Il comune di Valdaora si suddivide in: Valdaora di sopra (Oberolang), di sotto (Niederolang) e di mezzo (Mitterolang). Il comune confina con il Parco naturale Fanes - Sennes e Braies. Dal paese di Valdaora si svincolano due vallate: a nord la valle di Anterselva e a sud oltre il passo Furcia la val di Marebbe. Tra il paese di Valdaora di sopra e quello di Monguelfo si trova il lago artificiale di Valdaora.
Origini del nome
Il toponimo è attestato come Ôlaga nel 985-993[5] e deriva dal celtico Aulaga, patronimico con il significato di bene di un Aulos.[6] Altra origine potrebbe essere quella dal termine Olanga, che in latino è aulatica (dal latinoaula e dal greco antico aule, αυλή, ossia "corte").[7]
Nel 1052-1062 è attestato, in un codice del monastero bavarese di Weihenstephan, la forma Mittirnôlag e nel 1138-1147 la forma Mittenolagen (entrambe per Valdaora di mezzo).[8]
Storia
Lungo la delimitazione meridionale del comune, posta sul passo Furcia, passa il confine linguistico fra la zona germanofona e quella ladina, stabilitasi nel periodo medievale.[9]
Anche Valdaora, come altri centri abitati dell'Alto Adige, è stata oggetto di fortificazioni durante il periodo fascista. Queste opere fortificate fanno parte del Vallo Alpino in Alto Adige e precisamente dello Sbarramento Rasun-Valdaora.[10]
A Valdaora pare sia stato inventato da un contadino il Böckl, una specie di slittino composto da uno sci con sopra uno sgabello.[11]
Simboli
Lo stemma è d'argento alla banda di verde sulla quale sono raffigurate tre ruote di carro d'oro. Le tre ruote simbolizzano tre frazioni del comune: Valdaora di Sopra, Valdaora di Mezzo e Valdaora di Sotto e la loro disposizione sul pendio. Lo stemma è stato adottato nel 1968.[12]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa dei Santi Pietro e Agnese
Chiesa di San Volfango
Società
Ripartizione linguistica
La sua popolazione è in larga maggioranza di madrelingua tedesca:
Valdaora, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 26 maggio 2015.
Oswald Redlich, Acta Tirolensia I, Innsbruck 1886, n. 17.
Egon Kühebacher: Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia 1995, p. 293s. ISBN 88-7014-634-0
AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004.
Tiroler Urkundenbuch, vol. II/1, a cura di Martin Bitschnau e Hannes Obermair, Innsbruck, Universitätsverlag Wagner, 2009, p. 360 n. 220 e p. 480s n. 354. ISBN 978-3-7030-0469-8
Guntram Plangg, Raumbildung und Sprachgrenzen in Tirol, in Grenzen und Grenzregionen / Frontières et régions frontalières, a cura di Wolfgang Haubrich, Saarbrücken, 1994, pp. 179-189. ISBN 3-925036-83-0
Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran, Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Trento, editore Temi, maggio 1999, pp.328 pagine, ISBN88-85114-18-0.
(DE) Theobald Innerhofer, Olang: Eine Gemeinde im Wandel der Zeiten, Brunico, 1984.
(DE) Hannes Obermair, Bedrohtes Kulturgut vor Ort: Archivbericht aus Geiselsberg, Gemeinde Olang, in Tutela dei beni culturali in Alto Adige 1996, Bolzano: Athesia, 1997, pp.173–184.
(DE) Helmut Stampfer, Simon von Taisten und Friedrich Pacher: Überlegungen zu Neufunden in Olang, in «Der Schlern», 81, 2007, pp.40–47.
(DE) Francesco Pozzato, Olang: Impression Eisenbahn, Bolzano: Athesia 2007. ISBN 978-88-6011-070-1.
(DE) Reinhard Bachmann, Festschrift zum 50jährigen Jubiläum der AVS-Sektion Olang (1958-2008), Valdaora, 2008.
(DE) Claudia Plaikner, Christian Egger, 100 Jahre Musikkapelle "Peter Sigmair" Olang (1908-2008), Valdaora, 2008.
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии