Angri è un comune italiano di 33 866 abitanti[1] della provincia di Salerno in Campania.
Angri comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Cosimo Ferraioli (liste civiche) dal 15-6-2015 (2º mandato dal 21-9-2020) |
Territorio | |
Coordinate | 40°44′35″N 14°34′10″E |
Altitudine | 32 m s.l.m. |
Superficie | 13,77 km² |
Abitanti | 33 855[1] (31-07-2022) |
Densità | 2 458,61 ab./km² |
Comuni confinanti | Corbara, Lettere (NA), San Marzano sul Sarno, Sant'Antonio Abate (NA), Sant'Egidio del Monte Albino, Scafati |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 84012 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 065007 |
Cod. catastale | A294 |
Targa | SA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 175 GG[3] |
Nome abitanti | angresi |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Angri fa parte dell'Agro Nocerino - Sarnese, immediatamente a ridosso dell'area vesuviana, e dei comuni che fanno parte della città metropolitana di Napoli. Insieme al Comune di Scafati forma un'unica conurbazione con i comuni dell'hinterland napoletano. Il territorio comunale va dalla base dei monti Lattari al cuore della Valle del Sarno in una delle zone più fertili d'Italia.
Il clima è mite. La vicinanza del mare fa sì che vi sia un clima mediterraneo tipico del meridione italiano. La stagione invernale e quella estiva sono caratterizzate da clima umido e fresco. Spesso si presentano precipitazioni che possono durare fino a qualche settimana, poi le giornate diventano solari.
Il primo nome usato anticamente per chiamare Angri fu Angra, che significava acqua stagnante o acquitrino; questo toponimo è ancora utilizzato in una zona periferica antica della Città, denominata Paludicella[4].
Secondo alcuni studiosi, il nome di Angri potrebbe derivare anche da altre denominazioni più antiche, tra le quali figurano:
Nel Medioevo alla città venne cambiato nuovamente il nome, in Ancharia, nella lingua volgare locale dell'epoca, poiché tale nome si addiceva di più al luogo e voleva indicare la fertilità delle campagne e della vegetazione che, all'epoca, si estendevano dalle pendici dei monti Lattari fino alle sponde del fiume Sarno, dove si sviluppava. Infine il nome di Ancharia venne registrato e compare per la prima volta nel Codex Diplomaticus Cavensis (cfr.) dell'856, che si conserva ancora nell'archivio dell'abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni[6].
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Nei pressi della Città di Nuceria - Alfaterna (nota nel XXI secolo come Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Angri e Sant'Antonio Abate), fu combattuta la battaglia dei Monti Lattari, anche conosciuta come battaglia del Vesuvio (poiché la prima fase dello scontro fu combattuta proprio presso il vulcano), che si svolse nell'ottobre del 552 durante la guerra gotica. Essa fu decisiva per la sconfitta dei Goti e l'affermazione dell'Impero romano d'oriente in Italia. La battaglia fu combattuta fra il generale, dell'Impero Romano d'Oriente, Narsete e l'ultimo re dei Goti, Teia il quale la perse e con essa anche la sua vita. Infine in una località nota come Pizzauto (Pozzo dei Goti) si dice che ci siano gli scheletri di alcuni soldati goti, gettati lì dai vincitori, ove è situata la Grancia di San Giacomo del XV secolo. Ad Angri inoltre, è stata intitolata una strada col nome de Goti in epoca moderna.
Nel 1290 il re Carlo II d’Angiò assegnò in feudo la Terra d'Angri a Pietro Braherio o de Braheriis.
Il 24 settembre 1421 la Terra d'Angri di fazione angioina, strenuamente difesa dal feudatario il conte Giovanni Zurolo (1382-1440) ligio a Luigi III d'Angiò, fu teatro di lotta dinastica tra angioini e aragonesi, in cui dopo estenuanti assalti subì il cruente assedio — con l'assalto al Castello, un tempo ornato da torri e mura fortificate munite di porte — da parte del capitano di ventura Andrea Forte Braccio da Montone al servizio di Alfonso V d'Aragona a cui aveva chiesto aiuto la sovrana Giovanna II d'Angiò-Durazzo contro il predetto Luigi III d'Angiò e ai suoi fedelissimi proseliti.
Tra settembre e ottobre del 1425, a seguito dell'intervento della regina Giovanna II d'Angiò-Durazzo, il feudo di Angri venne ripristinato a favore del feudatario il conte Giovanni Zurolo. Lo stesso signore feudale il 26 luglio 1436 fondò, su una preesistente chiesetta o cappella angioina (eretta da Carlo II d'Angiò nel 1288 circa) con annesso ospizio della Carità della seconda metà del XIII secolo (vulgo Maria Vergine della Carità, detta della Pietà, poi Santa Maria Annunziata detta l'Annunziatella), la chiesa della SS. Annunziata di Angri con attiguo ex monastero Domenicano.
Il 26 giugno del 1428
(cfr. Diploma Reale, rilasciato in Castel Capuano - Napoli il 31 agosto del 1428 da Giovanna II d'Angiò-Durazzo ed inviato al feudatario della Terra d'Angri Giovanni Zurolo), appellato come "il giorno del riscatto", periodo pedissequo ai precitati fatti del 1421-25. Questi gli eventi (1421-25, 1428-36) a cui è legata la manifestazione storica-rievocativa, "Palio Storico Città di Angri", patrocinata dal Comune che si svolge nel mese di settembre di ogni anno.
Il suo maggiore fasto è riconducibile al XVII e al XVIII secolo, periodo in cui regnarono i principi Doria (1613-1806), che elevarono il feudo al rango di Principato. I Doria detennero il feudo sino all'abolizione del feudalesimo. Fecero erigere numerosi monumenti ancora esistenti e visitabili. Di particolare interesse il castello di stile vanvitelliano, con logge sovrapposte a scale a tenaglia in pietra nera.
Dal 1806 al 1860 è stata capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stata capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno.
Con la creazione del comune di Pompei, Angri perse la frazione di Bagni in favore del comune di Scafati perché il comune di Scafati dovette cedere alcuni territori all'allora nascente comune di Pompei, in prossimità degli scavi archeologici. Angri ottenne però una nuova frazione, che era Sant'Egidio del Monte Albino ma la perse appena venne elevata al rango di comune autonomo.
Con la caduta del fascismo e la nascita della Repubblica Italiana Angri è diventata un comune autonomo.
Il Comune ha un proprio stemma, troncato da una fascia di argento: nella parte superiore d'azzurro a tre monti di verde, la parte inferiore di colore rosso pieno; lo scudo è sormontato da una corona turrita di colore oro e circondato da una corona intrecciata di foglie di alloro e rovere; al disotto un nastro con la scritta: Universitas Terrae Angriae. Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Nonostante la statua del santo patrono San Giovanni Battista sia inerente alla religione cattolica e al folklore locale, è diventata nel corso dei secoli un emblema unico della città angrese, rappresentando la fede dei suoi abitanti.
Vi sono diversi monumenti, statue, tempietti sacri e molte edicole votive presenti nella zona centrale e in periferia di Angri.
Monumento presente in piazza Doria nel centro urbano di Angri, che ricorda i caduti della prima e seconda guerra mondiale; alla base si erge un angelo in bronzo che brandisce una spada ornato da vestigia belliche, tra cui un soldato che impugna, con mano sinistra, la bandiera del Regno d'Italia, mentre con l'altra, sorregge un civile esanime.
Il monumento alla Vergine Immacolata si presenta con una colonna in pietra con sopra la statua della madonna anch'essa in pietra, venne posto in piazza Don Enrico Smaldone, sotto di esso vi è una lapide indicante la missione dei padri redentoristi del 1954, dopo il quale la cittadinanza angrese fece erigere il monumento religioso.
Nel 1997 è stata posta una statua in metallo di San Padre Pio da Pietrelcina in piazza Annunziata su volere dei fedeli angresi, la targa indica che l'autore è lo scultore Antonio Januaro.
La statua è stata affissa durante il grande giubileo del 2000. Essa ha una lapide ferrea posta nella parte frontale del piedistallo, nella quale vi è scritto che il popolo di Angri ringrazia san Benedetto da Norcia per la sua protezione secolare. La statua rappresenta San Benedetto da Norcia con la pastorale impugnata nella mano sinistra e con la destra in atto di benedizione verso il popolo che arriva in chiesa, per terra alla sua destra è presente un corvo su un libro che ha nel suo becco un pezzo di pane, sta a indicare un miracolo nel quale questo animale avvertì il santo del cibo avvelenato con cui il monaco Fiorenzo tentò di assassinarlo.[7]
È stato posto nel 2001 un monumento a Sant'Alfonso Maria Fusco sulla vecchia fontana dismessa, viene rappresentato il santo insieme a dei bambini, poiché il santo sacerdote in tutta la sua vita li ha accuditi insieme alla congregazione delle suore da lui fondato (suore di San Giovanni Battista).
Il 22 ottobre 2011 è stata posta una statua Don Enrico Smaldone nella piazza omologa, ex piazza Trivio, fondatore della città dei Ragazzi di Angri, istituto di studio e aiuto dei giovani poveri e disagiati locali e delle città limitrofe del XX° secolo.
È stata creata nel 1867 su volere di sant'Alfonso Maria Fusco per benedire tutti i contadini che di li passavano per andare a coltivare le terre limitrofe. Il tempietto si presenta con un'effige lignea di Gesù crocifisso al suo interno, dietro la croce lignea vi è un affresco inerente ad un paesaggio cittadino non meglio definito. La croce presente nel tempietto non è l'originale poiché, quella antica è conservata dal 2012, anno del suo restauro e dell'intero tempietto sacro, nell'istituto delle suore di San Giovanni Battista di Angri. C'è stata una solenne cerimonia religiosa per la presentazione della nuova croce del tempietto avvenuta il 5 maggio 2012, con la presenza delle suore battistine di Angri.
Edicola sacra di San Giovanni Battista con l'agnello redentore
È stata creata nel 2005 nella piazza omologa ed è una riproduzione originale di una precedente conservata nella collegiata di San Giovanni Battista, si trova di fronte all'ingresso principale della collegiata e nella piazza omologa. Riproduce su mattonelle colorate l'effige di San Giovanni Battista redentore con la croce latina impugnata nella mano sinistra indicante il nome sulla fiamma (un tipo di bandiera molto allungata) il motto ecce Agnus Dei (ecco l'agnello di Dio), mentre con la destra indica l'alto, ovvero il regno dei cieli e con l'agnello redentore, emblema di Gesù dietro di sé, mentre camminano per la Galilea. Si presenta chiusa da un cancello in ferro, l'edicola è alta, superiore alla misura d'uomo, ci sono due colonne dello stile corinzio che mantengono l'architrave, sopra di esso vi è stato aggiunto uno stemma nobiliare. Lo stemma nobiliare è di colore bianco mentre tutta l'edicola esclusa la cancellata che chiude la rappresentazione artistica è stata pitturata di un colore giallo chiaro. L'edicola stata restaurata interamente nel 2020.
Questa edicola sacra di grandi dimensioni è presente vicino alla chiesa di Santa Caterina d'Alessandria e all'ingresso degli scout Angri 1, ha un piccolo cancello in metallo che chiude l'edicola raffigurante Gesù crocifisso mentre dietro di sé, vi era un antico affresco, sotto al crocifisso vi è stato posto uno stemma circolare dalla confraternita di Santa Caterina d'Alessandria Vergine e Martire nel 2009, con una croce a pianta greca al suo interno, con la dicitura della confraternita e indicante anche gli anni 1779 (anno di fondazione della confraternita angrese)-2009, (anno di fondazione della confraternita religiosa). Attualmente è presente solo un nuovo crocifisso e senza gli antichi affreschi dietro di sé con lo stemma sottostante perché, un incendio li ha fortemente danneggiati il 7 dicembre 2015.[8]
Il 23 novembre 2003 è stata posta in piazza Annunziata dal comune di Angri una lapide in pietra indicate i cittadini angresi morti durante il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980.
In piazza Don Enrico Smaldone il 25 novembre 2007 sono state messe delle croci di legno lungo la palizzata di metallo che divide il campetto degli scout Angri 1, fondato dal sacerdote angrese don Enrico Smaldone nel 1925, vi è una lapide sotto di esse in pietra indicante il ricordo della missione dei padri redentoristi del 1922 e la volontà della confraternita vicina di Santa Caterina d'Alessandria con la benedizione del vescovo Gioacchino Illiano, che per l'occasione fecero mettere quelle croci.
Lapide in pietra indicante il 113º anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Sant’Alfonso Maria Fusco
Lapide in pietra indicante il 113º anniversario dell’ordinazione sacerdotale (29 maggio 1976), di Sant’Alfonso Maria Fusco fondatore della congregazione delle suore di San Giovanni Battista di Angri, beatificato dal papa Giovanni Paolo II a piazza San Pietro a Roma, il 7 ottobre 2001. La lapide è posta su una parete interna del castello Doria di Angri.
È stata posta questa lapide in pietra bianca commemorativa in pietra in via di mezzo est, su una parete d'ingresso della cappella dei Santi Cosma e Damiano, in memoria di due illustri cittadini angresi Gaetano Marra e Giulio Sacristano, in data settembre 1984.
Lapide in pietra indicante la commemorazione dell’ex sindaco Giovanni Alfano, posta su una parete interna del castello Doria
Lapide in pietra indicante la commemorazione dell’ex sindaco angrese Giovanni Alfano, posta su una parete interna del castello Doria. La lapide indica il periodo di amministrazione dell'ex sindaco e i ringraziamenti che la comunità gli ha voluto dedicare dopo la sua scomparsa, ricorre in data il 14 ottobre 1994.
La lapide in pietra bianca in ricordo di Don Enrico Smaldone, fondatore della Città dei Ragazzi, è stata posta all'ingresso del portone che conduceva al cortile dov'era ubicata la sua dimora natia.
La lapide in pietra grigia indicante la casa natia del canonico Don Pasquale Pannone, fu sacerdote e storico angrese, è stata posta su una parete d'ingresso del portone dove visse, in data 5 novembre 2020.
Secondo le fonti ufficiali, la chiesa risalirebbe al secolo VII[9]. Venne eretta inizialmente in puro stile gotico. Le sue dimensioni iniziali erano più piccole di come le si possono osservare oggi[10].
La chiesa si presenta al suo interno con una ripartizione di tre navate, sulle quali si possono ammirare le antiche colonne che reggevano la vecchia chiesa. Le opere artistiche custodite al suo interno sono un prezioso polittico e una pala d'altare attribuite a Cristoforo Scacco e datate 1503[11].
La collegiata di San Giovanni Battista costruita a partire dal 1180, e intitolata inizialmente a sant'Angelo (san Michele Arcangelo) è la chiesa madre di Angri.
Al suo interno conserva opere di Simone da Firenze e di Angelo Solimena e la statua lignea ed il busto argenteo di San Giovanni Battista, patrono della città.
La cappella gentilizia venne fatta costruire su proposta del nobile angrese Riso De Risi nel 1321, dedicandola a san Nicola di Bari, dopo che egli si appropriò delle terre dove sorge la struttura religiosa. Dal nome del nobile derivò il toponimo rimasto invariato nel tempo di borgo Risi.[12][13]
L'edificio con annessa intestata Cappella gentilizia, già Cappella del Purgatorio poi De Angelis, risale tra il XV e il XVII secolo.
All'interno della sontuosa Cappella si conservano diverse opere artistiche, tra cui: una Pala d'Altare raffigurante la Vergine Maria posta nel mezzo tra san Giuda Taddeo Apostolo e san Gaetano Thiene, opera pittorica commissionata all'epoca dai proprietari della cappella al rinomato pittore italiano Carlo Rosa da Giovinazzo, ab antiquo attivo a Napoli; una processionale statua lignea raffigurante San Giuda Taddeo con il tipico medaglione sul petto (trattasi di una discreta copia, in quanto l'originale ottocentesco venne trafugato nel 2015) che reca impresso il Cristo; una statua del 1865 raffigurante l'Angelo Custode con il Bambino Gesù, fatta commissionare da don Alfonso Maria Fusco, già Beato poi Santo, periodo in cui fondò l'Oratorio presso i locali attigui alla Cappella[14][15].
La chiesa della Ss. ma Annunziata, con annesso ex convento (già ospizio di Carità) dei frati predicatori Domenicani, fu fondata il 26 luglio 1436 — su una preesistente chiesetta/cappella del XIII secolo cui edificata per volontà di Carlo II d'Angiò (1254-1309) sotto il titolo di Maria Vergine della Carità vocatus della Pietà poi Santa Maria Annunziata detta l'Annunziatella — dal conte Giovanni Zurolo (1382-1440) signore feudale della Terra d'Angri.[16] Nella seconda metà del XVIII secolo[17] furono eseguiti significativi lavori di consolidamento e restaurazione della chiesa con l'annesso ex convento domenicano (già ospizio di Carità). Difatti nel 1775, data scolpita sul portale d'ingresso di detto convento, ultimati i predetti lavori, la chiesa Ss. ma Annunziata si presentava ab antiquo in elegante stile architettonico barocco napoletano "vanvitelliano", come del resto si presenta ancora oggi nella sua interezza sontuosa.
La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli sorge sui resti di un antico tempio romano dedicato alla dea Venere ma venne edificata solo in epoca medioevale.
Ogni 3 febbraio nella chiesa si celebra la ricorrenza della festività religiosa di san Biagio poiché vi è una sua antica statua dopo le consuete celebrazioni liturgiche, vi si svolge un antico rituale dove i credenti si fanno ungere la gola con l'olio santo[non chiaro] (poiché il santo è anche il protettore della gola) e vi è la successiva consumazione dei panini benedetti, una variante diversa rispetto a quella di altre città dove si venera il santo durante la sua ricorrenza dove, si consumano anche dolci e panettoni con la sua immagine.[18]
Venne completamente ristrutturata in puro stile barocco nel '700. All'interno della chiesa è conservata un'antica pala d'altare, opera bizantina, raffigurante la Madonna di Costantinopoli.[19]
Nel 1975, venne riformata la facciata della chiesa e la porta esterna della sagrestia.[20]
La collegiata sorge in piazza Don Enrico Smaldone, ex piazza Trivio[21]. Non si conosce l'anno preciso di fondazione della chiesa ma le prime notizie risalgono al XV secolo[22]. Era risaputo che esisteva un oratorio chiamato con il nome spogliaturo (spogliatoio), dove i confratelli della congrega si cambiavano d'abito per le celebrazioni delle messe.
Sempre nel XV secolo i confratelli della congrega fondarono il primo ospedale dell'agro nocerino-sarnese, per ricoverare e curare i poveri e gli ammalati bisogni del città e dei dintorni e anche per alloggiare i pellegrini[22]. L'ospedale della congrega è stato operativo fino all'avvento della Repubblica Napoletana, agli inizi dell''800, poiché il governo della repubblica incamerò tutti i suoi beni[22].
Nel Seicento la congrega istituì anche un monte di pietà che concedeva piccoli prestiti in denaro ai suoi confratelli e a chiunque si trovasse in difficoltà economiche. All'inizio della sua attività, il Monte di Pietà della congrega non richiedeva alcun interesse sul denaro prestato ai confratelli e ai bisognosi ma, poco tempo dopo, tutti i prestiti finanziati vennero corrisposti ad un moderato interesse[22]. Grazie a tutti gli utili generati dalle sottoscrizioni dei richiedenti, nel 1685[22] si fondò un'istituzione, il Pio Monte dei Morti, per suffragare con celebrazioni di sante messe le anime dei morti.
Alle ore 04:00 del mattino, del giorno 30 novembre del 2017, si staccò a causa del forte vento e del maltempo, una campana che si trovava all'interno del campanile, fortunatamente quando cadde non provocò vittime e né danni[23][24].
Il giorno 7 maggio di mattina, è stata installata una nuova campana in sostituzione della precedente.
Ogni 25 novembre si celebra la memoria liturgica di santa Caterina d'Alessandria e la festa nella piazza don Enrico Smaldone, attigua alla congrega.
La chiesa venne fatta erigere nel 1611 dai nobili di Angri su proposta dei frati carmelitani[non chiaro] insieme ad un loro convento, situato in località Camaldoli di Angri[25]. Tale località ha cambiato nome e il convento dei frati carmelitani non esiste più perché è andato distrutto in una data imprecisata e non fu più ricostruito[26]. Nella chiesa fin dal Seicento è custodita una pala d'altare raffigurante la Madonna bruna.
La chiesa venne ristrutturata interamente nel Settecento nello stile barocco[26]. All'esterno della chiesa vennero aggiunti due campanili in stile dorico. La chiesa venne inoltre arricchita di opere tra le quali: un dipinto settecentesco di forma ovale, incastonato nella volta e raffigurante la Madonna assunta, quadri con Santa Lucia e San Benedetto e tre statue di Sant'Aniello di Napoli, Santa Lucia e la Vergine del Carmelo, quest'ultima datata al 1718[27].
Nell'Ottocento la facciata della chiesa venne arricchita da un affresco[28].
Durante il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980, la parte superiore della facciata della chiesa venne distrutta, con la perdita dell'affresco ottocentesco e la chiesa subì anche altri danni sia all'esterno che all'interno[25][26][29]. Il distacco della facciata uccise 9 persone del paese e ne ferì altre.
Il 23 novembre del 2003 è stata posta in piazza Annunziata, dal comune di Angri, una lapide commemorativa per tributare omaggio alle 9 persone uccise sotto la chiesa di Santa Maria del Carmine[30].
Dopo il terremoto la chiesa venne chiusa alle funzioni religiose per un lungo periodo di tempo e, successivamente, venne ristrutturata sia all'interno che all'esterno. Nel 2005 un'ala della chiesa prese fuoco ma si bruciarono solo le tre statue dei santi riposte al suo interno[31]. con perdita degli originali abiti settecenteschi.
Ogni 20 di luglio si celebra la festa religiosa e la processione per le strade di Angri della statua della Madonna custodita all'interno della chiesa[32].
In un locale annesso alla chiesa è presente anche una confraternita nata insieme alla fondazione della chiesa e che prende il nome dal santuario[33]. In un altro locale connesso alla chiesa è presente anche un centro Caritas.
La cappella dei Santi Cosma e Damiano ha origini quattrocentesche e sorge inglobata in un antico edificio situato nel centro storico della città di Angri. Attualmente la cappella si trova inglobata all'interno di un antico palazzo settecentesco. Accessibile solo dal piano terra dello stabile è situata nella strada più antica della città ovvero via di mezzo.
La chiesetta sorse per volontà del nobile Baldassare Pisacane e per questo motivo la cappella venne chiamata anche con il cognome del fondatore Pisacane ma successivamente, anche con quello della nobile famiglia dei Montevergine che la ottennero con diritto di patronato.
L'antica chiesetta di Santa Maria delle Grazie o Madonna delle Grazie è una piccola chiesa, con una stanza, che sorge nelle campagne di Angri, in via del Maio. Al suo interno vi è oltre alla stanza delle cerimonie, la stanza connessa della sagrestia, posta vicino al suo unico ingresso principale, visibilissima anche dall'esterno dell'edificio. La sua costruzione dell'edificio è stata voluta dalla famiglia Montefusco nel XIX secolo. La Madonna delle Grazie alla quale è dedicata la chiesetta, è stata dichiarata protettrice delle Manifatture Cotoniere Meridionali (MCM) nel 1830 (anno di fondazione delle industrie nel suolo angrese).[34]
Nel 2013 è stata lanciata una petizione per il recupero e la ristrutturazione della chiesetta perché, attualmente versa in stato di abbandono da circa un ventennio.[35]
La chiesa si presenta di modeste dimensioni, sopra alla sua facciata era presente una piccola campana in ferro battuta con affissa una croce, ora mancante perché trafugata dai ladri il 24 agosto del 2020.[36][37]
La chiesa della Madonna della Pace, chiamata anche Regina Pacis,[38] ha tale nome perché venne fatta erigere come ringraziamento dei cittadini di Angri verso la Madonna per la fine della prima guerra mondiale.[39] Venne fatta erigere dopo la creazione di un'edicola votiva con una statua della Madonnina, ad opera di don Vincenzo del Pezzo, reduce del primo conflitto mondiale e nipote di sant'Alfonso Maria Fusco. Molti abitanti del posto vollero la creazione di questa chiesa anche perché in quella zona di Angri non ne esistevano altre e si trovava molto distante dalle altre chiese del centro cittadino. Tra il 1923 e il 1925 al posto dell'edicola votiva venne eretta la nuova chiesa con le offerte dei cittadini angresi e con l'aiuto degli abitanti, soprattutto della zona locale. Fu consacrata nel 1926 dall'allora monsignor Romeo e divenne parrocchia ufficialmente il 5 aprile del 1953 su ordinazione ecclesiale del vescovo Fortunato Zoppas.[40]
La chiesa sorge attigua al convento dei frati minori, che è connesso alla chiesa. Si trova nella stessa via della cappella di San Nicola di Bari e del convento delle suore compassioniste serve di Maria.
La chiesa è a tre navate con un unico altare maggiore. Lungo la parete di sinistra dell'aula della chiesa, vi è una porta realizzata nello stesso tempo in cui vennero fondati questi due edifici, per connettere il convento dei frati minori direttamente alla chiesa.
È stata ristrutturata in tempi moderni e ospita le statue di San Francesco d'Assisi e di Santa Chiara d'Assisi in cartapesta e tre mosaici raffiguranti ancora San Francesco d'Assisi, posti uno a destra e l'altro a sinistra delle pareti latrali mentre quello in alto è posto sull'altare maggiore.
Ogni 4 ottobre viene celebrata la memoria liturgica del santo al quale è dedicata la chiesa e viene svolta anche una piccola festa del casale attiguo.
Abitanti censiti[41]
Al 31 dicembre 2015 ad Angri risultano residenti 1 121 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono[42]:
La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico[43]; il comune appartiene alla forania omonima della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, suddivisa in sei parrocchie.
Ad Angri è sorta la prima casa della congregazione delle suore di San Giovanni Battista, fondata il 26 settembre 1878 da sant'Alfonso Maria Fusco. La congregazione delle suore di San Giovanni Battista, inizialmente voluta dal fondatore con il nome di "Le nazarene", derivante da Gesù di Nazareth, è stata successivamente ride nominata come "congregazione delle suore di San Giovanni Battista" (battistine) ed è diffusa in tutto il mondo. La prima giovane, Maddalena Caputo, di Angri, fu l'animatrice e la sostenitrice dell'opera insieme ad altre tre giovani del paese.
Esse, la sera del 25 settembre del 1878, si ritirarono in poche stanze e il 26 settembre, di mattina, sant'Alfonso Maria Fusco, celebrò la santa messa su un misero altare di legno. Il patrimonio iniziale della casa, fu di sole 5 lire. Le quattro giovani vivevano in povertà, sostenendosi insieme alle prime orfanelle con il lavoro dei telai.
L'altra confessione cristiana presente è quella evangelica con una comunità: Chiesa evangelica pentecostale[44] ADI.
Fra gli altri culti sono presenti i Testimoni di Geova[45] con una sala del Regno.
L'organizzazione e la rappresentanza legale del Palio Storico Città di Angri (eccetto la gestione che viene affidata in via subordinata e a discrezione dell'Ente Comunale ad una associazione culturale locale), già istituzionalizzato di cui ai pubblici atti deliberativi - N. 69 del 17.12.2015, sono di esclusiva pertinenza del Comune di Angri, in virtù del Regolamento-Disciplinare redatto nel 2016 dalla Commissione consultiva tecnico-storica dell'Ente, giusta delibera di C. - N. 30 del 23.03.2016. Tale regolamento, infatti, afferisce alle parate medievali e le rievocazioni storiche, degli eventi del 1421-25 e 1428-36, denominate "Palio Storico Città di Angri". Questa manifestazione storica-rievocativa, che si svolge nel mese di settembre di ogni anno-Edizione, si fonda su prove documentali d'Archivio e su antiche fonti bibliografiche, annotate da autorevoli autori della Storia del Regno di Napoli, nonché su dati cronologici certi, cioè su "verità storiche", il tutto demandato nel precitato pubblico documento-Disciplinare del Comune di Angri.
È ancora viva la tradizione angrese che il 14 dicembre di ogni anno, in piazza Annunziata (che prende il nome dall'omonima chiesa limitrofa) e nel cortile della chiesa di San Benedetto da Norcia, ma anticamente anche nei cortili di via Mezzo, via Dei Concili e via Ardighi e di tutti gli altri presenti nella cittadina angrese, si raccogliessero le sterpaglie per poi bruciarle in un falò o lampa dedicata a sant'Aniello (in dialetto angrese 'a lamp 'e sant'Aniell), durante la sera del giorno della sua ricorrenza religiosa. Questo momento religioso e di raccoglimento era per gli abitanti del paese quasi un rito magico, di purificazione e si credeva folcloristicamente che solo chi vi assistesse poteva vivere sereno dopo aver assistito al falò. Quando si accendeva il falò i cittadini angresi si radunavano in cerchio insieme ai lavoratori locali che lanciavano poi una pietra ciascuno sulle fiamme della lampa augurando la pace a tutti i loro fratelli cristiani lì presenti o assenti. Guai invece a chi non vi partecipava, soprattutto alle donne incinte, si riteneva che costoro avrebbero generato dei figli nati con problemi fisici e mentali poi dopo. C'era poi la tradizione locale che vede molte donne che rivestivano il ruolo di comari (donne che facevano da madrine i bambini battezzati e i ragazzi cresimati) che, invogliavano continuamente nel periodo che precede la festa del santo le loro raccomandazioni verso i loro conoscenti e parenti invitandoli all'evento e mettendoli sempre in guardia dal non andarvi, veniva anche raccomandato di andare a salutare la statua di sant'Aniello (in cartapesta) conservata ancor 'oggi nella chiesa di Santa Maria del Carmelo di Angri, vicino piazza Annunziata, chi non l'avesse fatto avrebbe avuto sempre guai per i figli che dovevano ancora nascere. Questa tradizione che vede sant'Aniello un santo vendicativo è comunque erronea e frutto di sbagliate interpretazioni della sua vita. Nonostante fosse una festa molto sentita a livello religioso venivano richiamati molti venditori ambulanti e commercianti locali che ne approfittavano per vendere i loro prodotti.[47]
La festa di origine agricola e ancor più anticamente pagana, è dedicata ad un crocifisso ligneo custodito in una edicola-tempietto, fatta costruire su volere da sant'Alfonso Maria Fusco nel 1867 dopo un miracolo fatto nei confronti un cittadino angrese. La festa è diventata molto popolare ad Angri perché, oltre alla processione religiosa e alle varie luminarie che adornano l'edicola, viene allestito per l'occasione un pittoresco albero della cuccagna (in dialetto angrese 'o pal 'e sapon), sul quale i partecipanti si devono arrampicare in cima per prendere un premio, scivolando il più delle volte sullo stesso palo e ricominciando in maniera molto esilarante.
Venne aperto al pubblico, l'11 giugno del 2016, un museo dedicato alla vita e alle opere di Alfonso Maria Fusco[48], canonizzato poi, il 16 ottobre dello stesso anno[49].
Ad Angri c'è stato una forte influsso di arte catalana nel periodo del Viceregno spagnolo tant'è che anche oggi si possono ammirare alcuni portali di antiche abitazioni di quest'epoca presenti nella città.
Sono presenti delle poesie scritte da un poeta e cultore locale, tale Gaetano Marra e dal famoso poeta E.A. Mario, datata 1912. Le poesie sono entrambe incise su delle mattonelle dietro l'antica fontana di via di Mezzo. La poesia di E.A. Mario è dedicata alla stessa fontana antica lì presente e si intitola Funtana all'ombra ("fontana all'ombra").
Sono presenti alcune sculture moderne all'interno dei giardini comunali, le sculture sono cinque e costruite in ferro e pietra, elaborate nel 2019. Gli artisti che le hanno poste nella villa comunale sono alcuni di origine angrese e locali. Le sculture e i loro creatori sono: Il barone Rampante di Ugo Cordasco, (visibile all'ingresso centrale dei giardini pubblici), Welfare di Mimmo Fusco, Linfa di Diana D'Ambrosio, Totem di Raffaele Cosentino e Guscio di Anna Crescenzi, accanto ad ogni scultura è stata posta dalla sovrintendenza dei beni artistici e culturali del comune di Angri la loro descrizione completa su dei pannelli vicino ad esse.
Nelle quattro stradine dedicate ai quattro evangelisti di via di Mezzo sono stati affrescate le pareti di alcune abitazioni esterne negli anni che vanno dal 1980 al 1982. Le opere sono 11 e dai seguenti artisti angresi e locali: Raffaele Alfano, Elio Alfano, Giovanni Padovano, Vincenzo Precenzano, Vittorio De Luca, Nicola Della Corte, alcune opere sono di autore ignoto. Purtroppo a causa delle susseguirsi delle intemperie molti di questi murali sono andati danneggiati nel tempo ma grazie alla tecnologia è stata creata una mostra multimediale immersiva che può essere visionata a livello locale.
All'interno dei giardini pubblici, sulla destra dell'ingresso principale, è possibile osservare due lapidi in pietra, una è dedicata ad un tale Enzo, di cui non si conosce il cognome e l'esatta identità , e un'altra lapide posta lì vicino è dedicata al giornalista Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito Mussolini.
All'interno del castello Doria sono presenti una lapide in pietra su un muro interno dedicato alla commemorazione dell'ex sindaco di Angri Giovanni Alfano e per le opere fatte verso la comunità della sua città durante il suo mandato.
Sempre nel castello Doria ma dal lato opposto alla lapide dedicata all'ex sindaco angrese Giovanni Alfano, vi è un'altra lapide dedicata a Sant'Alfonso Maria Fusco, fondatore della congregazione delle suore di San Giovanni Battista, della sua beatificazione e del suo 113º anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
Lo stadio calcistico, inaugurato negli anni '70, è dedicato al cittadino angrese Pasquale Novi, perito durante la seconda guerra mondiale. È ubicato nell'omonimo piazzale.
Nel nuovo cimitero è presente un busto e una lapide marmorea nel loculo della famiglia Cajazzo, a Francesco Cajazzo è dedicata anche una strada di Angri.
Molte mura dell'antica cittadina angrese sono state inglobate negli edifici successivamente costruiti nel corso dei secoli come avvenuto anche in altre città europee ma alcune di esse sono ancora visibili e si trovano in due punti di Angri.
La prima torre di guardia più antica della città venne eretta dopo la battaglia dei Monti Lattari, per poter mettere in sicurezza il piccolo nucleo urbano di Angri, attualmente la si trova inglobata nel torrione centrale (torre più grande) del castello Doria, del quale l'attuale castello non esisteva ancora e si sviluppò successivamente intorno ad essa.
Un'altra torretta di guardia in pietra andata poi inglobata nei successivi edifici civili e di dimensioni più modeste la si trovava vicino alla futura chiesa di Santa Maria del Carmine, più precisamente molto vicina al futuro monastero dei frati carmelitani scalzi, oggi del tutto scomparso anch'esso, inglobato in edifici adibiti ad abitazioni civili.
Ci sono diversi vicoli e alcune strettoie antiche presenti ancora nella città, servivano anticamente per collegare i vari rioni con le vie principali del paese.
Una piccola parte delle mura interne dell'antica città angrese sono visibili nel vicolo porta di Basso.
Vi sono delle mura di contenimento con ornamento bastionato visibili in buona parte del vicolo Rodi.
La strettoia o strettola dei Caprili che collega il cortile Abate con via Badia, anticamente era una via di uscita dalle mura interne del rione.
Tra via Murelle e via Concilio vi è una stradina che collega i due cortili.
Sono presenti i giardini pubblici o villa comunale un tempo privata e appartenente alla famiglia dei Doria, di fronte al castello omonimo accessibili durante il giorno. All'interno dei giardini pubblici è presente a montagnella (la montagnella o piccola montagna) una piccola collinetta semi artificiale nella quale alla base c'è un antico accesso il quale, veniva utilizzato come via di fuga da parte degli amministratori locali medioevali in caso di attacco. Oggigiorno l'accesso è stato chiuso con delle inferriate e la via di fuga sotterranea è crollata. All'interno dei giardini pubblici ci sono degli accessi vicino alle delle inferriate con la casa del cittadino di Angri, un tempo quest'altro edificio apparteneva anch'esso ai principi Doria, fatto costruire da loro stessi, inoltre ci sono diverse opere moderne di artisti campani oltre a delle dediche ad un cittadino locale scomparso, vi compare solo il nome Enzo e vicino ad essa una lapide dedicata ad Arnaldo Mussolini. Infine è presente all'interno della villa anche una nicchia con una statuetta di Gesù.
Piazza Doria è la piazza principale della città, si trova nel cuore di Angri, limitrofa al castello omonimo dal quale prende il nome. Dall'anno 2007 all'anno 2008 sono state ampiamente ristrutturate e riqualificate le 3 zone della piazza. Vi era su una delle 3 isole una fontana pubblica attualmente non più esistente, su un'altra zona invece vi è presente il monumento ai caduti della prima e seconda guerra mondiale.
Piazza San Giovanni o lo spiazzo di fronte alla collegiata omonima si dirama di fronte alla chiesa omonima e lungo la parte est del castello Doria.
La piazza Annunziata è una piazza molto famosa ad Angri, è stata fatta costruire dall'ex sindaco di Angri Giovanni Alfano negli anni '70, al suo posto veniva effettuato il mercato cittadino che attualmente è stato spostato in via Leonardo Da Vinci. In passato aveva una fontana ornamentale costruita in mattonelle che è stata poi sostituita da una una nuova anch'essa sostituita dalla statua del fondatore e successivamente Sant'Alfonso Maria Fusco nel 2001, anno in cui venne beatificato. Vicino alla statua del fondatore è presente una statua sempre in metallo di San Padre Pio, inaugurata nel 1997, a devozione dei fedeli angresi. Vi è anche un'isola pedonale limitrofa alla piazza.
Questa piazza si è evoluta intorno alla chiesa e alla congrega di Santa Caterina di Alessandria, si divide in due parti per la diramazione di via Ardinghi che passa anche dinanzi alla chiesa. Si possono trovare un monumento alla Vergine Immacolata, una statua in metallo di Don Enrico Smaldone, delle croci di legno della missione dei padri redentoristi e un'edicola sacra contenente Gesù crocifisso.
Piazza Sorrento è sorta dopo l'abbattimento della parte delle mura esterne presenti in quella zona.
La piazzetta omologa antistante la chiesa di San Benedetto da Norcia, in via Ardinghi, è chiusa al pubblico dalle mura e un cancello.
Angri aveva due frazioni. La prima era Bagni passata poi alla vicina città di Scafati e la seconda Sant'Egidio del Monte Albino divenuto successivamente un comune autonomo.
In passato l'economia locale era basata principalmente sull'agricoltura, mentre successivamente ha avuto un forte sviluppo industriale. Quasi il 90% delle industrie presenti sul territorio operano nel settore conserviero; più specificatamente pomodori in scatola e derivati (passate di pomodoro, pelati). In città hanno sede i noti gruppi alimentari: La Doria, Feger e Gruppo AR.
Inoltre è sede della OMPM, azienda leader nella meccanica di precisione, (costruzione di fusoliere e ali per aerei civili e militari).
La ferrovia che passa per la città di Angri è una delle più antiche d'Italia poiché, dopo l'apertura – finanziata con capitali privati e francesi – in pompa magna del 1º tratto ferroviario d'Italia tra Napoli e Granatello di Portici avvenuta il 3 ottobre 1839[58] per volontà del re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone, si procedette all'apertura di un 2° tronco ferroviario, quello per Castellammare di Stabia e 2 anni dopo quello tra Pompei e Nocera[59].
In tempi moderni la città di Angri è servita dalla stazione, ubicata lungo la ferrovia Napoli-Salerno su cui transitano da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Campania.
Nel 2016, BusItalia Campania è stata acquistata da Busitalia-Sita Nord.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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12 dicembre 1860 | 30 dicembre 1865 | Matteo Montefusco | Sindaco | ||
31 dicembre 1865 | 1867 | Pietro De Angelis | Sindaco | ||
1867 | 29 gennaio 1873 | Luigi D'Amelia | Sindaco | [60] | |
30 gennaio 1873 | 10 dicembre 1875 | Antonio Adinolfi | Sindaco | [61] | |
11 dicembre 1875 | 19 gennaio 1883 | Carmine Francesco D'Antonio | Sindaco | [62] | |
20 gennaio 1883 | 25 luglio 1918 | Francesco Adonolfi | Sindaco | [63] | |
26 luglio 1918 | 21 novembre 1918 | Luigi Farina | Commissario regio | ||
22 novembre 1918 | 6 novembre 1920 | Leopoldo Perris | Delegato straordinario | [64] | |
7 novembre 1920 | 12 maggio 1923 | Ettore D'Amelia | Sindaco | ||
15 maggio 1923 | 6 ottobre 1923 | Alfonso Mauri | Sindaco | [65] | |
7 ottobre 1923 | 4 aprile 1925 | Leopoldo Perris | Commissario prefettizio | ||
5 aprile 1925 | 10 maggio 1925 | Umberto Milanesi | Commissario prefettizio | [66] | |
11 maggio 1925 | 26 aprile 1927 | Leopoldo Perris | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | [67] |
3 maggio 1927 | 22 giugno 1928 | Vincenzo Perazzi | Commissario prefettizio | [68] | |
6 luglio 1928 | 11 aprile 1938 | Leopoldo Perris | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
18 aprile 1938 | 6 settembre 1943 | Arturo Cosenza | Partito Nazionale Fascista | Podestà | [69] |
29 settembre 1943 | 5 giugno 1944 | Antonio Adinolfi | Straordinario | [70] | |
6 giugno 1944 | 20 giugno 1946 | Francesco Adinolfi | Sindaco | [71] | |
21 giugno 1946 | 28 ottobre 1946 | Enrico Bellelli | Commissario prefettizio | ||
28 ottobre 1946 | 28 ottobre 1952 | Vincenzo Smirne | Sindaco | ||
29 ottobre 1952 | 18 aprile 1953 | Renato Guerra | Sindaco | [72] | |
27 aprile 1953 | 7 aprile 1954 | Alessandro Alberico | Commissario prefettizio | ||
8 aprile 1954 | 7 dicembre 1954 | Angelo Antonio Mancini | Commissario prefettizio | ||
8 dicembre 1954 | 20 marzo 1958 | Matteo Smaldone | Sindaco | [72] | |
21 marzo 1958 | 1959 | e Ottavio Atorino | Sindaco | [73] | |
1959 | 1961 | Matteo Smaldone | Sindaco | [74] | |
9 settembre 1961 | 25 luglio 1963 | Luigi Campanile | DC | Sindaco | [72] |
2 settembre 1963 | 4 gennaio 1965 | Francesco Nasti | DC | Sindaco | [75] |
28 gennaio 1965 | 8 agosto 1967 | Federico Gilblas | DC | Sindaco | [72] |
12 settembre 1967 | 7 agosto 1969 | Luigi Nasti | DC | Sindaco | [76] |
12 agosto 1969 | 18 settembre 1970 | Pietro Vaccaro | DC | Sindaco | [77] |
30 settembre 1970 | 1979 | Giovanni Alfano | DC | Sindaco | [78] |
1979 | 1980 | Mario Abate | DC | Sindaco | |
1981 | 1985 | Bartolo D'Antonio | DC | Sindaco | [78] |
1990 | 1991 | Giuseppe Chiavazzo | DC | Sindaco | |
1991 | 1992 | Santolo Coppola | DC | Sindaco | [79] |
1992 | 1993 | Alessandro D'Antonio | PDS | Sindaco | [80] |
1993 | 1994 | Francesco Buonaventura | PDS | Sindaco | [81] |
1994 | 6 maggio 1995 | Bartolo D'Antonio | DC | Sindaco | [82] |
7 maggio 1995 | 24 gennaio 1999 | Umberto Postiglione | PPI | Sindaco | [83] |
25 gennaio 1999 | 26 giugno 1999 | De Vivo Vincenzo | Commissario prefettizio | ||
27 giugno 1999 | 27 maggio 2004 | Umberto Postiglione | PPI - La Margherita | Sindaco | [84] |
28 maggio 2004 | 20 febbraio 2007 | Giuseppe La Mura | DL - La Margherita | Sindaco | [85] |
21 febbraio 2007 | 27 febbraio 2007 | Maria Rosa Falasca | Commissario prefettizio | ||
28 febbraio 2007 | 11 giugno 2007 | Antonio Di Prisco | Commissario straordinario | ||
12 giugno 2007 | 11 marzo 2009 | Gianpaolo Mazzola | Forza Italia - PdL | Sindaco | [86] |
12 marzo 2009 | 12 aprile 2010 | Bruno Pezzuto | Commissario prefettizio | ||
12 aprile 2010 | 14 giugno 2015 | Pasquale Mauri | Unione di Centro | Sindaco | |
14 giugno 2015 | 12 giugno 2019 | Cosimo Ferraioli | Liste civiche | Sindaco | [87][88] |
12 giugno 2019 | 17 gennaio 2020 | Alessandro Valeri | Commissario prefettizio | [89] | |
17 gennaio 2020 | in carica | Cosimo Ferraioli | Liste civiche | Sindaco | [90] |
Lo sport principalmente seguito è il calcio. L'U.S. - Unione Sportiva Angri 1927 è la principale squadra di calcio della città che nella stagione 2022-2023 milita in Serie D.
Oltre al calcio, anche il basket è uno degli sport seguiti maggiormente dalla popolazione angrese. L'A.S.D Angri Pallacanestro milita nel campionato di Serie C Gold.
Gli altri sport praticati sono: il volley femminile ed il tennis. Per il basket, oltre alla prima squadra dell'Angri Pallacanestro, vi è La Pol. Alfonso Negro Angri Basket e il Centro Olimpia Angri Basket; per il volley il Gruppo Sportivo Doria.
Inoltre Angri ha una squadra di rugby, la Agro Rugby Stallions, che disputa le sue gare nella vicina Sant'Egidio del Monte Albino.
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