Pignola (Vïgnuòlë in dialetto locale[6]) è un comune italiano di 6 779 abitanti[3] della provincia di Potenza in Basilicata.[7] Conosciuta fino al fino al 1863 come "Vignola" e dal 1863 al 1935 "Pignola di Basilicata" è nota anche come "il paese dei portali"[8] in riferimento ai numerosi ingressi decorati nel suo centro storico.
Pignola comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Provincia | Potenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Gerardo Ferretti[1] dal 27-5-2013 (2º mandato dal 10-6-2018) |
Lingue ufficiali | italiano |
Data di istituzione | 1935 |
Territorio | |
Coordinate | 40°34′N 15°47′E |
Altitudine | 927 m s.l.m. |
Superficie | 56,24[2] km² |
Acque interne | 1,55 km² (2,76%) |
Abitanti | 6 779[3] (31-12-2021) |
Densità | 120,54 ab./km² |
Frazioni | Campo di Giorgio, Molino di Capo, Molino di Piede, Pantano, Petrucco, Piancardillo, Ponte Mallardi, Pozzillo, Rifreddo, Sciffra, Serra San Marco, Tora, Tuorno. |
Comuni confinanti | Abriola, Anzi, Potenza, Tito |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 85010 |
Prefisso | 0971 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-PZ |
Codice ISTAT | 076062 |
Cod. catastale | G663 |
Targa | PZ |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 593 GG[5] |
Nome abitanti | Pignolesi |
Patrono | Maria Santissima degli Angeli |
Giorno festivo | dal terzo sabato alla quarta domenica di maggio |
Motto | Pinea sum dicta et dicor a nomine fortis |
Cartografia | |
Posizione del comune di Pignola all'interno della provincia di Potenza | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il comune confina ad est con Anzi, a sud-ovest con Abriola, ad ovest con Tito ed a nord con Potenza. Il territorio pignolese si estende per 55,51 km² ed ha un’altitudine che va dai 700 m di Pantano-Petrucco ai 927 del centro abitato, fino ai 1476 m del M. Serranetta che rappresenta il punto più alto del territorio pignolese[9]. Conta 6.962 abitanti[10]. Il territorio è prevalentemente boscoso e sono presenti numerosi corsi d’acqua che vanno ad alimentare il Basento;[11] numerose anche le sorgenti potabili ma non degne di nota per l’esigua quantità d’acqua. A pochi passi dalla frazione di Pantano a 770 m. di altitudine, è situato un lago, il Lago di Pantano di Pignola, tutelato da una riserva naturale originatosi da un’antica palude bonificata nella prima metà del XX secolo[12].
Il comune comprende tredici frazioni: Campo di Giorgio, Molino di Capo, Mulino di Piede, Pantano, Petrucco, Piancardillo, Ponte Mallardo, Pozzillo, Rifreddo, Sciffra, Serra San Marco, Tora, Tuorno.[6] Nella parte bassa del paese, più precisamente in località Pantano è presente la Riserva regionale del Lago Pantano di Pignola o più comunemente chiamata Oasi del WWF . La zona è ad alta pericolosità sismica.[7][11][13]
Il clima è complessivamente freddo e umido, caratterizzato da inverni freddi e stagioni estive calde e secche. Nella storia del paese sono ricordate importanti precipitazioni nevose, come quella del 2012 che interessò l'intera regione Basilicata e che, in particolare a Pignola portò ad un accumulo di più di un metro di neve.[14][15][16]
stazione meteorologica di Pignola Meteo (Meteo 7) | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 12 | 13 | 15 | 18 | 22 | 26 | 30 | 30 | 27 | 22 | 16 | 13 | 12,7 | 18,3 | 28,7 | 21,7 | 20,3 |
T. min. media (°C) | 3 | 3 | 5 | 7 | 11 | 14 | 17 | 17 | 15 | 10 | 7 | 4 | 3,3 | 7,7 | 16 | 10,7 | 9,4 |
T. max. assoluta (°C) | 10 | 12 | 15 | 17 | 20 | 25 | 28 | 30 | 25 | 12 | 8 | 7 | 12 | 20 | 30 | 25 | 30 |
T. min. assoluta (°C) | −8 | −2 | −2 | 4 | 8 | 10 | 14 | 16 | 7 | 3 | 0 | −5 | −8 | −2 | 10 | 0 | −8 |
Giorni di pioggia | 8 | 7 | 5 | 4 | 3 | 2 | 3 | 2 | 4 | 6 | 10 | 6 | 21 | 12 | 7 | 20 | 60 |
Pignola, detta anticamente Vineola, fu in seguito chiamata Vignola. Incerto è il significato di questi nomi riconducibili comunque al latino vinea, vigna. A partire dal 1863 il comune fu autorizzato ad assumere il suo attuale nome, Pignola di Basilicata, termine che potrebbe riferirsi a qualche pineta del luogo[18].
La mancanza di testimonianze precise fa sì che gli studiosi non siano concordi nel datare la nascita di questo paese. Il Lavista attribuisce la fondazione di Pignola all’imperatore Tito Vespasiano, che avrebbe mandato le sue truppe a fondare diversi paesi della Lucania tra cui Tito, Pignola e Castrum Gloriosum.[19] Il Rendina invece, nelle Historiae della città di Potenza, afferma che il paese fu fondato da alcuni nobili potentini che fuggirono da Potenza dopo essere stati sopraffatti da una rivolta della popolazione.
Con l’anno mille il paese fu governato dai Bizantini e poi dai Normanni; il feudo di Vineola viene infatti citato nel catalogo dei baroni normanni. Più tardi Federico II di Svevia governerà su tutta la Basilicata. In epoca sveva, infatti, intorno al 1240 Pignola è chiamata dall’imperatore Federico II a contribuire alle spese di restauro del castello di Lagopesole.
Nel 1266 la Basilicata passa nelle mani degli Angioini e poi di diversi feudatari, tra cui Rinaldo De Puy e Giovanni Pipino[20].
Alla morte del Re Ladislao, gli successe la sorella Giovanna che sembrerebbe avesse abitato a Pignola vicino alla Chiesetta di San Nicola. Giovanna concesse a Pignola privilegi e doni tra cui l’istituzione della Fiera. Nel 1420 la regina Giovanna fondò la casa Santa Ave Gratia Plena di Napoli, meglio conosciuta come “Casa dell’Annunziata”[21] a cui donò la terra di Pignola. Alla sua morte le successe Alfonso D’Aragona che, dopo aver lottato per la successione al trono contro Renato d’Angiò, decise di ricompensare le famiglie che lo avevano sostenuto (tra queste quella dei Guevara a cui il re concesse molte terre tra cui anche la città di Potenza). Proprio in questi anni la Casa dell’Annunziata cedette in enfiteusi la terra di Pignola al conte Innico de Guevara. Grazie a questa cessione si registrò a Pignola un grande aumento demografico dovuto al trasferimento in paese di diverse famiglie tra cui: La Vista, Romeo, Scavone, Albano, Padula.
La violenta epidemia di peste del 1656 colpì tutta la zona del Potentino e Pignola si vide decimare gli abitanti. Nonostante ciò il paese continuò a crescere negli anni successivi non solo demograficamente ma anche culturalmente spronato dalla presenza di due conventi che erano nel suo territorio.
Verso la fine del 1600 numerose bande di briganti infestavano continuamente invadendo terre coltivate assaltando molte masserie isolate e distruggendo tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Tra i briganti più temuti Francesco Cauzillo di Pignola, detto l’arrabbiato, che con altri banditi, tra cui Giuseppe Postiglione e Bernardo Guma, fu accusato di furti, rapine, omicidi, sequestri di persona e ricatti. Proprio per l'esistenza di queste bande molti Pignolesi vennero perseguitati per aver fornito appoggi ai Cauzzillo (una delle bande più note all'epoca).[11][18][22]
Dalla Relazione Gaudioso, stilata agli inizi del 1700 per ordine reale dall'avvocato fiscale Don Rodrigo Maria Gaudioso, apprendiamo che la terra di Pignola era esposta verso Tramontana per cui "li terreni sono molto sterili e di gran povertà. (...) La gente bassa era di costume rissoso, poi, col beneficio di due congregazioni erette, si sono rese più docili, standovi tutti ascritti in dette congregazioni, dove si fanno continui esercizi spirituali".
Apprendiamo inoltre che all'epoca il territorio di Pignola era abitato da circa tremila persone dedite alle "arti liberali, all'arte meccaniche e alla coltura dei terreni, ed altri pochi che vanno negoziando da vaticali da donde si provvede in parte di quello che manca".
lo stesso documento registra la presenza a Pignola della "decorata" Chiesa di Santa Maria Maggiore, di cinque confraternite di carità, di due monasteri di padri mendicanti di San Francesco, uno dei Padri Cappuccini, poco distante dall'abitato, l’altro sotto il titolo di San Michele Arcangelo, a un miglio di distanza dall'abitato[23].
Il 1700 fu un secolo di ribellioni e subbugli. Nel 1747, ad esempio, si registra una lite amministrativa tra Pignola e Potenza per il possesso del Lago e di una zona boschiva posta tra i due centri, detta "Area Silvana", zone entrambi molto importanti per l'economia del territorio. Il Lago all'epoca era pescoso e vi si poteva raccogliere paglia di buona qualità.
Pignola non si fece coinvolgere direttamente nei fatti del 1799 relativi alla nascita della repubblica partenopea. Nel Libro dei defunti della parrocchia leggiamo dei pignolesi uccisi in quel periodo e della fucilazione di Nicola Trotta, uno dei capi della rivolta, che, potentino residente a Pignola, tentò di sobillare il paese contro i Borbone ma non ottenne seguito in paese. Tra il 1806 e il 1809 si registrano diversi violenti scontri in paese tra le famiglie di fede borbonica e i simpatizzanti del governo francese.
Nel 1808 Gioacchino Murat fu nominato Re di Napoli. Egli dispose una statistica, la Statistica Murattina, da cui possiamo desumere interessanti notizie su Pignola e sulle condizioni di vita del popolo lucano. “Il basso popolo abita ordinariamente in sottani angusti ed oscuri i quali ricevono la luce del sole dalla sola porta aperta. In questa specie di tuguri coabita coi polli, il poro e l’asino e, non tenute con nettezza, si sviluppano delle febbri contagiose.” Vi si legge ancora che le donne andavano scalze in ogni stagione e che fiorivano le attività economiche legate in particolare alla lavorazione di panni e tessuti. Molto sviluppato anche l’artigianato in legno e in ferro battuto. Tra il 1806 e il 1809 Pignola partecipò attivamente al brigantaggio: si formarono infatti bande organizzate in funzione antifrancese che proseguirono la loro azione anche dopo l’unificazione del Regno d’Italia, quando diversi pignolesi andarono a rimpinguare le file dei briganti.
Nel 1848 scoppiarono nuovi moti, i cosiddetti “moti comunisti” durante i quali i contadini insorsero per la conquista della terra minacciando la sicurezza dei proprietari terrieri.
Tra il 1850 e il 1851 anche Pignola subì gravi perdite a causa dell’epidemia del vaiolo.
Nel 1857, alle cinque di mattina, tra il 16 e il 17 dicembre si verificò in Basilicata un sisma violento e inatteso che causò molte vittime e danni ingenti. Le vittime di Pignola furono sette e anche i danni furono numerosi. Tra gli edifici crollati ricordiamo: la Cappella della Santissima Annunziata, la Cappella di Santa Maria del Pantano, una porzione del campanile della chiesa di Santa Maria Maggiore e circa ottanta case di privati cittadini. Tutta la popolazione attribuì la propria salvezza alla grande devozione riposta verso la protettrice, Madonna degli Angeli.
Pignola partecipò anche ai moti del 1860. Tra gli insorti ricordiamo i fratelli Berardi, Filadelfio e Giuseppe Eugenio, Domenico Coiro ed Emilio Fittipaldi.
Nel 1860 si verificarono atti briganteschi ricollegati a motivazioni del tutto politiche ovvero di riportare sul trono di Napoli il Borbone. A causa di queste atti il sindaco di Pignola emanò alcune disposizione che impedivano ai cittadini di recarsi a lavorare in campagna senza un regolare permesso e di portare con sé più di un certo quantitativo di pane per impedire che rifornissero di cibo i loro parenti datisi alla macchia.[11][22][24]
Passata l’epoca del brigantaggio, liberate le campagne dal pericolo di disordini pubblici, Pignola entra a far parte del Regno d'Italia. I due terzi degli abitanti di Pignola sono di condizione contadina. Tanti gli emigrati. Nel 1901 gli emigranti sono 83 su 2567 abitanti, nel 1906 sono 106 su 2556 abitanti[24].
Per quanto concerne l’istruzione agli inizi del 1900 circa la metà degli obbligati era inviata a lavorare piuttosto che entrare a far parte della popolazione scolastica.
Dal punto di vista politico si fronteggiavano due diversi partiti: il Partito Socialista e quello Liberale. Nelle elezioni amministrative del 1914 vinse il Partito Socialista, ma seguirono momenti di disorientamento ed alterne vicende che portarono alla nomina di un commissario prefettizio.
Tra il 1917 e il 1918 fu concluso il tronco ferroviario della Ferrovia Calabro Lucana tra Pignola e Potenza (inaugurato il 23 gennaio 1919), che fu utilizzata non solo per i semplici collegamenti, ma anche per spedire il carbone prodotto a Pignola in gran quantità. Il 4 novembre 1931 venne inaugurato il prolungamento ferroviario fino a Laurenzana.[25]
Negli stessi anni alto fu il tributo pagato dalla comunità pignolese che contò più di quaranta vittime nella grande guerra.[26][27]
Anche nel secondo conflitto mondiale Pignola pagò un alto tributo di sangue. Nel settembre del 1943 alcuni aerei alleati sganciarono un gran numero di bombe sulla città capoluogo e tre ordigni furono destinati a Pignola. Essi caddero nel rione Convento, allora pressoché disabitato, e non causarono vittime.
Il dopoguerra fu un periodo difficile anche per Pignola: moltissimi residenti furono costretti ad emigrare alla ricerca di un lavoro.
Il 23 novembre 1980 un violento sisma colpì l’abitato. Crollarono venti case, tredici furono dichiarate pericolanti, cinquanta quelle inagibili e riparabili. I senzatetto furono 271 su una popolazione di 3983 abitanti. Non si registrarono vittime ma tanti pignolesi emigrarono in altre parti d’Italia o all'estero[28][29][30]
Diverse sono le testimonianze relative allo stemma. Il Gattini cita uno stemma dato da “Un pino al naturale con una serpe d’oro attorcigliata al tronco”. Questo disegno era accompagnato dalle lettere P.V. iniziali dei due seguenti esametri:
Pinea sum fortis, corrupto nomine dicor
Vinea; nunc laeta a coeli regina tuetur
Il Pacichelli riporta che il Lacava invece della serpe mette due leoni controrampanti con il motto:
Pinea sum dicta et dicor a nomine fortis
Questo è lo stemma che appare oggi sul balcone del Municipio.[31].
La prima struttura risale al XIII secolo. Nel 1390 il lapicida Trifoggio da Stigliano terminò il campanile.[32]
La chiesa sorge nella parte più alta del paese, nel borgo detto “Terra Vecchia”, dove si insediarono i primi abitanti provenienti da Castelglorioso, una località poco distante da Pignola, oggi chiamata Arioso; è affiancata da un maestoso campanile a base quadrata con cinque piani di apertura.
Alla chiesa, che si articola su due ordini sovrapposti, si accede da una scalinata ampia attraverso due diversi portali: uno centrale sulla facciata principale e l’altro sul lato destro della chiesa. Entrambi i portali sono decorati e recano al di sopra dei cartigli con iscrizioni contenenti la data del 1784, anno in cui terminarono i lavori di riedificazione dell’edificio. La pianta della chiesa è a croce latina e conta ben otto cappelle laterali, presbiterio e coro, con transetto destro caratterizzato da tre altari e con transetto sinistro appena accennato[33]. Sono presenti affreschi risalenti al 1400 che rappresentano: gli Evangelisti, Il sacrificio di Abramo, la Creazione, Il Figliol prodigo, Sant'Emidio, protettore dai terremoti e Sant'Ireneo, protettore della pace. Sono presenti anche diverse reliquie tra cui le ossa di San Felice. È presente poi una tela raffigurante la Madonna del Carmelo e le anime purganti dipinta presumibilmente più di 1000 anni fa. Ai lati della tela due nicchie contenenti due statue: una raffigurante l’Arcangelo Michele che calpesta il maligno, l’altra l’Arcangelo Raffaele che volge lo sguardo verso Tobiolo seduto ai suoi piedi e gli indica il cielo. Sopra gli altari laterali altre due tele: a sinistra la Crocifissione con San Giuseppe piangente e San Carlo Borromeo, a destra una Madonna con Bambino e Santi.[34]
La chiesa ha subito nel corso degli anni più ristrutturazioni, la più importante è connessa al terremoto dell'irpinia del 1980 che fece crollare alcune parti della chiesa che vennero poi interamente ricostruite sotto il controllo del parroco del paese Don Rocco Piro[35] La chiesa conta complessivamente 7 cappelle.[36][37]
La chiesa è datata al 1777 ed era inserita in un Convento risalente alla fine del Cinquecento (1590-1595) ed abbattuto negli anni quaranta del XX secolo. Fu costruito mediante alcune offerte dei fedeli e del clero di Pignola per dare una degna sistemazione ai Frati Cappuccini. Il convento venne soppresso nel 1865 e i religiosi lasciarono l’edificio il 19 marzo dello stesso anno[38].
Si tratta di una chiesa a due navate, una centrale ed una minore sul lato destro, coperte da volte a botte. I due ambienti hanno ingressi anteriori indipendenti e sono a quote diverse. È presente un altro ambiente, adibito a sagrestia, a cui si accede dalla zona del presbiterio[39].
È posta nella parte più alta di Pignola nelle immediate vicinanze della Chiesa Madre. La fondazione probabilmente risale al XIII secolo come attesterebbero tre affreschi bizantini rinvenuti dopo il terremoto del 1980 proprio sulle pareti dell’edificio, e risalenti alla fine del 1200. Fu dedicata a San Nicola (il luogo in cui è collocata la chiesa è chiamato tuttora “rione San Nicola”), ma tra la fine dell’800 e l’inizio del '900 venne intitolata a San Donato. L’edificio religioso fu in parte distrutto dal terremoto del 1980. Il portale della chiesa, datato 1746, fu anch’esso restaurato: liscio e poco lavorato, ha come unico pregio la figura del santo scolpita su un concio chiave. Attualmente la Chiesa è in uno stato di degrado. Nonostante i numerosi interventi di restauro rimangono in piedi solo la facciata anteriore e parte delle mura laterali.[40][41][36]
La chiesa di Sant'Antonio Abate risalirebbe al 1600 in base alle ricerche svolte da parte del parroco Don Rocco Piro, il quale sostiene che dell'edificio originario resterebbero soltanto le strutture murali e quelle in pietra. La chiesa era inizialmente interamente costruita in stile barocco e situata vicino alla chiesa dell’Annunziata Nel 1892 queste due vennero completamente ristrutturate in un'unica chiesa. Dopo il terremoto del 1857 gli edifici civili e religiosi del paese subirono gravi danni, eccetto la Chiesa di S. Antonio Abate che riportò solo lievi danni.
All'interno della Chiesa ci sono interessanti opere d’arte: sul lato destro una Trasfigurazione, una Madonna del Carmelo con le anime purganti, una Vergine con Bambino, San Giovanni Battista e S. Agata; sul lato sinistro una Annunciazione, un San Rocco e una Madonna delle Grazie. Nel presbiterio sono presenti la tela della Crocifissione e due sculture in legno policromo raffiguranti l’Addolorata e Sant'Antonio Abate.[42] Nel 1999 la chiesa è stata impreziosita, su commissione della Pro Loco, con una porta in bronzo, opera dello scultore Antonio Masini.[36]
Il convento di San Michele fu costruito nel 1535 nella zona dell’agro di Pignola denominata Sant'Angelo, nei pressi di una sorgente ritenuta miracolosa per le febbri. In questi anni si stabilirono in questa contrada alcuni padri Cappuccini i quali, accanto alla grotta, costruirono un convento e si presero cura della chiesetta che era situata al di sopra della grotta e che con essa comunicava per mezzo di venticinque gradini. Alla fine del 1500 i padri si trasferirono nel convento di san Rocco. Attualmente di tutto il complesso conventuale rimane la Chiesa, restaurata, la grotta e pochi ruderi del convento quasi completamente sepolti dalla vegetazione. La chiesa ha un impianto rettangolare con copertura a volta. Nella grotta due piccole gradinate conducono ad un piano sopraelevato, al di sotto del quale si apre l’accesso alla cavità naturale. Sul piano rialzato si trova la scarna edicola nella quale era conservata la statua di San Michele Arcangelo trafugata nel 1996. Questa Chiesa adesso è un luogo di raccolta per il pellegrinaggio annuale che si tiene in occasione della festività di San Michele nei giorni 8 maggio e 29 settembre.
Il santuario dista 4 km dal centro di Pignola.[36]
Sin dal XIV secolo, si hanno le testimonianze della presenza di una comunità di benedettini, insediatasi accanto al santuario forse già esistente. Dal 1521 la chiesa del Pantano è passata sotto il patronato del capitolo della chiesa madre di Pignola. Nel 1432 ci fu una lite fra un sacerdote della chiesa di Pignola e un benedettino. La causa ebbe una soluzione favorevole al sacerdote di Pignola che nel 1451 fu il possessore definitivo del santuario. A causa del terremoto del 1857 il paese riportò molti danni soprattutto alla cappella della Chiesa di Santa Maria del Pantano. I lavori di restauro furono eseguiti fino al 1972, quando venne rifatto il tetto in cemento armato. A causa del terremoto del 1980, l’edificio religioso fu compromesso da profonde lesioni che scendevano lungo i muri. Nel 1983, la situazione del santuario peggiorò e solo nel 1986 è stato riaperto al culto. Nel 1989 l’attuale parroco Don Rocco Piro lamentò il fatto che il campanile della chiesa fosse stato ricostruito di dimensioni ridotte rispetto all'originale e che l’edificio, pitturato a calce, si presentasse in uno stato non proprio decoroso. Dal 1990 il tempio ha assunto il titolo di Santuario Diocesano.[43]
Pignola è noto come “il Paese dei portali”. Essi sono innumerevoli e vari per forma e struttura. L’esame delle forme li fa risalire al 1600. Il territorio altamente sismico ha reso necessarie nel tempo delle modifiche strutturali. Ciascun portale prende il nome dalla famiglia originariamente proprietaria del palazzo. Accanto ai portali nella maggior parte dei casi sono presenti mascheroni a cui legare gli animali. Spesso figure demoniache, ritenute utili contro il malocchio. Stesse figure sui batacchi dei portoni (elemento metallico, di varie dimensioni, usato per bussare alla porta) forse per scatenare l'invidia dei visitatori.[44][45][46]
La piazza di Pignola è racchiusa tra palazzi quali Palazzo Gaeta e Padula, entrambi ornati da cariatidi (elemento architettonico utilizzata come colonna che rappresenta una figura femminile). A reggere i balconi troviamo delle figure scimmiesche ed umane.
All’interno di palazzo Gaeta troviamo delle statue a sorreggere la ringhiera.[47][48]
Il Portale del Palazzo Padula è dato da due figure rettangolari, ornate da un ricamo con foglie di quercia.[49]
Nel territorio è presente la Riserva regionale Lago Pantano di Pignola. L'area si estende per circa 155 ettari a 750 m s.l.m. Il territorio è caratterizzato da una diversa profondità delle acque e da una forte presenza di prati mesofili a contatto con le aree coltivate ed i boschi circostanti. Questi fattori hanno contribuito all’instaurarsi di una copertura vegetale ricca e varia e un differenziamento di nicchie ecologiche, che hanno reso il lago uno degli ambienti regionali a maggiore diversità biotica. L'area fa parte della Convenzione di Ramsar da ormai diversi anni. Durante il periodo invernale l'oasi diventa una vera e propria attrazione per fotografi e non grazie ai magnifici paesaggi che si vengono a formare con l'arrivo della basse temperature.[50][51][47][48]
Abitanti censiti[52]
Gli stranieri regolari sono 133 (79 maschi e 54 femmine) al 31º dicembre 2020, pari al 2% della popolazione.[53] Le comunità più rappresentate sono:
Il dialetto pignolese appartiene al gruppo potentino dei dialetti gallo-italici, identificati dal filologo Gerhard Rohlfs fra il 1925 e il 1930, a cui appartengono pure i dialetti della stessa Potenza, di Picerno e di Tito.
La festa si celebra a Pignola nelle giornate del 16 e del 17 gennaio, da più di 600 anni. Nel frattempo, un gruppo di giovani gira nei quartieri del paese, raccogliendo la legna donata dal popolo per devozione e un gruppo di anziani inizia a costruire una struttura quadrangolare chiamata U catuozz, disponendo dei tronchetti di legno uno sopra l'altro, in due versi diversi. La fanoia, benedetta dal parroco dinanzi alla statua del compatrono, resta accesa per tutta la notte. I devoti vi si raccolgono intorno scaldandosi, mangiando gli strascinati con la mollica e bevendo vino a ritmo di musica popolare. La mattina successiva, il 17 gennaio, si tiene la corsa dei cavalli, dei muli e degli asini. Gli animali, accompagnati dai loro fantini, si riuniscono in piazza per ricevere la benedizione, per poi dare inizio alla corsa. Gli animali devono compiere tre giri devozionali intorno alla chiesa, spronati dai loro fantini. Al termine della corsa si dà inizio al Carnevale.[54]
La terza domenica di maggio a Pignola si celebra la festività di Maria SS. degli Angeli. Il sabato precedente e successivo alla festa si rappresenta la Uglia, una processione che si snoda nel centro storico del paese. La rituale manifestazione ha inizio di sera; dalla Chiesa di San Rocco escono i portatori sorreggendo un baldacchino a forma di guglia con un’immagine di Maria[55][56][57][58][59]
Si tratta di una festa dedicata alla Madonna del Pantano. Non si sa con certezza quando la festa fu introdotta, un inventario del 1696 parla di due celebrazioni in onore della Madonna del Pantano, una celebrata il 15 agosto, in concomitanza con la festa dell’Assunzione, l’altra nel mese di maggio[60]. La prima aveva durata di un solo giorno ed era chiamata “Solennità della Madonna” e si svolgeva celebrando una messa solenne nella cappella dei frati cappuccini. La seconda invece aveva la durata di una settimana in cui si svolgevano giochi e gare di ogni tipo per dare spettacolo e raccogliere offerte per lo svolgimento della festa. Ad oggi rimane la festa più lunga e importante del paese, dura infatti otto giorni per ricordare l'usanza del passato. La statua di Maria S.S. degli Angeli sale in processione dal santuario alla chiesa madre, sempre la terza domenica di maggio, durante l'ultimo giorno però, ossia l'ottava, la Madonna non ritorna a Pantano, ma sì svolge una processione per le vie del centro storico e successivamente a settembre la statua viene riportata nella frazione pignolese.[55][56][57][58][59]
L'agricoltura rappresenta una parte importante dell'economia Pignolese, e l'alimento più coltivato è il fagiolo rosso scritto.[61][62][63][64] Lo sviluppo industriale è concentrato in una zona P.I.P., mentre la Riserva regionale Lago Pantano di Pignola è uno dei maggiori richiami turistici presenti nel paese.
Tra le tante organizzazioni che operano nel settore musicale, di rilievo il Coro Santa Maria Maggiore, diretto dal maestro Rocco Alessio Corleto, che lavora nell'ambito liturgico e nella promozione della musica corale dei secoli '500/'600. All'attivo ha una incisione discografica dal titolo "Vignola: Terra Regale", raccolta di musiche composte ad hoc per la realizzazione del cortometraggio tutto lucano incentrato sulla Regina Giovanna II D'Angiò-Durazzo.
La biblioteca comunale dispone di circa 6797 volumi e opuscoli, con una sezione dedicata alla storia del territorio. Fondata nel 1985 ha sede nel municipio e una, più recente, all'interno la stazione degli autobus.[65][66]
Nel comune ha sede l'istituto comprensivo Giovanni Pascoli, comprensivo di scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale.[67]
Il principale museo del paese è il Museo scenografico del Costume e della Civiltà rurale che espone numerosi costumi tradizionali del periodo tra XIX e XX secolo, Sono esposti all'interno del museo, oltre ai costumi originali donati da famiglie Pignolesi, percorsi interattivi e video sulle tradizioni pignolesi.[68][69]
Il fagiolo rosso scritto si è sviluppato nell’alta valle del Basento, introdotto dagli spagnoli di ritorno dalle Americhe. Esso, poi diventò fin da subito un elemento di fondamentale presenza nella dieta locale. Ma è in epoca Napoleonica che esso acquisì maggiore importanza da parte delle famiglie contadine. Alla fine dell’800 la produzione di fagiolo a Pignola è da primato e alla Terza Fiera Campionaria Internazionale di Napoli del 1923 partecipano proprio i fagioli di Pignola. La coltivazione di questo tipo di fagiolo ancora oggi, in particolare nella frazione di Pantano di Pignola, trova delle vere e proprie condizioni climatiche favorevoli: le temperature massime, presenti nei mesi di luglio, agosto e settembre che non superano mai 30 °C. Inoltre le caratteristiche del terreno risultano perfette per la coltivazione del fagiolo, poiché ben drenato, con massimi livelli di produttività. Per quanto riguarda la coltivazione, la stagione di raccolta va dalla prima decade di settembre per il fagiolo fresco allo stato ceroso a inizio ottobre per il fagiolo secco da sgranare. Si tratta di una pianta rampicante che produce un seme tondo ed ovoidale, dal fondo beige con screziature rosso scure da cui deriva il nome di rosso scritto. La coltivazione ha lasciato il posto nel dopoguerra ai vari e numerosi allevamenti di bestiame e così i giovani hanno abbandonato progressivamente le campagne andando a lavorare in città o nell’industria chimica sviluppatasi in zona[61][62][63][64][70].
La ciambotta è un piatto tipico della cucina meridionale italiana, nella variante cucinata nel territorio Pignolese vengono inserite varie verdure (principalmente patate, melanzane e peperoni) accompagnate con salsiccia e in alcuni casi uova. La ciambotta nasce dalla necessità dei contadini di trasportare il pranzo quando uscivano per lavoro. Questi iniziarono quindi ad inserire il tutto in forme di pane (scavate all'interno) chiuso con un grande tovagliolo, così da mantenerne la temperatura.[71]
Gli strascinati con il pezzente e la mollica di pane o "strascinati cu la mddia" sono dei semplici strascinati fatti in casa accompagnati con della mollica e del salame pezzente. Il sugo di pezzente è un prodotto caratteristico del territorio, questo era utilizzato molto dai contadini poiché la salsiccia veniva fatta da tutti gli scarti della salsiccia condito con la mollica poiché in quel tempo non veniva ancora utilizzato assiduamente il formaggio. Ad oggi il piatto viene consumato tradizionalmente con l'inizio del carnevale Pignolese.
Altri piatti tipici sono la cuccia di santa Lucia, un misto di vari legumi accompagnato con pane raffermo, funghi e cruschi, i panzarotti di castagne e le chiacchiere.[72]
I principali assi viari extraurbani che servono la città sono i seguenti:
A partire dal 1910 venne costruita nei pressi della zona bassa di Pignola una stazione ferroviaria della vasta rete progettata dalla Mediterranea-Calabro-Lucane (MCL). A causa della prima guerra mondiale i lavori subirono vari ritardi, tanto da permettere l'apertura della prima tratta, tra la stazione di Potenza Inferiore e Pignola, solo il 23 gennaio 1919. Ulteriori problemi finanziari ritardarono l'apertura della tratta Pignola-Laurenzana al 4 novembre 1931, mentre il proseguimento verso Nova Siri non venne mai costruito.
Dal 1º gennaio 1964 la linea, insieme alle altre gestite sino ad allora dalla MCL, passò in gestione commissariale governativa: fu sotto la gestione governativa, il 6 settembre 1969, che la tratta Pignola-Laurenzana fu provvisoriamente sospesa all'esercizio, per essere soppressa definitivamente il 7 maggio 1974 (i binari furono rimossi nel 1979, dopo contestazioni da parte delle popolazioni locali). La sezione iniziale della linea, tra Potenza e Pignola, chiuse il 23 novembre 1980 per le conseguenze del terremoto dell'Irpinia.[73][74][75]
Pignola è collegata con il resto dei comuni lucani tramite un servizio autobus delle Ferrovie Appulo Lucane, che si occupa della mobilità da e per il comune. Sono presenti anche tratte interregionali che vengono gestite principalmente da compagnie minori con sede nel comune stesso.[74]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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14 aprile 2008 | 27 maggio 2013 | Petrone Ignazio | Partito Democratico | sindaco | |
27 maggio 2013 | 10 giugno 2019 | Gerardo Ferretti | Partito Democratico | sindaco | |
10 giugno 2018 | in carica | Gerardo Ferretti | lista civica Pignola visione futura | sindaco | |
Il comune ha stipulato dei gemellaggi dentro e fuori dal territorio lucano. I principali sono:
Nel comune sono presenti 3 società sportive principali, inerenti a 3 sport differenti;
L'A.S.D. Sporting Pignola di proprietà della famiglia Petrone ha sede nella località Pantano di Pignola. Quest'ultima disputa le partite casalinghe nello stadio comunale. La società di calcio attualmente milita nel campionato di Eccellenza Lucano.[76]
La società, fondata il fallimento della Basilicatasport.it, disputa le partite casalinghe nell'impianto sito in località Pantano di Pignola. La squadra milita nel girone B della serie C Gold del Campionato FIP Campano.[76][77][78]
È presente anche una società sportiva dilettantistica di Nuoto, l'Acquatica Pignola. Quest'ultima si occupa di far crescere i giovani e di avviarli al nuoto partecipando a competizioni di carattere regionale e interregionale.[76]
I principali impianti sportivi sono:
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(aiuto). URL consultato il 4 gennaio 2021.Altri progetti
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