Rassa (Ratsa in walser) è un comune italiano di 63 abitanti della provincia di Vercelli in Piemonte.
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Rassa comune | |||
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Veduta | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Piemonte | ||
Provincia | Vercelli | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Michele Barbaglia (lista civica) dal 27-5-2019 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°46′N 8°01′E | ||
Altitudine | 917 m s.l.m. | ||
Superficie | 43,27 km² | ||
Abitanti | 63[1] (31-12-2021) | ||
Densità | 1,46 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Alagna Valsesia, Andorno Micca (BI), Campertogno, Gaby (AO), Gressoney-Saint-Jean (AO), Pettinengo (BI), Piode, Tavigliano (BI) | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 13020 | ||
Prefisso | 0163 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 002110 | ||
Cod. catastale | H188 | ||
Targa | VC | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | ||
Cl. climatica | zona F, 3 497 GG[3] | ||
Nome abitanti | rassesi (il nome è italianizzato ma storicamente sarebbe più corretta l'etimologia rassotti) | ||
Patrono | santa Croce (compatrono San Giuseppe festeggiato però la seconda domenica di agosto) | ||
Giorno festivo | 3 maggio | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Rassa nella provincia di Vercelli | |||
Sito istituzionale | |||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Rassa è un paesino montano situato in alta Valsesia che mantiene intatte le tipiche strutture abitative dei villaggi di un tempo.
È posto alla confluenza dei torrenti Gronda e Sorba, affluente di destra del fiume Sesia. A monte del paese si snodano le due valli principali Sorba e Gronda e da quest'ultima a sua volta, all'altezza della frazione Piana, si dirama la Val Sassolenda. Sempre in Val Gronda, al di sopra dell'abitato di Ortigoso si trova la Valle di Vasnera che conduce per via diretta in Valle Artogna nel comune di Campertogno tramite il passo di Vasnera.
La zona fu teatro, negli anni attorno al XIV secolo, delle predicazioni dell'eretico Dolcino da Novara.
Lo stemma del comune di Rassa è stato concesso, insieme al gonfalone municipale, con decreto del presidente della Repubblica del 22 settembre 1963.[4]
«D'azzurro, al lupo fermo sulla campagna, tenente nella bocca un neonato in fasce e addestrato da una roccia uscente dal fianco dello scudo da cui scaturisce un ruscello; sullo sfondo una catena di monti di tre cime, nevosa, uscente dal fianco destro; il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.[5]» |
Nello stemma è rievocata la leggendaria vicenda del lupo da cui ebbe origine il culto di san Maiolo.[6] L'antica leggenda, riportata da vari autori, narra che nel 1333 il bimbo Pietro, futuro capo della Milizia Valsesiana e unico figlio di Emiliano Fassola che combatté contro gli eretici, venne rapito nel bosco da un lupo che successivamente lo abbandonò miracolosamente illeso in Val Sorba presso la fontana chiamata della Rotta.[7]
Il gonfalone è un drappo di azzurro.[5]
Abitanti censiti[8]
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