Casteldelfino (Casteldelfin in piemontese, Chasteldeifin in occitano, "La Vilo" nella variante locale[4], Châteaudauphin in francese) è un comune italiano di 148 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte, situato in alta Valle Varaita.
Casteldelfino comune | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Domenico Amorisco (lista civica) dal 4-10-2021 | |
Territorio | ||
Coordinate | 44°35′26″N 7°04′15″E | |
Altitudine | 1 296 m s.l.m. | |
Superficie | 33,95 km² | |
Abitanti | 148[1] (31-8-2020) | |
Densità | 4,36 ab./km² | |
Frazioni | Alboin, Bertines, Caldane, Puy, Pusterle, Rabioux, Serre, Torrette | |
Comuni confinanti | Bellino, Elva, Oncino, Pontechianale, Sampeyre | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 12020 | |
Prefisso | 0175 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 004047 | |
Cod. catastale | C081 | |
Targa | CN | |
Cl. sismica | zona 3s (sismicità bassa)[2] | |
Cl. climatica | zona F, 4 107 GG[3] | |
Nome abitanti | casteldelfinesi | |
Patrono | santa Margherita di Antiochia | |
Giorno festivo | terza domenica di luglio | |
Cartografia | ||
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Sito istituzionale | ||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il comune si trova a ridosso della zona in cui la Valle Varaita si sdoppia, proseguendo verso ovest con la valle di Bellino e verso nord-ovest con la valle Varaita di Pontechianale. Il territorio comunale si estende a monte sull'inizio di entrambi i rami della valle, mentre a valle scende per alcuni chilometri lungo il fiume Varaita. Il confine del territorio comunale è delimitato dalla cima delle Lobbie, dal colle di Sampeyre, dal colle della Bicocca e dalla punta del Cavallo.[5]
Nel territorio di Casteldelfino si trova una cospicua porzione del Bosco dell'Alevè, il più esteso bosco autoctono di pini cembri dell'Europa Occidentale. È zona protetta dall'Unione europea, come ugualmente protette sono le specie animali che vivono in questi luoghi. Nel bosco sono presenti molti sentieri che permettono ai turisti di perlustrarlo in tutta la sua ampiezza.[6]
Nel comune di Casteldelfino sorge una centrale idroelettrica, visibile per la grossa conduttura che discende dalla montagna, collegata con il lago artificiale di Pontechianale.[7]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Casteldelfino. |
Il paese era noto dal X secolo con il nome di Villa Sant'Eusebio. All'epoca si trovava più in basso rispetto alla posizione attuale, in prossimità della confluenza dei due rami del torrente Varaita.
Possedimento del Marchesato di Saluzzo, all'inizio del XIII secolo Villa Sant'Eusebio passò sotto il Delfinato, che ne mantenne il controllo da allora.[8] Nel 1330 il Delfino Umberto II vi fece costruire un castello, dove alcuni resti sono ancora visibili[9]. Nel 1343 il territorio di Villa Sant'Eusebio, insieme a quelli di Bellino e Pontechianale (ovvero la cosiddetta Castellata, con Casteldelfino come capitale[10]), entrò a far parte della Repubblica degli Escartons, in quello che viene appunto definito Escartoun di Casteldelfino. Nel 1349 il Delfinato venne ceduto alla Francia, e Villa Sant'Eusebio diventò francese.[8]
Il borgo originale fu distrutto da una frana nel 1391; rimase in piedi solo la chiesa di Sant'Eusebio[non chiaro], ancora oggi esistente.[11] Il paese fu ricostruito più in alto, nella posizione che occupa attualmente, e nel 1431 prese il nome di Casteldelfino, derivato appunto dal castello fatto costruire un secolo prima dal Delfino.[12]
Durante il XVI secolo, con l'annessione del Marchesato di Saluzzo alla Francia, vi fu una rapida espansione del Protestantesimo nelle valle, contrastata dalle truppe dei Savoia alla fine del secolo. Il territorio di Casteldelfino fu pesantemente interessato da queste attività, rimanendo per diverso tempo coonvolto nelle aspre guerre di religione.[12][13] Nel 1601 infatti, con il trattato di Lione, Casteldelfino era stata ceduta da Carlo Emanuele I al regno di Francia, insieme ad altri territori sabaudi, in cambio del marchesato di Saluzzo.[14]
Nel 1628, durante la guerra di successione del Monferrato, le truppe del ducato di Savoia riuscirono a sconfiggere francesi. Seguirono decenni di dominio incerto, durante i quali, nel 1690, vi fu anche la distruzione parziale del castello.[15] Nel 1713, con il trattato di Utrecht, tutta la Castellata(compreso quindi Casteldelfino) tornò ai Savoia, entrando a far parte del regno di Sardegna. Con il cambio di dominazione, viene a cessare anche l'appartenenza della Castellata alla Repubblica degli Escartons.[8] Nel 1743 il territorio di Casteldelfino fu teatro di violenti scontri tra l'esercito savoiardo e le truppe franco-spagnole nel quadro della guerra di successione austriaca.[12]
Nel 1861 Casteldelfino fu il punto d'appoggio per la spedizione di William Mathews che il 30 agosto compì la prima ascensione del Monviso.[11]
Negli anni trenta del XX secolo, il territorio di Casteldelfino fu interessato dalle opere difensive del Vallo Alpino, linea di fortificazioni sul confine alpino della nazione. Le opere sono ancora visibili ed in gran parte visitabili.[16]
Lo stemma e il gonfalone del Comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 ottobre 2006.[17]
«D'argento, alla effigie di santa Margherita in maestà di carnagione, capelluta di nero, vestita con la tunica di azzurro, con le braccia aperte, tenente con la mano destra una crocetta latina, posta in banda, d'oro, la Santa sostenuta in punta, attraversante un delfino d'oro, coricato in punta, rivoltato, rovesciato, la testa alzata e volta a destra, la coda inanellata e alzata. Ornamenti esteriori da Comune.» |
(D.P.R. 2 ottobre 2006) |
Il gonfalone è un drappo troncato di giallo e di azzurro.
Abitanti censiti[18]
È uno dei paesi della Valle Varaita in cui si parla la lingua occitana.
L'economia del comune di Casteldelfino è principalmente agricola; il turismo costituisce comunque un importante apporto economico.[11]
Il capoluogo comunale è un valido punto d'appoggio per l'escursionismo, permettendo di raggiungere i monti di entrambi i rami della valle Varaita, e soprattutto il bosco dell'Alevè, il più grande bosco di pini cembri d'Europa, che si estende per larga parte sul territorio comunale.[12][20]
D'inverno, sono disponibili due piste per lo sci di fondo, per uno sviluppo di 2, 3, 5 e 12 km. Inoltre, vi sono due skilift per principianti, ed una pista naturale per pattinaggio su ghiaccio.[21]
Il comune offre una buona capacità ricettiva al turista.[22]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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7 giugno 1993 | 28 aprile 1997 | Luciano Andrea Andreis | Lista Civica | Sindaco | [23] |
28 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Luciano Andrea Andreis | Indipendente | Sindaco | [23] |
14 maggio 2001 | 27 maggio 2005 | Bernardo Dao | Lista civica | Sindaco | [23] |
27 maggio 2005 | 30 maggio 2006 | Giacomino Allais (vicesindaco) | Indipendente | Sindaco | [23] |
30 maggio 2006 | 15 maggio 2011 | Domenico Amorisco | Lista civica | Sindaco | [23] |
16 maggio 2011 | 6 giugno 2016 | Domenico Amorisco | Lista civica: uniti per la vilo | Sindaco | [23] |
6 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Alberto Anello | Lista civica | Sindaco | [23] |
4 ottobre 2021 | in carica | Domenico Amorisco | Lista civica | Sindaco | [23] |
Casteldelfino faceva parte della Comunità montana Valli Po, Bronda, Infernotto e Varaita.
Altri progetti
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