Moletolo è una frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Cortile San Martino.
Moletolo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
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Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°49′49″N 10°19′18″E |
Altitudine | 44 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43122 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
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La località è situata 3,23 km a nord del centro della città.[1]
La frazione sorge in posizione pianeggiante alla quota di 44 m s.l.m.,[2] tra le campagne alle porte settentrionali della città, sulla sponda destra del torrente Parma.[3]
Fino al XIX secolo, benché comunemente nota come Moletolo o, in dialetto parmigiano, Moledel col significato di "molliccio", la frazione era denominata Meletolo, derivato da Melitulum, probabilmente in riferimento all'antica presenza di meleti.[3]
Nel 962, secondo un atto di dubbia autenticità, l'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia riconobbe al vescovo di Parma Oberto l'autorità, oltre che sulla città, anche su 3 miglia di contado intorno a essa, comprendenti tra le altre la zona di Moletolo, compresa tra Baganzola e Casale.[4]
Intorno al 1072, poco prima della scomparsa del vescovo di Parma Cadalo, già antipapa col nome di Onorio II, i nobili Giberti furono investiti a titolo precario, in cambio del pagamento di un canone, della corte e del castello di Moletolo, appartenenti al Capitolo della Cattedrale di Parma; fino alla sua morte l'arcivescovo di Ravenna Giberto Giberti, futuro antipapa col nome di Clemente III, ne godette i frutti dividendoli coi suoi famigliari.[5]
Nel 1141 la cappella di San Lorenzo fu menzionata in una bolla del papa Innocenzo II tra i beni appartenenti al Capitolo e come tali posti sotto la protezione della Santa Sede.[6]
Nel 1163, durante l'episcopato di Aicardo da Cornazzano, i canonici si rivolsero all'imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa per ottenere la restituzione di Moletolo, per il quale i Giberti più volte non avevano pagato il canone tanto da essere stati scomunicati;[7] la lite, durante la quale furono ascoltati numerosi testimoni, proseguì fino all'anno seguente, quando Ugo da Beneceto e Pungilino, che avevano ottenuto il feudo rispettivamente da Dragone e Malapresa de' Giberti, furono condannati a restituirlo al Capitolo.[8]
Nel 1403, durante gli scontri che opposero le principali famiglie nobili del Parmense, gli uomini di Orlando Pallavicino e di Giberto Sanvitale depredarono il borgo di Moletolo e altre località dei dintorni.[9]
In epoca napoleonica, per effetto del decreto Nardon del 1806, Moletolo divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Cortile San Martino,[10] che nel 1943 fu sciolto e inglobato in quello di Parma.[11]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Lorenzo (Parma, Moletolo). |
Menzionata per la prima volta nel 1141, la chiesa fu elevata a sede parrocchiale autonoma entro il 1564; profondamente danneggiata nel 1800 dall'esondazione del vicino torrente Parma, fu successivamente ricostruita in stile neoclassico e completata nel 1834; restaurata nel 1874, fu lievemente modificata nella facciata dopo il 1911; ristrutturata all'incirca tra il 1960 e il 1965, fu interessata dal rifacimento del tetto in coppi tra il 2013 e il 2015; al suo interno è presente una cappella laterale contenente il fonte battesimale.[12]
Menzionato per la prima volta nel 1072 quando fu assegnato ai Giberti, il castello rimase alla nobile famiglia fino al 1164, quando al termine di una lite fu restituito ai canonici del Capitolo della Cattedrale di Parma; successivamente abbandonato, se ne perse ogni traccia.[13][8]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Sergio Lanfranchi (2008). |
Nella frazione ha sede lo stadio XXV Aprile dedicato al rugby e al football americano; l'impianto sportivo, iniziato nel 2007, fu inaugurato nel 2008; completato con le tribune nel 2014, è ribattezzato dal 2015 "stadio Sergio Lanfranchi" in onore del noto rugbista parmigiano morto nel 2001.[14]
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