È la decima città della Svizzera per numero di abitanti ed è la città elvetica bilingue (cioè con due lingue ufficiali usate affiancate) più popolosa (56,54% di germanofoni e 32,69% di francofoni)[2], a cavallo della frontiera linguistica fra la Svizzera tedesca e quella francese.
Nel 2002 è stata una delle città organizzatrici dell'esposizione nazionale EXPO.02 con le città di Neuchâtel, Yverdon-les-Bains e Morat; Bienne è stata il capoluogo dell'omonimo distretto fino alla sua soppressione nel 2009.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa riformata (già di San Benedetto), attestata dal 1228 e ricostruita nel 1451-1470 in stile tardo gotico nella città vecchia[2];
La città vecchia (Altstadt) e i suoi monumenti[2];
Pavillon Felseck, monoptero del XIX secolo, la cui costruzione è stata avviata da Georg Friedrich Heilmann[9];
Bienne è ufficialmente un comune bilingue tedesco/francese. Le due lingue sono parificate in tutti gli ambiti, e la segnaletica stradale è interamente bilingue[1].
Neuhaus, museo di arte e di storia[2](storia dell'industria e dell'orologeria di Bienne, vita borghese nel XIX secolo, collezione cinematografica W. Piasio, Collezione Robert con acquarelli su flora e fauna[senzafonte];
Dal 2008 vi si svolgono annualmente gli Incontri di Bienne, un festival plurilingue per scrittori e traduttori che si svolge all'Istituto letterario svizzero.
Geografia antropica
Urbanistica
Nel 2004 Bienne ricevette il Premio Wakker per i miglioramenti urbanistici apportati alla città: «In questi ultimi dieci anni, la città di Bienne è riuscita a rivalorizzare i propri spazi pubblici e un patrimonio edificatorio unico ereditato dal XX secolo ma trascurato a lungo. Sono state create diverse piazze e zone pedonali, mentre numerosi edifici del secolo scorso sono stati vincolati e ristrutturati. Grazie ai concorsi di architettura, la qualità estetica delle nuove costruzioni è nettamente migliorata. Le autorità comunali cercano di indirizzare attivamente l'evoluzione urbanistica con l'acquisizione di determinate aree e cedendone il diritto di superficie»[13].
La regione del Seeland, pur essendo una zona economica estremamente dinamica e multiculturale in cui si parlano tedesco e francese, rimane tuttavia legata alle proprie tradizioni, in particolare all'artigianato dei fabbricanti di orologi. Qui si producono orologi famosi in tutto il mondo come Swatch, Omega, Rado o Rolex. L'industria orologiera e, in parte, anche l'industria di precisione si sono concentrate in questo territorio grazie a una rete di produttori, fornitori e scuole specializzate.
La regione ospita varie imprese svizzere come Feintool, Mikron e il Gruppo Swatch, ma anche numerose imprese estere come Harting, Festo, Movado Group, Fossil o La Montre Hermès. Inoltre, le sedi dell'Ufficio federale delle comunicazioni e di imprese come Orange, Sunrise, Swiss teletext TXT, Viasuisse, IXOS e SAP fanno di Bienne e del Seeland una roccaforte del comparto delle comunicazioni.
Infrastrutture e trasporti
Storicamente agevolata nelle comunicazioni dalla presenza del lago, Bienne è servita dall'omonima stazione nella quale fermano servizi passeggeri operati da FFS e BLS.
Nel 2005 Bienne ricevette il riconoscimento principale del Prix Velo per le infrastrutture a testimonianza di una politica tesa a favorire la sicurezza dei ciclisti[14].
Amministrazione
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.
Anne-Marie Dubler, Tobias Kästli, Bienne, in Dizionario storico della Svizzera, 23 gennaio 2018. URL consultato il 30 novembre 2018.
(RM) Bienne, su Pledari Grond. URL consultato il 13 settembre 2019. (RM) La bilinguitad a Bienna, su Lebendige Traditionen. URL consultato il 7 luglio 2021. (RM) AURA BIENNA, su Meteo News. URL consultato il 17 settembre 2019.
(DE) Dr. Joseph Stadelmann, Die Etymologie des Namens Biel-Bienne, in Neues Berner Taschenbuch, vol. 8, da pag. 250 a pag. 256, 1902. URL consultato il 18 settembre 2019.
Vingelz, in Dizionario storico della Svizzera, 24 ottobre 2012. URL consultato il 30 novembre 2018.
Margrit Wick-Werder, Bözingen, in Dizionario storico della Svizzera, 5 marzo 2003. URL consultato il 30 novembre 2018.
Madretsch, in Dizionario storico della Svizzera, 6 ottobre 2009. URL consultato il 30 novembre 2018.
Mett, in Dizionario storico della Svizzera, 20 novembre 2008. URL consultato il 30 novembre 2018.
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