Carisio (Caris in piemontese[4]) è un comune italiano di 773 abitanti della provincia di Vercelli in Piemonte. Una parte del comune è compresa nel Parco naturale delle Lame del Sesia.
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Carisio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Pietro Pasquino (lista civica Il paese che vogliamo) dal 25-5-2014 |
Territorio | |
Coordinate | 45°25′N 8°12′E |
Altitudine | 183 m s.l.m. |
Superficie | 30,11 km² |
Abitanti | 773[1] (31-12-2021) |
Densità | 25,67 ab./km² |
Frazioni | Fornace Crocicchio, San Damiano |
Comuni confinanti | Balocco, Buronzo, Cavaglià (BI), Formigliana, Salussola (BI), Santhià, Villanova Biellese (BI) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 13040 |
Prefisso | 0161 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 002032 |
Cod. catastale | B782 |
Targa | VC |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 542 GG[3] |
Nome abitanti | carisini |
Patrono | san Lorenzo |
Giorno festivo | 10 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Del comune di Carisio, si risale alla sua effettiva esistenza con certezza a partire dal 1134, territorio però, già da circa 8 anni, un feudo della famiglia Avogadro. Deriverebbe il suo nome dalla gens romana Carisia, proprietaria del fondo in epoca romana.
Durante il periodo medioevale fece parte del comitato di Vercelli. A causa del suo schieramento a favore di Arduino d'Ivrea, all'inizio dell'XI secolo Roberto di Carisio subì la confisca dei beni da parte dell'imperatore Enrico II. Nel 1014 l'imperatore donò questi beni alla chiesa di Vercelli e il vescovo infeudò il Castello ai Soleri (o Solaro), che poi mantennero il feudo coi Ratari e gli Avogadro. Dopo il 1373 i signori di Carisio si sottomisero al conte di Savoia e il luogo entrò a fare parte del capitanato della vicina Santhià. Il castello di Carisio era un “castello consortile”, cioè un complesso di palazzi fortificati, con un ricetto attestato in una investitura del 1533. Il ricetto era situato tangente alla rocca, di cui costituiva il confine nord-orientale. Quanto rimane oggi risale alla ricostruzione del castello dopo l'occupazione e la distruzione ad opera delle milizie viscontee di Facino Cane, tra il 1399 e il 1402. Dopo molti e continui passaggi il feudo passò ai conti di Nebbione, i "Caresana" che lo mantennero fino alla fine del Settecento.
È l'unico comune della provincia di Vercelli a far parte della diocesi di Biella.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Carisio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 26 aprile 1991.[5] Il gonfalone è un drappo di giallo.
Abitanti censiti[6]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2009 | Claudio Costanzo | lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Claudio Costanzo | lista civica | Sindaco | II mandato |
2014 | in carica | Pietro Pasquino | lista civica Il paese che vogliamo[7] | Sindaco | |
La Stazione di Carisio, posta lungo la ferrovia Santhià-Arona, fu attivata il 16 gennaio 1905[8] e dal 2012 risulta senza traffico per effetto della sospensione del servizio sulla linea imposta dalla Regione Piemonte[9].
Controllo di autorità | VIAF (EN) 245452005 |
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