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Montauro (Mentràvu in calabrese[4]) è un comune italiano di 1 740 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria.

«La strada bianca che sale da un mare di cobalto s'inerpica tortuosamente tra file di ulivi argentei e siepi di mortella, Il paese è in alto, abbarbicato fortemente ai fianchi scoscesi della collina gialla di ginestra dorata, Le case sono addossate, a quasi difesa, l'una dall'altra e, nei stretti vicoli, il selciato è a grandi vuoti e smosso. Le botteghe piccole e anguste si affacciano sull'unica strada. I vecchi marinai, accovacciati sui "pezzi" della antica Torre che domina il paese, si scaldano al tiepido sole di questo mite inverno e si scambiano ricordi e battute pungenti come coltellate. Al vespro, le donne sciamano silenziose. Pochi vecchi ci sono: gli altri, i giovani, se ne sono andati. Fuggiti in busca[5] di pane e di ventura allo sbaraglio del capitale straniero, scacciati dalla miseria della terra avara che li toglie dai campi".»

(Giuseppe Pisano)
Montauro
comune
Montauro – Veduta
Montauro – Veduta
Panorama di Montauro (agosto 2020)
Localizzazione
Stato Italia
Regione Calabria
Provincia Catanzaro
Amministrazione
SindacoGiancarlo Cerullo (lista civica "Idea Montauro") dal 21-9-2020
Territorio
Coordinate38°45′N 16°31′E
Altitudine393 m s.l.m.
Superficie11,74 km²
Abitanti1 740[1] (30-6-2019)
Densità148,21 ab./km²
FrazioniBasile, Montauro Scalo, Scundo
Comuni confinantiGasperina, Montepaone, Palermiti, Squillace, Stalettì
Altre informazioni
Cod. postale88060
Prefisso0967
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT079080
Cod. catastaleF432
TargaCZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 485 GG[3]
Nome abitantimontauresi
Patronosan Pantaleone
Giorno festivo27 luglio, 5 febbraio
Cartografia
Montauro
Montauro – Mappa
Montauro – Mappa
Posizione del comune di Montauro all'interno della provincia di Catanzaro
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Centro agricolo del versante ionico delle Serre, nella fascia pedemontana digradante verso il Golfo di Squillace, a nord della foce del torrente Soverato.


Storia



Medioevo


Immagine votiva di San Pantaleone
Immagine votiva di San Pantaleone

Le origini del casale di Montauro, secondo alcuni storici, risalgono all'VIII secolo. Il primo nucleo di case è sorto nelle vicinanze della contrada ’u mucatu, a nord del paese, un po' più in alto delle case diroccate, dove oggi si snoda la nuova strada per Gasperina; altri invece situano il casale più in basso, a mezza costa, in posizione meno elevata dell'attuale.

È probabile che dopo il VII secolo, quando, in seguito agli editti del 726, di divieto del culto delle immagini, e del 730, di distruzioni delle immagini, e alla conseguente persecuzione dei Monaci di San Basilio da parte dell'imperatore Leone III Isaurico, i basiliani, rifugiatesi sulle coste calabre, abbiano costruito non solo monasteri, ma anche contribuito alla formazione di comunità civili e religiose. Questa ipotesi può essere avvalorata dal fatto che il toponimo di Montauro più antico tramandato da alcune fonti, è di origine greca, Mentràbrion, mentre quello latino è Mentaurum. Nell'XI secolo nella diocesi di Squillace si contavano ben dodici cenobi basiliani, tra cui quello di S.Gregorio di Stalettì. Il culto dei santi orientali venerati nei nostri paesi è la prova che le contrade italiane iniziano il loro cammino di fede proprio in questo periodo storico, anche se già da diversi secoli esisteva la diocesi di Squillace, la cui fondazione risale all'evo apostolico. Evo nel cui territorio sorgevano già nel VI secolo alcuni monasteri fondati da Cassiodoro, molto prima dell'arrivo dei monaci di S.Basilio. A Montauro si venera San Pantaleone, martire di Nicomedia, l’odierna İzmit. Prima che Bruno di Colonia fondasse nel 1091 la certosa in Calabria, e ancor prima del 1000, il casale di Montauro, si può supporre, avesse già raggiunto una certa autonomia. Infatti, i documenti storici certi attestano la presenza del casale di Montauro prima ancora dell'anno 1000.Tra i primi documenti si trova il cosiddetto "Placitum", del Conte Ruggero, il quale donava “agli eremiti della Certosa di Santa Maria del Bosco” un mulino per il sostentamento degli operai del costruendo Monastero di Mentabro[6]. Seguirono altre donazioni confermate dai vari Pontefici: Urbano II, nel 1098, Pasquale II, nel 1102, Callisto II, nel 1120. Il primo impulso economico, sociale e religioso del casale, fu dato dai Monaci Basiliani, ulteriormente sviluppato dai Normanni e dai Certosini, ai quali fu concessa la giurisdizione ecclesiastica da parte di Giovanni, vescovo di Squillace nel 1098, e quella civile da parte del Conte Ruggero, privilegio confermato dal Papa Urbano II. In questo periodo la popolazione di Montauro fu luogo di un improvviso aumento, in quanto vennero condotti nel comune un nutrito gruppo di 112 capifamiglia prigionieri, con figli, fratelli, cognati, e nipoti, in tutto 218 persone, delle quali tra sani e feriti furono costrette ad una iniziale prigionia in 162, le altre si salvarono con la fuga, quasi tutti provenienti dai distretti di Squillace e di Soverato, i quali a Capua avevano tradito il Conte Ruggero, per cui erano stati condannati alla pena capitale, ma per intercessione di San Bruno, il Conte commutò tale pena in servitù perpetua alle dipendenze dei padri certosini. La comunità e l'economia di Montauro si sviluppa dopo l'anno 1000 ad opera dei Normanni, i quali, sottraendo ai Bizantini le terre di Calabria, fondarono uno stato feudale con a capo Roberto il Guiscardo (1015-1085), poi nel 1061 lasciò l'impresa al fratello Ruggero I (1031-Mileto 1101), il cui figlio Ruggero II (1095-1154) si fece nominare nel 1127 duca di Puglia e Calabria. In questo periodo Montauro fu protagonista di un notevole incremento demografico (1175 nel censimento del 1278). Nel 1098 il Conte Ruggero I d'Altavilla pose il casale di Montauro sotto la giurisdizione civile della Certosa, per cui il Vescovo di Squillace Giovanni cedette la giurisdizione ecclesiastica. La donazione sarebbe stata confermata da Papa Calisto II nel 1120 con un diploma la cui autenticità è controversa. L'Imperatore Federico II riconferma la donazione sia nel 1212, che nel 1224. Vi sarebbe anche notizia di una serie di donazioni in documenti della cancelleria angioina: in un diploma di Carlo I del 1272, in un altro di Carlo II del 1305, in un altro ancora di Giovanna I del 1344. La popolazione di Montauro al censimento del 1276 contava 1 176 unità. Come è noto, nel 1192, il monastero di Santo Stefano del Bosco, con tutto il suo vasto patrimonio, passò dai Certosini ai Cistercensi e da questi, a muovere dal XV secolo, ad Abati commendatari, che, tesi a lucrare una mera rendita limitando qualsiasi spesa, non posero cura nell'amministrazione del patrimonio.


Rinascimento


Dal 1476, in seguito alla terribile pestilenza la popolazione diminuì sensibilmente. Altro calo demografico si ebbe quando il sud d'Italia passò sotto la dominazione spagnola. Fin dal secolo XVI le coste ioniche furono infestate dalle temute e terribili incursioni turche, per cui gli abitanti, che si erano insediati più in basso a mezza costa, si trasferirono sulle colline per meglio organizzare la difesa. Furono costruite delle Torri lungo il litorale ionico per l'avvistamento del nemico. Anche a Montauro furono costruite delle fortificazioni come il maniero, poi trasformato in Chiesa dedicata a San Pantaleone e la torre, oggi campanile, che presentano le caratteristiche di avvistamento e difesa.

In particolare nel 1497 il Casale di Montauro, ubicato a ridosso dei confini di Squillace, fu accorpato a quello Stato dai suoi Principi, sicché, il 29 luglio 1497, Goffredo Borgia ne otteneva conferma, unitamente a tutto il Principato di Squillace dal Sovrano. Nel 1514 i Certosini riebbero il controllo del monastero di Santo Stefano del Bosco ed attesero alla generale ricognizione e recupero del suo patrimonio, che culminò con la redazione, nel 1533, della Platea voluta ed approvata dall'Imperatore Carlo V. Ritornati al loro monastero, nel 1542, i Certosini adirono[7] le vie legali per riavere i loro beni, tra cui il territorio di Montauro.


Era moderna


Ex Palazzo Teti a Montauro 2020
Ex Palazzo Teti a Montauro 2020

Nel 1644 e nel 1645, Montauro, come anche Stalettì e Gasperina, subì le incursioni dei Turchi che saccheggiarono e incendiarono i tre villaggi. Con il Regno delle due Sicilie, sotto i Borboni, la popolazione di Montauro contava 1 601 persone, di cui 340 donne addette ai telai, fonte di lavoro e di guadagno. Nel XVIII e XIX rifiorirono le arti, le professioni e i mestieri. Nel Catasto Onciario di Montauro del 1741-1746, sono menzionati scalpellini[8], fabbri ferrai, falegnami, sarti, fabbricatori[9], tintori[10], conciatori, cottonari[11], seggiari[12], chianchieri[13], poticari[14] e le varie professioni, Dottore fisico[15], Dottore chimico[16], Avvocato, Notaio. Sono menzionati anche molti Sacerdoti di famiglie nobili. Tra il XVII e XVIII secolo si contano circa sessanta sacerdoti. In questo periodo si costruisce la maggior parte de palazzi nobiliari con sontuosi portali : il palazzo Barbieri, il palazzo Spadei, il palazzo Rossi-Milano, il palazzo Vatrella, il palazzo Madonna, il palazzo Teti, il palazzo Terracina, il palazzo Menechini, il palazzo Pellegrini, il palazzo Tavani, il palazzo Mirarchi, la casa sacrestia Nisticò (Pisano-Gullì), il portale casa del monaco Tavano (Pisani-Mercurio), il palazzo Zizzi, il palazzo Clericò, e casa Lomanno. Nel Regesto Vaticano[17] si trova la conferma dell'alternarsi della giurisdizione ecclesiastica tra la Certosa e la Diocesi di Squillace. Sempre nel Catasto Onciario di Montauro del 1741-1746 si fa menzione alla giurisdizione del Priore della Certosa su Montauro: "In tempo della Visita Della Giurisdizione che fa Il Padre Ill/mo e Rev/mo Priore Ordinario delle Cinque Terre, che sono: Serra, Spadola, Bivongi, Montauro, Gasperina e Montepaone....". Gioacchino Murat nel 1808 soppresse con decreto il monastero di Serra riportando Montauro sotto la giurisdizione della Diocesi di Squillace. La maggioranza della popolazione viveva di agricoltura e di pastorizia, poiché contadini e pastori lavoravano alle dipendenze della Certosa di Serra e della vicina Grangia di S.Anna e del Cece, com'è attestato dai vari documenti del Regesto Vaticano. Il 27 luglio 1753 giunge a Montauro un'ampolla del sangue di San Pantaleone ad opera del sacerdote don Carlo Antonio Barberi il quale si recava a Napoli per motivi di studio, e, avendo saputo che un sacerdote napoletano custodiva un'ampolla del sangue si adoperò con tutte le sue qualità spirituali e intellettuali ad ottenerla e portarla a Montauro.

La Republica Partenopea nell’ordinamento amministrativo del 1799 riconosce Montauro come Comune del Cantone di Catanzaro. I Francesi, poi, con la legge del 19 gennaio 1807 ne fecero un Luogo, ossia Università (Comunità) del Governo di Squillace. Il titolo di Universitas venne conferito nel basso medioevo a quei paesi del’Italia meridionale che avevano raggiunto l'autonomia amministrativa ed economica. Ferdinando I delle Due Sicilie conferisce a Montauro il titolo di Città Regia. Il timbro di Montauro è formato da un fregio araldico[18] a forma di scudo, sormontato da una corona del Comune; all’interno campeggia un monte, sul quale si erge una croce latina trifogliata. Sotto si legge la scritta: "Università di Montauro" . Lo stemma chiude l’arco del portale della chiesa Matrice e rappresenta una croce greca trifogliata conficcata sul monte[19], inoltre è circondato da un ramo di alloro e uno di quercia. Questo stemma venne riprodotto nel Gonfalone del Comune di Montauro. Ciò sta a significare il profondo legame tra Chiesa e Comune, o meglio, il riconoscimento della civiltà cristiana, di cui non si può non affermare il valore storico-spirituale.

Con l'unità d'Italia il sud, ed in modo particolare la Calabria, iniziarono a conoscere un lento ed inesorabile declino economico. Montauro risentì di questa crisi generale, dovuta anche ai soprusi, alle vessazioni e ai balzelli imposti dai baroni locali ai contadini, i quali si ribellarono ai padroni e da questa rivolta sorsero anche a Montauro alcuni briganti. La prima guerra mondiale, la crisi economica del 1929, la seconda guerra mondiale contribuirono notevolmente alla diminuzione della popolazione ponendo le base di una pesante crisi per tutta l'economia del paese. Dopo la prima guerra mondiale, in cui Montauro diede il suo contributo di venticinque figli, caduti in guerra, iniziò una prima emorragia d' emigrazione. Dagli anni 1929-30 molti giovani emigrarono in Argentina e negli Stati Uniti d'America.


Simboli


Lo stemma del Comune di Montauro è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 1974.[20]

«Di nero, alla croce ritrinciata d'argento, piantata sulla vetta di una montagna di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»


Monumenti e luoghi di interesse


Grangia di Sant'Anna
Grangia di Sant'Anna
Grangia sant'Anna - Interno (agosto 2020)
Grangia sant'Anna - Interno (agosto 2020)

La documentazione



Montauresi illustri



Associazioni



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[26]


Economia


L'economia del comune si regge in particolare sulle coltivazioni di frutta : arance, mandarini e uva di ottime qualità, grano, in particolar modo la coltivazione degli ulivi, che ricoprono gran parte del territorio montaurese; si produce una grande quantità di olio, di ottima qualità, fonte di reddito di molte famiglie, sia nella raccolta che nella vendita. In passato si contavano oltre dieci frantoi di pietra oggi modernizzati con macchinari tecnologici.

La pesca è rilevante nell'economia del paese, in passato definito il paese dei "marinari o dei pisciari" . Un ventennio fa si contavano oltre settanta pescatori di professione, oggi se ne contano al massimo quattro o cinque, un mestiere ormai destinato a morire a causa delle leggi e della scarsa pescosità del nostro mare.

Anche l'artigianato era in passato una grande fonte di lavoro per l'economia del paese con la lavorazione del legname, del ferro e della pietra. Di particolare interesse artistico sono i portali in pietra dei palazzi nobiliari e delle case comuni , opere di grande valore architettonico dalle svariate forme e decorazioni. A Montauro se ne contano oltre 23.

Negli ultimi anni il turismo si sta sviluppando, grazie alla nascita di villaggi, hotel, strutture ricettive e stabilimenti balneari.

Stazione Montauro scalo - Montepaone Lido
Stazione Montauro scalo - Montepaone Lido

Infrastrutture e trasporti



Strade


Montauro è attraversata dalla Strada statale 106 Jonica nella frazione di Montauro Scalo, mentre il centro storico è attraversato dalle Strade Provinciali 117,122 e 127.


Ferrovie


Il comune è servito dalla Stazione di Montepaone-Montauro situata nella frazione di Montauro Scalo.


Amministrazione


Sindaci del Regno di Napoli

Sindaci del Regno d'Italia

Sindaci della Repubblica Italiana


Note


  1. Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2019.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 410, ISBN 88-11-30500-4.
  5. Busca: cerca, questua: andare alla b. (in marina, di bastimento senza contratto di noleggio, che va in cerca di un carico da uno scalo all'altro).
  6. Il placitum è sottoscritto da un certo Rinaldus de Clincampo datato 29 luglio 1098,
  7. Adire: "dare inizio a un'azione giudiziaria per risolvere una lite, rimettendosi alla sentenza del giudice"
  8. Scalpellino (pop. scarpellino) s. m. (f. -a) [der. di scalpello]. – 1. Chi sgrossa e lavora la pietra e il marmo con lo scalpello; in partic., l’operaio qualificato capace di eseguire lavori di riquadratura in pietra o marmo; o l’operaio specializzato che esegue, su disegno, cornici variamente sagomate con ornati semplici, di marmo o pietra - Fonte Enciclopedia Treccani.
  9. Fabbricatore: antico termine per indicare la professione di muratore
  10. Tintóre: s. m. (f. -a) [lat. tardo tinctor -ōris, der. di tingĕre «tingere»]. – Chi tinge; chi nelle tintorie provvede a tingere articoli di abbigliamento o di arredamento; chi è addetto a operazioni di tintura di fibre tessili naturali o artificiali, o di tessuti, o di pelli; più genericam., il gestore di un laboratorio di tintoria. Fonte: Enciclopedia Treccani.
  11. Cotonaro: termine con il quale si indicano coloro che lavorano il cotone.
  12. Seggiaro: antico termine per indicare il lavoro di impagliatore di sedie
  13. Chianchiero: antico termine per indicare il lavoro del macellaio
  14. Poticaro: erano così chiamati anticamente gli esercenti di generi alimentari e diversi.
  15. Chirurgo
  16. Farmacista
  17. Regesto /re·gè·sto/ sostantivo maschile. Nel Medioevo, registro in cui si ricopiavano in ordine cronologico documenti ed atti relativi a un'abbazia, un monastero, una cancelleria.
  18. Frégio araldico s. m. [lat. mediev. frisium, che è prob. il lat. Phrygium (opus) «lavoro frigio», riferito alle stoffe ricamate in oro originarie della Frigia]. – fregi-sostegni, due bastoni incurvati, ornati di fregi, posti sotto lo scudo per sostenere le zampe dei supporti. ◆ Dim. fregétto, fregettino.
  19. Sull’altare del Rosario troviamo invece la croce su tre monti.
  20. Montauro, DPR 1974-03-14, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali. URL consultato il 19 aprile 2021.
  21. Dom Benedetto Tromby, Storia Critico-Cronologica Diplomatica del Patriarca S. Brunone, e del suo ordine Certosino, Tomo II Appendice, pag. LXXXVII.
  22. Inzeppatura: /in·zep·pa·tù·ra/, sostantivo femminile. Rincalzo mediante l'inserimento di una o più zeppe.
  23. Trad. Lat: "Questo posto è fantastico. Questa è una casa di Dio".
  24. Trad. Lat: "Non temere Montauro, sono il tuo protettore".
  25. Cartoccio (fr. e ingl. cartouche; sp. cartela; ted. Kartusche). - Tabella ornata o no nel contorno, usata per iscrizioni, e anche per semplice ornato in tutte le arti.
  26. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia



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На других языках


[de] Montauro

Montauro ist eine italienische Stadt in der Provinz Catanzaro in Kalabrien mit 1751 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019).

[en] Montauro

Montauro (Calabrian: Mentràvu) is a comune and town in the province of Catanzaro in the Calabria region of Italy. The municipalities of Gasperina, Montepaone, Palermiti, Squillace, Stalettì are nearby. Agricultural center of the Ionian coast of the greenhouses, in foothills sloping towards the Gulf of Squillace, North of the mouth of the river Soverato. Built before the year 1000, the village had name from the mountain on which it stands, felt with gold. In 1101 by Count Roger was given in fief to the carthusians of Serra San Bruno. Severely damaged by the earthquake of 1783, in 1846 he suffered other damage due to an exceptional flood. The parish church incorporates remains of medieval fortifications with its external structures; in the Interior, which currently occurs in the appearance given to him in the 17th century, wooden ceiling and choir ' 600, sumptuous altar in polychrome marble and bronze sculptures (of the Redeemer and the Apostles) and marble (Saints Peter and Paul) of 600-700 's. Near the village there are the ruins of the monastery of San Domenico now call "La Grangia di Sant' Anna", of Norman Foundation and destroyed by an earthquake in 1783. Montauro has amazing Portals from many years of age. A Medieval town that looks over the Ionian Sea. In Montauro there are many different association registered like:

[es] Montauro

Montauro es una localidad italiana de la provincia de Catanzaro, región de Calabria, con 1.428 habitantes.[3]

[fr] Montauro

Montauro est une commune italienne de la province de Catanzaro dans la région Calabre en Italie.
- [it] Montauro

[ru] Монтауро

Монтауро (итал. Montauro) — коммуна в Италии, располагается в регионе Калабрия, подчиняется административному центру Катандзаро.



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