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Piedimonte
Rione
Piedimonte
Piedimonte – Veduta
Piedimonte – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Comune Caserta
Territorio
Coordinate41°05′44″N 14°21′25″E
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale81100
Prefisso(+39) 0823
Fuso orarioUTC+1
Patronosan Rufo martire
Giorno festivo27 agosto
Cartografia
Piedimonte
Particolare della restituzione cartografica del territorio casertano dopo la Bolla del Sennete (1113) - XI-XIV sec., in F. Pistilli, Ricerca e salvaguardia dell'identità territoriale, in Frammenti, I, n.5, Caserta, 1992, pag.19.
Particolare della restituzione cartografica del territorio casertano dopo la Bolla del Sennete (1113) - XI-XIV sec., in F. Pistilli, Ricerca e salvaguardia dell'identità territoriale, in Frammenti, I, n.5, Caserta, 1992, pag.19.

Toponimo


Il toponimo Piedimonte trae origine dalla collocazione dell'abitato[1] "ai piedi del monte", locuzione che indica i colli del preappennino storicamente noti come "monti" (sottointendendo di Caserta)[2]. D'altra parte, il nome della abbazia di San Pietro (che è ubicata nel casale) reca la specifica "ad montes", cioè ai monti.


Ubicazione


Piedimonte di Caserta si colloca in contiguità con i casali storici di Caserta Casolla, verso sud-ovest, e Staturano, a sud-est, immediatamente al di sotto della strada comunale che sale da Mezzano di Caserta verso Casertavecchia.


Storia


La prima citazione del toponimo è nella bolla che Senne, arcivescovo di Capua, emanò per delimitare la diocesi di Caserta, elencare le sue chiese e affidarne la cura pastorale a Rainulfo[3]. La bolla riporta la chiesa di "S. Ruffi de Pedemonte" subito dopo la chiesa di San Lorenzo, inequivocabilmente da identificare nelle due chiese parrocchiali attuali, ancora contigue come territorio pastorale [4].

Il casale appare con lo stesso nome nel catasto feudale del 1655[5] e nel catasto onciario borbonico del 1749[6]. Non è storicamente attestato l'attributo "di Casolla" che è invalso solo negli ultimi quattro decenni, in modo inappropriato.[7].


Urbanistica


Il casale si sviluppa in pendenza lungo le vie Parrocchia a Piedimonte di Casolla (impropriamente titolata), Montanaro e san Pietro. Dall'estremità della via San Pietro si stacca lo storico percorso pedonale montano che conduceva a Casertavecchia [8] Le piccole strade del paese "sono in relazione al tracciato delle acque di dilavamento superficiale che scendono dal rilievo montuoso"[9] e pertanto, in alcuni casi, hanno la caratteristica di condurre nei campi agricoli. Il casale pertanto non ha piazze e gli incroci e i piccoli slarghi sono l'unica forma di variazione dimensionale delle strade che definiscono una struttura urbanistica di estrema semplicità. La tipologia edilizia più diffusa è a corte rurale, tipica degli insediamenti pedemontani di Caserta, ma registra anche qualche episodio architettonico di un certo rilievo con caratteri nobiliari più evidenti.


Monumenti


Nel territorio del casale sono alcuni dei più importanti monumenti medievali di Caserta: in alto l'abbazia benedettina di san Pietro ad Montes, poco più in basso la chiesa parrocchiale di san Rufo martire, ai margini inferiori del casale il palazzo Orfitelli.

Altri palazzi storici sono: palazzo Alois (rinascimentale) e palazzo Cocozza di Montanara (rinascimentale con un restauro neomedievale realizzato nel secolo 1800).


Note


  1. A. Bitetti - F. Canestrini - M. Natale - F. Pistilli, Piedimonte di Casolla, in Caserta prima e dopo il Palazzo, Caserta, 1994.
  2. Si veda per esempio il riferimento di Esperti a Casertavecchia come "Città sopra i monti", cfr. C. Esperti, Memorie ecclesiastiche della città di Caserta, Napoli, 1775, p. 71.
  3. Il testo della bolla è noto solo da trascrizioni, essendo irreperibile il testo originale da quasi 4 secoli. Per una recente trascrizione si veda in appendice di Bulla Sennetis Episcopo Casertano - Diocesi di Caserta 1113 – 2013 - giornata di studi per il 900º anniversario della bolla di Senne, a cura di D. Caiazza – P. Di Lorenzo, Dragoni, 2013, pp. 237 – 239, che riporta la trascrizione di Michele Monaco in M. Monaco, Recognitio sanctuariii capuanii, Napoli, 1637, pp. 291-302. Come ricostruito da Laudando (cfr. T. Laudando, Storia dei vescovi della Diocesi di Caserta, «Bollettino ufficiale della Diocesi di Caserta», luglio 1925, p. 13, ristampato con note di Ilario Valdelli in T. Laudando, Storia dei vescovi della Diocesi di Caserta, Caserta, 1996, p. 81), il vescovo De Cornea nel 1635 aveva ritrovato la pergamena originale della bolla che fu trascritta da Monaco e pubblicata nel 1637 (Monaco l’aveva già pubblicata nel Sanctuarium del 1630). Quindi, la trascrizione del 1637 è la versione da ritenere più vicina all’originale.
  4. Cfr. immagine a lato tratta da Francesco Pistilli, Ricerca e salvaguardia dell'identità territoriale, in Frammenti, anno I, n.5, Caserta, 1992.
  5. Il catasto di Caserta del 1655, a cura di G. P. Spinelli - M. Aulicino, Caserta, 2001, pp. 103 - 115 e pp. 391 - 395
  6. I catasti onciari. Caserta e casali, a cura di A. Bascetta, Caserta, 2003.
  7. La denominazione Piedimonte di Casolla appare in tutti i documenti amministrativi e urbanistici del Comune di Caserta; si veda, ad esempio, "Comune di Caserta. Piano di recupero. Caserta centro est, Casola, S. Clemente, Casolla, Piedimonte di Casolla e Briano".
  8. F. Pistilli, I villaggi del Carolino, in Caserta prima e dopo il Palazzo, Caserta, 1994. Per una restituzione cartografica del territorio nei secoli XI-XIV cfr. F. Pistilli, Ricerca e salvaguardia dell'identità territoriale , in Frammenti , anno I, n.5, Caserta, 1992.
  9. F. Pistilli, I villaggi del Carolino, cit.

Bibliografia


Portale Architettura
Portale Campania



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