Mira[5] è un comune italiano di 37 508 abitanti[1] della Città metropolitana di Venezia in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto l'estesa superficie comprende numerosi antichi centri abitati, oggi organizzati come frazioni. La sede municipale è nella frazione Mira Taglio.
Mira comune | |
---|---|
(dettagli)
| |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Città metropolitana | Venezia |
Amministrazione | |
Sindaco | Marco Dori (centro-sinistra) dal 25-6-2017 |
Territorio | |
Coordinate | 45°26′15.04″N 12°07′58.44″E |
Altitudine | 6 m s.l.m. |
Superficie | 99,14 km² |
Abitanti | 37 508[1] (30-6-2022) |
Densità | 378,33 ab./km² |
Frazioni | Borbiago, Gambarare, Malcontenta, Marano Veneziano, Mira Porte, Mira Taglio (sede comunale), Oriago[2] |
Comuni confinanti | Campagna Lupia, Dolo, Mirano, Pianiga, Spinea, Venezia |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 30034 |
Prefisso | 041 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 027023 |
Cod. catastale | F229 |
Targa | VE |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 541 GG[4] |
Nome abitanti | miresi |
Patrono | san Nicolò |
Giorno festivo | 6 dicembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Mira nella città metropolitana di Venezia | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
«Ma s'io fosse fuggito inver la Mira, |
(Dante Alighieri - Purgatorio V, 79-84) |
Undicesimo comune veneto per numero di abitanti, sorge a ovest del comune di Venezia con il quale condivide la frazione Malcontenta. In base alla Legge Regionale n. 36 del 12/8/1993 il suo territorio rientra nell'area metropolitana di Venezia.
L'area urbana, posta a metà strada tra Padova e Venezia, appartiene alla Riviera del Brenta che si estende lungo il Naviglio del Brenta, costeggiato dalla SR 11, sul quale si affacciano le Ville che i veneziani edificarono tra il Cinquecento e il Settecento. Famose in particolare la villa palladiana "la Malcontenta" nell'omonima frazione e Villa Widmann Foscari e le Barchesse di villa Valmarana a Mira Porte.
A sud-est si estendono le barene, affacciate alla laguna di Venezia, un ambiente costituito da un insieme di isolotti collegati da canali, le quali costituiscono un terzo della superficie del comune. Il territorio comunale è solcato da numerosi corsi d'acqua, oltre al Naviglio, sia naturali che artificiali.
Nel 302 a.C. lo storico Tito Livio narra che una flotta spartana approdò in una spiaggia dell'alto Adriatico: la costa era formata da sottili strisce di sabbia, dietro le quali si trovavano delle lagune comunicanti direttamente con il mare attraverso bocche di porto. Alle spalle dello specchio d'acqua videro dei campi sui quali, in lontananza, si stagliavano dei colli e un fiume largo e profondo che riversava le sue acque nelle lagune. La descrizione di questo luogo sembra proprio essere la laguna di Venezia, il territorio mirese caratterizzato dalla presenza del fiume Brenta. L'area mirese, infatti, nel II secolo a.C. era percorsa dal delta del Medoacus Maior.
Anticamente la località fu chiamata Cazoxana o Cazzozana. Il significato descriveva la sua posizione territoriale posta tra i boschi e i pascoli. La zona si estendeva nell'attuale Mira Vecchia, sito in cui nel Medioevo c'era un porto franco.
Un vero e proprio centro abitato nasce però solo nel medioevo come porto fluviale per i barcaioli che collegavano Venezia alla riviera del Brenta. Il paese era abitato in prevalenza da barcaioli e pescatori. Non esistevano molti ponti, perciò si utilizzavano imbarcazioni dette burchielli, per il traghettamento di merci e persone da una riva all'altra.
Tra il 1100 e il 1200 la città cambiò il nome di Cazoxana per assumere quello di Mira in ricordo della città di Myra nella Licia dell'Asia Minore, dove il patrono San Nicola fu arcivescovo. Secondo un'altra ipotesi, il toponimo deriva da una torre di avvistamento (in latino appunto mira) che serviva nella difesa del territorio, ricollegandosi allora alla vicina Mirano.
Definita fin dalla fine del Trecento è la viabilità principale costituita dai due assi che fiancheggiano il Naviglio. L'edificato si sviluppa in epoca veneziana con la costruzione di numerose ville su entrambe le sponde, ad opera della nobiltà proveniente dalla Serenissima che qui si spostava per trascorrervi il periodo estivo.
Due furono gli interventi che favorirono lo sviluppo della zona. Nel 1491 si ha lo spostamento dell'epicentro religioso da Mira a Roncoduro, con la costruzione della nuova chiesa dedicata a san Nicolò, nella posizione attuale.[6] Gli autori di tale fatto sono i ricchi mercanti della famiglia Corbelli, discendenti dagli antichi romani dei Corbini. Nel 1612, sull'innesto tra il Naviglio ed il Serraglio vengono realizzate “le porte”, allo scopo di controllare il flusso d'acqua e consentire la navigazione. Tale intervento dà impulso alle attività commerciali, grazie anche agli sgravi dei dazi di cui Mira godeva, e conferisce all'area il nome di Mira Porte, che sostituisce il precedente appellativo di Roncoduro.
Nel VIII secolo, a causa delle frequenti invasioni barbariche, la popolazione è stanca delle scorrerie e delle distruzioni dei paesi. Dei giovani operosi si ripropongono di vivere una vita cristiana in preghiera come san Benedetto da Norcia e con questo spirito viene decisa la costruzione del monastero. La costruzione viene eretta nell’800 e viene donata ai Padri Benedettini di San Servilio (isola di San Servolo a Venezia) che la intitolano ai santi Ilario e Benedetto e vi fondano l'abbazia che nel tempo raggiunge una rilevante importanza storica e religiosa tanto da far decidere cinque dogi di Venezia di sceglierla come luogo per la loro sepoltura.
Nel 1214 i monaci dell'abbazia di Sant'Ilario vengono cacciati. Tentano più volte di ritornarvi, ma sempre temporaneamente: ormai il monastero ha perso il suo antico splendore. Nel frattempo, a causa dei vari tagli effettuati nei fiumi che si immettevano in laguna e alla conseguente interruzione del flusso della corrente, l'aria diviene nauseabonda ed irrespirabile sulle acque putride e ristagnanti della laguna. Fu così che i monaci decidono di abbandonare definitivamente l'abbazia ed il territorio circostante.
Le fonti storiche che attestano la denominazione di questa località iniziano nel 994 con Rambaldo, conte di Treviso che riceve in dono dall'imperatore Ottone III un manso (un territorio abitato) , posto in località Aureliaco. Successivamente fu definito , Aurilagus, Auriglaco , Oriagus, Orlacus, Orlagus, Orliacus.[7] La località aveva assunto i connotati di un importante centro agricolo e commerciale, collocato strategicamente sulle sponde del fiume Brenta, ai confini con la Repubblica Serenissima, posto in un luogo paludoso ai margini della laguna. La sua posizione strategica fu importante per le operazioni belliche di terra e di mare. Oriago fu contesa tra Padova, Treviso e Venezia. Degno di nota è la citazione della località nel V canto del Purgatorio dell'opera letteraria la ”Divina Commedia” dove si narra la cattura ed uccisione del nobile Jacopo del Cassero.
L'interpretazione etimologica più largamente condivisa dagli studiosi, lega il significato del nome Gambarare alla natura del luogo, spesso descritto come pescoso e ricco di gamberi. La presenza nel territorio di un approdo in epoca alto medievale, suggerisce ad altri studiosi l'ipotesi che il nome Gambarare derivi proprio dalla presenza delle “cumbe o cumbarie”, tipiche barche venete usate prevalentemente per il commercio.
Viene identificato con l'importante scalo commerciale ad Portam, citato da vari documenti antichi in passato e centro di potere dei conti di Treviso. Nel 1117 a Porto (così si chiamava in quanto era un porto fluviale) esisteva una curazia dell'Abbazia di Sant'Ilario che comprendeva oltre 150 masserie sparse in un vastissimo territorio. Dopo il 1110, a seguito di una definizione imposta dall'imperatore a favore del monastero, Porto gravitò (documento del 1211) su Sambruson. Nel 1500 Piove di Sacco rivendicò l'appartenenza di Porto a Sambruson. Nel 1509 il provveditore di Gambarare scrisse al Doge esaltando la partecipazione degli abitanti di Porto alla Guerra della Lega di Cambrai.[8] Dopo la guerra la Repubblica di Venezia
«volle conoscere lo stato economico dei suoi cittadini nel territorio e indisse la «prima condizione», ossia la prima denuncia dei redditi e conseguentemente dei danni subiti. […] particolarmente colpiti nella zona furono Paluello , Sambruson e Piove di Sacco. A Gambarare nacque il toponimo di Porto Menai ossia «Porto dei Menazadi, porto dei minacciati» perché si erano arruolati all'esercito comandato dl Andrea Gritti.[9]» |
Con il Taglio Novissimo per un periodo passò sotto Sambruson.
Fino al 1867 le località che costituiscono l'attuale comune erano aggregate in tre comuni indipendenti: Oriago, Gambarare, Mira Vecchia (o Mira). Per secoli in percorsi storici ed istituzionali sotto della Repubblica di Venezia, la dominazione Francese, il Regno Lombardo Veneto e il primo anno del Regno d'Italia furono sempre distinti e autonomi per ogni centro. Dal 18 febbraio 1868 il Regno d'Italia decise di rendere ufficiale il nuovo comune, con sede municipale a Mira Taglio, adottando l'emblema delle tre corone di alloro uguali e intrecciate a raffigurare un'unione paritetica dei tre precedenti storici comuni.[10] Lo stemma comunale venne ufficialmente concesso con il regio decreto del 20 settembre 1868.[11]
«D’argento, a tre ghirlande d’olivo, fruttate dello stesso, legate di rosso, due ed una, intrecciate, colla bordatura di rosso: lo scudo accostato da due rami di palma di verde, decussati sotto la punta e legati d’azzurro, e cimata da corona formata da un cerchio di muro d’oro, aperto da quattro porte e merlato di cinque pezzi dello stesso, uniti da muricciuoli d'argento.» |
Il gonfalone municipale, concesso con regio decreto del 4 agosto 1933[11], è costituito da un drappo azzurro.
L'8 luglio 2015 una violenta tromba d'aria, di grado EF4 della Scala Fujita, si è abbattuta su Mira. Il fenomeno, durato quasi 10 minuti, ha coinvolto altresì i comuni di Dolo e Pianiga. Il tornado ha percorso 11.5 km e ha avuto una larghezza variabile dai 500 m al chilometro. Vi sono stati gravi danni materiali a case, automobili e infrastrutture nonché una vittima, 72 feriti e alcune centinaia di sfollati[12].
L’Istituto Regionale Ville Venete censisce 92 edifici di pregio tra ville, spesso con piccoli oratori, palazzi, barchesse isolate e casini costruiti tra il XV ed il XIX secolo nel territorio di Mira e per lo più allineati lungo il Naviglio del Brenta. Alcune, pur essendo in mano privata, sono visitabili previo appuntamento.
Il Forte Poerio rappresenta la chiusura a sud del Campo trincerato di Mestre. Costruito nel 1908, divenne subito obsoleto e non venne mai utilizzato se non come deposito. Oggi è di proprietà comunale e l'area circostante è stata attrezzata a parco.
Abitanti censiti[34]
La frazione di Borbiago è sede dell'università popolare "Francesco Petrarca", fondata nel marzo del 1997. Villa Mocenigo ad Oriago è sede distaccata dell'università Ca' Foscari.
Due sono le giornate di mercato, ogni martedì in Piazza Mercato ad Oriago ed ogni giovedì in Riviera S. Trentin a Mira Taglio.
|
Questa sezione sugli argomenti economia e Veneto è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti dei progetti di riferimento 1, 2.
|
Il settore industriale a Mira, un tempo fiorente, ha subito un forte declino negli ultimi decenni del XX secolo. Molto sviluppato era il settore chimico, soprattutto nella produzione di detersivi e saponi (Mira Lanza), divenuta Reckitt Benckiser nel 1989, dal nome della multinazionale che l'ha acquistata; Oggi i prodotti principali dello stabilimento Benckiser di Mira sono le famose marche Vanish, Lip Woolite, Ava, Sole, Finish, Calgon, Cillit Bang, Napisan, Glassex, Air Wick. A Mira, inoltre, si trovano il Centro Ricerche e Sviluppo di Reckitt Benckiser e la direzione generale di una delle maggiori banche di credito cooperativo della regione, la Banca del Veneziano.
Fiorente era anche il settore sartoriale: nel dopoguerra[quale?] si svilupparono diverse camicerie lungo il Naviglio del Brenta. L'industria che ebbe maggior successo fu quella denominata Daina, fondata dall'ex aviatore Gino Pizzati e dalla moglie Leda Marchiori. Le origini risalgono all'anno 1946, quando Gino Pizzati fu assunto come impiegato dalle Industrie Riunite Confezioni S.p.a. di Mira Porte, dopo la scissione della Mara confezioni. A metà degli anni cinquanta si giunse alla cessione della quota di Mario Biasiolo, e gli unici proprietari rimasero a pieno titolo Gino e la moglie Leda. La prima sede aziendale fu il granaio della villa Levi-Morenos, che accolse inizialmente ventidue dipendenti che in dodici anni raggiunsero il numero di duecento, successivamente si spostò nel granaio di Villa Foscarini, progettato dall'ingegnere Fernando Pizzati. All'interno della fabbrica furono bandite propaganda e discussioni politiche, però fu sempre garantita la libertà di pensiero e di adesione a qualunque partito dell'arco costituzionale. La produzione dell'azienda era inizialmente orientata alla confezione di camicie e biancheria intima maschile, in seguito abbandonò questo programma indirizzandolo alle camicette da donna e, infine, si dedicò alla confezione medio-fine, non intima, esterna: cappotti e tailleurs compresi. I proprietari dell'azienda si tennero continuamente aggiornati sull'evoluzione della moda femminile, sempre presenti a tutti gli appuntamenti con la moda, a Milano ed in altre città. Il prodotto delle camicerie della riviera fu accolto per tanti anni con successo nel mercato nazionale e coinvolgimenti di tante ragazze e donne in un'attività lavorativa, fuori dall'ambiente domestico, esercitò un salutare scossone.
Nel territorio comunale di Mira sono presenti 4 stazioni ferroviarie:
Mira è servita inoltre dallo svincolo Mira-Oriago posto sulla tangenziale di Mestre - A57 e da alcune linee automobilistiche ACTV.
|
Questa sezione sull'argomento Veneto è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
|
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1970 | Antonio Gottardo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | ||
1970 | 1980 | Ruggero Sbrogiò | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1980 | 1985 | Stefano Simioni | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1985 | 1990 | Maurizio Bacchin | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1990 | 1991 | Roberto Marcato | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1991 | 1992 | Francesca Corsi | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1992 | 1993 | Leonardo Savino Giustiniani | Commissario prefettizio | ||
1993 | 1993 | Gianvincenzo Migatta | Indipendente | Sindaco | |
1993 | 1993 | Leonardo Savino Giustiniani | Commissario prefettizio | ||
1993 | 1997 | Pompeo Volpe | Centrosinistra | Sindaco | |
1997 | 2002 | Luigi Solimini | Centrosinistra | Sindaco | |
2002 | 2007 | Roberto Marcato | Centrosinistra | Sindaco | |
2007 | 2012 | Michele Carpinetti | Centrosinistra | Sindaco | |
2012 | 2017 | Alvise Maniero | Movimento 5 Stelle | Sindaco | |
2017 | in carica | Marco Dori | Centrosinistra | Sindaco | |
Il 1º giugno 1989 la dodicesima tappa del Giro d'Italia 1989 si è conclusa a Mira con la vittoria di Mario Cipollini (sua prima vittoria al Giro d'Italia).
Importante per lo sport mirese è stata la vittoria di cinque scudetti nel rugby XV femminile da parte del Riviera Rugby nel 2004, 2005, 2007, 2010 e 2012. La squadra maschile è il Rugby Riviera 1975.
Attualmente il Mira Calcio è impegnato nel campionato di Seconda Categoria, sotto la presidenza di Romeo Iannoccari. La massima serie raggiunta è stata la serie C2 sotto la gestione Lissandrin negli anni 70/80. L'ultima retrocessione è avvenuta al termine della stagione 2007/2008 quando il Mira retrocesse dal campionato di Prima Categoria a quello attuale.
Mira è stata inoltre protagonista nell'atletica leggera, con gli ottimi risultati ottenuti in campo Europeo e mondiale dell'atleta Giovanna Volpato.
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 249383587 · SBN UBOL002245 · GND (DE) 4454595-2 · BNF (FR) cb155749834 (data) |
---|
Portale Veneto: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Veneto |