world.wikisort.org - SvizzeraCimalmotto è una frazione del comune svizzero di Campo, nel Canton Ticino (distretto di Vallemaggia).
Geografia fisica
Cimalmotto sorge a 1 405 m s.l.m.[1] nell'alta valle Rovana, una laterale di destra della Vallemaggia. La località è meta di turismo escursionistico sulle vette circostanti.
Storia
L'insediamento fu fondato da pastori e agricoltori d'alta montagna[senza fonte]. Già comune autonomo, all'inizio del XIX secolo è stato accorpato al comune di Campo assieme all'altro comune soppresso di Niva[1].
Monumenti e luoghi d'interesse
- Chiesa della Beata Vergine Assunta, attestata dal 1597[senza fonte] e parrocchiale dal 1767[1];
- Cappella di San Luigi Gonzaga, eretta nel XIX, con portico e dipinto murale di Ugo Zaccheo del 1958 raffigurante la Madonna col Bambino e san Luigi Gonzaga[senza fonte];
- Case alpine tipiche nel nucleo storico, con zoccolo in muratura e alzate in legno denominate "torbe"[senza fonte];
- Antico forno a legna nel centro storico, utilizzato tuttora per cuocere il pane[senza fonte];
- Alpe di Quadrella di Fuori, a 1 791 m s.l.m., attivo fino agli anni 2000, sul sentiero che collega Bosco Gurin a Cimalmotto[senza fonte];
- Alpe di Magnello o Matignello, a 1 808 m s.l.m.[senza fonte];
- Alpe di Sfille, a 1 666 m s.l.m., presso il lago Sfille[senza fonte].
Note
- Daniela Pauli Falconi, Campo, in Dizionario storico della Svizzera, 12 settembre 2005. URL consultato il 30 novembre 2017.
Bibliografia
- Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 185-187.
- Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 257-258.
Collegamenti esterni
- Daniela Pauli Falconi, Campo, in Dizionario storico della Svizzera, 12 settembre 2005. URL consultato il 30 novembre 2017.
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