Polcenìgo (Polcenic in friulano standard, Al Borc nella variante locale che rimanda al termine borgo[4]) è un comune italiano[5] di 3 122 abitanti del Friuli-Venezia Giulia e fa parte della rete dei borghi più belli d'Italia[6].
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima famiglia, vedi Polcenigo (famiglia).
Il Palù di Livenza, ampia area paludosa di interesse archeologico e naturalistico. Il Palù di Livenza è uno dei 111 siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi dichiarati patrimonio dell'umanità e protetti dall'UNESCO dal 2011[7].
Le sorgenti della Livenza e la “Santissima”, che nella cartografia dell'Ottocento venivano definiti “Lago della Livenza”.
Il parco di san Floriano, di proprietà della Fondazione Ing. Luigi Bazzi e madre Ida e ufficialmente aperto nel 1980.
La foresta del Cansiglio, con doline e inghiottitoi disseminati in un territorio che ospita boschi lussureggianti.
I borghi e le località di Sottocolle, Range, San Giovanni, Coltura, Mezzomonte e Polcenigo, “Borc”, con i suoi antichi palazzi e il castello che domina la vallata sottostante dove scorre il Gorgazzo.
Clima
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Storia
La posizione strategica del territorio polcenighese e le sue risorse naturali hanno fatto di Polcenigo un luogo adatto agli insediamenti umani sin dai tempi preistorici. I ritrovamenti archeologici del Palù testimoniano la presenza di un villaggio di palafitte, risalente al Neolitico, che poteva contare sull'abbondanza di acqua, piante e animali selvatici forniti in grande quantità dall'area umida del Palù e dalle vicine montagne. Reperti dell'età del ferro (I-II millennio a.C.) hanno inoltre rivelato l'esistenza di una necropoli ai piedi del Colle di San Floriano, a San Giovanni.
Dopo la fondazione di Aquileia (181 a.C.), i Romani conquistarono i territori a est della Livenza: monete, fibule ed elementi in cotto sono stati ritrovati anche nei siti archeologici di Polcenigo. Tra il V e il VI secolo d.C., con la diffusione del Cristianesimo, Polcenigo divenne un rilevante centro religioso grazie alla presenza di importanti centri di culto, come la Chiesa di S. Floriano.
Nel Medioevo, quando i castelli costituivano un elemento essenziale per la difesa del territorio, Polcenigo poteva vantare un complesso di edifici fortificati, noti già alla fine del X secolo. Tra il 1000 e il 1100 tali edifici e il feudo passarono ai Signori di Polcenigo, poi divenuti conti. Nel 1420 i territori polcenighesi caddero sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia e nel 1499 furono invasi dai Turchi che ridussero Polcenigo a un cumulo di macerie.
Nel 1571 la Repubblica di Venezia riconquistò i suoi possedimenti e nei tre secoli successivi Polcenigo godette un periodo di pace e prosperità, in particolare durante il XVIII secolo che vide una grande rinascita economica, artistica e religiosa del paese. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797) il territorio fu dapprima invaso dalle truppe napoleoniche e poi da quelle austriache. Il passaggio all'Austria nel 1814 sembrò di buon auspicio, ma la crisi derivata dalla scarsa produzione nei campi e l'aspra fiscalità asburgica misero nuovamente in ginocchio la popolazione. Seguirono anni di malcontento e molti si offrirono volontari nella lotta contro la casa d'Austria. Nel 1866 il territorio fu annesso al Regno d'Italia.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale molti emigranti dovettero rientrare dall'estero, causando un improvviso aumento della popolazione e della povertà.
Il dopoguerra e il ventennio fascista alternarono periodi di forte disoccupazione ad altri di buone possibilità occupazionali. Furono realizzate le latterie di Polcenigo, Gorgazzo e Coltura, una nuova centrale idroelettrica e l'illuminazione pubblica nel centro di Polcenigo, il trasporto pubblico e il servizio postale, due scuole professionali (di disegno e per muratori) e si sistemarono le principali strade comunali. Tutto si fermò nuovamente con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Il periodo postbellico fu difficile ma caratterizzato da una lenta ripresa e il patrimonio edilizio fu restaurato e rinnovato. Nel territorio sorsero fabbriche e insediamenti industriali che crearono nuovi posti di lavoro e cambiarono gradualmente il tessuto sociale del paese.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di Ognissanti o della Madonna della Salute.[8]
Chiesa parrocchiale di San Giacomo[10] (al suo interno custodisce un importante patrimonio artistico: una pala di Egidio Dall'Oglio, un coro ligneo, un organo di Pescetti ed affreschi caratterizzati da influenze di Tommaso da Modena).
Il Castello di Polcenigo, tutelato dall'Istituto Regionale per le Ville Venete e costruito su progetto di Matteo Lucchesi e su committenza di Ottavio Polcenigo nella metà del XVIII secolo sui resti del precedente castello.
Palazzo Fullini-Zaia, settecentesca costruzione signorile fatta erigere dalla famiglia dei conti Fullini, su probabile progetto dell'architetto Domenico Rossi,[16] con sale affrescate e decorate a stucco e con originali mascheroni sulla facciata.[17] Nel 1809 ospitò il principe Eugenio di Beauharnais.[18]
Palazzo Salice-Scolari, dimora gentilizia del XVI secolo. Ha un caratteristico giardino all'italiana, realizzato dall'ing. Pietro Quaglia.
Palazzo Zaro, proprietà dei Manin che lo acquistarono dai Conti di Polcenigo.
Il pittoresco centro storico di Polcenigo.
Area archeologica
Il sito archeologico di Palù di Livenza[19], inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità tra i 111 siti degli Antichi insediamenti sulle Alpi.
Luoghi naturali
Le sorgenti della Santissima e del Gorgazzo[20] e le acque della Livenza.
A Polcenigo, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[24]. La lingua friulana che si parla a Polcenigo rientra fra le varianti appartenenti al friulano occidentale[25].
Cultura
Eventi
la Sagra dei Thést, la manifestazione settembrina volta a ricordare l'antico artigianato delle ceste in vimini, giunco e rafia.[26]
Geografia antropica
Frazioni:
Gorgazzo è conosciuta per la sorgente locale posta a circa 50 metri sul livello del mare. Nelle sue profondità 9 sommozzatori hanno perso la vita, ed ora è vietata la balneazione. Il torrente Gorgazzo, dopo aver percorso pochi chilometri, si riversa nel fiume Livenza.
U. Perut, Breve relazione storico-architettonica sul Palazzo Fullini, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, Polcenigo, 2016, pp.115-120.
G. Magri, Affreschi a Palazzo Fullini: una prima nota, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, Polcenigo, 2016, pp.121-125.
M. Cosmo, Il Palazzo Fullini dopo i Fullini, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, Polcenigo, 2016, pp.111-114.
Palù di Livenza, su palu.incaneva.it. URL consultato il 2 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2016).
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