Filaga (La Filaca in siciliano; in passato Borgo San Ferdinando) è l'unica frazione di 220 abitanti di Prizzi, comune italiano della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
Filaga frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 37°41′36.35″N 13°28′03.32″E |
Altitudine | 830 m s.l.m. |
Abitanti | 220 (2001) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 90030 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | sant'Antonio abate |
Cartografia | |
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Posta in una conca a 828 m s.l.m., è circondata da montagne che superano i 1 000 metri di altezza.
È un piccolo borgo rurale, sorto sui resti dell'antico casale bizantino di La Filaca, lungo una delle vie di comunicazione tra i territori di Palermo e Agrigento.
Nei pressi della borgata sono stati rinvenuti reperti dell'età del rame. Il feudo inizialmente fu donato dai Normanni ai monaci di San Cristofaro di Fossanova.
L'attuale borgo è stato fondato alla fine del XVIII secolo, su progetto dell'architetto Carlo Chenchi, e fu denominato San Ferdinando Buonriposo.
Il toponimo deriverebbe dal greco bizantino φυλακεῖον, «posto di guardia»[1], o da φάκλα, «fiaccola»[2].
Dal 1814 al 1859 fu frazione del comune di Bivona, facendo parte del distretto di Bivona in provincia di Girgenti. Contava allora una popolazione di poche decine di abitanti, che talvolta non venivano nemmeno annoverati nei rilievi demografici.
Con decreto del 16 giugno 1859, il re Francesco II dispose che la borgata di San Ferdinando, cessando di far parte del Comune di Bivona in Provincia di Girgenti, è riunita al Comune di Prizzi nella città metropolitana di Palermo, per tutti i rami amministrativo, giudiziario e finanziero. In epoca fascista al borgo viene riassegnato il vecchio nome di Filaga.
Oggi la borgata è meta di villeggiatura estiva grazie alla salubrità dell'aria e ad un paesaggio incontaminato.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Filaga. |
Per alcuni decenni è stata anche un nodo ferroviario, infatti a partire dagli anni dieci vi giungeva una ferrovia a scartamento ridotto 950 mm, gestita dalle Ferrovie dello Stato ed esercitata con materiale di trazione trainato dalla locomotiva FS R.370, che partiva da Lercara Bassa (sulla linea a scartamento ordinario Palermo - Agrigento) e giungeva a Magazzolo, stazione della ferrovia Castelvetrano Porto Empedocle, linea a scartamento ridotto che collegava Castelvetrano (TP) a Porto Empedocle (AG). Proprio da Filaga (già Bivio Filaga) si diramava un tratto di linea, sempre a scartamento ridotto con cremagliera Strub, che attraverso Prizzi giungeva a Palazzo Adriano. La stazione venne chiusa insieme con le linee che vi afferivano nel 1959 e dopo decenni di abbandono è stata di recente restaurata per utilizzarla come struttura di supporto alle imprese zootecniche del circondario.
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