Lausdomini (Layhuommeni in dialetto locale: Laya homines, gli uomini della Laya) è una frazione del comune di Marigliano, situata nella città metropolitana di Napoli.
Lausdomini frazione | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 40°56′N 14°27′E |
Altitudine | 20 m s.l.m. |
Abitanti | 8 000 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80030 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | san Marcellino prete e martire romano |
Giorno festivo | 2 giugno, III domenica di settembre |
Cartografia | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Lo storico locale Tommaso Turboli pubblicò alla fine del XVIII secolo nel territorio della frazione, tra le attuali piazza tenente Valentino e via del Sole, un cippo di confine di età augustea, oggi disperso, che indicava in quel punto il limite della Colonia Felix Augusta Nolana (Nola)[1]. Riferisce inoltre l'uso di celebrare cerimonie religiose nei pressi del cippo nei giorni della domenica delle Palme e dell'Ascensione.
Lausdomini venne utilizzata come ambientazione di Familie Villano kehrt nicht zurück ("La famiglia Villano non ritorna"), parte del documentario tedesco in cinque parti Europa, ein transnationaler Traum ("Europa, un sogno transnazionale", del 1981), nella quale il regista Hans Andreas Guttner raccontava le conseguenze dell'immigrazione nella Repubblica Federale Tedesca.
Una grangia dei Gesuiti, denominata "grangia di Gesù" o "del Monaco", venne eretta alla fine del XVI secolo su un preesistente edificio medievale, di cui si conservano tratti di cortina muraria costituita da blocchi tufacei misti a pietrame calcareo locale (la cosiddetta pietra di Pantano) e mattoni.
Nella prima metà del XVII secolo venne ampliato ulteriormente, assumendo la forma attuale, a seguito delle accresciute capacità produttive. I lavori di adattamento e adeguamento funzionale comportarono una ristrutturazione delle fabbriche destinate alla vita dei religiosi (refettorio, dormitorio, cucine) e un potenziamento delle strutture agricole (stalle, magazzini, forni, granai, torchi enologici, celle vinarie ottenute in una serie di cavità sotterranee preesistenti). I lavori comportarono anche il restauro dell'antica chiesa dedicata a San Girolamo, abbellita con dipinti, affreschi, marmi, stucchi, pavimenti in cotto e maioliche. L'edificio è rappresentato nella tela seicentesca del Museo diocesano di Nola raffigurante i confini della diocesi.
Nel 1767, a seguito del decreto di espulsione della Compagnia di Gesù dal Regno di Napoli di Ferdinando IV di Borbone, l'antica grangia e gli attigui possedimenti furono venduti alla famiglia De Lerma dei duchi di Castelmezzano e successivamente, agli inizi del XX secolo dagli antichi coloni. A partire dagli anni cinquanta il complesso venne progressivamente abbandonato, subendo un degrado accentuato dal terremoto dell'Irpinia del 1980.