Lucrezia è la frazione più popolosa del comune di Cartoceto, nella provincia di Pesaro-Urbino. La cittadina conta 6 154 abitanti[2] e il suo notevole sviluppo ha portato alla sua fusione con l'attigua frazione di Pontemurello.
Lucrezia frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 43°46′33″N 12°56′16″E |
Altitudine | 55 m s.l.m. |
Abitanti | 6 154[1] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 61030 |
Prefisso | 0721 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Lucreziani |
Patrono | sant'Apollinare (23 luglio) |
Giorno festivo | 20 maggio S. Bernardino (santo patrono del Comune) |
Cartografia | |
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Il paese è situato sul versante settentrionale del fiume Metauro lungo la via Flaminia a circa 10 km dalla città di Fano e 5 km dal capoluogo, Cartoceto. Oltre all'antica strada consolare Lucrezia è affiancata dalla superstrada Fano – Grosseto e fino al 1987 dalla linea ferroviaria Fano-Urbino.
L'origine del nome di questo paese è incerta, due sono le principali ipotesi: la prima fa risalire il termine a Lucrezia Borgia novella sposa del signore di Pesaro, Giovanni Sforza; dopo la cerimonia avvenuta a Roma il 12 giugno 1493, intrapreso il viaggio verso la città del marito, i novelli sposi assieme alla folta corte al loro seguito vennero sorpresi da un violento temporale lungo la via Flaminia e furono costretti a far sosta nella borgata che da allora prese il nome dell'affascinante e controversa nobildonna. La seconda ipotesi, meno affascinante ma probabilmente la più verosimile, fa risalire il nome del paese a donna Lucrezia, una locandiera che gestiva la sua taverna posta sull'antica consolare.
Il territorio dove attualmente sorge Lucrezia fu certamente abitato fin da tempi antichi. La strada consolare Flaminia costruita nel 218 a.C. che collegava Roma a Rimini e alla grande pianura Padana favorì certamente lo sviluppo della zona. La bassa e media valle del Metauro e le colline che la circondano erano in epoca romana interamente distribuite ai soldati reduci dalle guerre in Germania e Gallia. Tutto questo è ancora testimoniato da alcune vie del paese e limitrofe che richiamano alla divisione dei terreni romani come “via Pilone”, la quale fungeva da punto cardinale per tutti gli altri confini agricoli della zona oltre a ciò vi sono sporadici ritrovamenti di tombe ed elementi architettonici sempre di epoca romana.
L'odierno abitato di Lucrezia sino alla fine del XIX secolo consistette in un minuscolo borgo disposto lungo la via Flaminia. Solo nei primi anni del XX secolo si sa con certezza dell'aumento del numero dei suoi abitanti che portò alla costruzione di una chiesa, Sant'Apollinare, nel 1910 e di conseguenza alla nascita dell'omonima parrocchia. La chiesa come il resto della borgata fu rasa al suolo nell'estate del 1944, durante il conflitto mondiale, dall'esercito nazista in ritirata. Dalla fine del dopoguerra fino ai giorni nostri, Lucrezia sta conoscendo, come del resto i paesi limitrofi della val Metauro, un notevole sviluppo demografico, economico, industriale in certi casi spropositato ed incontrollato.
Villa Adanti-Squarcia, unica struttura storica di un certo interesse presente a Lucrezia, venne edificata tra il 1860 ed il 1875 come residenza estiva per il baritono loretano d'adozione fanese David Squarcia. L'edificio fu acquistato dalla famiglia Adanti di Fano nel 1903. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo d'occupazione nazista, la villa fu scelta dai tedeschi per ospitare il loro quartier generale e durante la ritirata al contrario dal resto del paese non venne distrutta.
Con l'arrivo della bella stagione Lucrezia si arricchisce di numerose manifestazioni: