Priocca (Peiroca o Prioca in piemontese) è un comune italiano di 2 010 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero.
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Priocca comune | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Marco Perosino (lista civica Impegno Rinnovamento) dal 27-5-2019, 3º mandato | |
Territorio | ||
Coordinate | 44°47′N 8°04′E | |
Altitudine | 253 m s.l.m. | |
Superficie | 9,03 km² | |
Abitanti | 2 015[1] (31-8-2020) | |
Densità | 223,15 ab./km² | |
Comuni confinanti | Canale, Castellinaldo d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, San Damiano d'Asti (AT) | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 12040 | |
Prefisso | 0173 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 004176 | |
Cod. catastale | H068 | |
Targa | CN | |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | |
Cl. climatica | zona E, 2 482 GG[3] | |
Nome abitanti | priocchesi | |
Patrono | santo Stefano | |
Giorno festivo | 26 dicembre | |
Cartografia | ||
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Sito istituzionale | ||
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Il territorio di Priocca è collocato tra il Borbore e il Tanaro con agevoli comunicazioni tra le due valli. Si pensa[senza fonte] che il primo nucleo abitato sia stato il Colle della Stella, situato sulla strada che porta da Alba ad Asti, in posizione soleggiata. I primi abitanti del Colle della Stella furono quasi certamente i liguri, precisamente gli euburiati che si stanziarono lì perché potevano sorvegliare un tratto del fiume Tanaro che segnava il confine con la tribù rivale, quella degli Statielli (o Stazielli). I liguri furono poi sottomessi dai romani che attuarono la riorganizzazione dei villaggi a partire dai centri più grandi come Pollenzo, Alba e Asti. In seguito a scavi e studi effettuati si è poi scoperto che una strada romana collegava Asti, Alba e Pollenzo. Il Colle della Stella sorgeva nei pressi della decima pietra (allora le strade venivano misurate in pietre miliari) e da questo, forse, deriva il nome Petra Ducia, trasformatosi poi in Priocca. Secondo alcuni studiosi, il nome attuale deriverebbe da "Pe dla Roca", e cioè ai piedi della collina in Valle Pometto, luogo in cui era situato l'abitato dopo le invasioni saracene.
A partire dal III secolo d.C. la zona subì invasioni barbariche. A Priocca vi è una chiesetta dedicata a san Michele protettore dei Longobardi a testimonianza della loro presenza nel paese. Dopo il periodo carolingio e la successiva caduta della dominazione dei Franchi, i Vescovi affermarono il loro potere. Nei primi anni del X secolo giunsero i Saraceni che in una prima incursione avevano già raso al suolo la città di Asti. La seconda ondata fu quella che certamente colpì il territorio di Priocca; ai Saraceni si può quindi attribuire la distruzione del Colle della Stella che costrinse gli ultimi superstiti a rifugiarsi in regione Pometto, a ridosso del Colle di San Vittore. Durante il periodo feudale molti feudatari della sinistra del Tanaro, tra cui Priocca, dipendevano dal vescovo di Asti. Nell'XI secolo diventò feudo dei Roero di Asti e nella seconda metà del secolo successivo Benedetto Damiano dei Signori di Castellinaldo ottenne l'investitura dei Priocca dal Duca d'Orléans. La famiglia Damiano tenne il feudo di Priocca per oltre tre secoli, sino all'estinzione. Il XV secolo fu caratterizzato, nella prima metà, dalle lotte tra i francesi e gli spagnoli coinvolgendo il paese in queste vicende.
La chiesa di San Vittore, eretta alla sommità del colle sovrastante, e abitati intorno ad essa furono abbandonati dagli abitanti che si rifugiarono nel castello che sorgeva su una collina non distante da San Vittore e fatto costruire intorno al 1100 da un feudatario del Vescovo di Asti. Nel tempo, intorno ad esso si formò un vero borgo medioevale, circondato da mura e fossale per la difesa. La chiesa di Santo Stefano, oratorio del castello, divenne la chiesa parrocchiale, abbandonando pian piano San Vittore perché meno sicura. Questo fatto portò ad un rapido spostamento degli abitanti verso le zone del castello (la Villa).
Nel XVII secolo Priocca fu coinvolta in parecchie guerre e la peste del 1630 (la stessa descritta nei "Promessi Sposi" da Manzoni) provocò parecchie vittime tra la popolazione. Seguirono anni di carestia e crisi economica ma nei secoli XVII e XVIII la popolazione ebbe un progressivo aumento e il paese si consolidò nella sua nuova forma. Nel 1813 morì l'ultimo discendente della famiglia Damiano e i feudi passarono ai figli della sorella, sposata con il marchese Annibale Faussone di Clavesana. Il comune acquistò il castello dagli eredi e lo abbatté, ricavandone la piazza.
Nel XX secolo, negli anni tra il 1905-1908 venne abbattuta la chiesa di Santo Stefano e costruita una nuova. Il campanile e la canonica vennero ultimati attorno al 1920.
Abitanti censiti[4]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Priocca sono 120[5], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[6]:
Dopo il dramma delle due guerre mondiali, con 115 morti priocchesi, il paese è cambiato sotto tutti i punti di vista. In un primo tempo (fino agli anni ‘60) una generazione è stata costretta a emigrare a Torino o altrove per motivi di lavoro. Dalla fine degli anni sessanta in avanti lo sviluppo delle aziende locali e nella vicina Alba ha consentito un rapido cambiamento di tenore di vita. Con la prosecuzione del lavoro agricolo part-time e il lavoro in fabbrica, molti priocchesi hanno potuto ristrutturare o costruire abitazioni moderne, acquistare auto o macchinari, far studiare i figli.
Con un'immigrazione di ritorno e una leggera immigrazione straniera, la società è variegata e analoga ai paesi vicini: stile di vita quasi cittadino, con orari e doveri impegnativi, vacanze periodiche, categorie a rischio.
Accanto a coloro che continuano a recarsi al lavoro nelle immediate vicinanze, si è sviluppato un buon artigianato, industria e agricoltura di qualità con operai ed impiegati locali. Le produzioni interessano diversi settori: confezionamento vini, altri alimentari, meccanica, edilizia. Nel comparto agricolo permane un numero limitato di aziende tradizionali mentre i giovani rimasti si dedicano imprenditorialmente alla produzione di vini pregiati che vendono a prezzi adeguati e remunerativi, anche all'estero. Si produce Barbera d'Alba, Nebbiolo d'Alba, Roero, Roero Arneis, Favorita molte denominazioni si fregiano della doc e docg. Strettamente collegata alla produzione agricola di qualità, allo sviluppo del turismo e alla mobilità diffusa, con adeguate politiche di promozione su base intercomunale è cresciuto il settore enogastronomico. L'offerta in paese è varia comprendendo ristoranti tradizionali, agriturismi e bed and breakfast.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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5 giugno 1985 | 4 giugno 1990 | Enrico Gastaldi | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | [7] |
4 giugno 1990 | 24 aprile 1995 | Giovanni Martino | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Marco Perosino | - | Sindaco | [7] |
14 giugno 1999 | 2 dicembre 2003 | Marco Perosino | lista civica | Sindaco | [7] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Bartolomeo Squillario | lista civica | Sindaco | [7] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Marco Perosino | lista civica | Sindaco | [7] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Marco Perosino | lista civica: impegno rinnovamento | Sindaco | [7] |
27 maggio 2019 | in carica | Marco Perosino | lista civica: impegno rinnovamento | Sindaco | [7] |
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