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Sant'Elpidio a Mare è un comune italiano di 16 897 abitanti della provincia di Fermo nelle Marche.

Sant'Elpidio a Mare
comune
Sant'Elpidio a Mare – Veduta
Sant'Elpidio a Mare – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Marche
Provincia Fermo
Amministrazione
SindacoAlessio Pignotti (lista civica) dal 27-6-2022
Territorio
Coordinate43°13′46.16″N 13°41′10.05″E
Altitudine251 m s.l.m.
Superficie50,52 km²
Abitanti16 897[1] (31-12-2020)
Densità334,46 ab./km²
FrazioniBivio Cascinare, Cascinare, Casette d'Ete, Castellano, Cretarola, Luce
Comuni confinantiCivitanova Marche (MC), Fermo, Monte Urano, Montecosaro (MC), Montegranaro, Porto Sant'Elpidio
Altre informazioni
Cod. postale63811
Prefisso0734
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT109037
Cod. catastaleI324
TargaFM
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 875 GG[3]
Nome abitantielpidiensi
Patronosant'Elpidio Abate
Giorno festivo2 settembre
Cartografia
Sant'Elpidio a Mare
Sant'Elpidio a Mare – Mappa
Sant'Elpidio a Mare – Mappa
Posizione del comune di Sant'Elpidio a Mare nella provincia di Fermo
Sito istituzionale

Geografia fisica


Sant'Elpidio a Mare è situata su una dorsale del subappennino marchigiano tra le basse valli del fiume Tenna e del torrente Ete Morto, a 9 chilometri dal mare Adriatico.


Origini del nome


Questa città è caratterizzata da Elpidio un poderoso cavaliere dei tempi, che salvò la città da un incredibile assalto, onorato appunto, dando il suo santo nome alla città: Sant'Elpidio. Elpidio (Cappadocia, … – Piceno, IV secolo) è stato un anacoreta forse originario della Cappadocia vissuto nel Piceno dove si è diffuso il suo culto; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.


Storia


La città occupa il territorio appartenuto all'antica città romana degli Stortini, distrutta dai Goti nei primi anni del 400.

Nell'887, nella stessa zona della città distrutta, fu fondata una delle più antiche e potenti abbazie benedettine delle Marche: l'abbazia imperiale di Santa Croce al Chienti. Il borgo medievale, conosciuto con il toponimo di "Castello di Sant'Elpidio", sorse nell'XI secolo sul colle nella cui sommità è ospitata la chiesa della Madonna dei Lumi.

Timpano della Torre Gerosolimitana (XIII sec.)
Timpano della Torre Gerosolimitana (XIII sec.)

Elevato al rango di libero comune, nel 1250 Federico II di Svevia gli concesse la costruzione di un porto tra i fiumi Chienti e Tenna.

Fu nei secoli successivi al centro di aspri contrasti con la vicina Fermo. Saccheggiato nel 1328 dalle truppe di Mercenario da Monteverde fu nuovamente distrutto dal ghibellino Rinaldo da Monteverde nel 1376 e nel 1377.

Nel 1380 gli Elpidiensi ricostruirono il paese nella posizione in cui è ancora oggi.

Nel 1431 l'esercito di Francesco Sforza penetra la cinta muraria e saccheggia l'abitato.

Nel 1797 il generale Rusca dell'esercito di Napoleone Bonaparte raduna le milizie locali fedeli al papa sul Colle dei Cappuccini e ingloba il Paese nel Dipartimento del Tronto, con capoluogo Fermo. Nel 1828 papa Leone XII emana una bolla con la quale viene attribuito il titolo di città. Durante la seconda guerra mondiale il territorio fu amministrato dalla Repubblica Sociale Italiana.

Nel 1952 la frazione del Porto diventa comune autonomo con il nome di Porto Sant'Elpidio.


Simboli


Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 marzo 2001.[4]

«Campo di cielo, al sant'Elpidio, il viso e il busto in maestà, il viso, il collo, le mani, le gambe di carnagione, con elmo e con corazza di acciaio al naturale, con manto svolazzante di rosso, il Santo aureolato d'oro, i piedi calzati con calighe di nero, tenente con la mano destra la asta di nero posta in banda, munita del vessillo bifido di rosso, svolazzante a destra, caricato dalla croce di otto punte e patente, di argento, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, imbrigliato di rosso, rivoltato, con gli arti anteriori sollevati, con gli arti posteriori sostenuti dalla nube d’argento, la nube accompagnata a destra dalle chiavi pontificie, decussate, con gli ingegni all'insù, d'oro, a sinistra dalla stella di sette raggi, dello stesso; il Santo accompagnato in punta dalla cortina di muro uscente dai fianchi e fondata in punta, merlata alla ghibellina, aperta centralmente con arco a tutto sesto, del campo, munita di due torri di due palchi, ogni palco merlato alla ghibellina di tre, i palchi superiori finestrati del campo e muniti di cuspide, i palchi inferiori muniti ciascuno di una nicchia, la parte centrale della cortina merlata di tre merli e di due semimerli, questi addossati alle torri, le parti laterali della cortina merlate ciascuna di tre, il tutto d’argento e murato di nero. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, NOMINE NUMINE ET ARMIS. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone è un drappo di bianco alla bordatura di azzurro.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose



Abbazia imperiale di Santa Croce al Chienti

L'abbazia fondata sopra ad un edificio religioso preesistente del VI, grazie alle terre donate al monastero dal vescovo di Fermo Theodosio e alla munificenza dell'imperatore Carlo III il Grosso che concede con privilegio del 24 giugno 883 i mezzi economici necessari alla sua realizzazione, venne solennemente consacrata il 14 settembre 887 alla presenza del Vescovo di Fermo Theodosio e di innumerevoli canonici. Il periodo di massimo splendore dell'abbazia benedettina oscilla tra il X e il XII secolo in cui beneficia di ampliamenti in stile romanico. Nel 1468 il complesso abbaziale diventa di proprietà del Comune di Sant'Elpidio a mare. Nel 1749 Alessandro Borgia arcivescovo di Fermo restaura la basilica. Nel 1790 il vescovo fermano Andrea Minnucci riduce il complesso abbaziale a struttura per uso agricolo decretandone la sua rovina e riducendo la zona delle funzioni alla sola navata centrale. Dopo oltre due secoli di abbandono e degrado ad usi impropri, la struttura basilicale è stata interessata da un restauro iniziato nel marzo 2006 teso al ripristino della primitiva tipologia e alla conseguente riapertura al pubblico, avvenuta nel 2010. All'interno della chiesa una lapide ricorda i lavori di ristrutturazione eseguiti sulla Basilica dall'Arcivescovo di Fermo Alessandro Borgia nel 1749:

«BASILICAM SERVATORIS NOSTRI EJUSQUE VIVIFICAE CRUCIS A THEODOSIO FIRMANO EPISCOPO CONDITAM ET CORAM CAROLO CRASSO IMPERATORE REGIAM DOTEM CONFERENTE XVIII. KAL.OCTOB.A.S. DCCCLXXXVII. SOLEMNITER DICATAM TEMPORUM INJURIIS SQUALLENTEM ALEXANDER BORGIA ARCHIEPUS ET PNPS FIRMANUS INSTAURAVIT AN DNI. MDCCXLVIIII»

All'esterno dell'abbazia una lapide ricorda:

«ANDREAE.MINUCCIO.ARCHIEPO.ET.PNPI.FIRM.QUOD.BASILICAM.SS.CRUCIS.IN.DECENTIOREM.ADHUC.FORMAM.REDEGERIT.HORREUM. PRODUXERIT.AEDES.PARTIM.E.FUNDAMENTIS.EXCITARI.ARTIM.RESTITUERIT.AMNE.INTERFLUENTE.CO.ERCITO.GRATI.ANIMI.ERGO.A.P.F.F.MDCCXC»


Chiesa della Madonna dei Lumi

Fu costruita nel XIII secolo con il nome originario di chiesa di Sant'Agostino. Filippo III di Francia, quarto figlio del re san Luigi IX, durante il XIV Concilio Ecumenico, apertosi a Lione il 7 maggio 1274 e conclusosi il 17 luglio 1274 dona in segno di profonda devozione verso il beato Clemente personalità eminente dell'Ordine Agostiniano, beatificato da papa Clemente XIII nel 1761, una Spina della corona di Gesù Cristo. Il Frate devolve il prezioso dono al convento di Sant'Elpidio in cui studiarono tra gli altri san Nicola da Tolentino e san Giacomo della Marca. Nella notte dell'8 settembre 1377 l'esercito guidato da Rinaldo da Monteverde privò la chiesa della reliquia che è attualmente conservata nella chiesa di Sant'Agostino a Fermo. Dell'antico Tempio rimane il basamento, gran parte dell'elevato della facciata e all'interno l'altare marmoreo in stile gotico realizzato nel 1371 in pietra d'Istria e l'affresco della Madonna dei Lumi del XV secolo che raffigura la Madonna con il Bambino.[5].


Chiesa di Sant'Elpidio Abate

Eretta nel XIII secolo come pieve, nel 1590 le viene attribuito il titolo di collegiata semplice, l'11 ottobre 1591 papa Gregorio XIV la eleva a insigne collegiata e nel 1857 il beato papa Pio IX a perinsigne collegiata. Della costruzione primitiva conserva l'abside e gran parte della struttura esterna. La facciata realizzata nella seconda metà degli anni trenta del XX secolo in stile neoromanico si fregia della presenza di un rosone e di un mosaico sulla lunetta del portale che raffigura sant'Elpidio abate affiancato dai discepoli Ennesio ed Eustasio. Il fianco della chiesa che delimita piazza Giacomo Matteotti conserva 5 finestre dell'originaria costruzione del XIII secolo; il resto è stato quasi interamente ricostruito nel 1639. L'interno è stato realizzato in stile neoclassico. Dietro all'altare maggiore del XVI secolo è stato inserito un altorilievo di un sarcofago romano in marmo pario del IV secolo che raffigura una scena di caccia al leone e che conserva al suo interno le ossa del patrono sant'Elpidio Abate e dei discepoli sant'Ennesio e sant'Eustasio. Sopra l'altare maggiore Nicola Antonio Monti ha realizzato alla fine del XVIII secolo un quadro in cui raffigura la Beata Vergine Maria Assunta in Cielo. La mostra d'Altare dedicata alla Madonna di Loreto e realizzata in stile barocco da Angelo Scoccianti nel transetto di destra della chiesa nel 1702, è la più grande delle Marche. L'opera lignea la cui bellezza è esaltata dalla presenza di dorature, conserva all'interno di due ante la cui giunzione crea un altorilievo dell'Annunciazione, la statua della Madonna di Loreto. Il transetto di sinistra conserva un dipinto di Jacopo Palma il Giovane che raffigura ai piedi del Cristo Sant'Antonio e Sant'Elpidio. La chiesa ospita un Fonte Battesimale di stile rinascimentale. L'organo realizzato nel 1765 da Gaetano Callido e collocato al di sopra dell'entrata principale costituisce una delle più imponenti opere dell'Autore. La grande balaustra in marmo, costruita nella metà del XIX secolo su progetto dell'Architetto Salvatori, è impreziosita da quattro statue in bronzo che raffigurano Sant'Elpidio Abate, Beato Clemente Briotti, San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena, e delimita il Coro e le statue di Sant'Elpidio e della Madonna. La chiesa ospita il paramento liturgico indossato dal Cardinale Cesare Brancadoro. La Sagrestia conserva un dipinto della Madonna con il Bambino che appare a San Filippo Neri.

Il 24 dicembre 1943 i cittadini di Sant'Elpidio a mare alla presenza dell'Arciprete Don Quirico Lupacchini hanno formulato un voto in onore di Sant'Elpidio Abate in base al quale se fossero stati liberati dagli orrori e dalle devastazioni della guerra avrebbero arricchito di marmi preziosi il presbiterio della Chiesa Collegiata dove riposa il corpo del Santo Protettore[6].


Chiesa di San Giovanni

Fu la chiesa del Monastero delle Suore Benedettine dedicato a San Giovanni. La facciata realizzata nel XIX secolo si erge all'inizio di via Cunicchio.


Santuario della Madonna degli Angeli

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario della Madonna degli Angeli (Sant'Elpidio a Mare).

Il santuario della Madonna degli Angeli ed il convento attiguo siano stati costruiti all'inizio del XIII secolo, quando il culto a santa Maria degli Angeli fu iniziato da san Francesco d'Assisi. Ne sono testimoni i pochi affreschi rimasti nella Cappellina. L'opinione è confermata dalla presenza dei religiosi Francescani fin dal 1242: il santuario venne costruito con l'intenzione di riprodurre la Porziuncola di santa Maria degli Angeli in Assisi.

Il santuario fu subito oggetto di particolare culto e si pensò di affidare la custodia a dei religiosi per i quali si affiancò la costruzione di un modesto convento.


Chiesa di Sant'Agostino

Eretta in onore di Sant'Antonio nel XIV secolo. Dopo la distruzione del convento agostiniano nel 1377 è stata riconsacrata a sant'Agostino. Ospita un portale in pietra con decorazioni a candelabra del 1505 che impreziosisce la graziosa facciata in stile barocco. Restaurata nel 1760, fu chiusa al culto agli inizi del XX secolo. L'interno è abbellito dalla presenza di stucchi e da un coro (1760). Ospitò l'altare dedicato al beato Clemente Briotti visibile presso la chiesa di Sant'Elpidio Abate e l'olio su tela di Vincenzo Pagani "Madonna in gloria con Bambino e santi" conservato nella Pinacoteca civica di Ripatransone.


Chiesa di San Francesco

Realizzata nel XIV secolo, al suo interno contiene la tela del Tizianello del 1564, due tele di Ripani. La Chiesa ospita le reliquie del nobile Giovanni de Lellis padre di San Camillo de Lellis.


Basilica lateranense di Maria Santissima della Misericordia

La Chiesa eretta a partire dal primo giugno 1399 venne elevata a Basilica minore nel 1467. All'esterno presenta un portale ligneo e due meridiane in alto che da sinistra verso destra indicano rispettivamente l'ora italica e astronomica. Al suo interno conserva una tela del Pittore anconetano Andrea Lilli "Il Miracolo di Santa Marta" del 1602; affreschi di Andrea Boscoli del 1603 e tre tele che raffigurano "Lo Sposalizio della Vergine", "La Natività" e "La Madonna della Misericordia"; gli affreschi della volta a botte opera di Cristoforo Roncalli del XVII secolo, un organo di Gaetano Callido del 1785 e Pietro Nacchini del 1757. Dal 1974 è sede dell'Accademia organistica elpidiense.


Chiesa di San Giuseppe

Costruita a partire dal 1576 insieme all'ex convento dei Cappuccini. Le opere pittoree realizzate nel 1758 da Filippo Ricci "Il sogno di San Giuseppe" e "Lo Sposalizio della Vergine" adornano l'interno.


Chiesa di San Filippo Neri

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Filippo Neri (Sant'Elpidio a Mare).

La chiesa di San Filippo Neri venne fondata nel 1735 e completata nel 1789 ad opera degli Architetti Giovanni Battista Vassalli e Pietro Augustoni e, per gli interni, Giuseppe Valadier, che ha dato alla struttura lo stile tardo barocco che lo caratterizza.


Oratorio dei Filippini

L'oratorio di Sant'Elpidio a mare venne realizzato nel 1740 su indicazioni dell'architetto Giuseppe Valadier. Consacrato nel 1742, venne dedicato a san Giuseppe patrono della Chiesa universale. Utilizzato anche per le celebrazioni liturgiche, è caratterizzato dalla presenza di un'unica aula con copertura a volte sorretta da quattro pilastri. La pala dell'altare presentava un dipinto realizzato nella seconda metà del XVII secolo di autore ignoto che raffigurava il tema della fuga in Egitto ora conservata nella pinacoteca civica. Nicola Monti ha realizzato per l'oratorio un olio su tela che affronta il tema dell'Incredulità di San Tommaso. Gesù è raffigurato in piedi sulla destra nell'atto di sollecitare san Tommaso apostolo a verificare la piaga sul costato, tre Apostoli assistono alla scena. Il dipinto si colloca nell'ambito della produzione matura del Monti.


Chiesa del Sacro Cuore

Realizzata del XIX secolo.


Chiesa del Santissimo Sacramento

La chiesa costruita nel XIII secolo dai Cavalieri dell'Ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme è stata in seguito quasi completamente ricostruita, fa eccezione il portale di entrata rimasto intatto.


Chiesa di San Michele Arcangelo

Collocata lungo la via Errighi, dopo l'unità d'Italia viene trasformata in carcere. Oggi la struttura è inutilizzata. Si attendono i fondi per riconsacrarla a luogo di culto e di devozione al Principe delle Milizie Celesti.


Architetture civili



Torre gerosolimitana

Portata a compimento nel XVI secolo dai Cavalieri Gerosolimitani (una delle varianti del nome dell'ordine che nasce a Gerusalemme nel 1048 ad opera di Mercanti della Repubblica Marinara di Amalfi che decidono di fondare nella Città Santa una chiesa, un convento e un ospedale), la torre costruita nel punto più alto della città è alta circa 28 metri ha forma quadrata (circa 8,19 metri di lato) ed è caratterizzata da spesse mura perimetrali (1,60 metri). Si accede all'interno attraverso un portone d'ingresso, sormontato da una lunetta di pietra arenaria, scolpita secondo lo stile paleocristiano del X secolo. Il bassorilievo raffigura Cristo Crocifisso. Dal Costato di Gesù esce Acqua e Sangue. Con l'acqua Gesù ci libera dal peccato e ci rigenera come figli di Dio. Con il suo Preziosissimo Sangue ci offre la sua Eterna Alleanza con Dio e ci consente di divenire membra di un unico corpo mistico illuminato dalla luce dello Spirito Santo. Il liquido bagna un agnello posto al di sotto del Cristo crocifisso. Dalla bocca dell'agnello escono tre rami giunti insieme da cui spuntano foglie e fiori. L'intreccio floreale simbolizza l'Albero della Vita. La tradizione indica che l'iconografia venne realizzata per adornare l'Abbazia di Santa Croce al Chienti. Nella seconda metà del XVII secolo, sopra la torre sono state inserite due campane, la più grande è dedicata al Cristo, alla Madonna, a San Nicola e Sant'Elpidio Patrono della Città, e nel lato est della torre un orologio meccanico posto al di sotto della croce ad otto punte dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e al di sopra di un monumento (inaugurato il 24 settembre 1893) dedicato ai protagonisti dell'unità d'Italia i cui volti sono stati immortalati con la tecnica dell'altorilievo realizzata su quattro medaglioni di bronzo che adornano una lapide nella quale è inciso uno scritto composto da Tommaso Casini: "Il municipio e i Cittadini di Sant'Elpidio a mare vollero in questo marmo raffigurare le sembianze ed incisi i nomi di Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi, di Giuseppe Mazzini e di Camillo Cavour per additare al memore affetto dei posteri gli ardimenti generosi e le eroiche imprese, l'apostolato civile e la sapienza politica onde agli Italiani fu restituita la Patria".


Cinta muraria

L'abitato conserva resti dei tre chilometri della cinta muraria (XIII e XIV secolo) medioevale e solo tre delle sette porte originarie. Via dei Torrioni offre uno splendida vista dall'alto dei comuni limitrofi e dei monti Sibillini.


Porta Canale

L'architettura difensiva eretta nel XIV secolo è l'unica porta originaria rimasta ancora intatta. Sulle sue mura è stato incastonato nel 1527 un bassorilievo in pietra che raffigura Sant'Elpidio a cavallo apparso in una battaglia contro i Saraceni.


Porta Marina

Ricostruita agli inizi dell'Ottocento dopo essere stata distrutta dai cannoni dell'Esercito di Napoleone nel 1797.


Porta Romana

Ricostruita interamente in epoca fascista (1930).


Palazzo comunale

Eretto nel XIV secolo per svolgere la funzione di Palazzo dei Priori, è stato ristrutturato nel XVI secolo seguendo le indicazioni dell'Architetto Pellegrino Tibaldi. La facciata è in stile classico. Ospita l'archivio storico.


Teatro Luigi Cicconi

Della costruzione del 1870 realizzata su progetto di Ireneo Aleandri conserva solo la facciata in stile neoclassico. L'interno è stato completamente rifatto negli anni dal 1952 al 1953.


Fontana della Pupa

Realizzata per celebrare l'installazione della rete idrica della città, venne inaugurata il 16/09/1907.


Marchesato di Santa Caterina

Il complesso realizzato nel diciottesimo secolo dalla famiglia dei Nannerini, è impreziosito in alcune stanze da affreschi sulle pareti. L'archivio storico della famiglia Falconi testimonia il prestigio sociale rivestito dai penultimi proprietari della villa. La chiesa di Santa Caterina in cui ha sede l'omonima parrocchia è il cuore dell'area.


Villa Brancadoro

La costruzione conserva vicino al torrione le mura di un antico Monastero del XIII secolo.


Palazzo Montalto Nannerini

Il Palazzo cinquecentesco del Cardinale Peretti di Montalto Nipote di Sisto V, diventa di proprietà dei Nannerini Marchesi di Nannarini, quindi Monastero dell'ordine delle Oblate Salesiane, delle Monache Benedettine, ed infine delle Suore del Sacro Cuore. Ora le sue stanze sono sede della Contrada San Giovanni.


Palazzo Brancadoro

Costruito agli inizi del XIX secolo dal Cardinale Cesare Brancadoro.


Palazzo Manlio-Fratalocchi

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Manlio-Fratalocchi.

Il palazzo Manlio-Fratalocchi è uno storico edificio del XVII secolo, simbolo della cittadina, è situato nella contrada di San Giovanni. La facciata di palazzo Manlio si erge maestosa lungo corso Baccio, ed è visibile dalla principale via d'ingresso cittadina di Porta Romana.


Palazzo Gherardini

Eretto nel secolo XVII, ospitò l'asilo infantile.


Musei



Archivio storico

Conserva manoscritti che risalgono al IX secolo, pergamene, bolle Papali e Imperiali.


Pinacoteca civica

Situata all'interno dell'antico convento dei Padri Filippini, contiene al suo interno il polittico "Incoronazione della Vergine" del XV secolo di Vittore Crivelli composto da 18 pannelli realizzati con la tecnica della tempera su legno in cui il Pittore raffigura in alto da sinistra verso destra Sant'Antonio da Padova, Sant'Elpidio, La Madonna, Il Messia, Santa Maria di Magdala, San Bernardino da Siena; al centro da sinistra verso destra San Bonaventura da Bagnoregio, San Giovanni Battista, L'Incoronazione della Vergine, San Francesco d'Assisi, San Ludovico di Tolosa; e in basso sei pannelli di piccole dimensioni che illustrano episodi della vita di San Giovanni Battista. Le rappresentazione dei Santi su fondo oro del pittore veneziano sono assemblate in una cornice dorata di stile gotico la cui parte superiore è in gran parte perduta. All'interno della pinacoteca civica sono conservate altre due opere del Pittore Veneto: - il trittico con cimasa "Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta" che si compone di quattro pannelli realizzati con la tecnica della tempera su legno che raffigurano il Cristo, la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, San Giovanni Battista e San francesco assemblati da una cornice di stile classico - un dipinto che raffigura un Monaco Francescano nell'atto di pregare. Il Polittico e il Trittico vennero commissionati dai Frati per arredare la chiesa dei Minori Osservanti. Pregevoli sono le opere realizzate da Hernestus De Schaychis "Madonna del Rosario", Nicola Monti "La Vergine con Il Bambino in braccio" e da Gerolamo Dente "Assunzione della Vergine". Le otto tavole che raffigurano episodi della vita di Sant'Elpidio sono una riproduzione dell'originale dipinto da Giacomo Di Nicola da Recanati conservato in un museo di Parigi. L'edificio restaurato dall'architetto Giuseppe Valadier, ospita anche la sala degli argenti in cui sono conservate pregevoli opere di oreficeria e argenteria realizzate dal secolo XVII al secolo XIX. La collezione di arte grafica contemporanea contiene opere di Bruscaglia, Cagli, Capozucca, Ciarrocchi, Licata, Pierleoni, Offidani, Sanchini e Trubbiani.


Museo della calzatura

Le sale del museo ospitano pantofole, zoccoli, sandali, scarpe e stivali prodotti a partire dal Medioevo oltre che in Italia anche in altri Paesi d'Europa, in India, Cina, Africa, Canada e America Latina. Il museo ospita inoltre stampe antiche, calzatoi e attrezzature e macchinari di cui i calzolai si sono avvalsi in passato per la realizzazione del loro prodotto. Il museo ospita inoltre le scarpe indossate dai Papi Leone XIII, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.


Museo dei fossili

Situato all'interno della Nobile Contrada San Giovanni ospita reperti fossili che appartengono a ere e a periodi differenti. 1) Chlamys e pecten (era neozoica e cenozoica), impronte di foglie su travertino (periodo pleistocene), venus (periodo pliocene). 2) Ostrea, pinna e ambra (periodo pliocene e miocene), riccio (periodo miocene), strombus (periodo oligocene). 3) Rudista, aptici, ammoniti (era cenozoica e periodo cretacico e giurassico), dente di squalo e turritella (periodo eocene). 4) Hildoceras, lytoceras, phylloceras, calliphylloceras (periodo giurassico). 5) Polyplectus e megalodon (periodo giurassico e triassico), ceratites (periodo triassico). 6) trilobiti (era paleozoica periodo devoniano, siluriano e cambriano).


Osservatorio astronomico

Inaugurato l'8 dicembre 1986, grazie all'impegno del Professore Tombolini Giovanni che ne ha curato la creazione e la gestione, dispone di un telescopio riflettore di 254 millimetri di diametro ed è aperto al pubblico tutti i lunedì feriali dalle ore 22:00 alle ore 24:00. Nel 2005 anche l'Astrofisica e Divulgatrice scientifica Italiana Margherita Hack ha varcato la porta d'ingresso della struttura che ha avuto l'onore di ospitare il primo seminario nazionale di gnomonica nel 1987 coordinato dall'unione Astrofili Italiani (UAI).


Museo parrocchiale

Inaugurato nel 2007, il museo della Collegiata di Sant'Elpidio abate raccoglie oggetti liturgici, statue lignee e testi antichi che, nel loro insieme, coprono un arco temporale che va dal Cinquecento all'Ottocento.[7]


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[8]


Etnie e minoranze straniere


Gli stranieri residenti a Sant'Elpidio a Mare al 1º gennaio 2011 sono 1.611 e rappresentano il 9,4% della popolazione residente.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese con il 21,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'India (16,4%) e dall'Albania (14,7%)[9] .

PaeseNumero
Cina344
India264
Albania237

Confraternite



Venerabile confraternita del Santissimo Sacramento

La confraternita del Santissimo Sacramento istituita il 30 luglio 1550 con Bolla di Papa Giulio III, venne eretta nella chiesa di Sant'Elpidio Abate grazie al contributo di fedeli laici che si assunsero l'impegno di curare l'altare per la solenne esposizione delle 40 ore durante la Settimana Santa, dal giorno della Domenica delle Palme al mezzogiorno del Mercoledì Santo, di promuovere la venerazione del Santissimo Sacramento attraverso i riti del Corpus Domini e del Venerdì Santo, di custodire i reliquiari e gli oggetti devozionali che vengono impiegati nella processione del Venerdi Santo.

Nel 1552 adottò come sede l'oratorio ubicato a lato della parrocchia di Sant'Elpidio Abate. Ogni terza domenica del mese, dopo aver partecipato alla Santa Messa, i confratelli organizzavano una processione eucaristica all'interno della chiesa; distribuivano la Comunione agli infermi; istituirono un monte frumentario che restò attivo fino alla metà del XIX secolo per aiutare e distribuire il pane ai poveri e ai bisognosi.

Il complesso degli edifici del XVIII secolo composto dalla chiesa, dal convento ora sede della pinacoteca civica, dall'oratorio di stile neoclassico e dalla sagrestia biabsidata, è stato realizzato dalla congregazione dell'oratorio di San Filippo Neri.

Attualmente la confraternita del Santissimo Sacramento gestisce il complesso dalla data dell'11 febbraio 1929 in seguito agli accordi di mutuo riconoscimento tra la Santa Sede e il Regno d'Italia mentre la proprietà appartiene al "Fondo Edifici di Culto", un fondo immobiliare italiano gestito dalla Direzione Centrale per l'amministrazione del fondo edifici di culto. La chiesa conserva le reliquie di San Filippo Neri e Santa Rita da Cascia e tributa ogni anno ai due santi una festa nei due giorni in cui ricorre la loro memoria liturgica.

A capo della Confraternita è un priore che la rappresenta dinanzi all'autorità ecclesiastica e civile. La confraternita segue il compendio delle regole approvate dal cardinale e arcivescovo di Fermo Filippo De Angelis il 25 settembre 1846 e mantiene le funzioni e gli obiettivi originari.


Tesori della Venerabile Confraternita del Santissimo Sacramento


Reliquia di Santa Rita

La reliquia di Santa Rita esposta all'interno di un prezioso reliquiario viene esposta sull'altare maggiore della chiesa di San Filippo Neri il 22 maggio, giorno in cui ricorre la festività della Santa.


Reliquia di San Filippo Neri

La reliquia di San Filippo Neri, conservata all'interno di un busto reliquiario realizzato da un orafo romano nel XVIII secolo in rame dorato e argento sbalzato e cesellato, viene esposta sull'altare maggiore della chiesa di San Filippo Neri il 26 maggio, giorno in cui ricorre la festività del Santo.


Reliquie di Santi


Altare del Corpus Domini

La solenne processione del Corpus Domini rappresenta il momento più carico di significato per la confraternita per via della celebrazione del Santissimo Corpo di Cristo. La processione è l'esplicitazione della funzione fondativa del Sacramento per la confraternita e si compie a seguito del baldacchino, sotto il quale sfilano il Priore e il Sacerdote che sorregge il Corpus Domini. Il colore dei paramenti liturgici è il bianco e l'oro indicante la gioia, la luce, la vita. La zona presbiteriale è la parte più significativa dell'aula celebrativa in cui sono presenti il tabernacolo e l'altare. Durante la processione la confraternita mette a disposizione i seguenti paramenti liturgici:


Altare delle funzioni religiose

La confraternita durante l'anno effettua numerose funzioni religiose tra le quali la celebrazione delle Sante Messe. I paramenti liturgici hanno i colori del rosso che indica la Domenica delle Palme e le Festività Natalizie, il verde che è utilizzato durante il tempo ordinario (dalla domenica del Battesimo di Gesù fino al mercoledì delle ceneri) ed indica la giovinezza e la ripresa della vita nuova. Durante queste funzioni la confraternita mette a disposizione:


Altare del venerdì santo

Il venerdì santo culmina nella solenne processione notturna. A seguito del carro sfilano i Confratelli in abito solenne. A tale rito si aggiunge la funzione delle tre ore del venerdì santo. Il viola delle vesti liturgiche indica lo spirito di penitenza e la speranza, l'attesa di incontrare Gesù.


Vari Oggetti Liturgici

Tergumani (purificatoio), palle (copricalici), velo (copricalice), ampolline liturgiche.


Venerabile Arciconfraternita di Maria Santissima della Misericordia

Creata il 1º giugno 1399. Per la sua importanza venne posta sotto la protezione del Capitolo di San Giovanni in Laterano.


Confraternita della Madonna del Carmine


Scuola di Sant'Antonio Abate


Associazioni



Ordini Cavallereschi



Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Da marzo 2008 Sant'Elpidio a mare è sede della Delegazione dell'Ordo Equestris Sancti Sepulcri Hierosolymitani per le Diocesi di Ascoli Piceno, Camerino, Fermo, Macerata e San Benedetto del Tronto. Il Priore che affianca il Delegato responsabile della Delegazione dell'Ordine è l'Arcivescovo Metropolita di Fermo.


Gruppo Comunale di Protezione Civile


Istituito nell'anno 1988 è il più longevo della Regione Marche.


Feste, tradizioni e folclore



Premio Elpidiense dell'anno


La manifestazione nata nel 1990 per volere dell'Ente Contesa da esso organizzata con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, ha l'obiettivo di valorizzare quei Cittadini che distintisi in ambito professionale, associazionistico, culturale, sportivo, di riflesso accrescono il prestigio del Paese al quale appartengono. Il Presidente dell'Ente Contesa ed il Sindaco donano al Vincitore una statua di Sant'Elpidio a cavallo.


Geografia antropica



Frazioni


Le frazioni del territorio elpidiense sono:

Tra le frazioni del territorio comunale si trova anche Casette d'Ete che conta circa 2.900 abitanti ed è situata fra le colline elpidiensi e il fiume Ete morto. Ricca di piccoli laboratori artigiani, la sua economia è basata prettamente sull'industria calzaturiera e di pelletterie in genere.


Economia



Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
27 giugno 1994 25 giugno 2004 Renzo Offidani centro-sinistra Sindaco [10]
26 giugno 2004 17 febbraio 2007 Giovanni Martinelli liste civiche-centro destra Sindaco [10]
17 febbraio 2007 28 maggio 2007 Marisa Marchetti Commissario prefettizio
28 maggio 2007 20 maggio 2012 Alessandro Mezzanotte centro-sinistra Sindaco [11]
21 maggio 2012 26 giugno 2022 Alessio Terrenzi liste civiche- Italia dei Valori Sindaco [12]
27 giugno 2022 in carica Alessio Pignotti Lista civica Sindaco

Altre informazioni amministrative


Fa parte della Zona Territoriale n. 11 di Fermo dell'Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche (in sigla Z.T. n. 11 - A.S.U.R. Marche). Fa parte del Distretto sanitario n° 1 di Porto Sant'Elpidio.


Sport



Calcio a 11


La squadra di calcio principale è l'Associazione Sportiva Dilettantistica Elpidiense Cascinare che milita in Promozione, le altre sono il Casette d'Ete (Seconda Categoria), squadra dell'omonima frazione e la Vigor Viola (Seconda Categoria).


Calcio a 5


Il paese ha varie squadre di calcio a 5, tutte in Serie D girone F marchigiano: l'Atletico Bivio Cascinare 2006 della frazione Cascinare, l'ASD S.E.M. (dove S.E.M. sta a significare Sant'Elpidio a Mare) e l'ASG Sant'Elpidio a Mare, che è la squadra più seguita.


Note


  1. Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Sant'Elpidio a Mare, decreto 2001-03-07 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 16 settembre 2022.
  5. G. Martinelli, Il beato Clemente e le vicende della Sacra spina fra Sant'Elpidio e Fermo, Livi Fermo, 2009
  6. «Oggi 24 dicembre 1943 raccolti nel nostro massimo Tempio per celebrare i misteri del Santo Natale, pieni di trepidazione per l'ora grave che incombe sulla nostra Città e Campagne, memori di quanto già fecero in simili circostanze i nostri Padri, ci raccogliamo attorno alle Venerate Spoglie del nostro Protettore Sant'Elpidio per supplicarlo di intercedere per noi presso il trono di Dio, perché ci liberi dagli orrori e dalle devastazioni della guerra. Se saremo liberati, promettiamo solennemente di sciogliere questo voto: "Di arricchire di marmi preziosi il presbiterio della Chiesa Collegiata dove riposa il corpo del Santo Protettore". Ma perché il Sommo Iddio si compiaccia di accogliere questo nostro voto, intendiamo accompagnarlo con due promesse che preludiano a un rinnovamento morale e spirituale dei cittadini stessi: 1) Ciascuno di noi ripeterà ogni sera, prima del consueto riposo, la giaculatoria: "Gesù mio misericordia" e ciò in riparazione delle bestemmie che si vomitano contro la Divinità e come atto di dolore dei peccati commessi. 2) Faremo sì che in ogni Famiglia, almeno 2 persone recitino ogni giorno, una terza parte di Rosario in onore del Cuore Immacolato di Maria. Così Iddio ci aiuti e la Santissima Vergine e il nostro Protettore Sant'Elpidio intercedano per noi. Amen.»
    (L'arciprete don Quirico Lupacchini.)
  7. La rete dei MUSEI, in La Voce delle Marche, 29 giugno 2021, p. 8.
  8. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. tuttitalia.it. URL consultato il 25 novembre 2012.
  10. Repubblica.it - Elezioni 2004
  11. Speciale elezioni 2007 - Elezioni amministrative
  12. Sant'Elpidio a Mare - Ballottaggio - Elezioni Comunali 6-7 maggio 2012 - la Repubblica.it

Bibliografia



Voci correlate



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[de] Sant’Elpidio a Mare

Sant’Elpidio a Mare .mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}[santel'piːdjo a 'maːre] ist eine italienische Gemeinde (comune) mit 17.181 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Fermo in den Marken. Die Gemeinde liegt etwa 9 Kilometer nördlich von Fermo und grenzt an die Provinz Macerata. Das Adriatische Meer liegt 9 Kilometer östlich von Sant’Elpidio a Mare.

[en] Sant'Elpidio a Mare

Sant'Elpidio a Mare is a town and comune in the province of Fermo, in the Marche region of Italy.

[es] Sant'Elpidio a Mare

Sant'Elpidio a Mare [santel'piːdjo a 'maːre] es una localidad y comune italiana de la provincia de Fermo, región de las Marcas, con 16 975 habitantes.

[fr] Sant'Elpidio a Mare

Sant'Elpidio a Mare (prononcé : [ˌsantelˈpiːdjo a ˈmaːre]) est une commune italienne d'environ 17 070 habitants, située dans la province de Fermo, dans la région Marches, en Italie centrale
- [it] Sant'Elpidio a Mare

[ru] Сант-Эльпидио-а-Маре

Сант-Эльпи́дио-а-Ма́ре (итал. Sant'Elpidio a Mare) — коммуна в Италии, располагается в регионе Марке, в провинции Фермо.



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