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Pietracamela (La Pròtë[4] in dialetto locale) è un comune italiano di 214 abitanti[1] della provincia di Teramo in Abruzzo.

Pietracamela
comune
Pietracamela – Veduta
Pietracamela – Veduta
Panorama del borgo di Pietracamela, alle spalle Pizzo d'Intermesoli (sx) e Monte Corvo (dx)
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia Teramo
Amministrazione
SindacoAntonio Villani (lista civica Insieme possiamo la Pietracamela del futuro) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate42°31′23″N 13°33′12″E
Altitudine1 005 m s.l.m.
Superficie44,49 km²
Abitanti214[1] (31-8-2022)
Densità4,81 ab./km²
FrazioniIntermesoli, Prati di Tivo
Comuni confinantiFano Adriano, Isola del Gran Sasso d'Italia, L'Aquila (AQ)
Altre informazioni
Cod. postale64047
Prefisso0861
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT067034
Cod. catastaleG608
TargaTE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona F, 3 077 GG[3]
Nome abitantipretaroli
Patronosan Leucio
Giorno festivoSeconda domenica di luglio
Cartografia
Pietracamela
Pietracamela – Mappa
Pietracamela – Mappa
Posizione del comune di Pietracamela all'interno della provincia di Teramo
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Pietracamela, la veduta del borgo. Dietro il Gran Sasso d'Italia
Pietracamela, la veduta del borgo. Dietro il Gran Sasso d'Italia

Il piccolo centro sorge a destra del corso del Rio Arno, alle falde settentrionali del massiccio del Gran Sasso d'Italia, al riparo dei roccioni calcarei che delimitano in basso la località di Prati di Tivo, verde declivio morenico che si eleva verso il Corno Piccolo e il Corno Grande della cima più alta dell'Appennino centrale.[5] Il suo territorio comunale rientra nell'ambito di competenza della Comunità montana del Gran Sasso ed è l'unico della provincia teramana interamente compreso nell'area del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga zona “O”.[6] Fa parte del territorio del comune anche la frazione di Prati di Tivo posta a 1450 m di altitudine e sede dell'omonima stazione sciistica.

Il paesaggio che circonda questo centro è caratterizzato dalla presenza di pareti scoscese, ricoperte da folta e rigogliosa vegetazione costituita prevalentemente da secolari boschi di faggio dell'Aschiero. Il borgo si trova abbarbicato ed isolato sull'altura che domina il vasto panorama sulla valle del Rio Arno, lungo il versante teramano del Gran Sasso, ed appare prevalentemente costruito e restaurato in pietra locale. Sviluppa il suo compatto impianto architettonico, costituito da edifici elevati, con ciottoli e pietre unite da legante, tra il XV e XVI secolo,[7] conservando peculiari caratteri di autenticità. Tra le strette viuzze, vicoli, stradine a gradinata, punteggiate da piccoli balconi e da terrazzine-belvedere, si trovano numerosi architravi fregiati con stemmi gentilizi e epigrafi. Transita qui un tratto della grande Ippovia del Gran Sasso.


Riserva naturale del Corno Grande di Pietracamela


Nel territorio del comune è stata istituita, nel 1991,[8] la Riserva naturale del Corno Grande di Pietracamela. L'intera area è stata destinata alla reintegrazione e ad un programma di ripopolamento del camoscio d'Abruzzo, mammifero artiodattilo della sottofamiglia dei caprini, da tempo estinto.[9] La zona della riserva copre una superficie montana di 2 000 ettari e comprende al suo interno il Corno Grande, il Ghiacciaio del Calderone, la Valle del Rio Arno, la Valle del Mavone, Campo Pericoli,[8] il Pizzo d'Intermesoli ed il Bosco della Giuncheria.[9] L'habitat di questi rilievi è l'ambiente naturale del camoscio appenninico, specie endemica dal comportamento schivo e isolato. Il territorio, costituito dall'alternanza di ripide pareti rocciose, prati alpini ed aree boschive con ricco sottobosco, ha favorito la reintegrazione e l'incremento numerico della presenza della specie, reintrodotta nella campagna di ripopolamento del 1992.[8]

Interno del borgo.
Interno del borgo.
Via Vittorio Veneto, sullo sfondo la chiesa di San Giovanni Battista.
Via Vittorio Veneto, sullo sfondo la chiesa di San Giovanni Battista.
Gafio in legno.
Gafio in legno.
Finestra con pietra murata datata 1783.
Finestra con pietra murata datata 1783.
Interno del borgo.
Interno del borgo.
Epigrafe del 1432, la più antica del borgo, scolpita sulla chiave di volta della chiesa di San Giovanni Battista.
Epigrafe del 1432, la più antica del borgo, scolpita sulla chiave di volta della chiesa di San Giovanni Battista.
Architrave del 1471 con trigramma bernardiniano e fregio ad esagono disegnato nel cerchio.
Architrave del 1471 con trigramma bernardiniano e fregio ad esagono disegnato nel cerchio.
Architrave del 1505 con epigrafe e stemma della famiglia Orsini.
Architrave del 1505 con epigrafe e stemma della famiglia Orsini.
Epigrafe del 1526 del Governatore Baltasar Carvallus, in Piazza Cola di Rienzo.
Epigrafe del 1526 del Governatore Baltasar Carvallus, in Piazza Cola di Rienzo.
Architrave con la data 1580.
Architrave con la data 1580.
Interno del borgo.
Interno del borgo.
Bifora con i bassorilievi della testa e delle forbici.
Bifora con i bassorilievi della testa e delle forbici.
Bifora con il cavaliere suonatore di tromba.
Bifora con il cavaliere suonatore di tromba.
Crocifisso di maiolica.
Crocifisso di maiolica.
Portale in pietra del 1793 ed effigie di san Leucio in abiti vescovili con due busti barabati, in Largo Cola di Rienzo.
Portale in pietra del 1793 ed effigie di san Leucio in abiti vescovili con due busti barabati, in Largo Cola di Rienzo.
Interno del borgo.
Interno del borgo.
Monumento ai Caduti.
Monumento ai Caduti.

Clima


Posto sul versante nord del Gran Sasso.

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Pietracamela.

Origini del nome


Nel corso del tempo, questo borgo è stato identificato con diverse denominazioni. Al tempo della Regio V Picenum, in epoca augustea, compare come Pietra Cimmeria.

Le citazioni, risalenti al XIV secolo, riportano il solo toponimo di Petra.[10] In seguito, il paese è stato individuato con il nome di Petracameri, Petra Camerii, Petra Camelis oppure Camelii[10] ed, ancora, Castri Camelorum e oppida Prete Camelorum.[11] Nel XVII secolo, in alcuni documenti si trova come Petra Cimmeria,[10] mentre dal XVIII secolo è citato come Pietra Camela e così riportato nella dedica che il Gravina rivolse a Ferdinando Paolo di Mendoza nel 1717.[12] Al fine di attribuire un preciso significato a questo toponimo, gli storici sono univocamente concordi nello scomporre il nome del paese nelle due parole: Pietra e Camela.


Pietra


Al primo termine è assegnata l'origine etimologica derivante dal lemma paleo-italico petra, che vuol dire: pietra, roccia. Parola idonea a descrivere la presenza del grosso macigno che sovrasta l'intero centro abitato.


Camela


Vi è molta incertezza, invece, sull'attribuizione del significato alla seconda parte del toponimo, quella da cui deriverebbe Camela, che è stata oggetto di diverse ipotesi interpretative, quali:


Storia


Il silenzio delle fonti documentali impedisce di conoscere l'esatta storia dell'origine del borgo e il periodo in cui vi crebbero i primi insediamenti. Antonio Montesanti cita la località col toponimo di «Pietra Cimmeria» e la colloca nel territorio della Regio V Picenum descrivendola come appartenente al popolo dei Pretuzi Piceni («Pretutti Piceni»).[15]

Gli autori locali ricordano che «monte e a valle del villaggio sorgevano tre piccoli centri: Plicanti, Riouso e San Leucio», di cui restano modeste testimonianze. Alcune ipotesi sulle origini dell'insediamento attribuiscono la fondazione del paese a popolazioni abruzzesi che si stabilirono, intorno al XII secolo, tra i monti considerandoli luoghi più sicuri per sottrarsi alle invasioni nemiche. Alcuni autori ritengono che i primi residenti di Pietracamela siano stati gruppi di pastori o di cardatori di lana giunti dalla Puglia.

Le prime citazioni documentate dell'esistenza certa del paese risalgono all'anno 1324, quando, individuato con il solo nome di «Petra», è stato nominato a proposito della decima che la chiesa di «San Leutii de Petra in Valle Siciliani»[16] era tenuta a pagare per l'annualità della VII indizione.[12] In seguito, altre menzioni del paese si rintracciano durante i periodi delle dominazioni degli angioini e della Corona d'Aragona, tempi in cui il borgo fu feudo della nobile famiglia degli Orsini. Nell'anno 1454 re Alfonso convalidò il possedimento di «Petracameria» a Giacomoantonio Orsini dopo la morte del padre Giovanni. In seguito, nel 1496, il borgo fu unito al contado aquilano a seguito alla congiura dei baroni. Nell'anno 1479, Antonello Petrucci mediante la stipula di un atto di vendita trasferì la proprietà delle terre e dei castelli della Valle Siciliana, tra cui «Petram Camelis seu Camelii», a Pardo Orsini, uomo che sposò Dianora Petrucci figlia di Antonello.[12] Nel 1495, re Carlo VIII confermò a Pardo Orsini il possedimento di «Petra Camelis» ed ancora, nel 1502, la terra di «Petre Camelorum» fu restituita allo stesso Pardo da re Luigi XII.[12]

Dal 1526 al 1806, le vicende storiche del borgo si legarono alle stesse della Valle Siciliana, area che includeva territori e paesi compresi tra il fiume Vomano e il fiume Mavone. Nel 1526 l'intera valle fu donata da Carlo V d'Asburgo a don Ferdinando (o Ferrante) de Alarcón, condottiero spagnolo noto per essersi distinto nell'assedio di Pavia del 1525.[17] Ferdinando fu nominato marchese della Valle Siciliana e assegnatario anche della baronia di «Petra Camerii», infeudata fino ad allora a Camillo Pardo Orsini. I discendenti della famiglia Mendoza conserveranno il possesso del borgo fino all'abolizione del feudalesimo. Risale all'anno 1590 l'elevazione delle fortificazioni erette per volontà di Marcellus Carlonus, governatore della Valle Siciliana.[17] Nel 1669, il paese annoverava 34 fuochi, come riportato nella conta che il marchese fece della valle. Gli atti notarili dall'anno 1697 attestarono la presenza della Confraternita del Rosario nella chiesa di San Leucio.[12]

Nel periodo dell'occupazione francese, Matteo Manodoro, insorgente pretarolo e sostenitore dei diritti di re Ferdinando IV di Napoli, nell'anno 1779, si mise a capo di una massa che contrastava le truppe francesi di Napoleone III abbattendo gli alberi della libertà e piantando al loro posto la croce. Manodoro si scontrò con i Francesi e li sconfisse più volte, ma questi ultimi giunsero a Pietracamela ed incendiarono la sua casa mettendo a sacco il borgo.[17] Nel 1806, anno in cui il governo napoleonico riformò le circoscrizioni territoriali, le sorti del borgo si slegarono dal governato della Valle Siciliana poiché il territorio della provincia teramana fu ripartito nei due distretti di Teramo e Penne, entrambi soggetti alla dominazione francese. Nel 1860, con la fine del Regno delle Due Sicilie, il paese fu unito al Regno d'Italia.[11]


Simboli


La blasonatura dello stemma e la descrizione del gonfalone civico si leggono all'Art. 3 del Titolo 2 del vigente Statuto del Comune di Pietracamela (Delibera n. 6 del 29.03.2002)[18], come di seguito riportato.


Lo stemma

L'araldica dello stemma:

«Consiste di un rettangolo all'interno del quale sono raffigurati: scudo sormontato da corona muraria di colore giallo ocra, contornato a lato destro di foglie di quercia di colore verde ed a lato sinistro di foglie di alloro di colore verde, alla base dalla scritta PIETRACAMELA di colore marrone e contenente dall'alto verso il basso una montagna innevata, una fascia gialla con tre stelle di colore marrone ed un cammello a due gobbe di colore giallo poggiato su base pianeggiante dello stesso colore.»


Il gonfalone civico

La descrizione del gonfalone civico:

«Consiste di un drappo delle dimensioni di circa 1,20 m x 0,70 m diviso in verticale in bande colore bianco a sinistra ed azzurro a destra, lobato in basso. Sulla divisione verticale insistono, progressivamente verso il basso la scritta COMUNE DI PIETRACAMELA, che sormonta lo stemma del Comune. Il tutto contornato da tralci di foglie in azzurro intersecantisi nel lobo centrale e che si diramano sui lobi laterali.»


Epigrafia


Contribuiscono alla narrazione della storia del borgo di Pietracamela anche le numerose epigrafi, complete o frammentarie, presenti all'interno del paese. Come tracce, lasciate nel corso dei secoli, tramandano e testimoniano ancora oggi la memoria di date, vicende, eventi o di personaggi che ebbero nella realtà del borgo, nei diversi periodi, un particolare rilievo.

attribuisce la costruzione della casa a Baltasar Carvallus, cavaliere di origine spagnola e governatore della Valle Siciliana.[17]

Dal testo dell'epigrafe:
«MARCELLVS . CARLONVS
DE NAPOLI . GUBRNAT
or . INCLITVS VALLIS
SICVLE . MENIA HVIVS
Castri . PETRE . CAMERIE
A FVNDAMENTIS . ERI
GI . FECIT . ANNO DN .
1590»

così interpretato:
«Marcellus Carlonus de Napoli gubernator inclitus Vallis Sicul(a)e m(o)enia huius castri Petr(a)e Cameri(a)e a fundamentis erigi fecit anno D(omini) 1590»[20]


Eventi sismici


Cronologia di diversi eventi tellurici avvenuti negli anni:


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose



Chiesa di San Leucio

All'inizio del paese, lungo la via che conduce verso l'interno del borgo, si trova la chiesa parrocchiale dedicata al patrono di Pietracamela san Leucio, primo vescovo della Diocesi di Brindisi.[16] La primitiva costruzione, dall'impianto medioevale, è stata oggetto, nel corso del tempo e particolarmente in età barocca, di restauri e modifiche di cui sono rimaste a testimonianza le iscrizioni scolpite sull'architrave del portale maggiore. Lo storico teramano Niccola Palma la ricorda nominata nell'anno 1324 come la chiesa di «S. Leutii de Petra in Valle Siciliani».[16]
Nell'interno, costituito da un'unica navata, sono collocati: altari barocchi, pitture su tela del XVII secolo, un organo settecentesco e un'acquasantiera a catino del XVI secolo. La vasca che contiene l'acqua benedetta, interamente ricavata da un blocco di pietra, propone una forma a bacino quadrilobato in cui sono state scolpite figure di animali acquatici: pesci, anguilla e lucertola.[7] L'esterno del manufatto è fregiato dalla presenza di quattro teste di angeli. Appartengono al sacro corredo di questa chiesa anche due croci astili, in argento, attribuite a Nicola da Guardiagrele.[10]


Chiesa di San Giovanni Battista

Il sacro edificio è ubicato all'interno del tessuto urbano del paese ed apre la facciata, a coronamento orizzontale, alla sommità di una ripida e stretta stradina delimitata e fiancheggiata da abitazioni. L'aula sacra, si sviluppa da una pianta quadrata su una superficie di 50 m² ed ospita un solo altare sormontato da colonne e decorato da stucchi.[24] La primitiva costruzione della chiesa, elevata in conci di pietra, risale al XV secolo,[16] dalla data 1432,[25] che compare nell'iscrizione scolpita sulla chiave di volta dell'arco del portale. Il suo prospetto frontale è aperto dall'ingresso che reca, invece, incisa sull'architrave del portale la data 1676, cui si uniscono anche l'orologio, alloggiato nella cavità dell'antico rosone,[16] e il campanile a vela che ospita due campane, entrambi aggiunti, probabilmente, nel XVIII secolo.[26] L'epigrafe della chiave dell'arco, incisa in caratteri gotici, è la più antica che si trova nel borgo e tramanda che la chiesa fu eretta nel mese di giugno, dell'Anno del Signore 1432, nel corso della decima indizione, per mano del mastro Marco da Trignano, quando a Pietracamela era vicario il notaio Nicola da Guardiagrele.[17] Il testo dell'epigrafe:
«ANNO DNI .
MCCCCXXXII . DE . MESE . JUNI
. X . IND . TEMPORE
OFFITIJ . VICARIAT .
NOTARIJ . NICOLAI
DE GUARDIA . GREL .
P.. MAN . MAGISTI
MARCI . DE . TRIN
GIANO . FACTA . E.
»

Interpretata: «Anno D(omi)ni 1432 de mese Junij X ind(ictione) tempore offitij vicariat(i) notarij Nicolai de Guardiagrel(e) p(er) man(us) magist(r)i Marci de Tringiano facta e(st)».[19]


Chiesa di San Rocco

Il piccolo edificio sacro si eleva al di fuori dell'incasato del borgo, lungo la salita che giunge alla fine dell'agglomerato urbano. Il periodo di edificazione della chiesa risalirebbe al XVI secolo, quando fu probabilmente eretta e dedicata a san Rocco, protettore degli appestati e dei piagati, come altre in provincia di Teramo, durante l'epidemia di peste che colpì il territorio tra il 1528 e il 1529.[17] L'età di costruzione risulta avvalorata anche dalla presenza della data 1530 (A.D.M.D.XXX) riportata sull'architrave del portale d'ingresso.[16] Oltre all'anno, sul soprassoglio, si trovano scolpiti anche il trigramma bernardiniano IHS e un versetto del Pange Lingua di sant'Agostino che così recita: «SOA . FIDES . SVFFICIT».[17] La facciata si delinea con caratteristiche di semplice essenzialità, corredata da un campanile a vela che accoglie una sola campana. Rifinita a murazione liscia è aperta da due monofore allungate con arco a tutto sesto, definite da cornici in pietra, simmetriche rispetto all'asse centrale del prospetto. All'interno, l'aula sacra, scandita in una sola navata, si mostra abbellita da un unico altare e dalla presenza delle effigi statuarie di sant'Antonio da Padova,[27] san Rocco e la Madonna, vestita di bianco, con in braccio il Gesù Bambino.


Chiesa della Madonna di Collemolino

Edificio religioso, ormai in rovina, di cui restano le mura perimetrali, è noto anche come la Chiesa della Madonna della Verità e Madonna di Loreto. Si eleva fuori dal centro urbano del borgo, nei pressi di Porta Fontana. Non si conoscono la storia e l'età della costruzione. L'impostazione architettonica della fabbrica si componeva di un modesto atrio che introduceva al portale d'ingresso e al vano sacro, dove si trovava un affresco del 1604.[28]


Architetture civili



Casa Signoretti o Casa de Li Signuritte

La Casa de li Signuritte[29] è una dimora privata ubicata al centro del paese. La costruizione dell'edificio è databile tra la seconda metà del XIV secolo e l'inizio del XV. Mostra sulla facciata due finestre bifore ad architrave piano e una nicchia che ospita un crocifisso in maiolica. Sull'architrave della prima bifora vi sono i bassorilievi di una testa e di un paio di forbici (o forse cesoie da tosatore) con le lame aperte che potrebbero rappresentare il simbolo della Corporazione dei lanai. Il vano della finestra è diviso dalla presenza di una colonnina tortile che si eleva da una base ornata con una testa zoomorfa sporgente e si avvicina all'architrave con un capitello su cui si trovano quattro facce. L'architrave della seconda bifora è fregiato dal bassorilievo di un cavaliere intento a suonare la tromba e due facce ritratte una di fronte e l'altra di profilo. La colonnina che divide la luce della finestra è a fusto liscio; la base ha la forma di un piccolo busto umano con braccia minute e incrociate sul petto, mentre il copricapo si estende sul fusto del sostegno.[7]


Casa Torre

Casa Torre è un antico edificio che si eleva nei pressi della chiesa di San Leucio, nei tempi passati è stato utilizzato dagli abitanti del paese come torre di avvistamento.


Mulino comunale

Fu costruito nel XVII secolo in una zona esterna rispetto al centro abitato, a circa 400 metri dal borgo. Era un mulino ad acqua, funzionante con la forza motrice delle acque del Rio Arno.


Lavatoio pubblico

Le antiche vestigia del lavatoio del borgo, si trovavano lungo il tracciato del percorso sentieristico che collega Pietracamela con il paese di Intermesoli. L'edificio è stato completamente distrutto da una frana nel marzo del 2011.[30]


Il Monte Calvario

Rilievo roccioso che sovrasta il corso del Rio della Porta, alla cui sommità sono state disposte tre grandi croci.[31]


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[32]


Cultura



Istruzione



Musei


Museo delle genti e degli antichi mestieri

Il Museo delle genti e degli antichi mestieri è un museo etnografico, allestito all'interno delle sale dello stabile del Municipio, (edificio che si trova tra i primi fabbricati all'arrivo in paese). L'esposizione permanente raccoglie e mostra immagini, oggetti, strumenti, utensili da lavoro di uso quotidiano della laboriosa civiltà contadina e montanara.


Museo dell'alpinismo

Il Museo ha sede nella frazione di Prati di Tivo ed accoglie un'esposizione permanente che documenta la storia delle esplorazioni del Gran Sasso d'Italia. La raccolta si compone anche di numerose testimonianze scritte e fotografiche realizzate dal gruppo degli "Aquilotti del Gran Sasso d'Italia": appassionati alpinisti, arrampicatori e scalatori di Pietracamela.


Economia



Turismo


Nel comune si praticano: escursionismo, alpinismo, scialpinismo e arrampicata sulle cime maggiori del Gran Sasso (Corno Grande, Corno Piccolo, Pizzo d'Intermesoli), nel territorio comunale ha luogo la Marcia dei Tre Prati. Pietracamela è inoltre punto di arrivo/partenza della traversata che giunge/arriva da Campo Imperatore passando da Campo Pericoli e la Val Maone. Sono noti la località di Prati di Tivo, polo sciistico e il Rifugio Carlo Franchetti, il più alto del Gran Sasso. Dal 2007 il comune è associato al club dei Borghi più belli d'Italia.[33]


Amministrazione


Il comune è stato retto da un commissario prefettizio, la dottoressa Silvana D'Agostino[34], a causa del mancato raggiungimento del quorum elettorale nella tornata anticipata del 31 maggio 2015[35].


Sindaci del Comune di Pietracamela dal 1993 ad oggi


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 29 luglio 1997 Luigi Montauti Lista Civica di Centro-sinistra Sindaco [36][37]
30 luglio 1997 16 novembre 1997 Maurizio Ianieri Commissario prefettizio [38]
17 novembre 1997 22 febbraio 2007 Giorgio Forti Lista Civica di Centro-sinistra Sindaco [39][40]
23 febbraio 2007 27 maggio 2007 Maurizio Ianieri Commissario prefettizio [41]
28 maggio 2007 17 agosto 2014 Antonio Di Giustino Lista Civica Insieme per Pietracamela Sindaco [42][43]
18 agosto 2014 5 giugno 2016 Silvana D'Agostino Commissario prefettizio [34]
5 giugno 2016 4 ottobre 2021 Michele Petraccia Lista Civica Cambia menti Sindaco
4 ottobre 2021 in carica Antonio Villani Lista Civica Insieme possiamo la Pietracamela del futuro Sindaco

Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. E. Giammarco, op. cit., p. 304.
  5. L. Ercole, op. cit., p. 81.
  6. Il Comune di Pietracamela - Sito ufficiale della Provincia di Teramo URL consultato il 5 settembre 2012.
  7. L. Franchi Dell'Orto, op. cit., p. 551.
  8. Parco Nazionale del Gran Sasso - Sito gransassoweb.it Archiviato il 27 luglio 2012 in Internet Archive. URL consultato il 20 settembre 2012.
  9. L. Braccilli, op. cit., p. 62.
  10. L. Franchi Dell'Orto, op. cit., p. 552.
  11. Comune di Pietracamela, Archivio Storico comunale, Inventario 1692-1945 ca. (a cura di Anna Maria Censorii) URL consultato il 13 settembre 2012.
  12. L. Franchi Dell'Orto,op. cit., p. 553.
  13. Pietracamela Storia, arte, vita, economia., op.cit. p. 34.
  14. R. Roiati, op. cit., p. 52.
  15. Antonio Montesanti, Italia Antiqua XIII, Abruzzo, in In storia, rivista on line di storia e informazione, n. 18, novembre 2006. URL consultato il 13 settembre 2012.
  16. N. Farina, op. cit., p. 105.
  17. B. Giardetti in Aquilotti del Gran Sasso, op. cit., p. XIII.
  18. Statuto del Comune di Pietracamela - Sito Ufficiale del Ministero dell'Interno URL consultato il 6 settembre 2012.
  19. L. Franchi Dell'Orto, op. cit., p. 554.
  20. L. Franchi Dell'Orto, op. cit., pp. 554-555
  21. Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, Notizie dei terremoti avvenuti in Italia durante l'anno 1909. Tip. nazion. di G. Bertero, 1912, compilato da G. Martinelli.
  22. M. Baratta, I terremoti in Abruzzo, fratelli Bocca editori, Torino, 1901.
  23. Comune di Pietracamela - Linee guida per la ricostruzione dei centri storici dei comuni del cratere. Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive. URL consultato il 12 settembre 2012.
  24. Pietracamela Storia, arte, vita, economia, op. cit., p. 74.
  25. L. Braccilli, op. cit., pag. 61.
  26. Chiesa di S. Giovanni - 64047 Pietracamela (TE), su Sito del Gal Appennino Teramano. URL consultato l'8 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  27. Pietracamela Storia, arte, vita, economia, op. cit., p. 72.
  28. Pietracamela Storia, arte, vita, economia, op. cit., p. 76.
  29. Regione Abruzzo - Cultura, su regione.abruzzo.it. URL consultato il 19 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2015).
  30. Pietracamela Storia, arte, vita, economia, op. cit., p. 61.
  31. Pietracamela Storia, arte, vita, economia, op. cit., p. 60.
  32. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  33. Pietracamenla - Sito ufficiale della Provincia di Teramo URL consultato il 5 settembre 2012.
  34. Gazzetta Ufficiale, Serie n. 220 del 22 settembre 2014, Decreto presidente della Repubblica 15 settembre 2014, su gazzettaufficiale.biz.
  35. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 31 maggio 2015, su elezionistorico.interno.gov.it.
  36. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 6 giugno 1993, su elezionistorico.interno.gov.it.
  37. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 aprile 1997, su elezionistorico.interno.gov.it.
  38. Anagrafe degli Amministratori locali e regionali del Ministero dell'Interno, Scheda di Maurizio Ianieri, su amministratori.interno.it.
  39. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 16 novembre 1997, su elezionistorico.interno.gov.it.
  40. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2002, su elezionistorico.interno.gov.it.
  41. Gazzetta Ufficiale, Serie n. 56 dell'8 marzo 2007, Decreto presidente della Repubblica 23 febbraio 2007, su gazzettaufficiale.biz.
  42. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 maggio 2007, su elezionistorico.interno.gov.it.
  43. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 6 maggio 2012, su elezionistorico.interno.gov.it.

Bibliografia



Voci correlate



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[de] Pietracamela

Pietracamela ist eine italienische Gemeinde mit 240 Einwohnern und liegt in der Nähe von Fano Adriano und Tossicia in der italienischen Provinz Teramo. Die Gemeinde Pietracamela ist Mitglied der Vereinigung I borghi più belli d’Italia[2] (Die schönsten Orte Italiens) Das Territorium der Gemeinde liegt innerhalb der Grenzen des Nationalparks Gran Sasso und Monti della Laga. Die Ortschaft ist Mitglied der Comunità Montana Gran Sasso.

[en] Pietracamela

Pietracamela (locally La Pròtë) is a town and comune in Teramo province in the Abruzzo region of eastern Italy. It is located at the feet of the Gran Sasso massif, in the natural park known as the "Gran Sasso e Monti della Laga National Park".

[es] Pietracamela

Pietracamela es un municipio situado en el territorio de la Provincia de Teramo, en Abruzos, (Italia).

[fr] Pietracamela

Pietracamela est une commune italienne de moins de 1 000 habitants, située dans la province de Teramo, dans la région Abruzzes, en Italie méridionale.
- [it] Pietracamela

[ru] Пьетракамела

Пьетракамела (итал. Pietracamela) — коммуна в Италии, располагается в регионе Абруццо, в провинции Терамо.



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