Murisengo (Ambrusèngh in piemontese) è un comune italiano di circa 1 429 abitanti situato nel lato nord-ovest estremo della provincia di Alessandria, in Piemonte, al confine orientale della Valle Cerrina. La città è conosciuta per aver dato i natali a Luigi Lavazza, fondatore dell'omonimo marchio e dell'industria di caffè diffusa a livello internazionale.
Murisengo comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Giovanni Baroero (lista civica) dal 25/05/2014 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°04′58″N 8°08′10″E | ||
Altitudine | 338 m s.l.m. | ||
Superficie | 15,31 km² | ||
Abitanti | 1 411[1] (30-11-2017) | ||
Densità | 92,16 ab./km² | ||
Frazioni | Bricco, Case Battia, Corteranzo, Gallo, San Candido, Sorina | ||
Comuni confinanti | Montiglio Monferrato (AT), Odalengo Grande, Robella (AT), Villadeati | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 15020 | ||
Prefisso | 0141 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 006113 | ||
Cod. catastale | F814 | ||
Targa | AL | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | ||
Cl. climatica | zona E, 2 766 GG[3] | ||
Nome abitanti | murisenghesi | ||
Patrono | sant'Antonio abate | ||
Giorno festivo | 22 settembre | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Lo stemma e gonfalone del comune di Murisengo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 marzo 1985[4].
«Di porpora, allo scudo a testa di cavallo, trinciato d'oro e d'azzurro, sostenuto da due leoni d'argento, controrampanti, il leone di destra sostenente con la branca anteriore sinistra, quello di sinistra con la branca anteriore destra. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Corteranzo, comune autonomo fino al 1928, aveva uno stemma civico d'argento, alla pianta di ginepro al naturale, terrazzata di verde; con il capo d'oro, all'aquila di nero, coronata dello stesso, sostenuto dalla fascia d'azzurro, caricata di tre stelle d'oro. La pianta di ginepro è un riferimento alla famiglia Giunipero di Corteranzo[5].
A celebrare la storia e l'imponenza di questo antico castello è rimasta la grande torre, rimaneggiata (forse ricostruita) nel 1510, data citata in una targa apposta sulla torre e oggi perduta, e ancora nel XIX secolo; la torre è probabilmente la parte più antica dell'edificio, le cui prime attestazioni indirette risalgono al XI e XII secolo, ma che è stato interamente ricostruito a partire dal XVII secolo.
Con la caduta dei Marchesi del Monferrato il castello subì molti danni e successive ricostruzioni che lo portarono a perdere la sua "forma" primitiva. Il castello appartenne prima ai Radicati di Brozolo, poi agli Scozia dal 1420 fino al 1883, anno in cui passò al marito di Donna Tarsilla Scozia, Francesco Guasco Gallarati Marchese di Bisio e di Francavilla, oggi identificabili nel paese di Francavilla Bisio.
Dopo un lungo restauro, committente un privato, il castello dalla metà del 2012 è disponibile per visite guidate durante manifestazioni, eventi, mostre e cerimonie[6].
Tra le mura di questo castello, nel 1813 Silvio Pellico scrisse la tragedia Francesca da Rimini.
La fonte di acqua solforosa, detta "La Pirènta", è posta ad est del paese, alle radici del Montelungo, e nasce da un terreno tufaceo-calcareo. L'acqua solforosa è oleosa al tatto e tramanda un odore di gas idrosolforato; un tempo si adoperava con successo nei disturbi gastrointestinali e nelle malattie cutanee di natura scabbiosa ed erpetica.
Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo qui fiorì uno stabilimento termale, che divenne un centro turistico molto apprezzato, poi ridimensionato nel periodo tra le due guerre mondiali[7]. L'area venne successivamente riconvertita ad uso industriale ed oggi ospita una polveriera.
Ancora all'inizio del XIX secolo l'acqua veniva convogliata in due vasche di pietra nelle quali, in estate, si macerava la canapa[8]. Oggi le vasche non sono più visibili e l'acqua scaturisce da una sola bocca leonina incastonata in una fontana di gusto neogotico, risalente al 1859[9].
Il comune ha avuto un forte decremento della popolazione nel corso dell'ultimo secolo, pari ad una perdita del 43% dei residenti dal 1911.
Abitanti censiti[10]
Qui si svolge la fiera del tartufo, che dal 1967 viene tenuta ogni anno a novembre.
Nel comune sono presenti quattro frazioni: San Candido, Corteranzo, Sorina e Casa Battia[11].
Corteranzo è stato un comune autonomo fino al 1928, anno della sua annessione al comune di Murisengo. Questa località prese il nome dai nobili Ranzo[12].
La stazione di Montiglio-Murisengo, attivata nel 1912, era posta lungo la cessata ferrovia Chivasso-Asti, il cui esercizio fu definitivamente sospeso nel 2011.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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18 giugno 1985 | 1º giugno 1990 | Franco Ferrando | - | Sindaco | [13] |
1º giugno 1990 | 21 gennaio 1995 | Luigi Gerbino | lista civica | Sindaco | [13] |
10 febbraio 1995 | 24 aprile 1995 | Renato Marchiò | lista civica | Sindaco | [13] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Domenico Anselmo | centro | Sindaco | [13] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Giovanna Cullino | lista civica | Sindaco | [13] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Franco Giorgi | lista civica | Sindaco | [13] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Giovanni Baroero | lista civica | Sindaco | [13] |
26 maggio 2014 | in carica | Giovanni Baroero | lista civica | Sindaco | [13] |
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 247870875 |
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