Casto (Cast in dialetto bresciano[4][5]) è un comune italiano di 1 623 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia. Il comune appartiene alla Comunità Montana della Valle Sabbia.
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Casto comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Diego Prandini (lista civica Il maglio) dal 26-5-2014 |
Territorio | |
Coordinate | 45°42′N 10°19′E |
Altitudine | 417 m s.l.m. |
Superficie | 21,34 km² |
Abitanti | 1 623[1] (30-11-2021) |
Densità | 76,05 ab./km² |
Frazioni | Alone, Auro, Briale, Comero, Famea, Malpaga |
Comuni confinanti | Bione, Lodrino, Lumezzane, Marcheno, Mura, Pertica Alta, Vestone |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25070 |
Prefisso | 0365 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017044 |
Cod. catastale | C330 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 804 GG[3] |
Nome abitanti | castesi |
Patrono | Sant'Antonio Abate |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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L'abitato di Casto posto alla confluenza di torrenti che scendono dalla zona di Comero e da Alone vide già in tempi assai antichi sorgere molte fucine per la lavorazione del ferro.
Accanto all'attività siderurgica il paese era già noto nel medioevo per la lavorazione del panno e della seta alla quale si dedicarono facoltose famiglie come i De Benedictis, successivamente noti come Montini.
Nel 1385 entrò a far parte della Quadra di Valle Sabbia e successivamente, come tutta la Valle del dominio Veneto. Dal punto di vista ecclesiastico le chiese di Casto, Malpaga, Alone e Comero furono sussidiarie dell'antica Pieve di Mura. Progressivamente acquistarono l'autonomia e divennero Parrocchie.
La tradizionale lavorazione dei metalli, la collaudata dedizione al lavoro hanno lasciato i loro segni. Oggi Casto è uno dei più floridi centri industriali della Valle Sabbia con numerose maniglierie, fonderie di materiali ferrosi e non ferrosi ed altre collaudate attività.[6]
«D'argento, al fabbro di carnagione, con breve perizoma, visto di spalle, effigiante il dio Vulcano nell'atto di forgiare il ferro rovente sull'incudine di ferro al naturale, addestrato dal forno di ferro al naturale, movente dal fianco destro e acceso di rosso, al canton destro di azzurro, caricato del castagno d'oro, sradicato. Ornamenti esteriori da Comune.» |
(D.P.R. del 16 dicembre 1983) |
La figura del dio fabbro Vulcano, allude in modo evidente alla lavorazione dei metalli sviluppata già in tempi antichi grazie alle acque del torrente Nozza che animavano le fucine per la produzione di utensili agricoli e domestici. La probabile origine del toponimo Casto è suggerita dall'albero di castagno da cui deriverebbe il nome del paese.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[7]
Per quanto riguarda l'artigianato sono molto diffuse le attività di lavorazione dei metalli, finalizzate soprattutto alla produzione di coltelli e armi da taglio.[8]
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