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Colli di Monte Bove è una frazione di circa 200 abitanti[1] del comune di Carsoli (AQ), in Abruzzo.

Colli di Monte Bove
frazione
Colli di Monte Bove – Veduta
Colli di Monte Bove – Veduta
Foto panoramica di Colli di Monte Bove
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Comune Carsoli
Territorio
Coordinate42°05′49.9″N 13°09′27.1″E
Altitudine990 m s.l.m.
Abitanti206[1] (2011)
Altre informazioni
Cod. postale67065
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
TargaAQ
Nome abitanticolletani (localmente coglietani)
PatronoSan Berardo
Giorno festivoinizio di maggio
Cartografia
Colli di Monte Bove

Geografia fisica



Territorio


Il paese posto a 990 m s.l.m.[2] sul versante occidentale del monte Guardia d'Orlando (1353 m s.l.m.), lungo la catena montuosa dei monti Carseolani, tra i territori comunali di Carsoli e Tagliacozzo. Il paese è dominato dai resti del castello edificato dai conti dei Marsi tra il X e il XI secolo. Il nucleo urbano è situato lungo il tracciato originario dell'antica via Tiburtina Valeria e della strada statale 5 Via Tiburtina Valeria adeguata negli anni venti del Novecento.

Colli di Monte Bove dista circa 6 chilometri dal capoluogo comunale[1].


Origini del nome


La porta del paese
La porta del paese

Il borgo nel Medioevo veniva chiamato semplicemente Colli[3]. Nel Catalogus baronum, redatto dai Normanni nel XII secolo, appare con il nome Collem Zippam[4]. In seguito, solo oralmente veniva chiamato Colli Catena[4][5], toponimo associato alla dogana del passo di Colli, dove veniva tesa una catena di ferro, che inibiva il passaggio di bestiame e di mercanzie, che veniva rimossa solo dopo il pagamento della tariffa esposta su una lastra marmorea, collocata successivamente sulla porta d'ingresso del paese.

Con Regio decreto del 13 marzo 1887 acquisì il toponimo contemporaneo[6].


Storia


Il borgo ebbe origine da uno del posti avanzati dell'antica colonia romana di Carsioli. Posizionato in un punto strategico, fungeva da luogo di rifornimenti e sede di dogana. Sulla traccia di un'antica via preromana, il console Marco Valerio Massimo attorno al 286 a.C. fece costruire la via Tiburtina Valeria, importante arteria che servì a collegare il versante tirrenico e romano con le regioni italiche ed adriatiche, passando per il borgo di Colli. Avvenuta la dominazione longobarda a cominciare dal 591 sotto il dominio di re Agilulfo anche questo paese, come tutta la Marsica e la Valeria, fece parte del ducato di Spoleto.

Succeduto il dominio dei Franchi, Colli passò sotto il controllo dei Berardi conti dei Marsi fino all'avvento dei Normanni che divisero la contea dei Marsi in tre settori: Albe, Celano e la contea di Carsoli, alla quale il borgo appartenne. Come nel resto della regione anche qui si ebbero ripetute scorribande dei Saraceni, finché questi non furono definitivamente sbaragliati nel 916 tra Carsoli e Colli. Si ebbero pure, verso la metà del X secolo, pesanti danni dalle invasioni dei popoli ungari, sino alla loro sconfitta, nei pressi della chiesa di Santa Maria in Cellis.

I conti dei Marsi, tra il nono e decimo secolo, vi edificarono in posizione di altura una rocca quadrata, per premunire il borgo da possibili invasioni. Qui nacque nel 1079 dalla famiglia Berardi, san Berardo, figlio del conte Berardo e della contessa Teodosia[7], vescovo marsicano, cardinale e protettore del paese. Il re Carlo I D'Angiò portò a stabilirsi in questi luoghi le sue genti.

Secondo alcune fonti la Durlindana, la spada del paladino Orlando, sarebbe stata ritrovata nel territorio di Colli nel corso del XIV secolo[8]. La leggenda narra che il paladino spaccò in due la grande roccia con la propria spada e riposò nella fenditura dando origine al nome del monte Guardia d'Orlando[9], mentre Bovo d'Antona diede il nome al monte Bove[9].

In epoca contemporanea durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, il territorio subì i bombardamenti aerei degli Alleati anglo-americani mirati a bloccare all'altezza di Sante Marie, di Roccacerro e del valico del monte Bove le comunicazioni stradali e ferroviarie necessarie alla contraerea nazista[10].


Monumenti e luoghi d'interesse


La chiesa di San Nicola
La chiesa di San Nicola

Architetture religiose


Chiesa di San Nicola
Appare citata per la prima volta nell'elenco delle decime del 1324, tasse da versare alla Diocesi dei Marsi. Le opere più antiche visibili risalgono al XVI secolo. Presenta un prezioso affresco della Madonna del Rosario risalente al 1579[11]; della stessa epoca è l'affresco dell'Immacolata Concezione. L'antica statua della Madonna dei Bisognosi era inizialmente custodita nella chiesa scomparsa di san Giovanni, edificio di culto che si trovava all'interno del castello[12]. Gli altari tre altari, in stile barocco, racchiudono le tele della Natività, delle Anime Sante del Purgatorio e la principale, posta nell'altare maggiore, quella di San Nicola di Bari. La tela di san Nicola copre completamente un'antica raffigurazione della Crocifissione, datata secolo XVI. Le nicchie ai lati dell'altare sono del 1739, come la nicchia che contiene la statua della Madonna dei Bisognosi; a tale immagine sacra venne attribuita la liberazione del paese dal colera del 1855. : L'organo a canne, posto in cantoria è del XVIII secolo, opera attribuita al maestro organaro Cesare Catarinozzi di Affile. Proveniente dal monastero di Santa Scolastica di Subiaco, trovò la collocazione nella chiesa di san Nicola, nei primi anni del '900. :
Grotta di Sant'Angelo
Detta anche eremo di Sant'Angelo di Monte Bove, è una cavità rocciosa adattata a chiesa rupestre. Presenta intonaci e pitture murali sull'arco esterno e internamente nella cappella absidale. Il ciclo pittorico di autore ignoto è databile alla seconda metà del XIII secolo[13], riconducibile all'arte bizantina[12]. L'arco esterno, completamente affrescato, raffigura al centro l'immagine della "Virgo Lactans" alla quale la popolazione locale è molto devota. In passato le partorienti facevano uso di una pianta che cresceva all'interno della grotta, per favorire l'allattamento. Si tratta dell'Umbilicus rupestris, dette "Capellette". Ai lati della vergine, sono presenti due martiri: Santa Lucia e Santa Margherita. Chiude il ciclo pittorico San Biagio da un lato (riconoscibile dalla scrittura in latino "Blasius") e San Michele Arcangelo, al quale è intitolata la grotta. nel piano inferiore, vi è la raffigurazione del Cristo Pantocratore. A testimonianza della maestosità della grotta, si narra che San Gaspare del Bufalo, rimanendo estasiato, inginocchiandosi all'ingresso esclamò: "Beati coloro che qui furono". : La grotta è raggiungibile facilmente dal cimitero di Colli, percorrendo una strada sterrata e ben segnalata per circa 2 km. Recentemente è raggiungibile seguendo il tratto Colli-Pietrasecca del "Cammino del Cavaliere". :
Chiesa di San Berardo
Edificio di culto dedicato a Berardo dei Marsi, santo e patrono della Marsica, nato nel castello di Colli. Presenta opere del XVII secolo, tra le quali due raffigurazioni di miracoli operati per intercessione del santo, avvenuti a Colli: la conversione di Fabrizio de Ambrosio, servitore della famiglia Colonna e il miracolo di un bambino caduto dal dirupo nei pressi della chiesa, al quale venne ridata la vita[6][12]. All'interno della chiesa accaddero degli eventi prodigiosi, testimoniati dalla popolazione. Nel 1831, un distaccamento dell'esercito del Regno di Napoli, stabilì il corpo di guardia all'interno della chiesa. Dopo aver insultato la statua di San Berardo che si ergeva sull'altare maggiore, vennero messi in fuga da misteriose percosse durante la notte. : Un abitante di Monte Sabinese, affetto da un grave tumore al braccio, ritrovò l'uso totale dell'arto dopo averlo cosparso dell'olio della lampada votiva. : Recentemente, grazie all'interessamento dell'Amministrazione dei Beni degli Usi Civici di Colli, sono stati riscoperti diversi affreschi del XVII secolo. La chiesa presenta altre opere minori. La tela di Santa Lucia e la tela raffiguranti i tre apostoli Giacomo, Pietro e Paolo, opera del pittore Luigi Giannantonj di Tagliacozzo. Dello stesso autore è l'antico stendardo della confraternita di San Berardo, datato 1859. La Confraternita di San Berardo di Colli, nata ufficialmente il giorno 8 dicembre del 1857, ma presente a Colli almeno da 200 anni prima, da sempre si occupa della manutenzione della chiesa. nel 1884, per salvare l'altare maggiore dall'umidità venne creata l'atuale sagrestia a forma di cavallo.

Architetture militari


Il castello dei conti dei Marsi, fu edificato nel X o XI secolo, dalla famiglia di origine franca, discendente da Carlo Magno, che si stabilì in queste zone a partire dal 926, grazie al capostipite Berardo "il Francisco", che accompagnò re Ugo di Provenza, nella sua discesa in Italia. Il castello-recinto conteneva la residenza dei conti marsicani e la chiesa di San Giovanni Battista, oltre ad altre costruzioni. Dopo i conti dei Marsi, il castello fu di proprietà degli Orsini, in seguito a diverse dispute contro Francesco De Ponte, che deteneva la fortezza in modo illegale. Con l'avvento dei Colonna, nel 1497, il castello venne progressivamente abbandonato. La famiglia di origini romane costruì la propria residenza nella parte bassa del paese, lungo la via Valeria (oggi via Trento) Il palazzo Colonna, di cui rimane solo l'antico portale, insieme alla fonte monumentale che presenta lo stemma della famiglia e alla chiesa di sant'Antonio Abate. Con l'abbandono del castello, venne abbandonata la chiesa di San Giovanni Battista, soppressa nel 1814. Intanto, nel 1739, la statua lignea della Madonna dei Bisognosi situata nella chiesa del castello, trovò la collocazione nella chiesa parrocchiale di san Nicola. Le costruzioni all'interno del castello vennero definitivamente distrutte nel 1820, quando 200 carbonari si rifugiarono dentro l'antica fortezza per contrastare l'avanzata dell'esercito austriaco. Della struttura rimangono visibili solo le mura di cinta e la torre centrale, coperte da una folta pineta[12][16].


Siti archeologici


Veduta dei monti Carseolani da Colli
Veduta dei monti Carseolani da Colli

Le aree d'interesse archeologico sono situate nei pressi dei resti della torre dell'antico castello di Colli e dell'area adiacente alla via Valeria compresa tra le località di Santa Lucia e Fontevecchia[17]. In questo luogo chiamato "Ara della Trebbia" sono visibili massi imponenti di sostruzione, del III secolo a.C. A circa due chilometri da Colli una colonna miliare sarebbe stata asportata da un tratto della via Tiburtina Valeria e successivamente posizionata davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Sorbo di Tagliacozzo[18]. un'altra colonna miliare è collocata nell'atrio del comune di Tagliacozzo, che si trovava nel tratto Colli-Roccacerro.

L'antica Via Valeria venne distrutta nel 1806, per ordine del governo borbonico, per contrastare l'avanzata francese. Dei poderosi muri che erano ancora ben visibili nel territorio di Colli, rimangono solo poche tracce.


Aree naturali


Grotta del Secchio
La cavità, situata sul monte Guardia d'Orlando, è costituita da due rami, quello principale e quello del laminatoio. Entrambi presentano concrezionamenti calcitici e stalattiti[19].

Società



Tradizioni e folclore


La festa del patrono di Colli di Monte Bove, San Berardo, si tiene il 1º maggio[20]. Il 3 novembre in occasione delle commemorazioni della morte del santo patrono i fedeli di Pescina, città che custodisce le spoglie del santo, si recano in pellegrinaggio a Colli di Monte Bove[21].


Infrastrutture e trasporti


La piccola stazione di Colli di Monte Bove
La piccola stazione di Colli di Monte Bove

Strade


La via Tiburtina Valeria collega Tagliacozzo a Carsoli attraversando il territorio di Colli di Monte Bove. L'arteria svalica il monte Bove (1346 m s.l.m.) nei pressi del bivio per Marsia.


Ferrovie


La ferrovia Roma-Pescara serve la frazione attraverso l'omonima stazione.


Note


  1. Dati su Colli di Monte Bove, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 26 settembre 2020.
  2. Frazione di Colli di Monte Bove, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo.
  3. Roberta De Santi, La via Tiburtina Valeria: un tratturo diventa via, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 12 gennaio 2017. URL consultato il 19 luglio 2018.
  4. Maurizio Anastasi, Collem Zippam nel Catalogus Baronum (1150), su collidimontebove-maurizio.blogspot.com. URL consultato il 12 agosto 2022.
  5. Achille Laurenti, Storia di Colli di Monte Bove, su carsoli.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 9 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2018).
  6. Maurizio Anastasi, Gli affreschi della chiesa di San Berardo, su collidimontebove-maurizio.blogspot.it.
  7. Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971.
  8. Mistero e storia a Colli di Monte Bove, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 23 novembre 2020.
  9. Colli di Monte Bove. Storia, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 23 novembre 2020.
  10. Raffaele Castiglione Morelli, Bombardamento a Roccacerro, la commemorazione. Il racconto dell'episodio dalla voce dei testimoni, su marsicalive.it, Marsica Live, 22 gennaio 2017. URL consultato il 27 novembre 2020.
  11. Michela Ramadori, La Madonna del Rosario di Colli di Monte Bove: ringraziamento per la vittoria nella battaglia di Lepanto, su lumenassociazione.it, Il Foglio di Lumen (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2015).
  12. Maurizio Anastasi, La storia, i costumi, le opere d'arte, su collidimontebove-maurizio.blogspot.com. URL consultato il 12 agosto 2022.
  13. Ivan Cicchetti, Eremo di Sant'Angelo, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 9 aprile 2017.
  14. Maurizio Anastasi, Chiesa della Madonna della Speranza, su collidimontebove-maurizio.blogspot.com. URL consultato il 12 agosto 2022.
  15. Chiese di Colli di Monte Bove, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 9 aprile 2017.
  16. Giacomo Lauri, Le origini di Colli di Monte Bove, su collidimontebove-maurizio.blogspot.com. URL consultato il 12 agosto 2022.
  17. Maurizio Anastasi, Colli, su collidimontebove-maurizio.blogspot.it.
  18. Paolo Emilio Capaldi, Il miliario della Valeria di Colli rubato è a Sorbo, su collidimontebove-maurizio.blogspot.it.
  19. Grotta del Secchio, su ggfaq.it, Gruppo Grotte e Forre Francesco De Marchi - CAI L'Aquila, 20 marzo 2016. URL consultato il 9 aprile 2017.
  20. Feste fiere e sagre, su carsoli.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 9 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2018).
  21. Festa di San Berardo, su sbsae-aq.beniculturali.it, MiBACT. URL consultato il 9 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2018).

Voci correlate



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