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Cotignola (Cudgnôla in romagnolo[4]) è un comune italiano di 7 339 abitanti della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.

Cotignola
comune
Cotignola – Veduta
Cotignola – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Ravenna
Amministrazione
SindacoLuca Piovaccari (PD) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate44°23′N 11°56′E
Altitudine19 m s.l.m.
Superficie35,14 km²
Abitanti7 339[1] (30-4-2022)
Densità208,85 ab./km²
FrazioniBarbiano, Budrio, San Severo di Cotignola, Cassanigo, Zagonara
Comuni confinantiBagnacavallo, Bagnara di Romagna, Faenza, Lugo, Solarolo
Altre informazioni
Cod. postale48033
Prefisso0545
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT039009
Cod. catastaleD121
TargaRA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 476 GG[3]
Nome abitanticotignolesi
Patronosanto Stefano
Giorno festivo26 dicembre
Cartografia
Cotignola
Cotignola – Mappa
Cotignola – Mappa
Posizione del comune di Cotignola nella provincia di Ravenna
Sito istituzionale

Geografia e clima


Cotignola si trova nel settore nord-occidentale dell'ampia e fertile pianura alluvionale che circonda Ravenna, sulle sponde del fiume Senio, circa a metà strada tra Faenza e Lugo.


Origini del nome


Il documento più antico che riporta il nome Cotoniola risale al 1º febbraio 919: si tratta di una pergamena[5] nella quale si legge che l'arcivescovo di Ravenna Costantino (914 – † 920) concedeva le terre poste «nei fondi di Cotoniola e Flumisiana» della Pieve di Santo Stefano in Panigale (il più antico luogo di culto nel territorio cotignolese). «Panigale» è riferito ai terreni in cui si coltivava il panico, una graminacea diffusa nei tempi antichi. Nel documento, Cotoniola non indica un toponimo, ma è il nome di un fondo sito nella giurisdizione di Santo Stefano in Panigale.
Sono state formulate diverse ipotesi per spiegare l'origine del nome. Quella oggi più accreditata lega la provenienza del toponimo alla particolare attitudine del terreno alla coltivazione della mela cotogna. A testimonianza di ciò, il fatto che questa venne assunta come simbolo nello stemma del Comune.[6]


Storia



Dal Medioevo al Regno d'Italia


Nota come Cotoniola sin dal 919 (vedi supra), dal territorio il nome passò a indicare il centro abitato. La prima attestazione del toponimo (nella forma Gudignola) si ha in una pergamena del 1177[7]. Nel 1217 i Faentini, per contrastare l'attivismo dei conti di Cunio, un casato in rapida espansione nel territorio tra Faenza e Bagnacavallo, fortificarono il centro abitato dotandolo di una rocca[7]. La rocca passò di mano più volte dai Faentini ai Cunio, i quali si trasferirono nella vicina Barbiano, poi lasciarono la Romagna con l'investitura nel 1431 da parte del Duca di Milano della contea di Belgioioso[8]. Nel 1274 i forlivesi edificarono un nuovo fortilizio su richiesta del comune di Faenza. Reclutarono la truppa prendendo uomini di Forlì "levati per la maggior parte dal Borgo de Cotogni": per questo il castello viene denominato Cotogniola[7].

Dal Milletrecento fino alla prima metà del Quattrocento, per quasi due secoli Cotignola venne conquistata e riconquistata dai signori locali: nel 1411 divenne feudo di Muzio Attendolo, che ottenne per la città natale il titolo di contea. Muzio Attendolo fu signore di Cotignola fino alla morte, avvenuta nel gennaio 1424. I suoi beni furono ereditati dal figlio Francesco Sforza che, nel 1450 divenne duca di Milano. Con la fondazione del Ducato di Milano, la contea di Cotignola divenne uno dei possedimenti del principe milanese.

Spiega lo storico locale Alfredo Toschi:

«La prerogativa che contraddistingue Cotignola da città anche più grandi ed importanti è quella di aver dato origine ad una delle casate principesche più note e potenti del Rinascimento: gli Sforza. Il loro capostipite, Muzio Attendolo detto Sforza, scelta la vita militare, partì da Cotignola fino a divenire un celebre capitano di ventura. Sulla sua scia il figlio Francesco Sforza divenne duca di Milano, importantissima città che la dinastia sforzesca governò per oltre un secolo.»

Ludovico Maria Sforza concesse a Cotignola il titolo di città nel 1494. Nel 1499 gli Sforza furono cacciati dal re di Francia Luigi XII, il quale s'impadronì del Ducato di Milano. Nel 1502 il re di Francia patrocinò il matrimonio tra Lucrezia Borgia e il duca di Ferrara Alfonso I d'Este. A titolo di ricompensa per essersi accasato con i Borgia Luigi XII donò agli Este Cotignola[9]. Cotignola fu annessa, insieme ad altri territori della Bassa Romagna, al Ducato di Ferrara.

Con l'estinzione della dinastia estense, nel 1598, Cotignola passò allo Stato Pontificio (nella Legazione di Ferrara), sotto il quale rimase per quasi tre secoli (a parte gli anni 1796-1814, periodo di dominazione napoleonica). Nella seconda metà del XVIII secolo vivevano in paese circa 1.500 abitanti. Nel 1688 il paese fu quasi interamente distrutto da un terremoto.

Alla metà del XIX secolo il territorio di Cotignola fu insanguinato dalla feroce banda del Passatore. La sera del 17 gennaio 1850 egli attaccò la cittadina e prese in ostaggio i gendarmi pontifici e parte degli abitanti. Si fece consegnare un bottino pari a 4.500 scudi[10]. Dopodiché i briganti seviziarono un gendarme che aveva preso parte all'uccisione del fratello di Giazzolo, uno dei più fidati sgherri del Passatore. Successivamente furono condotti[Quante persone?] sul ponte sul fiume Senio, torturati e, moribondi, gettati nel fiume Senio da due ex-gendarmi[11].

Con l'annessione delle Legazioni pontificie al Regno di Sardegna (1859), il comune di Cotignola fu incluso nella Provincia di Ravenna (annessione sancita con i plebisciti del 1860).


Novecento


Vittorio Zanzi (1886-1985)

Già combattente della prima guerra mondiale, decorato di due medaglie d'argento e una di bronzo, fu consigliere comunale per il Partito repubblicano prima della Marcia su Roma.

Nel giugno 1943 fu nominato Commissario prefettizio dal regime. Rimanendo fedele ai suoi precetti morali, Zanzi si pose all’interno del fascismo e ne usò il potere per soccorrere chiunque venisse perseguitato per le proprie idee o per la religione. Potendo gestire in autonomia l’apparato comunale cui era a capo, promosse e coordinò una rete di solidarietà volta a garantire la clandestinità e la salvezza anche a numerose famiglie di origine ebraica.

Vedi Cristina Tassi, Quarantuno di noi. Storia e storie degli ebrei di Cotignola, Longo, Ravenna 2020, pp. 83 e segg.

Durante la prima guerra mondiale, nelle operazioni aeree di guerra si distinse particolarmente il sergente maggiore Giannetto Vassura. Cotignolese, ultimo di cinque fratelli, Vassura fu inquadrato come pilota da bombardamento. Cadde il 27 ottobre 1918 nell'abbattimento del suo Caproni Ca.3 sui cieli di Vittorio Veneto. Decorato della medaglia d'argento al valore militare nel 1919, gli venne intitolato l'aeroporto militare di Rimini nel 1929[12].

Cotignola subì in modo particolarmente duro le vicende della seconda guerra mondiale: la vicinanza al fiume Senio, dove si arrestò il fronte per sei mesi nell'inverno 1944-1945, fu causa dei ripetuti bombardamenti alleati, che rasero al suolo la città (fu distrutto l'80% degli edifici urbani). I bombardamenti furono interrotti nell'aprile 1945 grazie all'operazione "Bandiera bianca". Leno Casadio, capo partigiano, e don Stefano Casadio, sacerdote e cappellano militare[13], attraversarono insieme il Senio e raggiunsero da soli, innalzando una bandiera bianca, il campo degli Alleati. Convinsero gli anglo-americani ad arrestare i bombardamenti, perché gli unici tedeschi rimasti erano stati fatti prigionieri dai partigiani.[14]

Dopo la guerra, si contarono 270 vittime civili su una popolazione di circa 7.000 residenti (circa 4.800 furono invece gli sfollati). La città fu ricostruita rispettando l'impianto urbanistico preesistente.

Nel dopoguerra Cotignola è diventata un polo attrattivo per rilevanti attività produttive, in svariati settori, fra cui agroindustria, metallurgia, chimica, meccanica di precisione e sanità.


Onorificenze


Luigi Varoli (1889-1958)

Amico di lunga data di Vittorio Zanzi, Luigi Varoli fu suo stretto collaboratore nella realizzazione della rete di solidarietà ed ospitalità che permise a tutti gli ebrei arrivati a Cotignola di salvarsi la vita. All'inizio degli anni quaranta Varoli era docente di disegno al liceo scientifico di Lugo. Dirigeva inoltre una scuola d'arte e mestieri a Cotignola, che lui stesso aveva fondato nei primi anni venti. Era molto conosciuto in paese. Varoli aveva sposato Anna Cortesi, cugina di Vittorio, quindi i due erano legati anche dalla parentela acquisita. Inoltre abitavano entrambi in corso Sforza. La casa di Varoli era un luogo d'incontro di gente d'ogni estrazione, credo e ideologia. Durante la guerra fu frequentata anche da fascisti e da ufficiali tedeschi. Dopo l'8 settembre e l'occupazione nazista del Nord Italia, Varoli riuscì a mantenere una posizione di equidistanza tra le parti in causa, che gli permise di dare una concreta possibilità di salvezza a quanti si sentivano in pericolo di vita. Dall'ottobre 1943 tenne nascosto per ben sei mesi Guido Ottolenghi, italiano di religione ebraica, che in questo modo riuscì ad evitare i rastrellamenti[15].


Vedi Cristina Tassi, Quarantuno di noi. Storia e storie degli ebrei di Cotignola, Longo, Ravenna 2020, pp. 123 e segg.

La città vanta la Medaglia d'argento al valore civile per l'impegno degli abitanti nel salvare 41 ebrei dalle persecuzioni razziali nel periodo dell'occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. Il commissario prefettizio dell'epoca, Vittorio Zanzi, riuscì a fornire loro dei documenti falsi, facendoli stampare dagli impiegati dell'anagrafe[16]. Nessuno degli ebrei che passarono da Cotignola venne denunciato né catturato. Nel 1987 il Comune ha inaugurato un «parco della memoria» che ricorda i nomi dei salvati e dei salvatori. Al centro del parco una stele riporta i nomi degli ebrei ospitati a Cotignola e quelli dei cotignolesi che diedero loro rifugio. Attorno ad essa si stende un boschetto di 41 alberi (tanti quanti gli ebrei salvati) con al centro un cedro del Libano, l'albero simbolo di Israele, davanti al quale sono posti sei grossi sassi che simboleggiano i 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah[17].

In Israele, in uno dei parchi del Kren Kayemet, 500 alberi sono stati piantati a cura delle famiglie salvate in segno di gratitudine. Il 25 marzo 2002, i cotignolesi Vittorio e Serafina Zanzi, il pittore Luigi Varoli e la moglie Anna sono stati insigniti del riconoscimento di Giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem a Gerusalemme[18].


Monumenti e luoghi d'interesse


Il monumento più antico conservato a Cotignola è la stele funeraria di un cittadino romano (Caio Vario). La stele, Databile fra il 30 e il 40 d.C., fu rinvenuta nel 1817.


Architetture religiose


A Cotignola
A Barbiano
A Budrio
A San Severo

Architetture civili e militari



Aree naturali


Area di riequilibrio ecologico

L'area del fiume Senio collocata tra la località Chiusaccia e il ponte della ferrovia Faenza-Lavezzola è considerata Sito di importanza comunitaria (Sic) - Zona di protezione speciale (Zps). La vegetazione riparale, che interessa un tratto di fiume, è funzionale alla conservazione dell'habitat, nonché di flora e di fauna autoctone[23].

Parco Pertini

Il parco Pertini è sia un parco cittadino (dotato di percorso-vita e servizio di ristorazione), sia un'area naturale. Caratteristica del parco sono i due ampi bacini, opera umana realizzata alla fine degli anni settanta del XX secolo. L'origine è casuale: in seguito ad abbondanti piogge, i contadini decisero di scavare un bacino artificiale per liberare i campi coltivati dall'acqua. Attorno al bacino furono creati successivamente un percorso protetto (per podisti, ciclisti e pattinatori), un secondo bacino e un campo sportivo. In particolare, il secondo bacino, chiamato "Lago dei Gelsi", riveste la funzione di oasi protetta per l'avifauna. Attorno al lago crescono anche numerose specie di flora selvatica, che vengono lasciate crescere spontaneamente. Nel tempo si sono sviluppate una flora caratteristiche ed una fauna, ittica e ornitologica, di pregio.


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[24]


Etnie e minoranze straniere


Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 585 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:


Religione


Nel comune di Cotignola sono presenti cinque parrocchie facenti parte di due diocesi diverse:

A Cotignola sono vissuti due monaci e una monaca che la Chiesa ha proclamato beati: Antonio Bonfadini (1400-1482), Alberto Marchesi († 1531) e Cecilia Attendoli († 1531). Il primo è chiamato affettuosamente "il santo"; in sua memoria si tiene ogni lunedì di Pasqua la "Festa del Santo".
I Frati minori osservanti sono stati presenti per secoli in paese. Il loro convento fu edificato nel 1483[25]; successivamente fu costruita la chiesa, in stile lombardo-gotico. Vi è sepolto il beato Antonio Bonfadini. I religiosi vennero soppressi nel 1805, riammessi nel 1823 e soppressi di nuovo nel periodo 1867-1880. Nel corso del XX secolo la loro presenza si è diradata finché nel 1964 gli ultimi frati rimasti sono stati trasferiti altrove.
In campo femminile, è esistito un monastero di Clarisse francescane intitolato a Santa Chiara e Santa Caterina. Fondato nel XVII secolo, terminò la sua esistenza nel 1805 a causa della soppressione da parte dei francesi[26].


Cultura



Musei


Casa Varoli.
Casa Varoli.

Museo civico "Luigi Varoli". Inaugurato nel 1991, è dislocato su due sedi: palazzo Sforza e Casa Varoli.[27][28]. La fonte delle collezioni è una sola: il pittore, scultore, musicista e maestro d'arte Luigi Varoli (1889-1958). A Palazzo Sforza è esposta la mostra permanente delle sue opere (la più conosciuta è il Ritratto della pittrice) e contiene la sezione archeologica contenente i reperti archeologici rinvenuti in zona (il più importante è la stele romana di Caio Vario). All'ultimo piano del palazzo si trova la sezione «Cotignola paese dei Giusti». Varoli, infatti, è Giusto tra le nazioni avendo nascosto nella propria abitazione degli ebrei per salvarli dai campi di sterminio.
Casa Varoli è allestita come una tipica residenza d'artista. Al primo piano sono ospitate numerose opere di Varoli: maschere in cartapesta, teste in terracotta, gessi, disegni, strumenti musicali (Varoli era anche musicista, diplomato in contrabbasso all'Accademia filarmonica di Bologna) e bozzetti in creta[29].

Il patrimonio museale di Cotignola comprende una seconda casa-museo: l'abitazione di Arialdo Magnani (1921-1999), pittore, poeta e ceramista allievo di Luigi Varoli.


Teatro


Dal 2011 è attiva l'associazione culturale «Cambio Binario». Ha valorizzato gli spazi inutilizzati della stazione ferroviaria ed ha creato una sala teatrale all'interno di un deposito dismesso. Ogni anno organizza una stagione teatrale che ha crescente risonanza in ambito provinciale.[30]


Eventi



Infrastrutture e trasporti



Strade


Il paese è raggiungibile tramite l'autostrada A14 dir uscendo al casello di Cotignola.


Ferrovie


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Cotignola.

La stazione ferroviaria di Cotignola è attiva sulla linea Faenza-Lavezzola.

La stazione ferroviaria di Barbiano è attiva sulla linea Castelbolognese-Ravenna.


Amministrazione


I Comuni di Cotignola, Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Conselice, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno formano insieme l'Unione dei comuni della Bassa Romagna.


Sindaci precedenti


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2 settembre 1985 7 agosto 1990 Gino Casadio PSI (Pentapartito) Sindaco
8 agosto 1990 23 aprile 1995 Walter Sacchetti PSI (Pentapartito) Sindaco
24 aprile 1995 14 giugno 2004 Giovanni Ceroni L'Ulivo Sindaco Confermato il 14 giugno 1999.
15 giugno 2004 25 maggio 2014 Antonio Pezzi Partito Democratico Sindaco Confermato il 9 giugno 2009.

Gemellaggi


Cotignola è gemellata con:


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 236, ISBN 88-11-30500-4.
  5. Oggi il documento è conservato nell'Archivio arcivescovile di Ravenna.
  6. Cenni storici di Cotignola, su comune.cotignola.ra.it. URL consultato il 30 dicembre 2013.
  7. Cotignola, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 5 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2018).
  8. Vincenzo Rizzo Zambonini dei Ritii, Barbiano di Belgiojoso. Genealogia di una famiglia (Vol. 1), Milano, 2020, pagg. 26 e 31.
  9. Vincenzo Farinella, Alfonso I d'Este. Le immagini e il potere, Officina Libraria, Milano 2014, p. 755.
  10. "Relazione del procuratore generale Migliarini" in L. Costa, Il rovescio della medaglia. Storia inedita del brigante Stefano Pelloni detto il Passatore, Faenza: Lega Editori, 1974, pp. 294-296.
  11. L. Costa, op. cit., p. 175.
  12. Presentazione del volume "Vassura: Il sogno e il volo" di Daniele Filippi, su comune.cotignola.ra.it. URL consultato il 30 novembre 2018.
  13. All'inizio della guerra prestò servizio sul fronte libico. Fu rimpatriato per un'intossicazione nel maggio 1941. Di stanza a Napoli, fu poi assegnato all'ospedale militare di Trieste. Dovette trascorrere un intero anno, dal 1942 al 1943, ricoverato per un riacutizzarsi del problema ai polmoni. Dopo l'armistizio fece la scelta di opporsi al fascismo repubblicano. Ferito da schegge di granata, contrasse il tetano e per questo poté scongiurare la deportazione. Il 30 ottobre 1943 fuggì dall'ospedale di Bolzano e raggiunse finalmente Cotignola, mettendosi al servizio della popolazione. Fu don Casadio, assieme ad Ettore Costa, l'ufficiale di stato civile, a trafugare i registri della popolazione per non doverli consegnare ai tedeschi. Rimasero nascosti nella chiesa del Suffragio fino alla liberazione. Vedi Cristina Tassi, op.cit.
  14. Commemorazione di Don Stefano Casadio, su comune.cotignola.ra.it. URL consultato l'11 maggio 2014.
  15. Gli altri componenti della famiglia Ottolenghi furono ospitati da Mario Tampieri, un contadino che viveva appena fuori dal paese. I loro nomi: Ada Ottolenghi Valabrega (la moglie), Luisella , Emilio ed Emma (i tre figli).
  16. Riccardo Michelucci, I Giusti di Cotignola e i 41 ebrei salvati, in Avvenire, 3 marzo 2021.
  17. ISREC - Progetto Linea Gotica (PDF), su istoricora.it. URL consultato il 6 dicembre 2021.
  18. Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45 (Mondadori: Milano 2006), pp. 233-35, 260.
  19. Cappella degli Sforza, su romagnadeste.it. URL consultato il 7 gennaio 2015.
  20. Santa Maria degli Angeli (Cotignola), su fratiminorier.it. URL consultato il 7 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  21. Convento di San Francesco di Cotignola, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 21 maggio 2022.
  22. Lucio Donati, Antichi edifici di culto nella pianura romagnola adiacente al fiume Senio, Stefano Casanova Editore, 2006, pp. 25-26.
  23. Area di riequilibrio ecologico Cotignola, su ambiente.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 21 ottobre 2019.
  24. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  25. Santa Maria degli Angeli (Cotignola), su fratiminorier.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2018).
  26. Claudia Baldini, "Comunità religiose femminili nella storia della «Romagnola»", in AA.VV., Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio, Lugo Walberti 2001, pp. 173-195.
  27. Museo Civico "Luigi Varoli" - Cotignola, su sistemamusei.ra.it. URL consultato il 6 gennaio 2018.
  28. Sito ufficiale, su museovaroli.it. URL consultato il 19 giugno 2020.
  29. Michela Ricci, Luigi Varoli, l'artista artigiano che amava sperimentare, in «Nuovo Diario-Messaggero», 4 febbraio 2021, pp. 30-31.
  30. «Eravamo quattro amici al bar», in Il nuovo Diario-Messaggero, 31 gennaio 2015. URL consultato il 15 febbraio 2015.
  31. Festa della Segavecchia, su romagnadeste.it. URL consultato il 6 gennaio 2018.
  32. Nell'Arena delle balle di paglia, su romagnadeste.it. URL consultato il 6 gennaio 2018.
  33. Il paese dove gli artisti fanno murales a tema e vanno a cena a casa dei cittadini, su ravennaedintorni.it. URL consultato il 15 aprile 2021.

Bibliografia



Voci correlate



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На других языках


[de] Cotignola

Cotignola ist eine Gemeinde mit 7375 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Ravenna in der italienischen Region Emilia-Romagna.

[en] Cotignola

Cotignola (Romagnol: Cudgnôla) is a comune (municipality) in the Province of Ravenna in the Italian region Emilia-Romagna, located about 50 kilometres (31 mi) southeast of Bologna and about 20 kilometres (12 mi) west of Ravenna.

[es] Cotignola

Cotignola es un municipio situado en el territorio de la Provincia de Rávena, en Emilia-Romaña, (Italia).

[fr] Cotignola

Cotignola (Cudgnôla en dialecte romagnol) est une commune italienne de la province de Ravenne dans la région Émilie-Romagne.
- [it] Cotignola

[ru] Котиньола

Котиньола (итал. Cotignola) — коммуна в Италии, располагается в регионе Эмилия-Романья, подчиняется административному центру Равенна.



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