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Lanzè (o Lansè in veneto) è una frazione del comune di Quinto Vicentino, in provincia di Vicenza, che conta 1050 abitanti[1].

Lanzè
frazione
Lanzè – Veduta
Lanzè – Veduta
Chiesa e campanile di Lanzè
Localizzazione
Stato Italia
Regione Veneto
ProvinciaVicenza
Comune Quinto Vicentino
Territorio
Coordinate45°35′06.7″N 11°39′43.59″E
Altitudine37 m s.l.m.
Abitanti1 050
Altre informazioni
Cod. postale36050
Prefisso0444
Fuso orarioUTC+1
TargaVI
Cartografia
Lanzè

Geografia fisica


La frazione è situata a nord/est rispetto al capoluogo; confina a nord ovest con il Comune di Bolzano Vicentino, a nord est con San Pietro in Gu (Padova), a est con Gazzo Padovano e a sud ovest con Quinto Vicentino. Lanzè si trova a sud della Strada Statale 53 Postumia, che permette il rapido accesso alle autostrade A4 Milano-Venezia e A31 e al centro di Vicenza, immersa nella verde campagna dell'est vicentino.

Il paese è attraversato dal fiume Armedola, ma il vecchio “bosco” continua tutt'oggi a caratterizzare l'intero territorio lasciando i segni della sua trasformazione in una fertile pianura, con i suoi numerosi fossati e rivoli con abbondante acqua anche sorgiva[2], e con strade alberate che si snodano tra campi e prati, coltivati con produzioni agricole intensive.


Origini del nome


Sul nome esistono due ipotesi:


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino e Quinto Vicentino § Storia.

Medioevo


La frazione ha condiviso le vicissitudini storiche del capoluogo solamente in parte, in quanto relegata ai margini del suo territorio e quasi interamente compresa nel “bosco della Canonica”, uno dei più vasti della pianura vicentina di cui si trova traccia nei documenti fin dal XIII secolo, così denominato perché di proprietà del capitolo dei Canonici del Duomo di Vicenza. Di vasta superficie, pari a non meno di 1200 - 1500 campi che ricopriva anche i territori limitrofi di San Pietro in Gu, Villalta e Gazzo[5], era interamente occupato da boschi, acquitrini e paludi fino a quando (già fin dalla fine del XIII secolo) ebbero inizio i grandi interventi di disboscamento e dissodamento per adibire il terreno alla coltivazione agraria, lasciandone immutate solamente alcune piccole porzioni (custodite da palizzate) per permettere lo stazionamento e lo sviluppo di animali selvatici da cacciare[6].

Tanto il Barbarano[7] che il Pagliarini[8] fanno cenno ad un "fortissimo castello", posseduto in questa località dai nobili da Lanzè che si erano insediati sul posto sin dal secolo XII. In realtà non sono rimasti antichi documenti che ne parlino, ma è verosimile che il castello sia stato costruito da questi nobili e che - come molti altri - sia stato notevolmente danneggiato durante le lotte tra vicentini e padovani[9].

La piccola comunità, identificata allora con la chiesa locale, visse separata da quella di Quinto, che posta ai confini della città poteva godere di maggiori collegamenti e, quindi, di sviluppi e rapporti commerciali. Solo a partire dal XVI secolo iniziò a condividere con Quinto e Valproto le vicissitudini post medioevali fino ai nostri giorni.

Anche la chiesa parrocchiale fu soggetta, in tempi diversi, alle pievi limitrofe (Bolzano, San Pietro in Gu e Villalta), prima di vedersi riconosciuta quale entità autonoma dopo la prima metà dell'Ottocento.


Monumenti e luoghi d'interesse


Villa Galvanin Rigon
Villa Galvanin Rigon
Villa GorgoBenetti
Villa GorgoBenetti
Mulino di Lanzè
Mulino di Lanzè

Tra le varie testimonianze dell'edilizia rurale antica, i principali tutt'oggi in buono stato conservativo, sono:


Economia


La zona industriale del comune di Quinto Vicentino si trova ai confini del territorio di Lanzè e rappresenta un polo di attrazione della manodopera comunale. Oltre a questa, però, Lanzè è anche sede di due imprese specialistiche di lavorazione di materie plastiche e di una impresa chimica, che impiegano diversi lavoratori locali ed extracomunali.

Il paese non ha tuttavia abbandonato le tradizioni agricole, indissolubilmente legate all'allevamento, per lo più bovino: il paesaggio è caratterizzato da prati stabili irrigui e coltivazioni di mais. Il latte prodotto viene lavorato principalmente per la produzione di grana Padano.


Note


  1. Ufficio anagrafe comunale, consultato il 2 aprile 2012
  2. Sergio Rossi, Comune e parrocchia a Quinto Vicentino dall'unificazione all'avvento del fascismo, Vicenza, 1990, p. 9
  3. Dante Olivieri, Toponomastica veneta, Roma, Istituto per la collaborazione culturale, 1961
  4. Gaetano Maccà, Storia del territorio vicentino, Caldogno, 1812-1816
  5. Domenico Bortolan, Origine delle decime del capitolo vicentino. Memorie storiche. Vicenza, 1887, p. 29
  6. Giovanni Pellizzari, Terra e tempo a Quinto Vicentino. Vicenza, 1981
  7. Historia ecclesiastica della città, territorio, e diocese di Vicenza, VI, p. 151
  8. Battista Pagliarino, Croniche di Vicenza, 1663, III, 168
  9. Antonio Canova e Giovanni Mantese, I castelli medievali del vicentino, Accademia Olimpica, Vicenza, 1979, p. 88
  10. Gaetano Maccà, Storia del territorio vicentino, V, Caldogno, 1813, p. 183
  11. Lanzè, op. cit, pp. 28-33
  12. Lanzè, op. cit, p. 33-40
  13. Sergio Rossi, Comune e parrocchia a Quinto Vicentino dall'unificazione all'avvento del fascismo, Vicenza, 1990, p. 142
  14. Lanzè, op. cit, p. 46-47

Bibliografia


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