Berra (La Bèra in dialetto ferrarese) è stato un comune italiano di 4 743 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna; faceva parte dell'Unione Terre e Fiumi. Il 1º gennaio 2019 si è fuso con Ro per formare il nuovo comune di Riva del Po, del quale è sede comunale.
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Berra ex comune | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Comune | ![]() | |
Amministrazione | ||
Data di soppressione | 31-12-2018 | |
Territorio | ||
Coordinate | 44°59′N 11°58′E | |
Altitudine | 2 m s.l.m. | |
Superficie | 68,64 km² | |
Abitanti | 4 743[1] (30-4-2017) | |
Densità | 69,1 ab./km² | |
Sottodivisioni | Cologna, Serravalle | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 44033 | |
Prefisso | 0532 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 038002 | |
Cod. catastale | A806 | |
Targa | FE | |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | |
Cl. climatica | zona E, 2 346 GG[3] | |
Nome abitanti | berresi | |
Patrono | san Rocco | |
Giorno festivo | 16 agosto | |
Cartografia | ||
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Sito istituzionale | ||
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Il paese di Berra è stato fondato nel 1908 in seguito ad un maggiore frazionamento del comune di Copparo e sorge sulle sponde del Po al confine con il Veneto. Risulta essere difficile ricostruire la storia dell'evoluzione del paese trovandosi questo sui territori che furono teatro delle numerose deviazioni del Po nel corso dei secoli anche se, grazie ad alcuni reperti trovati nella località di Cologna, è possibile datare la presenza di attività umane verso la fine dell'età Romana.
Essendosi trovato per la maggior parte del Medioevo in territorio Veneto, con la Rotta di Ficarolo del 1152 e degli anni successivi, la morfologia del territorio venne notevolmente sconvolta determinando la separazione di Berra dal territorio veneto.
Berra, assieme a gran parte del territorio che divenne poi il Comune[4] di Ferrara, fu consegnato nel 1194 da Enrico VI agli Estensi, per avergli garantito (assieme ai comuni del nord) la neutralità durante la sua discesa verso il meridione d'Italia.
Il 27 ottobre 1597, alla morte di Alfonso II d'Este, che non aveva lasciato eredi diretti, Papa Clemente VIII annette l'intero Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio in quanto il territorio stesso era feudo pontificio; non accettando la successione da Alfonso al cugino Cesare d'Este, anche se la stessa precedentemente era stata riconosciuta dall'Imperatore Rodolfo II.
Dopo la parentesi napoleonica ritorna allo Stato Pontificio nel 1816, in seguito alla restaurazione operata dal Congresso di Vienna sin dal 1815.
Il 27 giugno 1901 presso il ponte di Albersano, durante una manifestazione sindacale indetta dalla locale lega di resistenza i militari, al comando del tenente De Benedetti, aprirono il fuoco sulla folla[5]. Rimasero uccisi due manifestanti ed altri venti furono feriti[6].
La Diocesi di Adria manterrà il controllo giuridico del paese sino ai primi anni del XIX secolo quando passò sotto il controllo ravennate fino al definitivo passaggio, nel 1966, all'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.
Su proposta del Sindaco Eric Zaghini, il Consiglio comunale ha deliberato la fusione del Comune di Berra con il Comune di Ro. La proposta, sottoposta a Referendum, è stata approvata dai cittadini col 53% dei voti,[7] da ciò la soppressione del Comune fissata per il 31 dicembre 2018 e la conseguente decadenza dell'ultimo Consiglio comunale e dell'ultimo Sindaco.
Lo stemma del Comune di Berra si presentava:
«Di verde, alla fascia alzata d'argento, caricata di un fiume d'azzurro, scorrente in fascia da un fianco all'altro e biforcato a sinistra, accompagnata in capo da tre stelle a cinque raggi d'oro, ordinate in fascia ed in punta da un braciere a campana rovesciata d'oro, l'impugnatura del medesimo e fiammeggiante di rosso. Scudo timbrato da una corona ferrea dalla quale si dipartono due nastri azzurri discendenti, ondeggianti ai lati dello scudo.[8]» |
Le stelle nello stemma simboleggiano le tre frazioni di cui si componeva il comune (Berra, Cologna e Serravalle), poste lungo il corso del fiume Po che all'altezza di Serravalle si biforca in Po di Venezia e Po di Goro. La fiaccola simboleggia la libertà.
Fa parte del Parco regionale del Delta del Po Emilia-Romagna e del Parco interregionale Delta del Po, anche se quest'ultimo non è ancora pienamente operativo.
A circa quattro km dal centro del paese, sorge un piccolo Santuario dedicato alla Madonna della Galvana. La tradizione popolare vuole che in zona Galvana, presumibilmente intorno al 1686, dopo la rottura degli argini del fiume Po, venisse visto galleggiare sulle acque che avevano invaso la zona, un quadro raffigurante una Madonna. Il quadro si fermò fra i rami di una pianta di sambuco. L'immagine dipinta su carta, divenne subito oggetto di devozione. Trasportato il quadro nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta a Villanova Marchesana (Ro) che allora deteneva la giurisdizione parrocchiale dell'intero territorio Berrese, si dice che Essa ritornasse miracolosamente nel luogo del primo rinvenimento. Si incrementò così la devozione, mai affievolitasi nel tempo.
Nel 1803 compare la prima documentazione sicura della presenza del capitello, seguito dalla costruzione di una celletta e successivamente circa nel 1842 di un vero e proprio oratorio. Nel 1915, un incendio causato dalle numerose lampade votive, causò ingenti danni alla struttura, risparmiando però il dipinto. Negli anni l'oratorio subì svariati lavori che ne modificarono la struttura e le dimensioni. Recenti lavori di ristrutturazione a cura della comunità Berrese, di un gruppo di volontari e dell'impegno dell'arciprete Don Leonardo Bacelle, hanno modificato l'interno e l'esterno del santuario così come oggi lo vediamo.
Ogni cinque anni (l'ultima volta è stato nel 2015) durante il mese di maggio, il dipinto viene ospitato dalle famiglie Berresi, durante le celebrazioni del mese Mariano, tutte le sere presso la famiglia ospitante si recita il S.Rosario al cospetto del dipinto, solennemente addobbato e si prosegue in pellegrinaggio verso la famiglia che lo accoglie per la sera successiva. Le celebrazioni si concludono con il pellegrinaggio lungo l'argine del fiume Po al Santuario della Galvana, presieduto dall'Arcivescovo, dove il quadro viene riposto.
Abitanti censiti[9]
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Il paese risulta essere attraversato dal percorso ciclabile Destra Po, che si snoda per circa 120 chilometri in lunghezza tra i paesi del comune di Riva del Po. Risulta essere inoltre produttore storico di bocce da gioco. [10]
Dal 2002, inoltre il paese è sede della Fiera Mondiale della Zanzara, festa tipicamente svolta in agosto. [11]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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20 settembre 1985 | 23 luglio 1990 | Francesco Aguiari | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [12] |
23 luglio 1990 | 24 aprile 1995 | Diego Cavallina | Partito Comunista Italiano, Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [12] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Diego Cavallina | centro-sinistra | Sindaco | [12] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Cristiano Capisani | lista civica | Sindaco | [12] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Cristiano Capisani | Sviluppo solidarietà | Sindaco | [12] |
8 giugno 2009 | 27 maggio 2014 | Eric Zaghini | lista civica | Sindaco | [12] |
27 maggio 2014 | 31 dicembre 2018 | Eric Zaghini | lista civica Comune ideale | Sindaco | [12] |
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