Orroli (Arrolli in sardo) è un comune italiano di 2 112 abitanti della provincia del Sud Sardegna, situato nella subregione storica del Sarcidano.
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Orroli comune | |||
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(IT) Orroli (SC) Arròlli | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | Sud Sardegna | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Alessandro Boi (lista civica) dal 26-10-2020 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 39°41′32.14″N 9°15′01.14″E | ||
Altitudine | 550 m s.l.m. | ||
Superficie | 75,59 km² | ||
Abitanti | 2 112[1] (30-6-2020) | ||
Densità | 27,94 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Escalaplano, Esterzili, Goni, Nurri, Siurgus Donigala | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 09061 | ||
Prefisso | 0782 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 111050 | ||
Cod. catastale | G122 | ||
Targa | SU | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | ||
Nome abitanti | (IT) orrolesi (SC) arrolesus | ||
Patrono | san Vincenzo Martire | ||
Giorno festivo | 22 gennaio | ||
Cartografia | |||
![]() nella provincia del Sud Sardegna | |||
Sito istituzionale | |||
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Il territorio di Orroli ospita uno tra i più importanti nuraghi della Sardegna, il nuraghe Arrubiu (il più grande e complesso nuraghe della Sardegna e tra i maggiori monumenti protostorici di tutto l'occidente europeo), una delle due dighe del Flumendosa e la diga del Mulargia, che formano altrettanti laghi artificiali.
L'area fu abitata già in epoca nuragica, per la presenza nel territorio di diversi nuraghi. Intorno al VI secolo a.C. subì la dominazione cartaginese (punica) e poi romana, delle quali si trovano tracce nel territorio.
Nel Medioevo il paese appartenne al Giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria di Siurgus. Alla caduta del giudicato (1258) passò sotto il dominio pisano e dal 1324 sotto quello aragonese. Quando gli aragonesi convocarono a Cagliari il primo parlamento sardo nel 1355, Orroli vi inviò i suoi rappresentanti; la villa andò poi via via decadendo. Gli aragonesi nel 1604 incorporarono il paese nel ducato di Mandas, feudo dei Maza. In epoca sabauda la signoria passò ai Tellez-Giron d'Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Nel territorio di Orroli sorgeva un'altra villa, Mulargia, che fu feudo prima dei Pimentel e poi dei Tellez-Giron.
Ai sensi della Legge Regionale n. 9 del 12 luglio 2001, che ha previsto l'istituzione delle nuove province sarde, il comune di Orroli, che era in provincia di Nuoro, avrebbe dovuto essere aggregato alla neonata provincia del Medio Campidano; con successiva Legge Regionale n. 10 del 13 ottobre 2003 si stabilì invece che passasse a quella di Cagliari, di cui fece parte fino alla successiva riforma del 2016.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Orroli sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 gennaio 2009.[3]
«Stemma d'oro, al nuraghe di rosso, murato di nero, chiuso dello stesso, fondato sulla pianura di azzurro, fluttuosa di argento; esso nuraghe sormontato dalla ruota di Santa Caterina di otto raggi e sedici lame, di rosso, essa ruota forata del campo. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo troncato di rosso e di bianco.
Nel centro abitato sono presenti numerose abitazioni storiche padronali ben conservate anche a seguito di recenti ristrutturazioni. Tra le altre, si ricorda:
Il Nuraghe Arrubiu, una delle più importanti testimonianze della protostoria sarda, è l'unico esempio noto di nuraghe pentalobato, originariamente sormontato da una torre alta circa 30 metri. "Il gigante rosso": con questo appellativo si rende onore a uno dei monumenti megalitici più grandi della Sardegna protostorica. L'Arrubiu spicca sull'altopiano di "Su Pranu" e racchiude un bastione pentalobato risalente al XIV secolo a.C. Esternamente è circondato da un antemurale dotato di 12 torri e ricopre, nel suo insieme, una superficie di 10.000 m². Il sito è stato oggetto di campagne di scavo solo a partire dagli anni Settanta del Novecento. I primi studi sul sito archeologico risalgono ai primi decenni del XX secolo, ad opera di Vittorio Anedda, considerato il primo cultore e scopritore del "Gigante Rosso".
Situato sopra il centro abitato, il parco comunale Su Motti, racchiuso da un naturale anfiteatro basaltico, è ricco di rovereti e caratterizzato da massi erratici nei quali sono scavate delle domus de janas. Ricoperto in prevalenza da lecci e roverelle, molte delle quali secolari, il territorio del parco è caratterizzato da grossi massi erratici di basalto compatto e poroso di scontata natura vulcanica. Il parco si sviluppa lungo un pendio nel quale si succedono avvallamenti ai quali fa da cornice una lussureggiante vegetazione. Dall'alto del monte "Pizziogu" partono lunghi strapiombi rocciosi di intenso color ruggine che, precipitando a valle contribuiscono a rendere suggestivo il paesaggio circostante. Dall'alto dello stesso monte, e dal belvedere lungo il quale si sviluppa il percorso ambientale, è possibile ammirare tutto il territorio del parco. Dagli stessi punti su può spaziare con lo sguardo verso il lago Mulargia, e si arriva sino alle catene montuose dei "Sette Fratelli" nel cuore del Sarrabus, del Linas Manganai nel Guspinese e finanche i monti del Gennargentu. Le particolari caratteristiche morfologiche del territorio fanno sì che il parco "Su Motti" si presti a escursioni non eccessivamente impegnative, per chiunque voglia inoltrarvisi, utilizzando dei sentieri. Il parco offre al visitatore attento la possibilità di osservare oltre alle numerose testimonianze storico archeologiche, anche interessanti presenze del mondo vegetale e animale. Il microclima umido favorisce lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione e, a volte selvaggia e impenetrabile, soprattutto nelle zone più ripide del parco. Lecci e roverelle prevalgono sulle altre specie tipiche della flora mediterranea che qui risulta particolarmente ricca per la presenza di fillirea, corbezzolo, olivastro e lentischio. Il pungitopo, con le bacche rosso-vivo, l'asfodelo con le sue abbondanti fioriture primaverili, la ferula con i tipici fiori gialli a forma di ombrello conferiscono al territorio un aspetto particolarmente variopinto. Le pareti rocciose basaltiche, tipiche del parco, specialmente nel tratto su Crast'e Abori sono, così come i grandi massi, ricoperti da licheni e da vistosi tappeti rossi di Sedum coeruleum. I prati ospitano orchidee, pratoline, ranuncoli e, nei tratti meno soleggiati i ciclamini. Anche la fauna si presenta altrettanto interessante e vasta. Vivono nel parco in numero considerevole cinghiali, volpi, lepri, conigli, donnola, riccio e gatto selvatico. Tra i volatili possiamo annoverare colombacci, pernici, quaglie, merli, tordi, pettirossi e picchi (tra i quali il rarissimo picchio rosso) e il corvo reale. A rappresentare i rapaci diurni troviamo il falco pellegrino e la poiana, mentre il barbagianni e la civetta dominano incontrastati nelle ore notturne. Nel parco sono presenti due monumenti nuragici: il nuraghe "Is Allonis" e il nuraghe "Su Motti". Il primo, costruito su un pianoro sovrastato da una imponente e suggestiva parete rocciosa chiamata "Sa Corona Arrubia" è inserito in un ambientale caratterizzato prevalentemente dalla macchia mediterranea, risulta in buona parte interessato da crolli. L'ampiezza di questi ultimi fanno pensare a una costruzione ciclopica, più specificamente a un monumento polilobato. Nuraghe Su Motti Del nuraghe si legge appena il perimetro esterno e interno di una torre di pianta circolare e alcuni tratti di cortile. Il nuraghe è circondato da molteplici tombe neolitiche. Il nuraghe "Su Motti" è l'unico del territorio realizzato con pianta a corridoio unita a un cortile, il tutto protetto da un antemurale. Ai suoi piedi si sviluppa un piccolo villaggio pre-nuragico. Una rigogliosa vegetazione, in prevalenza roverella e leccio, e una particolare morfologia del territorio, caratterizzata dalla presenza di suggestivi massi basaltici e tombe neolitiche fanno da cornice al nuraghe.
Le profonde gole in cui scorreva il fiume Flumendosa sono oggi in gran parte sommerse dall'omonimo lago artificiale, mentre nel lato opposto del territorio, grandi porzioni di superfici pianeggianti sono ricoperte dall'invaso artificiale del lago Mulargia.
Abitanti censiti[4]
La variante di sardo parlata a Orroli è il campidanese occidentale.
L'abitato è attraversato nella sua parte occidentale dalla ferrovia Mandas-Arbatax dell'ARST, attiva dal 1997 per soli impieghi turistici. La stazione di Orroli è quindi utilizzata esclusivamente nell'ambito dei viaggi del Trenino Verde, effettuati su base quasi giornaliera d'estate e a calendario nei mesi immediatamente precedenti e successivi.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 16 aprile 2000 | Marco Pisano | lista civica centro sinistra "Solidarietà e Progresso" | Sindaco | |
16 aprile 2000 | 8 maggio 2005 | Marco Pisano | lista civica centro sinistra "Solidarietà e Progresso" | Sindaco | |
8 maggio 2005 | 30 maggio 2010 | Antonio Orgiana | lista civica "Volontari per Orroli" | Sindaco | |
30 maggio 2010 | 31 maggio 2015 | Antonio Orgiana | lista civica "Volontari per Orroli" | Sindaco | |
31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Antonio Orgiana | lista civica "La forza della continuità" | Sindaco | |
26 ottobre 2020 | in corso | Alessandro Boi | lista civica "Scriviamo il futuro per Orroli" | Sindaco | |
Altri progetti
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