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San Potito è una frazione del comune di Ovindoli (AQ), in Abruzzo.

San Potito
frazione
San Potito – Veduta
San Potito – Veduta
Veduta di San Potito
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Comune Ovindoli
Territorio
Coordinate42°07′16.61″N 13°30′53.68″E
Altitudine1 094 m s.l.m.
Abitanti111[1] (2011)
Altre informazioni
Cod. postale67046
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
TargaAQ
Nome abitantisanpotitesi
PatronoMadonna della Neve
Giorno festivo3-5 agosto
Cartografia
San Potito

Geografia fisica


Il borgo è situato a 1 094 m s.l.m. alle pendici dei monti della Magnola su un colle dominato dal Pizzo di Ovindoli (1 181 m s.l.m.). Nel territorio sottostante nelle località di piano dei Santi, colle Bernardo e Pago sono presenti dei siti d'interesse archeologico come i resti della villa romana di epoca imperiale.

Il territorio di San Potito ricade nell'area del parco naturale regionale Sirente-Velino[2].

Dista circa 1,8 chilometri dal capoluogo comunale[3].


Storia


Ruderi del castello medievale
Ruderi del castello medievale

Nell'area di San Potito venne edificata la villa imperiale attribuita a Lucio Vero[4], risalente con ogni probabilità al I secolo d.C. in occasione dei lavori per il prosciugamento del sottostante lago Fucino. Attorno ad essa nel corso dei secoli successivi vennero costruiti i casali e i ricoveri degli abitanti del luogo[5].

Nel 1073 Enrico figlio di Bonomo (o Buonuomo) donò all'abbazia di Farfa alcuni beni del patrimonio territoriale familiare, tra cui una porzione della riva del Fucino inclusi i diritti di pesca e di esazione delle tasse per i pescatori non residenti oltre alla sesta parte della chiesa di San Vittorino[6]. Nel 1074 e nel 1079 Bonomo e Nerino, signori del borgo, donarono all'abbazia farfense altri beni situati a valle e a monte come le chiese scomparse di San Potito e di Sant'Andrea[7].

Il borgo contemporaneo, posto in altura alle pendici del monte denominato "Pizzo di Ovindoli", venne costruito intorno al castello edificato tra l'XI e il XII secolo[8]. La fortezza, di cui restano i ruderi, era circondata da mura e svolse un ruolo di controllo del territorio diventando un punto strategico per il successivo allineamento visivo con le strutture militari dell'area, in particolare con la torre di Santa Jona e con i castelli di Celano, Ovindoli e Rovere. Il borgo è citato nelle bolle di Papa Pasquale II del 1115[9] e di Papa Clemente III del 1188[10].

Nel 1807 fu incluso nel governo di Celano fino a far parte dal 1811 del comune di Ovindoli insieme al limitrofo centro di Santa Jona[11]. Nel censimento del 1868 a San Potito risultò una popolazione residente pari a 306 unità[12]. Danneggiato gravemente dal terremoto della Marsica del 1915 venne gradualmente ricostruito. A cominciare dal secondo dopoguerra subì, come quasi tutti i centri dell'Abruzzo montano, il fenomeno dell'emigrazione.


Monumenti e luoghi d'interesse


Chiesa della Madonna della Neve
Chiesa della Madonna della Neve
Chiesa del Santissimo Salvatore
Chiesa del Santissimo Salvatore

Architetture religiose



Architetture militari


Castello di San Potito
Edificato nell'XI secolo sul colle Antonino[15] alle pendici del Pizzo di Ovindoli in un luogo strategico per il controllo delle vie di passaggio tra la Marsica fucense e l'altopiano delle Rocche risultò in collegamento visivo con il castello di Celano e la torre di Santa Jona con cui formò il sistema difensivo dell'area. Appartenuto nell'anno 1074 ai feudatari longobardi Nerino Bonomo e Bonomo di Erimanno passò sotto il controllo dei benedettini farfensi insieme alla sottostante chiesa intitolata a san Potito. Nel XIII secolo appartenne ai conti dei Marsi, detentori della contea di Celano. Abbandonato almeno dal periodo dell'eversione feudale e già in fase di avanzata decadenza subì gravi danni a causa del terremoto del 1915. Del castello dalla particolare forma a nido d'aquila restano i ruderi della torre e delle mura che lo circondavano integralmente[16].

Siti archeologici


Il piano dei Santi
Il piano dei Santi
Villa imperiale
I resti della villa romana di epoca imperiale attribuita a Lucio Vero[4] sono situati in località Piano dei Santi[17]. Gli scavi, effettuati a partire dal 1983, hanno riportato alla luce le tracce di quella che fu una grande villa, sorta nel I secolo d.C. a seguito dei lavori voluti dall'imperatore Claudio per il prosciugamento del sottostante lago Fucino attraverso la realizzazione di emissario e cunicoli. La villa era dotata di preziosi pavimenti a mosaico[18][19].

Aree naturali



Società



Tradizioni e folclore


Tra il 3 e il 5 agosto si svolgono annualmente le feste in onore di sant'Antonio di Padova e san Potito e la festa patronale della Madonna della Neve[24].


Infrastrutture e trasporti



Strade


La strada statale 696 del Parco Regionale Sirente-Velino collega la Marsica fucense all'altopiano delle Rocche e alla conca aquilana.


Note


  1. Frazione di San Potito, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  2. Frazioni: S. Potito e S. Iona, su parcosirentevelino.it, Parco Naturale Regionale Sirente Velino. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  3. San Potito di Ovindoli, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 27 settembre 2020.
  4. Giancarlo Sociali, Celano. Da Cele di Aielli e San Vittorino alla Domus Romana di San Potito di Ovindoli, dal Castrum Oretino al Castrum su Monte Tino, e poi finalmente arrivare al Colle San Flaviano, su giancarlosociali.it, 3 febbraio 2018. URL consultato il 12 agosto 2018.
  5. Di Pietro, 1869, p. 163.
  6. Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971.
  7. Di Pietro, 1869, p. 164.
  8. Grossi, 2002, p. 153.
  9. Giuseppe Grossi (a cura di), Bolla di Papa Pasquale II, su pereto.info. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  10. Bolla di Papa Clemente III, su pereto.info. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  11. Antonio Sciarretta, Geo-storia amministrativa d'Abruzzo. Provincia di Abruzzo Ulteriore II o dell'Aquila. Area Marsicana, su asciatopo.xoom.it, Antonio Sciarretta's Toponymy. URL consultato il 7 aprile 2018.
  12. Di Pietro, 1869, p. 165.
  13. Chiesa della Madonna della Neve, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  14. Chiesa del Santissimo Salvatore e San Potito, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  15. Mario Del Turco, Castello di San Potito, su iloveabruzzo.net, I Love Abruzzo, 13 giugno 2014. URL consultato il 12 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2018).
  16. Ovindoli, San Potito, San Iona, su archeoclublaquila.it, Archeoclub d'Italia. URL consultato il 12 agosto 2018.
  17. Grossi, 2002, p. 152.
  18. Villa imperiale a San Potito, Ovindoli, su parcosirentevelino.it, Parco Naturale Regionale Sirente Velino. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  19. Denes Gabler e Ferenc Redo, Gli affreschi della Villa Romana, su ovindoli.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 27 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2016).
  20. Mario Del Turco, Ritrovamenti sporadici di reperti archeologici, su ovindoli.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 27 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2016).
  21. San Potito, su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 4 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2016).
  22. Campanelli, 2001, pp. 316-317.
  23. Giancarlo Sociali, Celano, Cele San Vittorino.., su ilfaro24.it, Il Faro 24, 20 gennaio 2018. URL consultato il 20 marzo 2019.
  24. Festa a San Potito di Ovindoli, su abruzziamo.blogspot.it, 9 agosto 2011. URL consultato il 25 settembre 2018.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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