Zenson di Piave (IPA: /dzen'son di 'pjave/; Zenson in veneto, IPA: /zeŋ'soŋ/) è un comune italiano di 1 731 abitanti[1] della provincia di Treviso in Veneto.
Zenson di Piave comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Daniele Dalla Nese (Lega Nord) dal 12-6-2017 |
Territorio | |
Coordinate | 45°41′N 12°30′E |
Altitudine | 7 m s.l.m. |
Superficie | 9,5 km² |
Abitanti | 1 731[1] (28-2-2022) |
Densità | 182,21 ab./km² |
Comuni confinanti | Fossalta di Piave (VE), Monastier di Treviso, Noventa di Piave (VE), Salgareda, San Biagio di Callalta |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31050 |
Prefisso | 0421 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 026094 |
Cod. catastale | M163 |
Targa | TV |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 393 GG[3] |
Nome abitanti | zensonesi |
Patrono | san Benedetto |
Giorno festivo | 21 marzo |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il centro del paese si è sviluppato alla foce del canale Zenson (in dialetto Zensonat), un corso d'acqua originato dalla biforcazione del canale Zero nei pressi di Partisioni a Sant'Andrea di Barbarana.
La prima attestazione del toponimo risale al 1214 (Zensono). Le ipotesi più probabili lo fanno derivare da un nome personale in seguito dialettizzato: per Dante Olivieri sarebbe latino (Gentio, -onis)[4][5], mentre per Giovan Battista Pellegrini è addirittura venetico (Gentios)[6][7].
Francesco Scipione Fapanni lo lega invece alla famiglia veneziana Zen, che aveva possedimenti in queste terre[4], mentre Carlo Agnoletti lo riferisce a san Zenone o ai monaci zeniani[8].
Le origini di Zenson sono antichissime: i ritrovamenti di utensili e resti di armi dimostrano che un primo insediamento si era formato già nel II millennio a.C. La civiltà fu indubbiamente favorita dalla posizione geografica della località, che permetteva di controllare i traffici lungo il Piave[4].
In epoca medievale lo sviluppo del territorio fu favorito dai benedettini di Santa Maria del Pero di Monastier. Furono proprio i monaci ad erigere, verso il 1470, l'attuale parrocchiale (intitolata, non a caso, a San Benedetto) che in un primo tempo fu sottoposta a San Mauro di Rovarè. Questa presenza si scontrò spesso con l'autorità vescovile di Treviso, che rivendicava per sé varie pertinenze del monastero, fra cui proprio Zenson[4].
Secondo quanto riferito dal Chimenton, durante le lotte tra Repubblica di Venezia e Ottone II di Sassonia, venne concesso ai devoti dell'imperatore di costruire le torri di guardia e di difesa in Genzone, l'attuale Zenson, e in Mussa. La torre di guardia potrebbe coincidere con la rocca di Cigoto (forse dall'occupazione Gota), costruita secondo alcune fonti durante le invasioni barbariche. Il primo riferimento relativo al fortilizio si trova in una causa della proprietaria Richelda con i Trevisan (1298); la possedettero poi i da Camino, che la offrirono alla città di Treviso nel 1318, e venne poi distrutta in data anteriore al 1580[4][9].
Nel 1717 il paese fu assegnato alla giurisdizione del monastero di monaci benedettini di San Giorgio Maggiore di Venezia. Con la soppressione napoleonica dei monasteri, la giurisdizione dei monaci benedettini venne sottratta dall'autorità vescovile di Treviso.
Il paese viene ricordato da molti storici per gli avvenimenti della Grande Guerra: dopo la Rotta di Caporetto, Zenson si trovò lungo il fronte del Piave. Storica è l'ansa dove si affrontarono esercito Italiano ed esercito Austro-ungarico durante le battaglie del novembre 1917 e del giugno 1918. Nella prima metà del mese di novembre del 1917, l'esercito Austro-ungarico riuscì ad occupare l'ansa, ma venne violentemente contrattaccato dalle brigate Lecce, Pinerolo e Novara che lo costrinsero il 31 dicembre a ritirarsi. Nel giugno 1918 si scontrarono il VII corpo d'armata austriaco (della V armata del Gruppo Boroevic) comandato dal generale Wurm e il XXVIII corpo d'armata Italiano (comprendente le Brigate Ferrara ed Avellino della III armata, comandata da S.A.R. il Duca d'Aosta); dopo sanguinose battaglie gli austriaci riuscirono ad occupare il paese (punto strategico per unire le due teste di ponte di Fagarè e di San Donà). Ma il 23 giugno dello stesso mese gli italiani riuscirono definitivamente a cacciare gli austriaci dal paese.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Zenson di Piave sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 dicembre 2014.[10]
«Stemma d'azzurro, al rocchio di colonna, d'oro, sostenuto dal piedistallo rettangolare, fondato in punta, dello stesso, accompagnato in capo dalle lettere maiuscole Z F B male ordinate, d'oro; il tutto, sormontato dalla stella di cinque raggi, dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di azzurro.
Distrutta durante la Grande Guerra, la parrocchiale fu ricostruita nello stesso luogo della precedente su progetto dell'arch. Melchiori. Della vecchia chiesa rimangono solo il Busto di San Domenico e i due stemmi della famiglia Da Mula che ornavano un altare della vecchia chiesa. La nuova chiesa venne consacrata nel 1937.
Si tratta di due grandi barchesse simmetriche, completate da un oratorio posto all'inizio di quella di ponente. Nell'ampio spazio tra i due edifici sorgeva la casa padronale, che fu però danneggiata durante la grande guerra e in seguito demolita. Il complesso, innalzato nell'ultimo trentennio del Seicento per conto dei Mora, nobili veneziani di origini svizzere, fu progettato da Andrea Tirali; tuttavia ha subìto nel tempo numerosi rimaneggiamenti e solo la cappella ha mantenuto le linee originali[11].
Abitanti censiti[12]
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 264, ovvero il 14,4% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[13]:
Nel 1868 dal comune sono state distaccate le frazioni di Fagarè e Sant'Andrea di Barbarana per essere aggregate a San Biagio di Callalta[14]. Le lettere riportate sullo stemma comunale non sono altro che le iniziali delle tre frazioni originarie (capoluogo compreso).
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