San Terenzo è una frazione di circa 2 500 abitanti del comune di Lerici, in provincia della Spezia.
San Terenzo frazione | |
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Vista di San Terenzo da Lerici | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | La Spezia |
Comune | Lerici |
Territorio | |
Coordinate | 44°05′00″N 9°55′00″E |
Altitudine | 3 - 25 m s.l.m. |
Abitanti | 2 500 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 19036 |
Prefisso | 0187 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | santerenzini |
Cartografia | |
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Del borgo di San Terenzo si hanno notizie già nel Medioevo: borgo di pescatori e marinai, era dedito anche ai traffici del vino e dell'olio e vi aveva sede, fra l'altro, un ospitale; il nome era Portiolo (probabilmente significava "porto dell'olio" oppure "piccolo porto")[1].
Secondo una leggenda, vi approdò il monaco Terenzio, che intendeva recarsi a Roma in pellegrinaggio. Poco lontano il monaco fu assassinato dai briganti e i paesi della zona si contesero il diritto di trattenere la salma. Per dirimere la questione fu deciso di metterne il corpo su un carro trainato da buoi e, laddove i buoi si fossero fermati per stanchezza, lì sarebbe stato seppellito Terenzio: questo avvenne in corrispondenza dell'attuale paese di San Terenzo Monti, in provincia di Massa-Carrara.
Un dipinto nella chiesa parrocchiale descrive lo sbarco del monaco.
Diversi toponimi della zona ricordano il tempo delle Crociate: in particolare la tomba del crociato e lo scoglio di Orlando (che, secondo la leggenda, fu spezzato in due dalla furia del cavaliere).
All'estremità occidentale del paese sorge il castello, fortilizio a pianta quadrangolare del tardo Medioevo, che fu costruito dagli abitanti del paese.
La chiesa parrocchiale, dedicata alla Natività di Maria Vergine, fu costruita intorno al XVII secolo sui resti di un'altra precedente; conserva un bassorilievo di Domenico Gar detto il Franciosino e la "tavola della Madonna dell'Arena", dipinto del XV secolo così chiamato perché rinvenuto sulla spiaggia ("arena") dopo una forte mareggiata, che è tuttora oggetto di culto e di festa ogni 8 settembre.
I restauri del 2011 hanno riportato alla luce una serie di affreschi, datati al XVII secolo, raffigurante una teoria di otto donne: le quattro virtù cardinali,le tre virtù teologali ed una Madonna col Bambino intenta a porgere il figlio ad un uomo in vesti sacerdotali[2]. Mentre la Fede tiene sollevato il calice con l'Eucaristia, la Speranza prega rivolta al cielo e la Carità allatta i putti guardando ad est, nella direzione sacra della Gerusalemme celeste, verso cui erano orientate le sinagoghe[3] e le chiese del cristianesimo primitivo[4].
Durante il Risorgimento numerosi abitanti si distinsero per il loro patriottismo, soprattutto in relazione alle varie imprese garibaldine.
Sulla barca del patriota Paolo Azzarini di San Terenzo, denominata "Madonna dell'Arena", Garibaldi sfuggi all'inseguimento delle truppe austriache dopo la caduta della Repubblica Romana: salpati da Follonica, i patrioti sbarcarono a Portovenere il 5 settembre 1849. Sul lungomare santerenzino una lapide riporta le sue parole di ringraziamento: "Il padrone Paolo Azzarini che la fortuna mi ha fatto incontrare sulla terra italiana dominata da Tedeschi m'ha trasportato su questa d'asilo e di salvamento, trattandomi egregiamente e senza interesse".
Tra le camicie rosse che l'11 maggio 1860 sbarcarono a Marsala[5] figurano anche i santerenzini Luigi Andreotti, Giovanni Battista Monteverde e Onesto Faccini.[6]
La locale Cooperativa di consumo, fondata nel 1898, conserva una lettera autografa di Giuseppe Garibaldi nella quale l'eroe comunica di avere accettato volentieri la nomina a Presidente onorario della società.
Lo stesso argomento in dettaglio: Scoppio di Falconara. |
Il 28 settembre 1922, nel cuore della notte, un fulmine colpì la polveriera che era ospitata nel forte Falconara, sovrastante San Terenzo, provocandone lo scoppio: il paese, che contava allora 2083 abitanti, pagò un tributo altissimo di vittime e venne quasi completamente distrutto (un monumento ricorda le numerose vittime, sia militari che civili, del disastro)[7][8].
È dotato di una spiaggia attrezzata; sono state allestite una passeggiata a ponente, sotto le balze rocciose e la torre del castello, intitolata a Mary e Percy Shelley, e la passeggiata "da castello a castello" che collega i due centri di Lerici e San Terenzo.
San Terenzo è una delle tredici borgate marinare che ogni anno partecipano al Palio del Golfo, che nel 1945 venne svolto proprio a San Terenzo a causa dei danni bellici nella zona della Spezia.
Il castello di San Terenzo si eleva su uno sperone roccioso all'estremità occidentale della baia che chiude lo specchio d'acqua antistante il paese.
Fu costruito dai paesani attorno al 1400[9] come bastione di difesa contro le incursioni dei pirati turchi; per questo motivo, la grotta che si apre nel promontorio roccioso sul quale il castello sorge è detta "Tana dei Turchi".
Oggi il castello è diventato la sede di eventi e manifestazioni culturali temporanee e di esposizioni di quadri e fotografie.
Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Marigola. |
Situata sul lussureggiante poggio che domina la baia di San Terenzo e la spiaggia della Venere Azzurra, seminascosta da un fitto bosco di lecci, Villa Marigola, attualmente di proprietà della Cassa di Risparmio della Spezia, ospita convegni e attività culturali di alto livello.
Il primo edificio fu costruito nella seconda metà del secolo XVIII dai marchesi Ollandini come casa di villeggiatura e si affacciava sulla grande terrazza che accoglieva all'uso ligure il "giardino degli agrumi". Tutto attorno il fondo agricolo scendeva con declivi coltivati a viti e olivi fino alla spiaggia e alla scogliera.
Nel corso dell'Ottocento con il diffondersi dei giardini all'inglese, una vasta superficie dell'area verde di Marigola fu trasformata nel parco romantico, percorso da sentieri che si intersecano e terminano improvvisamente in balconi e finestre naturali, aperte alla vista sui castelli di Lerici e di San Terenzo, su Portovenere e l'isola Palmaria.
Inizia ad essere prescelta come meta per il soggiorno di molti personaggi famosi: ceduta all'ammiraglio inglese Sir Reginald Pearce nel 1888, nei primi anni del Novecento diviene proprietà dei marchesi Magni Griffi che vi ospitarono l'imperatrice di Germania.
La fisionomia attuale della villa e del giardino risale al 1926 quando l'armatore lericino G.B.Bibolini affida l'ampliamento della villa e del giardino a Ettore Cozzani e all'architetto Franco Oliva. Particolarmente pregevole per la qualità e la quantità di piante che vi si trovano è il giardino, unico esempio nello Spezzino di giardino all'italiana, sul cui limitare lo sguardo può spaziare sullo splendido panorama del Golfo dei Poeti.
Ancora oggi la bellezza dei giardini di Villa Marigola ha permesso che qui venissero realizzati eventi e manifestazioni durante tutto l'arco dell'anno.
Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Magni. |
Villa Magni è nota per essere stata residenza, dall'aprile al settembre 1822, di Percy Bysshe Shelley. In origine l'edificio era un convento di frati, che coltivavano l'attiguo parco ad orto grazie alla presenza di un pozzo di acqua dolce pur essendo poco lontano dal mare. In seguito fu acquistata da un ricco paesano di nome Ollandini, che fu detto "il pazzo" in quanto, per gusti personali, fece tagliare tutti gli ulivi presenti nella proprietà ed al loro posto fece piantare altri alberi tipici del nord Europa.
Forse proprio per questo aspetto nordico la villa fu scelta da Shelley come sua residenza, nelle vicinanze di Lerici ove già risiedeva il suo amico Byron. Al centro del prato adiacente, facente parte del parco della villa, c'era un piccolo altare in travertino al di sotto del quale si narra Shelley avesse sepolto il suo cane.
San Terenzo è una delle borgate marinare che partecipano al Palio del Golfo. Dal 1922 la squadra di calcio U.S.D Santerenzina è la squadra locale. Durante i mesi estivi sulla spiaggia di San Terenzo, i residenti si dilettano nel gioco della "Baleta" (in gergo locale), un gioco basato sul palleggiare in cerchio nel bagnasciuga utilizzando una palla di piccole dimensioni leggermente sgonfia.
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