Cornigliano (Cornigen in ligure) o Cornigliano Ligure (denominazione ufficiale di quando era comune autonomo) è un quartiere di Genova, Municipio VI - Medio Ponente. Situato lungo la costa nel Ponente cittadino, tra le ex-delegazioni di Sampierdarena e Sestri Ponente, con quest'ultima compone il Municipio VI Medio Ponente.
Cornigliano ex comune, quartiere | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Città metropolitana | ![]() | |
Comune | ![]() | |
Amministrazione | ||
Data di istituzione | 1861 | |
Data di soppressione | 1926 | |
Territorio | ||
Coordinate | 44°24′57″N 8°52′14″E | |
Abitanti | 14 941 (31-12-2017) | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 16152 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Nome abitanti | corniglianesi | |
Patrono | san Giovanni Battista | |
Giorno festivo | 24 giugno | |
Circoscrizione | Municipio VI Medio Ponente | |
Cartografia | ||
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L'area di Cornigliano comprende le unità urbanistiche di "Cornigliano" e "Campi", che insieme avevano al 31 dicembre 2017 una popolazione di 14.941 abitanti.[1] Dell'unità urbanistica di Cornigliano fanno parte anche le località di Coronata ed Erzelli.
Cornigliano sorge nella periferia ovest di Genova, sulla fascia costiera, a 7 chilometri dal centro. È bagnata a sud dal Mar Ligure e ad est dal torrente Polcevera, che la separa da Sampierdarena. I suoi confini occidentali con Sestri Ponente si possono rilevare nell'aeroporto Cristoforo Colombo e nello spartiacque della collina degli Erzelli. Infine a nord il quartiere comprende le alture di Coronata e Monte Guano, per terminare nei pressi della località Testa di Cavallo e lungo il versante che discende verso il colle di Borzoli. A protezione delle mareggiate, lungo tutto il litorale corniglianese, vi è una diga foranea posta a circa 200 metri dalla linea di costa.
Geograficamente fanno parte del territorio corniglianese anche le località di Coronata, sulla collina che domina il quartiere a est, e di Campi, sulla sponda del Polcevera.
Il territorio è scosceso, fatta eccezione per la zona pianeggiante adiacente alla costa, ampliata verso mare tramite i riempimenti effettuati tra gli anni trenta e l'immediato dopoguerra. Cornigliano per la restante parte è quindi formata da colline e vallette. Quattro crinali principali digradano verso il mare pressoché perpendicolarmente alla costa da un'altitudine massima di circa 180 metri, raggiunta nei pressi di villa Aplanati-Morsello, punto più alto della delegazione. Da Ponente a Levante si individuano:
Fatta esclusione per il torrente Polcevera, la situazione idrografica del quartiere è caratterizzata dalla presenza di diversi rivi minori, di scarsa rilevanza per lunghezza, portata ed ampiezza del bacino idrografico. Essi scorrono nelle vallette che si sviluppano fra i crinali sopra descritti. Da ponente a levante si individuano:
Secondo lo storico cinquecentesco Giustiniani - che nel XVI secolo redasse gli annali della città - il nome della località potrebbe derivare dalla Gens Cornelia, la famiglia romana dei Cornelii, che avrebbe posseduto terreni nella zona pianeggiante tra il torrente Polcevera e Sestri, nel luogo chiamato ager cornelianum che significa campo dei Cornelii.
Ma secondo altri storici l'origine del toponimo è ancora più antica ed è da attribuire ad un'antica tribù ligure, quella dei Veturii che nell'età del ferro dominava il territorio compreso tra il torrente Polcevera ed Arenzano. Il nome deriverebbe da Corito di Giano, derivando dall'antico ligure Cor (Corito) - ni (di) - gien (Giano).
Altre e più recenti fonti riferiscono della Cornigliano intorno all'anno 1000: il paese era sparso lungo il declivio collinare, vigilato da una fortificazione posta in alto che aveva soprattutto il compito di difendere l'accesso al ponte sul Polcevera ed era composto da tre terzieri controllati dai nobili Carmandino.
Antecedente a quel periodo è tuttavia la costruzione originaria della badia di Sant'Andrea, edificata su uno scoglio (non più esistente) che prese il suo nome, posto ai piedi della collina degli Erzelli. Per ampliare la costruzione, nel XII secolo la badia fu ricostruita in una zona collinare, così come è visibile adesso.
Nella località, che anticamente e fino a non molti decenni fa era una splendida località rivierasca e che Francesco Petrarca cantò come splendido luogo di villeggiatura fuori le mura di Genova, sempre secondo Giustiniani, vennero costruite nei secoli successivi almeno trenta ville nobiliari, sorte come residenze estive delle principali famiglie genovesi.
Tra i primi insediamenti nobiliari si trovano quelle di Doria, Centurione, Imperiale, Cattaneo della Volta e Piuma a Campi; Spinola, Gentile, Pallavicino, De Mari, Grillo e Malocello a Cornigliano. Si trattava di case chiaramente non alla portata di tutti ma comunque non molto ampie e lussuose, diversamente da quelle costruite dai più celebrati architetti a partire dal 1400, dopo cui vennero costruiti i vari palazzi Spinola tuttora esistenti.
Questo tipo di edilizia continuò fino al XVIII secolo, epoca in cui la via principale era un ininterrotto susseguirsi di ville in cui soggiornarono anche personaggi come la regina Maria d'Austria, Foscolo, Manzoni, Mazzini. Cornigliano infatti in questo periodo è stata luogo di passaggio del cosiddetto Grand Tour ed è stata ammirata da molti visitatori, anche celebri.
Verso il 1750, inoltre, venivano eretti i due palazzi Serra e i marchesi Durazzo davano inizio alla costruzione della grandiosa villa Durazzo Bombrini, in seguito eletta a residenza estiva del principe di Savoia.
Nel XIX secolo il paese prese la denominazione di Cornigliano Ligure e con il catasto napoleonico del 1808 l'utilizzo del terreno corniglianese fu documentato accuratamente. Sempre dai dati napoleonici, la popolazione residente risulta essere di 2 652 abitanti nel 1806 e 2 296 nel 1812. Ciò che però risalta da questi e da altri dati ancor più antichi, è la povertà: a fronte di quasi 500 famiglie, le abitazioni sono poco più di 200 (e molte sono grandi ville nobiliari unifamiliari), a conferma che le coltivazioni e le poche fabbrichette esistenti di abbigliamento femminile, biacca, sapone, calce e pelli non erano molto redditizie.
Nella seconda metà del secolo il paese si trasforma principalmente in un piccolo borgo di pescatori con notevoli ambizioni turistiche balneari, rilanciate quando, alla fine del secolo, il facoltoso imprenditore e politico Edilio Raggio fece costruire sullo scoglio di Sant'Andrea, a fare da sfondo alla spiaggia piena di stabilimenti balneari, l'omonimo castello in stile liberty, sul modello del triestino Miramare.
All'epoca l'allora Comune di Cornigliano era composto da quattro piccoli agglomerati (il Borgo, ai piedi del ponte sul Polcevera, formatosi attorno alla piazza crocevia delle strade per la Marina, Sampierdarena, la Val Polcevera, ed il ponente; la Marina, posta a ridosso della spiaggia; Campi, lungo la strada che risaliva il Polcevera; la Colombara, formata dalle abitazioni arroccate sulla scogliera e sulla retrostante collina poste a ponente). Tutt'attorno, in particolare lungo l'originario tracciato della via Aurelia, l'allora strada principale (attuali vie Tonale e Cervetto), vi erano ville e campi coltivati.
Nel 1861 si rilevano 3 615 abitanti, nel 1881 invece 4 765.
Lo scenario muta completamente a partire dall'ultimo decennio del secolo, in cui il fenomeno di urbanismo che si andava sviluppando a Genova travolge anche Cornigliano, potenzialmente un sito molto produttivo perché vicino al porto ed agli stabilimenti industriali di Sampierdarena, che proprio in quegli anni si estesero anche alla riva destra del torrente Polcevera. L'armatura di questa trasformazione è costituita dalla nascita dell'Ansaldo, prima grande industria del posto. Già nel 1911 si contavano ben 67 opifici in tutto il territorio comunale, che davano lavoro ad oltre 3 000 operai.
Tra il 1881 e il 1901 la popolazione risulta quasi raddoppiata (+91,8%), ed un incremento anche maggiore si ha nei primi vent'anni del secolo, in cui Cornigliano passa dai 9 139 abitanti del 1901 ai 19 163 del 1921. Sulla spinta di questi avvenimenti si inizia a parlare già a inizio secolo dell'annessione di Cornigliano alla Grande Genova, una città metropolitana mista di zone residenziali, industriali e terziarie.
Ma nel 1919 il sindaco di Sestri Carlo Canepa propone invece un progetto di città industriale altrettanto ambizioso che ha il suo fulcro in Sestri e Cornigliano, basato su una solida rete infrastrutturale, con il raddoppio a monte della ferrovia (e la linea a mare ad uso esclusivo del porto), la realizzazione di un nuovo asse stradale a monte dell'abitato, con la duplice funzione di collegamento veloce e di supporto della nuova edificazione collinare e un sistema la rete tranviaria con diramazioni verso il Polcevera e duplice collegamento con il centro. Completa il progetto la costruzione di una vasta area residenziale composta da case con giardino e ampie strade su modello del quartiere signorile della Foce, che si va a collocare nella valle e sulle colline, da spianare in parte, che dividono Sestri e Cornigliano. Questo schema utopistico venne però accantonato quando, nel 1926, i comuni di Cornigliano Ligure e Sestri Ponente, fino ad allora autonomi, furono soppressi e il loro territorio entrò a far parte della Grande Genova[2].
In questi anni quella che era un'amena località in riva al mare si è trasformata in uno dei primi quartieri industriali edificati in Italia (già nel censimento del 1911 il 20% della popolazione residente risultava occupata nell'industria). Sono sorti negli anni capannoni ed opifici destinati a durare diversi decenni e a diventare, insieme al porto, la più grande forza produttiva genovese.
Nel 1938 viene progettato da Agostino Rocca e Oscar Sinigaglia un grande impianto siderurgico a ciclo integrale. Terminato nel 1942 non entrerà mai in funzione perché dopo l'armistizio verrà smontato dalle truppe tedesche presenti in città e trasferito in Germania.
Nel dopoguerra l'impianto viene nuovamente ricostruito (è in questa fase che viene demolito il castello Raggio per ricavare spazi per le acciaierie verso ponente e per l'aeroporto "Cristoforo Colombo" davanti a Sestri Ponente) e nel 1953 entra in funzione (la demolizione iniziò tramite delle cariche esplosive il 14 aprile 1951) e Cornigliano divenne un sobborgo industriale destinato ad ospitare la nuova industria siderurgica pesante, proprio da Raggio impiantata per primo nella località. L'impianto entrò in funzione nel 1953 e registrò un ulteriore ampliamento alla fine degli anni cinquanta, che lo portò ancora più a ridosso delle case.
Sotto l'impulso dell'industria, che fornirà per anni migliaia di posti di lavoro, la popolazione, già in aumento, registra un secondo boom demografico, al termine del quale Cornigliano arriva a sfiorare i 30 000 abitanti (28 999 al censimento del 1961). Grande apporto all'incremento della classe operaia residente è stato dato dall'immigrazione, in particolare dall'Italia meridionale, di persone in cerca di occupazione[3].
Dal dopoguerra in poi Cornigliano, dopo aver perso lo sbocco al mare e la vivibilità di un'area climatica di affermate tradizioni turistiche (per far luogo alla costruzione degli stabilimenti industriali venne effettuato un riempimento a mare di oltre mezzo chilometro per tutta la lunghezza del quartiere), con la crisi siderurgica perde progressivamente anche il suo peso industriale, portando alla disoccupazione migliaia di operai.
Molte delle ville nobiliari di cui la delegazione era ricca furono demolite e la situazione sociale è andata degradandosi, con frequenti fenomeni di delinquenza.
Inoltre con il censimento del 1971 vengono ridefiniti i confini territoriali dell'ex-circoscrizione di Cornigliano, che cede così aree occidentali e settentrionali rispettivamente a Sestri Ponente e Rivarolo e vede ridotta la sua zona territoriale storica. Questi due fattori spiegano la flessione demografica che Cornigliano registra in tale censimento (gli abitanti scendono a 21 862) e, con costanza, nei successivi: gli abitanti scendono a 19 452 nel 1981 ed a 16 668 nel 1991, con flessioni rispettivamente dell'11 e del 14,3%. Tale calo di popolazione andava in netta controtendenza alla demografia cittadina e in particolare dei quartieri del ponente, in piena ascesa negli anni settanta e vittime di uno spopolamento molto meno vistoso negli ultimi decenni[3].
Il processo di spopolamento è proseguito anche nel corso degli anni novanta, principalmente a causa della bassa natalità italiana e di Genova in particolare, ma aggravato da un movimento migratorio che, sebbene mitigato rispetto agli anni precedenti dai massicci arrivi di stranieri extra-comunitari, risulta comunque in passivo[3].
La delegazione si è trovata a fare i conti con l'ingombrante eredità di ciminiere e capannoni, molti ormai in disuso e con i gravi disagi portati dalla convivenza con gli impianti: secondo l'organizzazione ambientalista Legambiente, nel 1999 via Cornigliano (la via principale che attraversa la delegazione), era la strada con il più elevato inquinamento acustico d'Italia, con picchi di 80 decibel. Sempre secondo i dati in possesso a Legambiente, il tasso di insorgenza di tumori nel quartiere era quattro volte superiore che nel resto della città ed erano presenti elevati tassi di inquinamento atmosferico[4].
Terminata l'era delle grandi industrie a partecipazione statale, e con il passaggio ad una fase post-industriale nella quale vengono privilegiati i servizi, Cornigliano, superati i difficili giorni della crisi operaia, sta tentando di riacquistare una propria fisionomia ed un nuovo equilibrio socio-urbanistico.
Già a partire dalla fine degli anni ottanta ai primi anni 2000 sono stati effettuati sporadici interventi per valorizzare il tessuto urbano del quartiere. In particolare si ricordano la ristrutturazione di villa Spinola Narisano, in cui è stato realizzato un centro civico di quartiere, e Villa Gentile Bickley, nuova sede della biblioteca; la riqualificazione dell'area industriale ex-Dufour; il collegamento di Via Pellizzari e Via Cervetto tramite l'abbattimento dell'edificio ex-cinema, oramai obsoleto e la ristrutturazione della dimora storica adiacente; la realizzazione del parco urbano "Valletta Rio San Pietro", grande area verde immediatamente alle spalle dell'abitato.
Per quanto riguarda la convivenza con la realtà industriale, la chiusura dell'altoforno nel 2005, preceduta da quella della cokeria nel 2002, ha portato ad un generale miglioramento delle condizioni ambientali del quartiere. La lavorazione a caldo, maggiormente inquinante, è stata così definitivamente dismessa, e vi è stato un completo rinnovo estetico e funzionale del polo siderurgico, che ha puntato unicamente sulla lavorazione a freddo, campo in cui il rinnovato stabilimento risulta uno dei maggiori in Europa. Sono stati abbattuti quasi tutti gli edifici preesistenti, obsoleti e non più funzionali, e sostituiti con grandi e moderni capannoni di colore azzurro. Nel 2010 è stata effettuata anche la demolizione degli elettrofiltri, l'ultima grossa porzione rimasta del vecchio stabilimento ex-Italsider. L'industria tuttora occupa 1094000 m², di cui 44 000 di proprietà e 1 050 000 in diritto di superficie. In seguito all'inchiesta aperta nel 2012 sullo stabilimento di Taranto, l'Ilva ha subito un periodo di commissariamento straordinario, terminato con l'indizione di una gara internazionale, che ha decretato l'acquisizione dell'azienda da parte del gruppo ArcelorMittal, attuale proprietario dello stabilimento.
La chiusura della lavorazione a caldo era una delle azioni ricomprese nella versione definitiva dell'accordo di programma siglato nel 2005 da diversi Ministeri e dagli enti locali geograficamente interessati con l'Ilva, che ha parallelamente riconsegnato oltre 300000 m² alla disponibilità pubblica.
Secondo l'accordo di programma, la porzione di quest'area posta a mare rispetto alla ferrovia e più periferica rispetto al quartiere è stata ripartita in 144000 m² destinati ad attività portuali, ed in una fascia di terreno parallela alla linea ferroviaria, destinata alla realizzazione della nuova viabilità di scorrimento veloce del quartiere lungo la direttrice est-ovest, ultimata nel 2015, alla sua connessione diretta con l'autostrada, conclusa nel 2019, ed alla realizzazione di un giardino lineare posto fra il nuovo asse viario e la ferrovia, che invece è tuttora in realizzazione.
A monte della ferrovia la dismissione ha riguardato ulteriori 60000 m², compresi fra Villa Durazzo Bombrini (di cui un tempo erano pertinenza), l'abitato, il torrente Polcevera e la ferrovia. La riconversione di quest'area è in capo a Società per Cornigliano SpA, società pubblica che ha acquisito i terreni ed è incaricata della bonifica e della riqualificazione urbana del comprensorio, oltre che dell'esecuzione di una serie di interventi nel quartiere previsti dall'accordo di programma del 2005, di cui solo una parte realizzati. Nel 2006 sono iniziati i lavori di demolizione degli edifici presenti. Per riavvicinare quest'area ex-industriale alla frequentazione della cittadinanza, vi si è tenuta l'edizione di quell'anno del Goa-Boa Festival, che ha visto tra gli altri la partecipazione di Carmen Consoli, Fabri Fibra e Club Dogo. Il simbolo concreto del cambiamento è stato però, nel 21 aprile 2007, l'abbattimento del primo dei due gasometri che con la loro mole hanno connotato per decenni lo skyline di Cornigliano, avvenuto tramite l'utilizzo di alcune cariche di esplosivo, avvenimento che ha avuto ampio risalto sui media locali. L'abbattimento del secondo gasometro, di dimensioni maggiori (alto 98 metri), è invece stato effettuato smantellandolo pezzo per pezzo nel corso dell'anno successivo. È seguita una lunga fase di stallo, ed attualmente in corso le operazioni di bonifica, in attesa di una destinazione d'uso definitiva.
L'altra importante novità è rappresentata dal parco scientifico tecnologico che sta nascendo sulla spianata degli Erzelli, in seguito al quale la collina, utilizzata fino al 2009 principalmente come deposito container, si sta trasformando in un importante polo scientifico e tecnologico denominato "Great Campus", volto ad ospitare industrie del campo delle comunicazioni e delle tecnologie avanzate, l'IIT ed in futuro la facoltà di ingegneria dell'Università degli Studi di Genova. Sono già stati realizzati i primi edifici, presso cui sono operativi gli uffici di alcune aziende già trasferitesi, prima fra tutte la Ericsson che ha inaugurato ufficialmente la propria sede il 24 maggio 2012. Ad essa si sono aggiunte la Siemens nel 2014, l'Esaote nel 2016 e diverse altre aziende di dimensioni minori, oltre alla società pubblica Liguria Digitale. Contestualmente sono già operative diverse attività di ristorazione, vendita e servizi alla persona ed alle imprese, la centrale di trigenerazione che serve il complesso ed il parco pubblico, aperto nel 2019. Oltre alla già citata facoltà di ingegneria, nel progetto sono previsti residenze, una galleria commerciale, una pista ciclabile, campi sportivi ed il nuovo ospedale del Ponente genovese. Sono ultimate le modifiche alla viabilità, che hanno reso l'area maggiormente accessibile ai mezzi motorizzati tramite l'adeguamento delle strade di connessione con l'aeroporto e l'autostrada A10 (Via Melen); con Sestri Ponente (Via Sant'Elia) e con Via dell'Acciaio in località Calcinara (strada panoramica Via Perotto). La linea urbana AMT 6 connette, lungo il primo percorso, gli Erzelli e la stazione ferroviaria di Cornigliano, mentre la linea 128 lungo il secondo percorso e la linea 6 lungo il terzo assicurano i collegamenti con Sestri Ponente. Un ulteriore collegamento da realizzarsi è previsto con Via Monte Guano da Coronata, dove è prevista anche la riqualificazione del Forte Monte Guano e dell'area circostante, da destinare a parco urbano. Sempre in progetto è un impianto di trasporto pubblico (tramite funivia o funicolare) per il collegamento dell'area con Via Siffredi, la linea ferroviaria e l'aeroporto. Il progetto, che opera su un'area totale di 440000 m², è curato dalla società Genova High Tech Spa, fondata nel 2005 e partecipata da Intesa Sanpaolo, Banca Carige, EuroMilano Spa ed Aurora Costruzioni.
Ulteriori interventi previsti per il rilancio del quartiere sono la dismissione ed il recupero ad altri usi della rimessa dei mezzi AMT, la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria in posizione più centrale rispetto al quartiere e soprattutto la riqualificazione della principale Via Cornigliano nell'ottica della mobilità sostenibile.
«Cornigliano fu sempre luogo di delizie per i signori genovesi i quali vi fabbricarono più di venti sontuosi palazzi, oltre molti casini di campagna sparsi su quella ridente collina.» |
(Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna, Volume 5, editore G. Maspero, 1839[5]) |
A testimonianza del suo antico splendore Cornigliano possiede tuttora numerose ville nobiliari (circa 50, incluse quelle di Coronata), appartenute a famiglie nobili genovesi che soggiornavano nel borgo nel periodo estivo. Edificate fra il Quattrocento ed il Settecento, hanno subito nei secoli successivi sorti molto diverse, e spesso gran parte delle caratteristiche originarie sono state perdute in seguito alla lottizzazione dei giardini ed all'abbandono o ai pesanti rimaneggiamenti subiti dai palazzi in seguito a cambi di destinazione d'uso. Tuttavia le ville nel loro insieme costituiscono tuttora un sistema ben riconoscibile e di grande rilevanza storico-artistica.[6]
Negli ultimi decenni si è intensificata l'attività di valorizzazione del patrimonio che rappresentano, con nuovi studi e ricerche, ma soprattutto ristrutturazioni e restauri. Dal 2015, in occasione dei Rolli Days l'Ascovil (Associazione delle ville di Cornigliano) con il supporto del Comune di Genova si occupa dell'apertura di numerose ville pubbliche e private anche con percorsi guidati lungo l'antico asse viario che collegava Genova col Ponente.
Tra le più importanti si ricordano, da levante a ponente:
Cornigliano è attraversata dalla Strada statale 1 Via Aurelia, che assume nel tratto corniglianese le denominazioni di via A. Siffredi, via Cornigliano e via G. Ansaldo. L'antico tracciato della Via Antica Romana è invece ancora ben definito nel tratto di Via Tonale, Via dei Domenicani, Via Cervetto e Via Muratori, dove si affacciano numerose ville storiche monumentali.
In particolare, via Cornigliano è la principale arteria del quartiere. Lunga circa 800 metri, congiunge piazza Savio, in cui è situata la stazione di Cornigliano, con piazza Massena, attraverso due file quasi ininterrotte di palazzi, in maggioranza signorili, anche se un po' svalutati, costruiti per lo più ad inizio Novecento. Affacciati su piazze e giardini adiacenti alla via sono anche il commissariato di polizia e villa Domenico Serra, sede municipale dello scomparso comune di Cornigliano Ligure. La strada, organizzata con due corsie per senso di marcia più una riservata ai mezzi pubblici in direzione Genova, è stata a lungo l'unica arteria di collegamento est-ovest fra Sampierdarena e Sestri, gravata pertanto oltre che del traffico locale anche di quello di attraversamento. Ciò ha causato difficili condizioni ambientali, legate al traffico, all'inquinamento acustico ed atmosferico. Attualmente, con l'apertura al traffico di Via Guido Rossa, la strada è stata sgravata di parte del traffico di attraversamento ma frequenti code si verificano alla sua estremità occidentale, dovuti all'incrocio con la nuova viabilità. Una volta ultimata del tutto la sistemazione della viabilità corniglianese sarà possibile la riqualificazione della strada in chiave più urbana, con la riduzione del numero di corsie, l'allargamento dei marciapiedi, l'inserimento di una pista ciclabile e l'incremento del verde. Un concorso di idee per la risistemazione della strada con queste caratteristiche si è concluso nel 2014. La strada è attraversata in entrambi i sensi dai bus urbani AMT tramite le linee 1, 3, N2 (che collegano Cornigliano con il centro della città e con i quartieri di ponente); 160 (di collegamento interno al quartiere, che congiunge la zona di via Dei Sessanta con la stazione ferroviaria) e 5/ (di collegamento alla zona industriale di Erzelli. Inoltre è presente, presso i Giardini Melis, la fermata degli autobus extraurbani ATP Esercizio diretti verso Valle Stura ed alta Valle Orba.
La nuova strada urbana di scorrimento già menzionata, comunemente detta "strada a mare", intitolata a Guido Rossa, è stata inaugurata il 7 febbraio 2015. Lunga circa un chilometro e mezzo, essa scorre parallelamente alla linea ferroviaria con un tracciato quasi interamente sopraelevato e collega l'area della Fiumara di Sampierdarena con l'estremità opposta di Via Cornigliano, all'altezza della stazione ferroviaria. La strada dispone di tre corsie per senso di marcia ed una pista ciclabile nel suo tratto orientale, ancora non percorribile, che tuttavia risulta completamente scollegata da altri percorsi di mobilità dolce. È attualmente presente un unico svincolo intermedio rispetto ai due previsti, situato all'altezza di via San Giovanni d'Acri, in cui è prevista la nuova stazione ferroviaria in progetto. L'altro svincolo, in prossimità del Polcevera è legato alla realizzazione del collegamento con la viabilità di sponda, ancora da appaltare (si prevede l'inizio dei lavori entro fine 2015). In futuro sono ipotizzati anche la prosecuzione della strada verso l'aeroporto, il casello autostradale di Genova Aeroporto ed il quartiere di Sestri Ponente.
Dall'Aurelia, lungo le due sponde del Polcevera, si diparte la viabilità di scorrimento che permette di collegare l'insediamento costiero con i quartieri della Valpolcevera. In particolare sulla riva corniglianese scorre la carreggiata con direzione nord-sud composta da Via Benedetti e Via Greto di Cornigliano. Le due carreggiate, più a nord, si agganciano con la strada provinciale 35 dei Giovi che collega Genova con l'oltreappennino e quindi con Milano. Alternativa alla viabilità di scorrimento veloce per il collegamento con Campi e la Valpolcevera è lo storico Corso Perrone, costruito ad inizio Novecento, su cui transitano le linee AMT 63 e 663, dirette a Pontedecimo.
A monte dell'abitato, per un ampio tratto in galleria, scorre l'Autostrada A10, Genova - Ventimiglia. Cornigliano è servita dallo svincolo di Genova Aeroporto situato al confine con Sestri Ponente, raggiungibile tramite una rampa (via E. Melen) che si diparte direttamente da via Cornigliano. Tramite la stessa rampa è possibile raggiungere anche il polo scientifico tecnologico Erzelli sull'omonima collina, servito dalla linea AMT 5, che lo collega con la stazione ferroviaria del quartiere.
Cornigliano è anche collegata direttamente con l'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova attraverso via Pionieri e Aviatori d'Italia. Il collegamento tramite trasporto pubblico con l'aeroporto è assicurato attraverso la linea AMT Volabus.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Genova Cornigliano. |
Cornigliano è attraversata dalla linea ferroviaria Genova - Savona - Ventimiglia ed è servita da una stazione il cui edificio, sebbene ristrutturato nel 2007, presenta ancora notevoli segni di degrado. I piani per il rifacimento del nodo ferroviario di Genova prevedono il mantenimento dell'attuale stazione e la creazione di una nuova fermata nei pressi di Via San Giovanni d'Acri.
Di fronte alla stazione è posizionata una fermata del Volabus, l'autobus destinato da AMT al collegamento veloce tra il centro della città e l'aeroporto Cristoforo Colombo, rispetto a cui quella di Cornigliano risulta la stazione ferroviaria più vicina. Nelle immediate vicinanze è presente anche la fermata degli autobus urbani.
Un tempo a Cornigliano era presente il secondo stadio cittadino, lo Stadio del Littorio (successivamente ribattezzato Stadio Valerio Bacigalupo), costruito nel 1927, che fu il terreno di gioco delle società sportive Ginnastica Sampierdarenese, La Dominante, Liguria e Corniglianese. Concepito esclusivamente per il gioco del calcio, era un ottimo impianto all'inglese, con una grande tribuna, tetto in legno, vetrate e gradinate con una capienza massima di 15 000 spettatori. Nei mesi estivi vi si tenevano spettacoli operistici. Demolito nel dopoguerra, al suo posto è stata edificata una rimessa per gli autobus (di cui è prevista peraltro a sua volta la demolizione).
La storica squadra di calcio locale è la "A.S.D. Corniglianese 1919" che milita nel campionato di Eccellenza. Vanta un glorioso passato, partecipò a diversi campionati professionistici (II divisione, serie B dell'epoca, nel 1926), oltre ad alcuni campionati di serie C (ultima apparizione nella stagione 1947-48). Fu protagonista di alcune fusioni tra più società, antenate dell'attuale U.C. Sampdoria. La prima fusione nel 1927 con Andrea Doria, Sampierdarenese e Corniglianese diede vita all'effimera "La Dominante", che si rivelò un fallimento. La seconda fusione fu nel 1930 con Sampierdarenese, Rivarolese e Corniglianese e diede vita al "Liguria" che retrocesse in I divisione già nel 1931.
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