Forlimpopoli (AFI: /forlimˈpɔpoli/[5]; Frampùl o Frampùla in romagnolo[6]; Forum Popilii in latino) è un comune italiano di 13 018 abitanti[1] della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. Dal 2013 fa parte dell'Unione dei comuni della Romagna Forlivese che racchiude in tutto 15 comuni del territorio con capoluogo la città di Forlì.
Forlimpopoli comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Forlì-Cesena |
Amministrazione | |
Sindaco | Milena Garavini (lista civica Forlimpopoli Noi - Partito Democratico - Partito Repubblicano Italiano) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 44°11′N 12°08′E |
Altitudine | 30 m s.l.m. |
Superficie | 24,46 km² |
Abitanti | 13 018[1] (31-8-2022) |
Densità | 532,22 ab./km² |
Frazioni | Sant'Andrea in Rossano, San Pietro ai Prati, San Leonardo in Schiova e Selbagnone[2] |
Comuni confinanti | Bertinoro, Forlì |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 47034 |
Prefisso | 0543 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 040013 |
Cod. catastale | D705 |
Targa | FC |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona D, 2 082 GG[4] |
Nome abitanti | forlimpopolesi |
Patrono | san Rufillo |
Giorno festivo | 16 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Forlimpopoli nella provincia di Forlì-Cesena | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il territorio è pianeggiante. Il centro urbano è situato sulla Via Emilia (SS9) a 9 chilometri di distanza da Forlì e 12 chilometri da Cesena.
Il nome di Forlimpopoli è di chiara origine romana (Forum Popilii o Forum Livii Popilii) e deriva molto probabilmente da quello del console Publio Popilio Lenate, che avrebbe fondato la città nel 132 a.C..[senza fonte]
|
Questa voce o sezione sull'argomento storia è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali.
|
Il territorio fu abitato sin dal paleolitico inferiore, come testimoniano alcuni manufatti di selce trovati in anni recenti; si tratta di ciottoli scheggiati, simili a quelli del più famoso giacimento di Monte Poggiolo (Forlì) e fabbricati da individui appartenenti al gruppo dell'Homo erectus, circa 700 000 anni fa. In epoca protostorica il territorio fu percorso e abitato da genti dell'età del bronzo e successivamente sia dagli Umbri, che scendevano dall'Appennino, sia dai Galli provenienti dalla Pianura Padana.
Nel territorio forlimpopolese sono ancora oggi visibili tracce di tre successive centuriazioni, che testimoniano l'opera di bonifica agraria e di colonizzazione della pianura effettuata dai Romani a partire dal II secolo a.C.; certamente l'antica via Emilia costituiva l'asse fondamentale del reticolato urbano della città romana. Nel I secolo a.C. Forum Popili divenne un municipium, centro coordinatore di un vasto territorio confinante con quelli di Caesena, Forum Livii (Forlì), Mevaniola e Sarsina.
Forum Popili si avvantaggiava della vicinanza con il porto ravennate di Civitas Classis, dal quale arrivavano merci e idee provenienti anche dall'oriente, come dimostra la scoperta di una stele funeraria databile al tardo III secolo. Nel V secolo Forlimpopoli divenne sede episcopale. Il suo primo vescovo, secondo la devozione popolare, sarebbe stato l'ateniese Rufillo; sul luogo ritenuto il suo sepolcro, appena fuori dell'abitato, sorse un'abbazia benedettina.
A partire dal III secolo ebbe inizio un periodo di decadenza economica della città, che si protrasse per tutto l'Alto Medioevo, durante il quale la pianura fu sommersa da disastrose inondazioni e ampie zone coltivate furono abbandonate dagli agricoltori.
Nella seconda metà del VI secolo l'Italia fu divisa in due a causa dell'invasione dei Longobardi. Forlimpopoli rimase sotto il dominio bizantino e alla fine del secolo entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna. Alla metà del VII secolo gli abitanti di Forlimpopoli impedirono al re longobardo Grimoaldo, in marcia verso il centro-sud della penisola, di attraversare il proprio territorio. Grimoaldo, si vendicò al ritorno, radendo al suolo la città (tra il 661 e il 671).[senza fonte] Dopo la fine del dominio bizantino in Italia, nell'VIII secolo Forlimpopoli entrò a far parte della sfera d'influenza della Chiesa di Ravenna. Nel 943 è attestata una fortificazione, designata castrum novum sui documenti dell'epoca. Attorno al sito sorsero una pieve e un nuovo centro abitato[7].
Nel 1044 Michele di Silvestro Merenda ricevette l'incarico da parte di Scarpetta Ordelaffi di edificare la Civitas Nova.
Seguì la conquista dell'autonomia comunale: documenti dell'epoca ci informano della presenza a Forlimpopoli di consoli e successivamente di un podestà.
Nel secolo XIII la cittadina entrò nell'orbita della famiglia degli Ordelaffi che da Forlì cercava di estendere la propria influenza sulla Romagna.
L'azione degli Ordelaffi fu contrastata dalla Santa Sede che riconquistò il territorio grazie all'energica azione del cardinale Albornoz. Nel 1360 il cardinale scampò ad un attentato tesogli a Forlimpopoli. L'anno seguente ordinò una rappresaglia: la città fu parzialmente distrutta e le fu tolta la sede vescovile, trasferita nella vicina Bertinoro[8]. In luogo della cattedrale distrutta fu costruita una fortezza, tuttora esistente. Nella Descriptio provinciæ Romandiolæ del 1371, Forlimpopoli viene rinominata Salvaterra. Pochi anni dopo, Sinibaldo Ordelaffi, fatta la pace con la Chiesa, fece risorgere Forlimpopoli, con la costruzione di mura cittadine ed il ripristino del toponimo originale.
Nei secoli XV e XVI Forlimpopoli fu posseduta da diversi signori, tra i quali Caterina Sforza e Cesare Borgia. Nel 1535 la città fu concessa dal papa Paolo III, come feudo perpetuo, ad Antonello Zampeschi, alla cui morte successe Brunoro II Zampeschi, che divenne un valoroso condottiero al servizio di Venezia, del papa, del duca di Savoia e del re di Francia. Dal 1592 la Rocca passò ai principi Savelli, che rilevarono i beni degli Zampeschi, e quindi al cardinale Capponi. La successione della famiglia va identificata e riferita al figlio naturale di Antonello Zampeschi: Organtino il Gamorano (o Gammarano). Ultimo erede fu Cosimo Cammarano Zampeschi
Dopo la parentesi napoleonica, Forlimpopoli tornò sotto il governo pontificio. Durante il Risorgimento la cittadina partecipò attivamente ai moti liberali, in particolare a quelli del 1831. Nel 1851 fu saccheggiata dalla banda del famigerato brigante Stefano Pelloni, detto "il Passatore"; tra le vittime della rapina vi furono anche il padre e una sorella di Pellegrino Artusi.
Nel 1890 fu istituita una Regia Scuola Normale Maschile per la preparazione degli insegnanti elementari, grazie anche al sostegno del poeta Giosuè Carducci che si interessò direttamente per l'ottenimento dell’autorizzazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione. Nei primi decenni il direttore fu il fratello del poeta, Valfredo Carducci. A quest'uultimo è tuttora intitolato l'istituto, oggi denominato Liceo delle Scienze Umane.
Negli anni Trenta vennero costruiti vari edifici nello stile dell'epoca, tra cui nel 1935 quello della Gioventù italiana del littorio, attualmente adibito a polo liceale. Durante la seconda guerra mondiale Forlimpopoli fu gravemente danneggiata dal passaggio del fronte e diversi suoi abitanti parteciparono alla Resistenza, fino alla liberazione della città, avvenuta il 25 ottobre dell'anno 1944.
Il Comune fa parte dell'Associazione "Borghi Autentici d'Italia" e del Movimento Patto dei Sindaci.
Abitanti censiti[11]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1 098 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Accanto alla lingua italiana, è parlata anche la lingua romagnola nella sua locale variante, rientrante nell'area dialettale della pianura ravennate-forlivese.
È il centro culturale cittadino. Comprende la Biblioteca civica e un centro di cultura gastronomica. Inaugurata nel 2007, Casa Artusi comprende ristorante, cantina e museo[12]. Nella biblioteca sono conservate: la Collezione Artusiana (archivio e libreria di Pellegrino Artusi, tutte le edizioni del manuale culinario La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene e la letteratura sull'Artusi) e la Raccolta di gastronomia italiana (collezione storica e moderna di libri, riviste, documenti multimediali di argomento gastronomico).
Con un'economia basata su artigianato e agricoltura in cui spiccano le coltivazioni di pesche e barbabietole, il comune gode dell'indotto economico determinato dalle grandi industrie presenti nella zona limitrofa forlivese. È stata sede, per molti anni, di un importante zuccherificio poi smantellato.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1995 | 2004 | Maurizio Castagnoli | Democratici di Sinistra | Sindaco | |
2004 | 2014 | Paolo Zoffoli | Democratici di Sinistra/Partito Democratico | Sindaco | |
2014 | 2019 | Mauro Grandini | Partito Democratico | Sindaco | |
2019 | in carica | Milena Garavini | Partito Democratico | Sindaco | |
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 124366160 · LCCN (EN) n82239172 · J9U (EN, HE) 987007557421105171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n82239172 |
---|
Portale Romagna: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Romagna |