Verucchio (Vrócc in romagnolo[4]) è un comune italiano di 10 043 abitanti[1] della provincia di Rimini in Emilia-Romagna, situato a sud-ovest del capoluogo.
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Verucchio comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Stefania Sabba (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) | ||
Territorio | |||
Coordinate | 43°59′00″N 12°25′17.4″E | ||
Altitudine | 330 m s.l.m. | ||
Superficie | 27,3 km² | ||
Abitanti | 10 043[1] (30-6-2022) | ||
Densità | 367,88 ab./km² | ||
Frazioni | Brocchi, Cantelli, Case Montirone, Case Pellicioni, Pieve Corena, Ponte Verucchio, Villa Verucchio | ||
Comuni confinanti | Acquaviva (RSM), Borgo Maggiore (RSM), Chiesanuova (RSM), Poggio Torriana, Rimini, San Leo, Santarcangelo di Romagna, Sassofeltrio, Serravalle (RSM) | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 47826 | ||
Prefisso | 0541 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 099020 | ||
Cod. catastale | L797 | ||
Targa | RN | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Cl. climatica | zona E, 2 534 GG[3] | ||
Nome abitanti | verucchiesi | ||
Patrono | san Martino | ||
Giorno festivo | 11 novembre | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Posto fra il mare e la collina (alta circa 300 m s.l.m.), a 18 km da Rimini, Verucchio sorge nella vallata del Marecchia che domina da posizione rialzata.
Confina a nord con Santarcangelo di Romagna, a est con Rimini, a sud con lo Stato di San Marino e Sassofeltrio, a sud-ovest con San Leo e ad ovest con Poggio Torriana.
Il territorio comunale comprende anche un'exclave: la frazione di Pieve Corena, separata dal resto del comune dallo Stato di San Marino e distante 12 km.
Il nome deriva dal latino verruculus, maschile di verrucula ("piccola verruca") nel senso figurato di rialzo, altura, in riferimento al rilievo su cui sorge il paese.[5]
«E 'l Mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, |
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto 27 - versi 46-48) |
L'origine dell'abitato risale a tempi molto antichi. Le campagne di scavo effettuate fra il 1893 e il 1894, poi negli anni settanta e infine riprese nel 2005 hanno restituito oltre 600 sepolture databili tra il X e il VII secolo a.C. I ricchi corredi funerari (monili, fibule, vestiario, vasellame, armi, finimenti per cavalli) e le complesse attività rituali consentono di riconoscere nelle tombe una manifestazione della civiltà villanoviana, fase più antica della civiltà etrusca.[6] Tramite i corredi funebri è stato possibile conoscere alcune caratteristiche della vita dei gruppi aristocratici. Durante l'età del ferro e fino all'età orientalizzante Verucchio rappresentava un punto centrale nel controllo delle rotte adriatiche che collegavano la Grecia e l'Oriente con l'Europa centrale e settentrionale, in particolar modo per i traffici commerciali legati all'ambra baltica.[senza fonte] Le abbondanti testimonianze di quest'epoca sono raccolte nel Museo civico archeologico, che espone i reperti provenienti dalle necropoli limitrofe.
L'insediamento conobbe il tramonto della società etrusca e fu presto influenzato da quella romana godendo della vicinanza con Rimini (Arimmna per gli Etruschi); quest'ultima godette di un notevole sviluppo sotto i romani (che la ribattezzarono Ariminum), data anche la sua posizione sulle vie consolari Flaminia ed Emilia.
Il centro del paese si sviluppò ai piedi dello sperone su cui oggi sorge il centro abitato, in quanto i Romani erano interessati a controllare le vie di comunicazione verso l'interno. Dopo le invasioni barbariche e il domino bizantino l'insediamento tornò in cima alla collina per ragioni difensive. Nel 962 sarebbe stato donato dall'imperatore Ottone I ai duchi di Carpegna[7], una delle prime grandi casate che, insieme ai duchi del Montefeltro, riuscirono ad avere un controllo stabile sul territorio di Rimini e delle vallate dell'entroterra.
Il territorio rimase in decadenza fino al XII secolo; nel 1114 era già un castrum (ovvero un centro fortificato) e di quell'epoca sono le tracce dell'avvento della famiglia dei Malatesta, che diede nuovo impulso alla Romagna, quindi anche a Verucchio.[8]
Nel 1353 papa Innocenzo VI affidò al cardinale Egidio Albornoz la riconquista dei territori della Romagna che, a causa della lontananza del papato dall'Italia (sono gli anni della cosiddetta "Cattività Avignonese"), stavano sfuggendo al controllo della Chiesa. Nel 1355 il cardinale Albornoz sconfisse i Malatesta e riportò i loro domini sotto il controllo diretto della Chiesa. Anche Verucchio rientrò sotto il dominio pontificio, ma rimase sostanzialmente nella disponibilità della famiglia Malatesta, il cui rappresentante, Galeotto, venne nominato vicario della Santa Sede per le città di Rimini, Fano e Pesaro.
Il borgo fu perduto dai Malatesta due volte: prima a seguito della sconfitta di Carlo I Malatesta nella battaglia di Zagonara (1424) passando sotto la dominazione dei Visconti, poi definitivamente nel 1462, quando Sigismondo Pandolfo Malatesta (1431-1462) dopo un lungo assedio da parte di Federico da Montefeltro perse la rocca per tradimento.
La cittadina conobbe un periodo di decadenza passando di mano in mano a diversi signori: Cesare Borgia dopo la conquista della Romagna (1501-1503), dopo la sua caduta i Veneziani (breve dominio da novembre 1503 a marzo 1506); nel XVI sec. ritornò allo Stato della Chiesa divenendo “mezzo per compensare economicamente e politicamente i servigi e i crediti di personaggi dell'entourage papale”[9]
Nel 1516 Leone X (Giovanni de' Medici) lo infeudò a Giovanni Maria Giudeo di Domenico Alemanno, ebreo convertito di origine tedesca, eccellente suonatore di liuto. Furono forse proprio queste sue doti di musicista ad attrargli i favori del Papa che, prima di nominarlo governatore e conte di Verucchio, gli aveva anche conferito il nome e lo stemma dei Medici. Lo stesso Leone X con bolla del 21 marzo 1518 attribuì al borgo il titolo di città.
A Giovanni Maria subentrò il figlio, Camillo, ma alla morte di Leone X nel 1521 il nuovo papa Adriano VI avocò alla Santa Sede il dominio diretto della città. Il suo successore Clemente VII, altro papa della casata dei Medici, nel 1525 rinfeudò Giovanni Maria, ma questi vendette il feudo ad un altro Medici: Zenobio[10]. Questi pare che acquistasse il feudo grazie alla dote della moglie Ippolita Comnena, che gli subentrò alla sua morte nel 1530 e lo trasmise, con il matrimonio avvenuto nel 1532, a Lionello Pio da Carpi. Il matrimonio si inseriva in una precisa politica dei Pio che, cacciati da Carpi, erano stati investiti dal Papa della titolarità di diversi centri della Romagna ed in quest'area stavano tentando di consolidare il loro potere. L'importanza e l'interesse della Comneno e dei Pio per Verucchio è dimostrato anche dalla corrispondenza tra questi e la Comunità di Verucchio[11]. Da Lionello Pio, dopo la morte della moglie Ippolita, il paese passò a suo figlio terzogenito Alberto, ma nel 1580, con la bolla di revisione dei titoli feudali di Gregorio XIII del 1º giugno, Verucchio rientrò, come altri feudi, nei domini diretti della Chiesa[12], sotto cui rimase nella Legazione di Romagna (con capitale Ravenna) controllata da reggenti dello Stato pontificio.
Per tutto il XVIII secolo il territorio è luogo di passaggio di eserciti austriaci, spagnoli e napoletani fino al 1797, quando con l'arrivo in Italia dell'esercito francese subì i rapidi rivolgimenti del periodo napoleonico. Il paese entrò a far parte della Repubblica Cispadana e dopo il breve periodo (1799-1800) di occupazione austriaca e di governo della Cesarea Regia Reggenza, a seguito della pace di Lunèville (9 febbraio 1801) Verucchio (con gli altri territori della Legazione di Romagna) rientrò stabilmente nella Repubblica Cisalpina (Dipartimento del Rubicone), che nel 1802 prese il nome di Repubblica Italiana e nel 1805 si trasformò in Regno d’Italia. Con la caduta di Napoleone e la Restaurazione Verucchio, come il resto delle Legazioni e le cosiddette “Provincie di Seconda Recupera”, venne restituito allo Stato Pontificio solo a seguito dell'atto finale del Congresso di Vienna (giugno 1815) dopo un periodo di occupazione napoletana ed austriaca (1814-1815)[13].
Dopo essere insorto nel giugno 1859 contro lo Stato pontificio, come il resto della Romagna, a seguito dei plebisciti, nel marzo 1860 Verucchio venne ufficialmente annesso al Regno di Sardegna, che nel 1861 si sarebbe trasformato in Regno d'Italia.
Nella Seconda guerra mondiale Verucchio subì il peso dell'occupazione e delle rappresaglie nazi-fasciste. L'episodio più grave fu l'eccidio dei "Nove martiri di Verucchio", fucilati per rappresaglia il 21 settembre 1944.
Durante i drammatici giorni del passaggio della Linea Gotica si assistette ad un durissimo scontro tra alleati e tedeschi in ritirata. Numerosi sfollati riminesi trovarono rifugio in paese, soprattutto nella frazione di Villa Verucchio.
Il comune è costituito da due principali abitati: al borgo collinare storico si aggiunge la frazione bassa di Villa Verucchio, nodo dell'attività economico-industriale.
Lo stemma di Verucchio è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 3 gennaio 1989.[5]
«D'azzurro, ai due monti di verde, rocciosi, fondati in punta, il monte posto a destra più alto e in primo piano, declinante fino al lembo sinistro, essi monti sostenenti le due torri di nero, merlate di quattro alla guelfa, chiuse e finestrate di una, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero: Veruculum Prima Malatestarum Patria.[14]» |
(D.P.R. 03.01.1989) |
Abitanti censiti[16]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 871 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
A partire dagli anni ‘70 Verucchio è sede del Centro internazionale ricerche “Pio Manzù” che ha la sede nelle frazione di Ponte Verucchio.
Il periodo agosto/settembre è segnato dalle Feste dei Malatesta che trasformano il centro storico in un borgo medievale con parate, banchetti, cene di corte e giostre cavalleresche e d'armi.
Maggio vede l'allestimento di mostre, convegni, concorsi dedicati alla rosa.
A luglio prende l'avvio Verucchio Festival, appuntamento di musica etnica e di nuove tendenze musicali giovanili.
Il comune si fregia della Bandiera arancione, riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano, ed è associato al club de I borghi più belli d'Italia.
La principale strada di collegamento è la via Marecchiese, che attraversa Villa Verucchio.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 12 giugno 2004 | Sergio Giovagnoli | Lista civica | sindaco | |
12 giugno 2004 | 26 maggio 2014 | Giorgio Pruccoli | Lista civica | sindaco | |
26 maggio 2014 | in carica | Stefania Sabba | Lista civica | sindaco | |
Altri progetti
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