Esperia è un comune italiano di 3 581 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio.
Esperia comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Giuseppe Villani (lista civica) dal 6-6-2016 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 41°23′N 13°41′E | ||
Altitudine | 670 m s.l.m. | ||
Superficie | 108,57 km² | ||
Abitanti | 3 581[1] (30-6-2022) | ||
Densità | 32,98 ab./km² | ||
Frazioni | Badia di Esperia, Monticelli, Roccaguglielma (Esperia Superiore), San Pietro in Curolis (Esperia Inferiore) | ||
Comuni confinanti | Ausonia, Campodimele (LT), Castelnuovo Parano, Formia (LT), Itri (LT), Pignataro Interamna, Pontecorvo, San Giorgio a Liri, Spigno Saturnia (LT) | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 03045 | ||
Prefisso | 0776 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 060031 | ||
Cod. catastale | D440 | ||
Targa | FR | ||
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[2] | ||
Cl. climatica | zona D, 1 811 GG[3] | ||
Nome abitanti | esperiani | ||
Patrono | san Clino Abate | ||
Giorno festivo | 30 maggio | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Esperia è il comune più esteso della provincia, comprendendo le vette montagnose alle spalle della cittadina costiera di Formia. Il suo territorio è per lo più montuoso e boscoso con un'ampia escursione di quota: dai 42 m s.l.m. Cecubo.[non chiaro]
Classificazione climatica: zona D, 1811 GG
Il toponimo Esperia risale al 1867, quando le attuali frazioni si unirono in un'unica amministrazione e Roccaguglielma venne scelta come sede municipale. Il nome scelto per la nuova realtà amministrativa indica l'astro Espero, ovvero il nome con cui gli antichi Greci indicavano la penisola italiana. Un'altra ipotesi vuole che il nome "Esperia" derivi dalla parola “spera”, che indica i raggi solari. Un'altra ipotesi ancora vuole invece che il nome sia dovuto allo “sperone” alle cui pendici è posto il paese. Non è comunque da escludere che il toponimo faccia riferimento a entrambe le parole.
Alcuni studiosi fanno risalire i primi insediamenti sul territorio esperiano come Interamna Lirenas o all'epoca tardo-antica sul monte Cecubo; certa è invece la creazione di borghi voluta da Montecassino nel X secolo. La popolazione che prima di allora abitava piccoli insediamenti sparsi sul territorio fu fatta progressivamente convogliare nei pressi di San Pietro e di San Paolo della Foresta, due monasteri benedettini costruiti per sostituire l'antico Santo Stefano, distrutto tra l'817 e l'828 dai musulmani.
Il normanno Guglielmo di Blosseville, nello stesso periodo, fece confluire la popolazione sempre da insediamenti locali nel castrum sul monte Cecubo da lui voluto. Il castello prese il nome di Roccaguglielma e aveva il fine di controllare il passo che permette di raggiungere da Pontecorvo e Aquino, città dei Normanni, Gaeta senza dover passare per Cassino.
Nei secoli la collocazione strategica di Roccaguglielma e del suo feudo ne fece un territorio spesso conteso. Tra le famiglie nobili che ne presero possesso si ricordano gli Spinelli, che nel XIV secolo realizzarono molte opere edilizie, i della Rovere e i Farnese. A Roccaguglielma è documentata nel Cinquecento la presenza di un piccolo nucleo di ebrei insediato nella zona di Portella. Nel 1497 e nel 1503 il centro e il suo territorio subirono pesanti distruzioni a opera del generale spagnolo Gonzalo Fernandez de Cordoba. Il periodo più florido fu tra il XVI e il XVII secolo. Nel 1636 il feudo fu devoluto alla camera regia. Nel 1654, a seguito di un violento terremoto, si ebbe una nuova devastazione.
L'esperiano Clino Roselli ebbe parte attiva nella Repubblica Partenopea, ma venne giustiziato dai Borbonici nel 1799. Erano gli anni di maggiore diffusione locale del brigantaggio, che aveva forte presa sulla popolazione rurale spesso in funzione anti-napoleonica; agirono sul territorio l'itrano fra Diavolo nel periodo napoleonico e Chiavone nel periodo post-unitario. Sotto il governo di Gioacchino Murat, si realizzò una nuova sistemazione amministrativa del territorio: Roccaguglielma fu separata dalle attuali frazioni di Esperia inferiore e Monticelli che costituirono il comune di San Pietro in Curulis. Dopo l'Unità d'Italia, nel 1867, Roccaguglielma e San Pietro si fusero e presero il nome di Esperia. Col declino delle opportunità date da un'economia rurale, Esperia iniziò a spopolarsi progressivamente.
Esperia si trova lungo quella che fu la linea Gustav durante il secondo conflitto mondiale: il territorio fu più volte bombardato, la popolazione fuggì ma ci furono comunque ingenti perdite. Lo sfondamento del fronte avvenne proprio a Esperia per opera delle truppe franco-maghrebine, le quali commisero le marocchinate, stupri ed episodi di violenza sulla popolazione locale che portarono allo stupro di 100 donne locali.[4] Per questi episodi di sofferenza, al comune fu conferita l'onorificenza della medaglia d'oro al merito civile.[5]
![]() | Medaglia d'oro al Merito Civile |
«Piccolo Comune con pochissime migliaia di abitanti, occupato per la posizione strategicamente favorevole dall'esercito tedesco impegnato a difesa della linea "Gustav", fu obiettivo di ripetuti e selvaggi bombardamenti che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell'abitato. Con l'arrivo degli alleati il paese subì, poi, una serie impressionante di furti, omicidi e saccheggi e dovette registrare più di settecento atti di efferata violenza su donne, ragazze e bambini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e elette virtù civiche.» — Esperia, ottobre 1943 - maggio 1944 |
Recentemente (2006) in località San Martino, sono state scoperte e attualmente in fase di studio, orme di dinosauro di diverse specie. I primi studi fanno risalire queste impronte presumibilmente a 250 milioni di anni fa.
Abitanti censiti[6]
La popolazione professa per la maggior parte la religione cattolica nell'ambito della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero di addetti delle imprese locali attive (valori medi annui).[7]
2015 | 2014 | 2013 | ||||||||
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Numero imprese attive | % Provinciale Imprese attive | % Regionale Imprese attive | Numero addetti | % Provinciale Addetti | % Regionale Addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | |
Esperia | 140 | 0,42% | 0,03% | 251 | 0,24% | 0,05% | 147 | 259 | 145 | 261 |
Frosinone | 33.605 | 7,38% | 106.578 | 6,92% | 34.015 | 107.546 | 35.081 | 111.529 | ||
Lazio | 455.591 | 1.539.359 | 457.686 | 1.510.459 | 464.094 | 1.525.471 |
Nel 2015 le 140 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,42% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 251 addetti, lo 0,24% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di due addetti (1,79).
La coltivazione e la lavorazione del tabacco e la pastorizia rimangono le maggiori attività produttive del comune; l'emigrazione, iniziata nel XIX secolo, si protrae oggi verso i centri industriali.[senza fonte]
Esperia dà il nome ad una razza di pony, originaria dei Monti Aurunci ed Ausoni, che è una delle quindici razze a diffusione limitata riconosciute dall'Associazione Italiana Allevatori ed è l'unica razza italiana denominata "pony".[8]
Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Frosinone, Esperia passò dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone.
Giovanni Pesiri, Insediamenti ebraici a Fondi e negli altri feudi dei Caetani nel Regno di Napoli (secoli XIII-XVI), in Gli Ebrei a Fondi e nel suo territorio, Atti del Convegno, Fondi, 10 maggio 2012, a cura di G. Lacerenza, Napoli 2013, pp. 89-161_https://www.academia.edu/29150904/Insediamenti_ebraici_a_Fondi_e_negli_altri_feudi_dei_Caetani_nel_Regno_di_Napoli_secoli_XIII_XVI_
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