Riva San Vitale sorge sul Lago di Lugano, ai piedi del Monte San Giorgio[1], sito Patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Storia
Le origini del villaggio di Riva San Vitale risalgono all'epoca romana; da una lunga iscrizione tombale ritrovata in paese, una stele antecedente il III secolo, si è saputo che il nome della località era allora Vicus Subinates, ossia paese dei Subinati[1]. La prima citazione in un documento scritto risale tuttavia al 774 (nella forma Primo Sobenno), ossia alla fine dell'epoca longobarda. La pieve di Riva San Vitale è stata tra le più antiche della diocesi di Como[1]. In età napoleonica ebbe vita effimera la Repubblica di Riva (1798)[1]; il 16 marzo 1790 la pieve cessò di essere indipendente e venne aggregata alla comunità di Lugano[2].
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Vitale, attestata dal 962-966[1];
Chiesa di Santa Croce, eretta nel 1582-1591; una dei più significativi edifici ecclesiastici tardorinascimentali della Svizzera[1];
Battistero di San Giovanni Battista, eretto nel 500 circa; è il più antico monumento paleocristiano ancora interamente conservato della Svizzera, la cui struttura di base è di epoca romana[1];
Chiesa-oratorio di San Rocco in stile barocco;
Oratorio della Confraternita del Santissimo Sacramento[senzafonte].
Architetture civili
Palazzo Della Croce, edificio rinascimentale del tardo Cinquecento sorto sul luogo di una torre di segnalazione[senzafonte]; divenuto in seguito Collegio Baragiola (1855-1925), dal 1926 è sede dell'Istituto Pietro Canisio[1];
Casa già del Beneficio di Santa Croce[senzafonte];
Casa borghese in piazza Grande, che presenta in facciata un lacerto d'affresco[senzafonte];
Casa borghese in via Stefano Franscini, con in una sala una decorazione plastica con motivi rococò[senzafonte];
Casa del centro storico, con in una sala il dipinto murale della Madonna col Bambino[senzafonte];
Casa arcipretale[senzafonte];
Palazzo Maderni già Bernasconi, in un locale conserva una caminiera[senzafonte];
Palazzo comunale in piazza Grande, già della famiglia Della Croce, dal 1876 di proprietà del comune; fu rinnovato da Isidoro Spinelli nel 1880[senzafonte].
Siti archeologici
Frammenti di tegole in laterizio altomedievali recano il simbolo cristiano del quadrato del Sator[senzafonte].
Siti e musei paleontologici e fossiliferi (UNESCO)
Monte San Giorgio (Unesco): sito fossilifero del Triassico Medio inserito nella lista dei Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO
La popolazione di Riva San Vitale conta[quando?] 2492 unità. I cittadini di nazionalità svizzera compongono l'83% della popolazione, di questi il 72% sono ticinesi. Rispetto al 2008 la popolazione è aumentata di una persona. Il 48% della popolazione è composta da persone coniugate, i celibi rappresentano il 41%, i vedovi il 5% e il 6% sono i divorziati[senzafonte]. L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Il paese è sede del "Centre for European Studies and Architecture" dell'ateneo statunitense Virginia Polytechnic Institute and State University[senzafonte] e dell'Istituto Pietro Canisio-Opera Don Guanella[1].
Infrastrutture e trasporti
Il comune è servito dalla stazione di Capolago-Riva San Vitale della ferrovia del Gottardo; tra il 1910 e il 1948 fu attiva la tranvia Chiasso-Riva San Vitale.
Amministrazione
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.[senzafonte]
Sport
A Riva San Vitale hanno sede la Società Tennis Tavolo Riva San Vitale (1967), la società di atletica leggera ASSPO (1969), la società bocciofila, la società cestistica Riva Basket (1979) e la società di calcio dilettantistica FC Riva (1948).
Note
Stefania Bianchi, Riva San Vitale, in Dizionario storico della Svizzera, 1º dicembre 2010. URL consultato il 20 novembre 2017.
Motta, 1991, p. 27.
Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
Luigi Lavizzari, Escursioni nel Canton Ticino, Lugano 1859.
Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, Bellinzona 1894, (Castello di Cantone) 75, 261-263.
Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
Ilse Schneiderfranken, Ricchezze del suolo ticinese, Bellinzona 1943.
Giuseppe Martinola (a cura di), Invito al Mendrisiotto, Lions Club del Mendrisiotto, Bellinzona 1965, 29-33, 42-46.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 513-526.20, 25, 26, 36, 37, 123, 125, 186, 201, 225, 240, 265, 495, 529, 533.
Giuseppe Martinola, Inventario d'arte del Mendrisiotto, I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 444-480.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 254, ,321, 330, 334-340, 343, 347, 353.
Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
Jean Soldini, Affreschi tardoromanici nel Battistero di Riva San Vitale, Bellinzona, Casagrande, 1990.
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2024 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии