Lardaro (Lardèr in dialetto trentino occidentale[4][5]) è stato un comune italiano di 228 abitanti della provincia di Trento.
Lardaro ex comune | ||
---|---|---|
| ||
![]() | ||
Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Comune | Sella Giudicarie | |
Amministrazione | ||
Data di soppressione | 31 dicembre 2015 (Comune di Lardaro) | |
Territorio | ||
Coordinate | 45°58′N 10°40′E | |
Altitudine | 732 m s.l.m. | |
Superficie | 10,43 km² | |
Abitanti | 228[1] (31-12-2015) | |
Densità | 21,86 ab./km² | |
Frazioni confinanti | Bondo, Breguzzo, Roncone | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 38087 | |
Prefisso | 0465 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 022100 | |
Cod. catastale | E452 | |
Targa | TN | |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] | |
Cl. climatica | zona F, 3 533 GG[3] | |
Nome abitanti | lardaresi (i lardèr) | |
Patrono | san Michele | |
Giorno festivo | 29 settembre | |
Cartografia | ||
Sito istituzionale | ||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Dal 1º gennaio 2016 con i comuni di Bondo, Breguzzo e Roncone forma il nuovo comune di Sella Giudicarie.
Il piccolo comune, tra i meno abitati del Trentino, si trovava nella parte inferiore delle Giudicarie] ad una ventina di chilometri dal confine con la Lombardia; confinava con Roncone a nord e con Pieve di Bono a sud. Era inoltre una meta molto ambita da turisti di molte regioni, soprattutto lombardi.
Lardaro e la valle del Chiese furono coinvolti nella terza guerra d'indipendenza che vedeva opporsi nel 1866 le camicie rosse guidate da Garibaldi contro le forze austriache.
Il paese di Lardaro fu inoltre colpito da un tremendo incendio in data 12 ottobre 1867 che lo distrusse quasi completamente come testimoniano le cronache dei giornali dell'epoca.[6]
Lardaro è famoso per il ruolo che ha avuto nella prima guerra mondiale; infatti in questa zona vengono ricordati i 6 forti di Lardaro, dei quali due in condizioni ancora accettabili. Il primo, il forte Larino, è di proprietà del comune e sorge a sud dell'abitato. Il secondo, Forte Corno, si erge sotto il dosso Brullo. Quest'ultimo è in fase di ristrutturazione da parte del comune di Praso, che ne è il proprietario. Gli altri quattro forti sono in rovina o scomparsi del tutto: Forte Danzolino, Forte Revegler, Forte Cariola e il Forte Ampola.
Abitanti censiti[7]
![]() |
Questa sezione sull'argomento centri abitati d'Italia è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
|
Altri progetti
![]() |