Cervarese Santa Croce (Selvaréxe o Salvaréxe in veneto[5]) è un comune italiano sparso (in quanto la sede comunale si trova nella frazione di Fossona[2]) di 5 670 abitanti della provincia di Padova in Veneto, situato ad ovest del capoluogo di provincia.
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Cervarese Santa Croce comune | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Massimo Campagnolo (lista civica) dal 25-5-2014 | |
Territorio | ||
Coordinate | 45°24′11″N 11°41′32″E | |
Altitudine | 21 m s.l.m. | |
Superficie | 17,71 km² | |
Abitanti | 5 670[1] (31-8-2021) | |
Densità | 320,16 ab./km² | |
Frazioni | Cervarese Santa Croce, Fossona (sede comunale), Montemerlo[2] | |
Comuni confinanti | Montegalda (VI), Montegaldella (VI), Rovolon, Saccolongo, Teolo, Veggiano | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 35030 | |
Prefisso | 049 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 028030 | |
Cod. catastale | C544 | |
Targa | PD | |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] | |
Cl. climatica | zona E, 2 383 GG[4] | |
Nome abitanti | cervaresani | |
Patrono | sant'Antonio di Padova | |
Giorno festivo | 13 giugno | |
Cartografia | ||
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Sito istituzionale | ||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Situato al confine tra le province di Padova e Vicenza, è famoso per la grande quantità di ditte produttrici di pellicce e per l'estrazione della trachite grigia classica dal colle della frazione di Montemerlo (si tratta di una cava aperta fin da epoca romana).
Inoltre è in forte espansione la produzione di minuterie metalliche, come pure il settore vivaistico.
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Tutta la zona a sud del Bacchiglione, fra Berici ed Euganei, fu probabilmente centuriata nel I secolo a.C.; una centuriazione perfettamente nord-sud, quindi est-ovest, che a sud finiva contro i colli di Albettone. Due strade abbastanza importanti, ma non con queste direzioni, partono da circa il centro della centuriazione e con un obliquo di 45° circa, finiscono giusto contro la retta delle numerose anse del Bacchiglione, che in periodo romano era in realtà il “Retrone 2 e 3”, cioè la 2° e 3° migrazione ad est dell'antico fiume di Viecetia romana, nella stessa direzione che ebbe la più grossa Brenta, migrata da Vicenza a Padova nel giro di circa soli 2.000 anni e studiata dal Molon sul finire del 1800. Si può presumere quindi che queste 2 strade, tra l'altro parallele fra di loro, avessero un piccolo porto sul fiume e servissero come strade per il trasporto agricolo di materiale, verdure e sementi prodotte in loco. Probabile direzione maggiore del traffico di questi prodotti, fu la vicina cittadina di Padua, molto meno per Vicetia.
Già centro longobardo, nell'874 è sotto la Diocesi di Padova che vi stabilisce una pieve dei frati benedettini. In epoca medioevale si contrapponeva con il suo castello della Motta e con le fortificazioni fluviali del castello di San Martino della Vaneza agli antistanti territori fortificati vicentini di Montegalda. Subì l'assedio vicentino nel 1198. Il castello della Motta fu infine definitivamente distrutto nel 1312 da Cangrande I della Scala.
«Stemma d'azzurro alla torre quadrata d'argento, chiusa, finestrata e murata di nero, merlata di cinque alla guelfa e accostata da due querce d'oro, radicate su una collina di verde al naturale; il tutto abbassato ad un capo d'argento, caricato del Leone di San Marco d'azzurro. Ornamenti esteriori da Comune.[6]» |
(D.P.R. del 3 dicembre 1976) |
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di San Martino della Vaneza. |
Sulla sponda meridionale del Bacchiglione si erge dall'anno mille questo castello come avamposto di difesa militare al confine tra il territorio padovano e quello vicentino. Risparmiato dalle distruzioni ordinate da Ezzelino da Romano, a differenza di molti degli altri castelli a difesa della campagna padovana, fu ceduto nel 1324 alla signoria Carrarese dal Comune di Padova. Durante il periodo della Repubblica di Venezia, a partire dalla prima metà del XVII secolo, il castello ebbe una funzione di porto fluviale. Purtroppo con il declino dei traffici commerciali fu adibito ad abitazione civile e cadde in rovina.
Appartenuto anche alla famiglia Papafava dei Carraresi, a partire dal 1985 fu sottoposto a restauro da parte di enti pubblici ed è ora museo della Provincia di Padova: vi sono conservati reperti archeologici, databili dal tardo Neolitico all'epoca medioevale e moderna, ritrovati dentro e attorno al fiume Bacchiglione.
Posto nella frazione di Cervarese, si tratta di un edificio religioso, a navata unica e con pianta a croce latina, che presenta all'interno interessanti lacerti di affresco, riferibili ad epoche diverse dall'XI al XVI secolo. Viene menzionato per la prima volta in un documento della Diocesi di Padova datato 2 maggio 874.
È stato recuperato negli anni 1980 - 1984 grazie ad un complesso intervento di restauro promosso dall'Amministrazione Comunale di Cervarese Santa Croce. È ora adibito a sala per riunioni, convegni e mostre.
La chiesa fu costruita a partire dal 1866 fino al 1870 in stile neogotico/neoromanico per sostituire l'oratorio della Santa Croce. Fu costruita su modello della Cappella Degli Scrovegni a Padova con pianta a una navata con presbiterio e abside ottagonale. Nel 1911 la chiesa venne affrescata e decorata. Il campanile venne costruito agli inizi del novecento e ospita 5 campane: La campana grande detta "el campanon de selvarese" fusa originariamente nel 1940 poi rifusa nel 1948, la seconda e la terza nel 1940, la quarta fusa nel 2005 tra le ultime campane della fonderia Colbachini, mentre il campanello nel 1930. Nel 1950, dopo la costruzione di nuove chiese nei paesi vicini come Montemerlo e Fossona, Cervarese si vede costretta a costruire una nuova chiesa a 200 metri dalle due chiese precedenti. Dopo la sospensione delle celebrazioni, nel 1966 la chiesa venne abbandonata dando inizio al suo decino. Nel 2014 il tetto della navata crollò distruggendo la volta. Attualmente la chiesa si trova estremamente fatiscente e diroccata con il tetto crollato dell'abside e della navata e una vegetazione consistente all'interno, mentre il campanile, nonostante svolga ancora la sua funzione con le campane ancora in funzione, è molto degradato e pericoloso.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Trento. |
Villa Trento, risale alla seconda metà del XVI secolo, e fu eretta inglobando una parte dell'antico monastero benedettino, datato al IX secolo, costruito per promuovere importanti opere di bonifica in tutta la zona circostante. Documenti recenti hanno certificato che nelle vicinanze, esisteva anche una chiesa dedicata alla Santa Croce, di origini paleocristiane, meglio identificata come Oratorio della Santa Croce. Nel suo insieme la costruzione mostra i moduli, le dimensioni e l'equilibrio delle case di campagna veneziane concepite e realizzate da Andrea Palladio, disegnate in perfetta armonia dell'ambiente che le circondava.
Abitanti censiti[7]
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 234794753 · GND (DE) 4616594-0 · WorldCat Identities (EN) lccn-n96047672 |
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