Prodo è una frazione del comune di Orvieto (TR).
Prodo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 42°45′48.37″N 12°14′04.76″E |
Altitudine | 394 m s.l.m. |
Abitanti | 49 (2001 ISTAT) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 05018 |
Prefisso | 0763 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | prodenzani |
Cartografia | |
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Il paese si trova lungo la strada statale 79bis che collega Todi ad Orvieto, circa a 20 km di distanza da ciascuna delle due città. È posizionato in zona collinare (394 m s.l.m.), sulla sommità di una forra articolata in tre burroni, due dei quali sfociano nel lago di Corbara ed uno nella valle di Orvieto. I suoi abitanti (49, secondo i dati Istat del 2001) si chiamano prodenzani; le case circondano un'ampia piazza sulla quale da l'antico castello medievale e un viale fiancheggiato da tigli, robinie e ligustri. Il suo territorio, assieme alla frazione di Colonnetta di Prodo, fa parte della zona 12 del comune di Orvieto (simile ad una circoscrizione).
La storia e il nome del paese si associano con le vicende del Castello. Esso venne acquistato in parte nel 1221 dalla famiglia orvietana dei Lupicini che lo ebbero dal conte Bovacciano di Matteo Bovacciani, il quale dovette cederne la metà, insieme ad altri possessi, non avendo pagato loro un debito di 1200 libre[1]. In seguito a tale acquisizione i nuovi possessori, per dar maggior lustro al loro casato (probabilmente di origine plebea) mutarono il loro nome in "Prodenzani". Di tale famiglia fu anche membro il poeta orvietano Simone Prodenzani. Costoro possedettero il castello, in comproprietà con i conti di Montemarte del ramo di Titignano (forse imparentati con i conti Bovacciani), fino alla metà del '400, poi esso poco prima del 1457 passò all'opera del Duomo, in seguito ad un lascito testamentario di donna Francesca, nipote del detto Simone e ultima erede della stirpe. Prodo rimase poi proprietà della detta Opera sino all'ingresso dell'Umbria nel Regno d'Italia (1861)[2]. Nel 1849 ospitò anche Giuseppe Garibaldi mentre era inseguito dalle truppe dello Stato Pontificio.
Il relativo isolamento e la tranquillità della zona hanno permesso lo sviluppo di attività agrituristiche. Inoltre, la presenza di uno dei più bei canyon umbri attira numerosi turisti e sportivi che si vogliono cimentare nella discesa.
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