Cimolais (Thimolei in dialetto locale[4][5]) è un comune italiano[6] di 342 abitanti[1] del Friuli-Venezia Giulia. Si trova all'uscita del torrente Cimoliana, poi affluente del Cellina, dall'omonima valle Cimoliana.
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Il territorio del comune di Cimolais è integralmente montano, compreso tra una altitudine minima di 568 m s.l.m. ed una massima di 2.703 m s.l.m. (presso Cima dei Preti). Gran parte della superficie del comunale è compresa nel Parco naturale delle Dolomiti Friulane, nominate patrimonio mondiale dell'UNESCO nell'estate 2009 (Lista dei patrimoni dell'umanità).
La cima più famosa e caratteristica è il Campanile di Val Montanaia, situato nell'alta Val Cimoliana e noto ad alpinisti ed escursionisti.
Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Cimolais.
Storia
I ritrovamenti paleoveneti e romani e di successivi insediamenti di epoca longobarda dimostrano l'esistenza del paese già dall'alto medioevo. Fu uno dei possedimenti feudali "in monte" dell'abbazia benedettina di Sesto al Reghena sino a quasi tutto il Settecento. Nella chiesa parrocchiale di Santa Maria sono conservati alcuni altari lignei del XVI secolo. Il territorio di Cimolais fu donato dai fratelli longobardi Efro, Marco e Anto all'Abbazia di Sesto al Reghena nell'anno 762. Passato nel XV secolo sotto il dominio della Repubblica di Venezia, Cimolais diventò Arsenale della Repubblica impegnandosi a fornire legname per la costruzione delle navi.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiese
La chiesa parrocchiale
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore: la primitiva chiesa era già esistente nell'Alto Medioevo. La pieve cimoliana, compresa prima nel patriarcato di Aquileia, poi passata all'arcidiocesi di Udine e quindi aggregata alla diocesi di Concordia nel 1818, fu ricostruita nel XIX secolo e consacrata il 12 maggio 1867 dal vescovo di Concordia Nicolò Frangipane. Conserva alcuni pregevoli altari lignei del 1500.
Chiese delle "crosite".
Chiesetta alpina.
Chiesa di San Floriano, situata nell'omonima frazione.
Il Monte Duranno, cima dolomitica che sovrasta l'abitato
Percorsi didattici
Centro visite di Cimolais del Parco naturale delle Dolomiti Friulane[8].
Centro didattico montano Pianpinedo[9]. Ubicato in località “Piana di Pinedo”, tra i comuni di Cimolais e Claut e ai confini del parco naturale delle Dolomiti friulane, il parco faunistico ricopre un'area di 35 ettari. Realizzato con la finalità di salvaguardare il mantenimento e l'incolumità di ogni specie animale, assicurandone una vita il più possibile vicina alla condizione selvatica, sia in termini di socializzazione che di spazi. Sarà possibile incontrare qualche cervo, dei caprioli, una colonia di stambecchi o qualche solitario camoscio. Non è escluso che si mostrino le marmotte o gli scoiattolo. Percorrendo il sentiero botanico è inoltre possibile osservare numerose specie vegetali, alcune delle quali anche rare, dei quali si possono osservare alcuni esemplari all'interno del centro visita. Numerose sono anche le specie floristiche.
Percorso dei mulini[10] Il Sentiero dei Mulini realizzato dal Comune di Cimolais ripercorre la storia e la localizzazione di mulini che in Cimolais si trovano lungo la roggia che costeggiava il torrente Cimoliana. Il percorso è segnalato da cartelli indicatori. Dopo aver visto i siti dei Mulini si giunge al luogo dove sorgeva l'ex segheria di proprietà della fam. Protti. Qui una mostra all'aperto illustra in dettaglio il lavoro che veniva svolto nella segheria.[11]
L'idioma retoromanzo storicamente parlato a Cimolais e nei vicini comuni di Erto e Casso e Claut, ed oggi a forte rischio di estinzione, è una variante del friulano, csd. "asìn", con influssi del veneto bellunese nel lessico e nella pronuncia. Le ragioni dell'influsso ladino-dolomitico sarebbero da ricercarsi nella contiguità geografica dell'alta Valcellina con la Valle del Piave, la stessa "avanzata" del veneto nella Valle del Piave spiegherebbe i suoi più recenti influssi sulla parlata locale.
Il comune, in base alla legge 15/96 in materia di tutela della lingua friulana, ha deliberato di non farsi includere nell'elenco dei comuni ove risulta storicamente parlato il friulano.
Alle elezioni amministrative del 2012 si era presentata una sola lista capeggiata dall'ex sindaco Gino Bertolo. Poiché in casi del genere il non raggiungimento del quorum porta al commissariamento del comune, Bertolo ha chiesto a Fabio Borsatti, suo conoscente, di costituire una lista "civetta" che potesse concorrere contro la sua. Al termine dello scrutinio, tuttavia, Borsatti è risultato inaspettatamente vincitore[19].
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