percorso le vie del centro storico, fuori dalla chiesa di Sant'Agostino, i confratelli dedicano a Maria il canto dello Stabat Mater. Il rito si chiude con lo spezzare il pane del venerdì Santo, in segno di fraternità, nella vicina chiesa di Santa Croce.
Un tempo la classe contadina credeva che se le candele che ornavano la bara e l'addolorata arrivassero in piazza tutte accese erano un buon presagio di un raccolto abbondante.[senza fonte]
Come nell'antichità, ancor oggi è particolarmente solenne la grande processione che si svolge la sera del 31 agosto, vigilia della festa. Anticamente vi partecipavano tutte le magistrature cittadine e le sedici corporazioni delle arti. Attualmente la processione con l'immagine di Sant'Egidio, capolavoro di scultura quattrocentesca attribuita a Saturnino Gatti, si snoda per le vie del centro storico sorretta dai confratelli della compagnia di Santa Croce e preceduta da rappresentanze delle 7 contrade che vedono il loro gonfalone essere benedetto dal Vescovo al termine della processione. Con questo atto inizia l'Ottava di Sant'Egidio. Il Santo è celebrato come patrono di Orte dal 1501, così come riportato nel libro degli statuti. Ma la devozione verso di lui era assai più antica, infatti sappiamo che nel 1327 la Confraternita di Santa Croce lo adottò come proprio protettore.
È una festa di antica tradizione, resa solenne da Papa Bonifacio IX nel 1396 con la concessione delle stesse indulgenze della Porziuncola di Assisi, viene menzionata anche negli antichi statuti comunali. In quei giorni vengono rievocati giochi, musica, eventi della vita medievale. Il tutto corredato da mostre di ogni genere e cibi genuini che si possono gustare nelle tipiche taverne di contrada. L'ultimo giorno (coincidente sempre nella seconda domenica di settembre) si svolge il Palio. Un sontuoso corteo storico accompagna gli arceri sulla piazza principale per la disputa "dell'Anello d'Argento". La sera chiude la festa lo spettacolo degli sbandieratori.
La raccolta diocesana, anche se costituita da un nucleo non vasto, presenta opere di notevole qualità e interesse. Numerose le tavole a fondo oro dei secoli XII - XVI di scuola altolaziale, umbra e senese, tele, argenteria e paramenti sacri. D'eccezionale importanza il prezioso frammento di mosaico della "Madonna bizantina" (VIII secolo) proveniente dall'oratorio di Giovanni VII (705 - 707) nella basilica di San Pietro in Vaticano. Il museo ha sede presso la chiesa romanica di San Silvestro risalente all'XI secolo.
È allestito nell'antica chiesa di Sant'Antonio, custodisce ed espone i reperti rinvenuti negli scavi eseguiti ad Orte e nell'ambito del territorio comunale. È articolato in tre sezioni: Etrusca (dalla fine del VI agli inizi del III secolo a.C.), Romana (dalla media Repubblica al tardo Impero) ed Alto Medioevo (dal VI all'XI secolo).
Si trova all'interno della grande sacrestia della chiesa di Santa Croce (già ospedale). Conserva la più bella suppellettile delle Confraternite ortane. Gli oggetti devozionali esposti (XVII- - XVIII secolo) sono utilizzati il venerdì Santo per la processione del Cristo Morto. Tra tutte le opere spiccano la bara del 1722, il basamento dell'Addolorata (1886), la Madonna vestita del primo ottocento, due lampioni rossi settecenteschi, il bianco crocione seicentesco e una tavola cinquecentesca raffigurante Sant'Egidio. Altri manufatti di interesse storico sono i corredi devozionali delle singole Confraternite. Il museo, unico nel suo genere nella regione Lazio, rappresenta un'interessante scoperta nel mondo laico. Dotato di un sistema automatico di guida permette la visione e la spiegazione delle opere e il loro utilizzo nella processione del Venerdì Santo.
Ha sede nel comune Tele Radio Orte, emittente radiofonica e televisiva.
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[8]
2015 | 2014 | 2013 | ||||||||
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Numero imprese attive | % Provinciale Imprese attive | % Regionale Imprese attive | Numero addetti | % Provinciale Addetti | % Regionale Addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | |
Orte | 572 | 2,45% | 0,13% | 1.502 | 2,53% | 0,1% | 582 | 1.592 | 585 | 1.628 |
Viterbo | 23.371 | 5,13% | 59.399 | 3,86% | 23.658 | 59.741 | 24.131 | 61.493 | ||
Lazio | 455.591 | 1.539.359 | 457.686 | 1.510.459 | 464.094 | 1.525.471 |
Nel 2015 le 572 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 2,45% del totale provinciale (23.371 imprese attive), hanno occupato 1.502 addetti, il 2,53% del dato provinciale (59.399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,63).
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come l'estrazione e la lavorazione del travertino, finalizzata ai settori dell'edilizia e a quelli artistici.[9]
Dal 1928 al 1994 era in funzione anche la ferrovia Civitavecchia-Orte delle FS e a Orte aveva una seconda stazione ferroviaria in località Castel Bagnolo, tuttora esistente ma non più in uso.
Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Viterbo, Orte passò dalla provincia di Roma a quella di Viterbo.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1993 | 1997 | Roberto Rossi | Partito democratico della sinistra | Sindaco | |
1997 | 1999 | Roberto Rossi | Partito democratico della sinistra | Sindaco | |
1999 | 2004 | Arnaldo Pattumelli | Lista civica | Sindaco | |
2004 | 2009 | Dino Primieri | Lista civica di centrosinistra | Sindaco | |
2009 | 2014 | Dino Primieri | Lista civica | Sindaco | |
2014 | 2015 | Moreno Polo | Lista civica Quadrifoglio | Sindaco | dimissioni |
2016 | 2021 | Angelo Giuliani | Lista civica Orizzonte Comune | Sindaco | sfiduciato |
2021 | in carica | Dino Primieri | Lista civica UniAmo Orte | Sindaco | |
Avevano sede nel comune: la società Ortana Calcio a 5, campione d'Italia nella stagione 1985-86, sciolta nel 1990 e la società Orte Calcio a 5, fondata nel 1986, scioltasi nel 2018.
Volley Club Orte, militante nel campionato maschile di Serie B 2019-2020[10]
Campo sportivo comunale.[13]
Altri progetti
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