Il territorio di San Biagio della Cima è disposto lungo il crinale che discende dal monte Santa Croce (356 m), la "Cima" alla quale farebbe riferimento il toponimo. Il torrente Verbone è il principale affluente del territorio sanbiagino.
La comunità e il villaggio di San Biagio vengono citati per la prima volta nel 1259[5]. Amministrativamente fu dominio feudale dei Conti di Ventimiglia[5] e, successivamente, sotto la diretta dipendenza del Comune di Ventimiglia[5].
Nel 1686[5] fu ufficialmente riconosciuta dalla Repubblica di Genova la Magnifica Comunità degli Otto Luoghi: Bordighera, Borghetto San Nicolò, Camporosso, San Biagio della Cima, Sasso, Soldano, Vallebona e Vallecrosia si smarcarono dal controllo comunale ventimigliese in una sorta di piccolo territorio indipendente, ma sotto il patronato di Genova e tale rimase sino alla caduta della repubblica nel XVIII secolo[5].
Con la dominazione napoleonica la comunità di San Biagio rientrò nel cantone di Bordighera nella giurisdizione delle Palme[5], con Sanremo come capoluogo; nel 1803 passò nell'XI cantone della Roja nella giurisdizione degli Ulivi (capoluogo Oneglia)[5]. Dal 1805, con il passaggio della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese, San Biagio rientrò nel cantone bordigotto del Dipartimento delle Alpi Marittime[5]. Fu annesso al Regno di Sardegna nel 1815[5] dopo il Congresso di Vienna del 1814, a seguito della caduta di Napoleone Bonaparte. Facente parte del Regno d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel I mandamento di Bordighera del circondario di Sanremo facente parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia)[5].
Con regio decreto del 1862[6] assume l'attuale denominazione di San Biagio della Cima.
Nel 1923 il comune viene soppresso e unito al comune di Vallecrosia[7]; nel 1925 l'ente sanbiagino viene ricostituito[8]. Nel 1928[9] riceve il territorio dell'ex comune di Soldano, quest'ultimo poi nuovamente separato da San Biagio della Cima e ricostituito nel 1946[10].
Lo stemma e il gonfalone del comune di San Biagio della Cima sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 giugno 1997.[11]
Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa parrocchiale dei Santi Fabiano e Sebastiano e Biagio nel centro storico di San Biagio
Architetture religiose
Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano nel centro storico sanbiagino. La parrocchiale secondo alcune fonti storiche sembrerebbe risalente al 1497[12], ma fu completamente ampliata e modificata nelle forme ellittiche nel 1777[12] su progetto di Andrea Notari[12]. Nel 1784 la chiesa fu abbellita da stucchi da Pietro Notari e Pietro Lucchesi[12]. All'interno è conservata una statua in legno, attribuita all'ambito dello scultore genovese Anton Maria Maragliano[12], raffigurante san Sebastiano, databile alla seconda metà del XVIII secolo[12].
Oratorio di Nostra Signora Assunta nel centro storico sanbiagino, già sede della confraternita dei disciplinanti bianchi o dei battuti, quest'ultima risalente al XVI secolo[13]. Al 1619[13] risale la costruzione di un nuovo coro mentre un nuovo rifacimento della struttura primaria cinque-seicentesca avvenne nel periodo a cavallo tra il Settecento e i primi decenni dell'Ottocento[13]. Conserva la statua raffigurante Nostra Signora Assunta, realizzata a Torino e benedetta e collocata il 15 agosto 1899[13].
Chiesa di San Biagio, ubicato nei pressi del locale cimitero. L'edificio è uno dei più antichi del territorio[13] e risalente al Duecento[13]. Tra le opere conservate una tela del sanremese Giovanni Battista Capoduro raffigurante il santo con alle sue spalle un'illustrazione del borgo di San Biagio della Cima nel 1834[13].
Santuario di Nostra Signora dei Dolori, al di fuori del centro storico, nel quartiere di Bosio. La struttura, il cui primo impianto è risalente al Settecento[13], presenta una facciata in stile barocco. Conserva due gruppi lignei e numerosi ex voto alle pareti.
Cappella dell'Annunciata, immersa tra uliveti e boschi, presso un crinale a ridosso del sentiero per il colle della Crovairola. L'edificio è d'epoca tardo medievale[13].
Cappella di Santa Croce, presso l'omonimo monte, detta "la Cima". La chiesa fu voluta da Giambattista Maccario (poi padre Vitaliano) nei primi decenni dell'Ottocento[13].
Cappella della Madonna del Rosario in località Bernà, del XIX secolo[13]. La costruzione, come da documento redatto dal locale parroco Giacinto Maccario, è risalente al 1888[13] o comunque alla fine del secolo in ottemperanza di un precedente voto. Sopra l'altare è conservato un dipinto della Madonna del Rosario e altri due quadri raffiguranti san Pietro e san Giacinto.
Cappella di San Sinforiano, di epoca tardo medievale[13]. Un atto notarile del 1623[13] cita l'edificio che venne in quel periodo ricostruito ex novo a causa del cattivo stato di manutenzione della struttura già presente. Fu nuovamente restaurata nei primi anni del XIX secolo[13].
Cappella privata della Madonna della Neve. Ubicata nella località di Sanferian, è una costruzione ad un'unica aula risalente ad un periodo a cavallo tra il Seicento e l'inizio del Settecento[13].
Architetture civili
In via Provinciale 37 si trova l'abitazione che fu dello scrittore Francesco Biamonti, centro di documentazione gestito dall'Associazione Amici di Francesco Biamonti. Dal 2016 è nato nel paese il Parco Biamonti, un ente che fa capo al Comune e all'Associazione Amici di Francesco Biamonti, e che allestito un sistema interattivo segnaletico dei vari luoghi del borgo e delle campagne circostanti legati alla vita e alle opere dello scrittore.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a San Biagio della Cima sono 85[15], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[16]:
Marocco, 32
Geografia antropica
Il territorio comunale è costituito dal solo capoluogo per una superficie territoriale di 4,31km²[17].
Nei secoli scorsi la principale attività economica del borgo fu per lo più legata all'attività agricola e vinicola; diffusa infatti fu la produzione del vino Rossese, oggi integrata con l'avviata attività della floricoltura.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio comunale di San Biagio della Cima è attraversato principalmente dalla strada provinciale 59 che permette il collegamento con Vallecrosia, a sud, e con Soldano a nord.
Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
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