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Leca è una frazione e sobborgo[2] di circa 3 000 abitanti del comune di Albenga, in provincia di Savona. Ubicata a circa 15 m s.l.m., su un antico insediamento romano, è distante circa 4 km dal capoluogo ingauno.

Leca
frazione
Leca – Veduta
Leca – Veduta
Il paese visto da Bastia
Localizzazione
Stato Italia
Regione Liguria
Provincia Savona
Comune Albenga
Territorio
Coordinate44°03′37.41″N 8°10′56.21″E
Altitudine15 m s.l.m.
Abitanti2 000[1] (2007)
Altre informazioni
Cod. postale17031
Prefisso0182
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantilechesi o lecanesi
Patronosanti Pietro e Paolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Leca

Storia


Il paese attuale ha assunto l'attuale nome a partire dal medioevo, quando gli abitati esistenti, costituiti per lo più da case coloniche, vennero denominati Leuca, abbreviazione di Leucanthemum, nome di una margherita spontanea che cresceva nella zona. Pare che questo nome latino venisse già usato in epoca romana.

Nel medioevo e fino alla rivoluzione francese, divenne la residenza estiva, il luogo d'otium, dei nobili che volevano sfuggire alla malsana atmosfera di città, tra le famiglie della nobiltà locale che qui edificarono una loro villa si ricorda la famiglia D'Aste. Via Chiesa Vecchia viene descritta come una tipica strada cinta da muri, delimitanti orti e pomari. Attualmente è un paese di circa 2 000 abitanti ed importante centro agricolo della piana di Albenga. Le coltivazioni floricole in vaso costituiscono la grande parte della produzione agricola. Lo sviluppo edilizio degli ultimi anni ha avuto come conseguenza la grande vicinanza dell'abitato di Leca, allargatosi molto l'originario centro storico, con la periferia del capoluogo Albenga.

Argini del Centa a Leca
Argini del Centa a Leca

Leca è conosciuta anche per essere la sede dell'uscita autostradale di Albenga.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


La chiesa parrocchiale di Nostra Signora Assunta
La chiesa parrocchiale di Nostra Signora Assunta

Architetture civili


In passato vi era un antico mulino, oggi demolito. Sono presenti anche antiche case patrizie, costruite da nobili albenganesi come residenze di campagna e per sfuggire alla malaria, e un convento oggi divenuto sede di abitazioni.


Villa D'Aste

Leca divenne luogo per la realizzazione di ville d'otium dei nobili ingauni della famiglia d'Aste, e qui eressero un complesso di più edifici con terreni coltivati, realizzata nel XVI secolo, iscritta al catasto municipale del 1613, che viene descritta come casa con torre, orto, vigne et olive, chiamata la villa del Poggio. Tale casa diventa proprietà della famiglia D'Aste nel 1720, quando viene ampliata ed abbellita con stucchi, arrivando a chiedere e ottenere dal Vescovo il cambiamento del nome della cappella privata in Nostra Signora della Misericordia, omonima della confraternita di Albenga. Il complesso è descrivibile come due nuclei con architetture diverse, collegati attraverso una torre cinquecentesca e da un muro sovrastato da un cammino per la ronda. La parte antica è realizzate con volte al piano terra e ha subito più trasformazioni nel corso dei secoli; la parte moderna è del XVII secolo e ampliata ancora un secolo dopo, con l'erezione della cappella, il portico antistante e i locali superiori. È presente un salone principale che conserva cinque splendidi portali e un bellissimo camino in ardesia[3]. La parte antica è tinta di rosso, realizzata a due piani, con la torre alta un piano in più e ha una superficie di circa 40 , mentre la superficie complessiva della casa è di oltre 1500 . Il pavimento è in parte in cotto del tipo Impruneta. Attualmente l'intera proprietà è stata ristrutturata, facendola diventare un'abitazione turistica[4]


Casa Cepollini

La casa Cepollini è un'abitazione nobiliare, edificata dalla famiglia Baamonte durante il corso del XVII secolo come luogo d'otium nella campagna albenganese e successivamente passò alla famiglia Cepollini per eredità naturale. La villa rappresenta un esempio di villa patrizia che ripropone caratteristiche architettoniche dei palazzi di città ma in maniera semplificata. Negli anni '80 del XX secolo la proprietà, assieme a una parte del parco che arrivava fino alla parte dietro l'abside della chiesa parrocchiale, viene ceduto alla Parrocchia stessa. Una parte di questo parco viene acquisita dal Comune di Albenga, che ne realizza un parco pubblico per una parte, mentre la successiva resta di proprietà della Parrocchia che lo utilizza saltuariamente per vari eventi; il comitato di Leca, ha iniziato una fase di restauro e ampliamento con il progetto Leuca 2000. L'abitazione è a due piani più il sottotetto, la muratura è a sacco con volte in muratura portante in muratura; la copertura è a falda a capanna. La struttura è abbastanza semplice, tranne il primo piano dove è presente un piano nobile con caratteristiche architettoniche di vario pregio. Nel 2007 questa abitazione viene posta sotto il vincolo della Soprintendenza[5]. Attualmente il palazzo è sede di alcune associazioni e usato per il volontariato[6].


Cimitero Comunale

Nella frazione di Leca ha sede il cimitero cittadino di Albenga. Realizzato a partire dalla fine del 1800 sull'impronta dei nuovi cimiteri, come quello di Staglieno, e subendo due importanti ampliamenti nel corso della sua storia.


Storia

A Leca ha sede il cimitero cittadino collaudato nel marzo del 1893. Realizzato secondo le forme classiche dei cimiteri cittadini dell'epoca, come quello di Staglieno, è opera del progetto realizzato da parte dell'ingegnere Giacomo Revello nel 1886, dopo che Albenga aveva optato per togliere il suo cimitero da Vadino, perché non più salubre visto che era soggetto a continue inondazioni marine. Da decenni la prefettura insisteva con la cittadina perché venissero realizzati le strutture cimiteriali necessarie alla popolazione. Dopo che il 27 marzo del 1832 venne emesso il decreto che proibiva ufficialmente l'inumazione dei morti dentro le mura cittadine o in chiese, vennero realizzati i cimiteri di Lusignano e San Fedele fuori dai centri abitati, in aggiunta a quello di Bastia e a quello di Leca, e spostato quello del Capoluogo che era a Vadino dal convento di San Bernardino a una zona vicina alla spiaggia nel quartieri di Vadino. L'ingegnere Revello analizzò il territorio e trovo a Leca il luogo ideale, nella zona di terreno sull'estrema pendice del colle, presso la vecchia parrocchia di Leca, in mezzo agli olivi in un luogo che inspira dimora dei trapassati senza impedire lo sviluppo agricolo nella Piana. Il progetto viene approvato dal prefetto il 12 gennaio 1887, che comprendeva la sistemazione del campo di tumulazione, la cinta muraria, la costruzione di una chiesa sullo stile del Pantheon e le prime sei arcate. Il 27 dicembre 1888 si procede al contratto di appalto, approvato il 13 gennaio 1889 affidati alla Impresa Giovanni Bottino fu Giobatta nativo di Prà ma residente a Leca, con il termine dei lavori previsto nel 1889, ma non rispettato, come i costi iniziali previsti. Il 28 dicembre del 1892 viene fatto un sopralluogo di collaudo, per cercare di aprire il camposanto il 1 gennaio; il collaudo avvenne a marzo del 1893 eseguito dal tecnico Secondo Ferraris, ingegnere di prima classe nel Real Corpo del Genio Civile, alla presenza del Direttore dei Lavori e progettista ingegnere Revello, l'impresario Bottino, l'ingegnere Giuseppe Amico e il sindaco Marchese Enrico d'Aste.

Cimitero di Leca nel 1893 con il progettista Revello il giorno dell'inaugurazione
Cimitero di Leca nel 1893 con il progettista Revello il giorno dell'inaugurazione

Dopo alcune liti sull'andamento dei lavori si stabilisce il costo globale dell'opera nella cifra di 70 000 lire. La Municipalità ingauna non aveva conoscenza di quali fossero le norme di un cimitero così importante e scrisse ai colleghi di Genova per chiedergli un aiuto. I problemi riguardo alla parte non realizzata continuano, tanto che nel 1898 si stipula un contratto con l'impresa Soracco Natalino fu Filippo per terminare i lavori. Dopo 3 anni c'è bisogno di nuove sepolture visto che si era dismesso del tutto il cimitero di Vadino, dove nel 1912 la divisione Genio del ministero della Guerra accoglie la richiesta del Comune di demolire la cappella con mine esplosive. Si prevede un'espansione e il Comune acquista nel 1903 il terreno detto Costa per far l'ampliamento semicircolare, ma nel 1904 i lavori vanno a rilento e interviene il Commissario Gerolamo Bajardi e l'ingegnere Ferraris che scrive che se i lavori non proseguono in fretta si dovranno seppellire i morti nei sotterranei della Chiesa. Nel 1908 muore Barbara Tincheri che viene sepolta nel cimitero della Chiesa nonostante avesse già da tempo pagato una cappella privata, stessa cosa nel 1914 per il Maggiore Cav. Lando; i lavori restano indietro, basti pensare che nel 1907 non sono ancora piantati gli alberi e le aiuole. Si creano più arcate e si dà la possibilità di creare cappelle di famiglie nella zona semicircolare. Si susseguono altri lavori, e negli anni '20 il cimitero di Albenga diventa meta turistica, in quanto ricco di valore architettonico e storico. Nel 1936 il Comune concede un'area per i caduti di guerra all'Amministrazione Militare posta alla sinistra del Pantheon con le croci di guerra. Nel 1937 si segnalano la mancanza di colombari con salme lasciate per lungo tempo depositate in attesa dell'inumazione, per il quale dovettero intervenire i carabinieri, e nel 1937 l'impresa edile Vincenzo Benedetto viene incaricata dal Podestà per la costruzione di otto arcate simmetriche, ma con la guerra imminente i lavori si protraggono vivendo varie vicissitudini. Nel 1946 l'ingegnere Mazzarelli progetta la costruzione di un'arcata sul lato mare per dare degna sepoltura a 22 tombe dei Martiri della Foce. Negli anni '50 l'impresa Benedetto continua i lavori, dove si realizzano nuove arcate, tombe a terra e colombari. Nel '57 con l'impresa Ferdinando Maragliano si conclude definitivamente il progetto di Revello. Ma i posti non bastano e si procede a nuovi ampliamenti nel 1959 il Consiglio Comunale esamina il progetto per l'ampliamento dell'area di ulteriori 17100 mq, ma essendo troppo ampio si decide di ampliare sul lato ovest[7]. Per ovviare agli spazi viene realizzato un ulteriore ampliamento sul lato sud, con la realizzazione di un secondo livello e una prato lasciato libero in caso di epidemie, realizzato a cavallo del millennio su progetto dell'ing. Fulvio Ricci. Nel 2013 viene proposta la realizzazione di un ampliamento con la creazione di forno crematorio interno al cimitero, che tuttavia non trova d'accordo la popolazione portando alla caduta della giunta comunale. Nel 2019 vengono avviati dei lavori per realizzare nuovi colombari che vanno a sostituire i posti a terra.


Architettura

Il cimitero si divide in tre macrozone, più una parte di esterni. L'area globale è di circa 23000 . La prima che è la più antica, dove ha sede la parte monumentale e la cappella realizzata sull'orma del Pantheon, inaugurata nel 1893, è di circa 8500 ; con un ampliamento eseguito attorno agli anni '50 e '60 del XX secolo, di una parte di 6000 mq e infine la parte superiore realizzata negli anni '90 (3000 ).


Società



Istituzioni, enti e associazioni



Cultura



Eventi


Processione in onore dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno 2015
Processione in onore dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno 2015

Note


  1. circa
  2. Leca, Albenga
  3. Villa D'Aste (PDF), su liguria.beniculturali.it. URL consultato il 14 giugno 2020.
  4. Villa D'Aste, su villadaste.com. URL consultato il 14 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2020).
  5. Vincolo di Casa Cepollini, su srvcarto.regione.liguria.it. URL consultato il 14 giugno 2020.
  6. Albenga: a Casa Cepollini si è concluso il "Dress code: reality", su savonanews.it. URL consultato il 14 giugno 2020.
  7. Sandra Berriolo, Il cimitero monumentale di Leca, Albenga, Editore Del Delfino Moro, 2019.
  8. Leca Anpi, su leca.anpi.it. URL consultato il 27/06/2020.
  9. Le frazione di Albenga, su scoprialbenga.it. URL consultato il 27/06/2020.

Bibliografia



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